Superando

“Pensiero Imprudente”: una conchiglia sulla spiaggia

«Un educatore o un’educatrice – scrive Claudio Imprudente nella sua rubrica Pensiero Imprudente – si imbatte in una conchiglia sulla spiaggia, ossia in una persona con disabilità. Attraversa allora la spiaggia – che è il “limite” tra la persona con disabilità e l’orizzonte, ovvero il futuro – e nel momento in cui raccoglie la conchiglia, la osserva, la sostiene come farebbe un educatore nel momento in cui si relaziona per la prima volta ad una persona con disabilità, e poi, dopo averla ammirata, lascia che attraversi il mare, invece di metterla in tasca»…

Così canta Ornella Vanoni sulle note del brano di Umberto Bindi, La musica è finita (1967): «Ecco, la musica è finita/ Gli amici se ne vanno/ Che inutile serata […]».
Il parallelismo con il 3 Dicembre, Giornata internazionale delle persone con disabilità, è immediato, e sicuramente ora vi starete chiedendo il motivo. Ve lo spiego subito: potremmo paragonare questa giornata a una festa di compleanno, o a un Capodanno, che si ripetono ogni anno, insomma a una festa in cui tutti gli amici si riuniscono per celebrare qualcosa di importante. Lo stare insieme poi spinge a ricordare i bei momenti, a riflettere. Ma una volta spente le candeline, o alzato in alto i calici per brindare, cosa rimane? Gli amici di sempre dove vanno? E i loro bei discorsi e ricordi?
Mi sembra che il 3 dicembre sia un po’ questo: per l’occasione tutte e tutti ci riuniamo in vari spazi per le città, organizziamo eventi (e non solo!), ma poi con la fine di questa giornata i bei propositi spariscono.

Qualche sera fa, guardando la televisione, mi è capitato di vedere lo spot dedicato alla Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità: una campagna di comunicazione istituzionale, realizzata dal Dipartimento per le Disabilità della Presidenza del Consiglio.
Lo spot, attraverso immagini di persone con disabilità impegnate in diverse attività professionali e di carattere sociale, sensibilizza al valore della persona con l’intento di esaltare competenze, talenti e capacità.
Mi ha colpito un dettaglio: nella promo s’intravede la Spiaggia dei Valori di Punta Marina (Ravenna), della quale ho già parlato in alcuni miei articoli anche su queste pagine.

Claudio Imprudente, che cura per Superando la rubrica “Pensiero Imprudente”

Mi è venuta in mente una metafora, a dir poco poetica: quella di una persona che passeggia tranquillamente su questa spiaggia, mentre il sole albeggia.
A un certo punto, questa persona inciampa su una conchiglia, e si ferma a raccoglierla, ammirandola in tutta la sua bellezza. Potremmo immaginare che il soggetto in questione finisca col mettersi in tasca la conchiglia. E invece no! Guardando l’orizzonte, la getta in mare, e lascia che le onde del mare la cullino verso l’alba.

Pensavo, dunque, che potremmo paragonare la persona a un/una educatore/trice, che si imbatte nella conchiglia, ossia a una persona con disabilità. Cosa fa quest’educatore/trice? Attraversa la spiaggia – che è il “limite” tra la persona con disabilità e l’orizzonte, ovvero il futuro – ma non solo: nel momento in cui la raccoglie, la osserva, la sostiene come farebbe un educatore nel momento in cui si relaziona per la prima volta ad una persona con disabilità, e poi, dopo averla ammirata, lascia che attraversi il mare, invece di metterla in tasca. L’educatore coglie risorse, abilità di questa persona supportandola nell’affrontare la “spiaggia” dei suoi limiti. Non tiene stretta a sé quella persona, ma lascia che questa vada e faccia il suo percorso verso “l’orizzonte”.

Come mai questa considerazione? Perché nello spot si evidenzia l’importanza del «valorizzare i talenti, investire sulle capacità, offrire possibilità». Tutto molto bello, ma nella campagna viene detta anche una cosa che mi ha lasciato perplesso: «Vedere in ogni persona le potenzialità, e non i limiti».
Personalmente sono molto d’accordo sulla prima parte dell’affermazione: è necessario guardare alle abilità di una persona, ma non si possono ignorare i suoi limiti. Non è possibile accompagnare una persona con disabilità, ed essa stessa non può conoscersi, se non si tiene conto di questi.
Anche i limiti, come le risorse e le capacità, fanno parte delle caratteristiche di una persona.
Lasciandovi con questa suggestione piena di spunti di riflessione, mi piacerebbe sapere se avete mai lasciato una conchiglia in mare, dopo una bella passeggiata sulla spiaggia, alla luce dell’alba.

Scrivete a claudio@accaparlante.it oppure sulle mie pagine Facebook e Instagram.

Pensiero Imprudente
Dalla fine del 2022 Claudio Imprudente è divenuto una “firma” costante del nostro giornale, con questa suo spazio fisso che abbiamo concordato assieme di chiamare Pensiero Imprudente, grazie alla quale sta impreziosendo le nostre pagine, condividendo con Lettori e Lettrici il proprio sguardo sull’attualità.
Persona già assai nota a chi si occupa di disabilità e di tutto quanto ruota attorno a tale tema, Claudio Imprudente è giornalista, scrittore ed educatore, presidente onorario del CDH di Bologna (Centro Documentazione Handicap) e tra i fondatori della Comunità di Famiglie per l’Accoglienza Maranà-tha. All’interno del CDH ha ideato, insieme a un’équipe di educatori e formatori specializzati, il Progetto Calamaio, che da tantissimi anni propone percorsi formativi sulla diversità e l’handicap al mondo della scuola e del lavoro. Attraverso di esso ha realizzato, dal 1986 a oggi, più di diecimila incontri con gli studenti e le studentesse delle scuole italiane. In qualità di formatore, poi, è stato invitato a numerosi convegni e ha partecipato a trasmissioni televisive e radiofoniche.
Già direttore di una testata “storica” come «Hp-Accaparlante», ha pubblicato libri per adulti e ragazzi, dalle fiabe ai saggi, tra cui Una vita imprudente. Percorsi di un diversabile in un contesto di fiducia e il più recente Da geranio a educatore. Frammenti di un percorso possibile, entrambi editi da Erickson. Ha collaborato e collabora con varie riviste e testate, come il «Messaggero di Sant’Antonio», per cui cura da anni la rubrica “DiversaMente”. Il 18 Maggio 2011 è stato insignito della laurea ad honorem dall’Università di Bologna, in Formazione e Cooperazione.

Quanto lavoro per il nuovo Osservatorio Scolastico sull’Inclusione!

Dopo che nel settembre scorso è stato emanato il Decreto Ministeriale concernente la ricostituzione dell’Osservatorio Scolastico sull’Inclusione che aveva ormai cessato di funzionare per normali termini di decadenza, per tale organismo – per altro non ancora convocato – si prospetta tantissimo lavoro. «Si formulano dunque i migliori auguri di pronta convocazione e insediamento – scrive Salvatore Nocera», per un rapido e proficuo lavoro

Il sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato il 10 settembre scorso il Decreto Ministeriale n. 185 concernente la ricostituzione dell’Osservatorio Scolastico sull’Inclusione che aveva ormai cessato di funzionare per normali termini di decadenza.
Non vi sono differenze sostanziali tra il Decreto precedente del 2017 e quello attuale. Si ribadisce infatti che l’Osservatorio si compone di due organi: il Comitato Tecnico Scientifico, che ha i compiti principali di consulenza e pareri al Governo, e la Consulta delle Associazioni, che ha compiti più di dialogo e interlocuzione per fornire proposte al Comitato Tecnico Scientifico. Le uniche differenze che si osservano riguardano in primo luogo la possibilità di invitare a partecipare alle riunioni del Comitato Tecnico Scientifico l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e il Garante Nazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità, istituito col Decreto Legislativo Decreto Legislativo 20/24.
Altra differenza è la possibilità di riunioni a distanza, norma che è frutto dell’esperienza maturata durante il periodo della pandemia. Conseguentemente, nell’ultimo Decreto non compare più la possibilità per i partecipanti del rimborso per le spese di viaggio. Inoltre, un’altra novità è l’esplicitazione all’articolo 6 della presenza dei Presidenti di FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità) alle riunioni della Consulta, cosa che mancava nel precedente Decreto; ciò dovrebbe essere stato la conseguenza di una svista, dal momento che i due Presidenti erano già previsti, come lo sono adesso, quali membri effettivi del Comitato Tecnico Scientifico.
Un’ultima differenza riguarda l’individuazione specifica delle Associazioni nazionali componenti la Consulta: esse debbono rispettare, come nel precedente Decreto, i due requisiti previsti all’articolo 4 di essere presenti in almeno cinque Regioni e di avere almeno 3.000 iscritti. In più, nel nuovo Decreto è specificato che le Associazioni Nazionali verranno «individuate da separato Decreto Ministeriale».

Risulta strano che alla pubblicazione di tale Decreto sia stata data scarsissima pubblicità sui mezzi di comunicazione ad eccezione di «OrizzonteScuola.it». Eppure, questo Decreto era molto atteso dalle Associazioni, poiché il precedente Osservatorio era rimasto inattivo per quasi tutto l’ultimo anno.
Il nuovo Osservatorio avrà un grandissimo lavoro da svolgere, dal momento che, a causa del succedersi di diversi governi dal 2015 ad oggi, non è stato ancora possibile dare concreta attuazione ai princìpi indicati nella Legge 107/15, che hanno avuto un’esplicitazione normativa tramite il Decreto Legislativo 66/17. Di quest’ultimo, infatti, manca ancora la concreta attuazione dell’articolo 3 sulla formulazione da parte del Ministero del Profilo Professionale Nazionale degli assistenti per l’autonomia e la comunicazione, nonché la questione dell’assistenza igienica agli alunni/alunne con disabilità, compito assegnato dall’articolo 3 ai collaboratori scolastici, che ancora in Sicilia, e in generale al Sud Italia, è abbondantemente disattesa. E ancora, manca l’attuazione dell’articolo 4 concernente l’individuazione degli indicatori-descrittori per valutare la qualità dell’inclusione realizzata nelle singole scuole e nelle singole classi, dell’articolo 5 concernente il nuovo sistema di certificazione degli alunni con disabilità e la formulazione del loro Profilo Dinamico Funzionale.
Nel dicembre 2022 sono state emanate le Linee Guida per la formulazione di tale nuovo Profilo Dinamico Funzionale e sono stati emanati pure i nuovi modelli di PEI (Piano Educativo Individualizzato), in allegato al Decreto Interministeriale 182/20, integrato con il Decreto Ministeriale 53/23. Tali nuovi modelli, però, non possono ancora pienamente essere utilizzati perché non è ancora disponibile la piattaforma su cui dovrebbero funzionare.
Inoltre, manca ancora l’attuazione dell’articolo 6 sul Progetto di Vita, del quale il PEI è parte integrante, dal momento che la dettagliata articolazione normativa di esso, contenuta nel Decreto Legislativo 62/24, è attualmente soggetta a sperimentazione ed entrerà definitivamente e obbligatoriamente in vigore solo nel 2026.
Proseguendo ulteriormente, va rilevata la mancanza all’appello anche dell’attuazione dell’articolo 9 concernente i GIT (Gruppi per l’Inclusione Territoriale) che, avviati, sono stati immediatamente sospesi. Questa è una lacuna normativa molto grave, perché i GIT sostituiscono i GLIP (Gruppi di Lavoro Interistituzionali Provinciali) di cui all’articolo 15 della Legge 104/92. Tali Gruppi, come adesso i GIT, avevano il compito fra l’altro di provvedere alla stipula degli Accordi di Programma per l’inclusione scolastica, previsti già dall’articolo 13, comma 1, lettera a della stessa Legge 104/92, che tanto hanno giovato, laddove stipulati, alla qualità dell’inclusione scolastica di quei territori.
Mancano infine anche l’attuazione dell’articolo 11 sull’istituzione delle «sezioni dei docenti per il sostegno didattico», dell’articolo 12 sui corsi di specializzazione biennale per l’inclusione scolastica nelle scuole dell’infanzia e primarie, dell’articolo 13 sull’obbligo di formazione in servizio dei docenti, dell’articolo 14 sulla continuità didattica, che era stata ripresa nell’articolo 8 del Decreto Legge 71/24, ma immediatamente rinviata all’anno successivo, e l’attuazione dell’articolo 16 sulla realizzazione dell’istruzione domiciliare.
Quasi tutte queste norme necessitano solo di Decreti Ministeriali per la loro attuazione, e quindi ci si augura che il nuovo Osservatorio possa fornire il prescritto parere al Ministero, che si spera riesca a sottoporre ad esso le bozze di tali Decreti fin dall’inizio del suo funzionamento.

Come si vede, per il nuovo Osservatorio di lavoro ce n’è tantissimo. È invece strano che siano trascorsi quasi tre mesi e che ancora l’Osservatorio stesso non venga convocato.
Si formulano dunque i migliori auguri di pronta convocazione e insediamento, per un rapido e proficuo lavoro.

*Il presente contributo è già apparso in «Tecnica della Scuola.it» e viene qui ripreso, con alcune modifiche dovute al diverso contenitore, per gentile concessione.

Anni Settanta-Novanta: memorie vive di servizi e politiche per la disabilità

Si terrà il 10 dicembre a Bologna il settimo incontro del ciclo Welfare nascente, finalizzato a sviluppare il tema I servizi e le politiche sociosanitarie per le persone con disabilità tra gli anni ’70 e ’90 del Novecento, iniziativa promossa dall’Istituzione Gian Franco Minguzzi, dall’IRESS e dal Comune di Bologna, nell’àmbito del progetto Memorie vive. Per l’occasione verrà anche presentato il lavoro di ricerca che ha prodotto la guida ipertestuale Memorie vive. I servizi e le politiche sociosanitarie per le persone con disabilità

La Biblioteca della Salute Mentale e delle Scienze Umane Minguzzi-Gentili di Bologna, dove si terrà l’incontro del 10 dicembre

È in programma per il 10 dicembre a Bologna il settimo incontro del ciclo denominato Welfare nascente, finalizzato a sviluppare il tema I servizi e le politiche sociosanitarie per le persone con disabilità tra gli anni ’70 e ’90 del Novecento, iniziativa promossa dall’Istituzione Gian Franco Minguzzi, dall’IRESS (Istituto Emiliano-Romagnolo per i Servizi Sociali e Sanitari, la Formazione e la Ricerca Applicata) e dal Comune di Bologna, nell’àmbito del Progetto Memorie vive (se ne legga a questo link).
Per l’occasione verrà presentato il lavoro di ricerca che ha prodotto la guida ipertestuale Memorie vive. I servizi e le politiche sociosanitarie per le persone con disabilità, a cura di Francesca Pistone, Andrea Pancaldi, Francesco Crisafulli, Luca Lambertini e Bruna Zani.
L’evento sarà ospitato presso la Biblioteca Minguzzi-Gentili (Via Sant’Isaia, 90, Bologna, ore 16.30-18.30).

I lavori si apriranno con i saluti istituzionali di Sara Accorsi, consigliera delegata al Welfare e Contrasto alla Povertà, Politiche per l’Abitare della Città metropolitana di Bologna, e di Luca Rizzo Nervo, assessore al Welfare e alla Salute, Nuove Cittadinanze, Fragilità, Anziani, Disabilità del Comune di Bologna. L’evento sarà moderato da Bruna Zani, presidente dell’Istituzione Gian Franco Minguzzi, che introdurrà anche il Progetto Memorie vive.
Seguirà una presentazione della guida ipertestuale con gli interventi di Luca Lambertini, storico (Istituti e scuole speciali: The Day After), di Francesco Crisafulli, responsabile del Servizio Sociale per la Disabilità del Comune di Bologna (Le professioni che accompagnano il cambiamento), di Andrea Pancaldi, giornalista documentalista, esperto di servizi di informazione e documentazione nel campo dei Servizi Sociali, Disabilità e Terzo Settore (Il contributo dell’associazionismo e del volontariato) e di Francesca Pistone, collaboratrice della Istituzione Gian Franco Minguzzi (Le parole della disabilità).
In un successivo momento verrà dato spazio alla discussione, soffermandosi sul tema Tra continuità e discontinuità, con gli interventi di Elena Malaguti (ordinaria di Pedagogia Speciale del Dipartimento di Scienze dell’Educazione G.M. Bertin dell’Università di Bologna), Rossella Piccinini (sociologa dell’IRESS), Simona Chiodo (direttrice dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’’Adolescenza, Attività Territoriale SC dell’Azienza USL di Bologna), e Susanna Dabbicco (in veste di testimonial). Saranno ammessi anche interventi dal pubblico. (Simona Lancioni)

La locandina dell’evento è pubblicata a  questo link. Per ulteriori informazioni: minguzzi@cittametropolitana.bo.it.
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

Formazione sulla disabilità complessa, in presenza di minorazione visiva

È ancora possibile iscriversi fino al 15 dicembre al Corso di formazione per operatori impegnati sulla disabilità complessa, in presenza di minorazione visiva, promosso dal MAC (Movimento Apostolico Ciechi), in collaborazione con la Lega del Filo d’Oro. L’iniziativa prenderà il via il 10 gennaio del nuovo anno, protraendosi fino al 15 marzo, e alternando sedute online e in presenza a Bologna Un ragazzo seguito dalla Lega del Filo d’Oro, insieme a un’operatrice

È ancora possibile iscriversi fino al 15 dicembre al Corso di formazione per operatori impegnati sulla disabilità complessa, in presenza di minorazioni visive, promosso dal MAC (Movimento Apostolico Ciechi), in collaborazione con la Lega del Filo d’Oro.
L’iniziativa, a partecipazione gratuita, si articolerà su 60 ore complessive (35 online e 25 in presenza a Bologna), in programma su cinque sedute, dal 10 al 31 gennaio del nuovo anno. (S.B.)

A questo link sono disponibili tutte le notizie, il programma completo e le modalità di iscrizione. Per altre informazioni: comunicazione@movimentoapostolicociechi.it (Vito Amodio).

Ancora lontana una reale inclusione delle persone con disabilità

Sono stati assegnati i riconoscimenti per la quarta edizione del Premio Giornalistico Bomprezzi-Capulli, dedicato a Franco Bomprezzi, giornalista e scrittore che fu direttore responsabile di Superando fino alla sua scomparsa e alla giornalista del Tg2 Maria Grazia Capulli. In occasione della cerimonia conclusiva sono stati resi noti anche gli esiti della nuova indagine SWG nel quadro dell’Osservatorio Cittadini e disabilità, da cui è emerso che 7 italiani su 10 pensano che in Italia l’inclusione delle persone con disabilità sia ferma al palo Il murale di Milano dedicato a Franco Bomprezzi (1952-2014), una delle due persone cui è intitolato il premio giornalistico per la comunicazione sociale e che fu direttore responsabile di Superando fino alla sua scomparsa nel 2014

7 italiani su 10 pensano che in Italia l’inclusione delle persone con disabilità sia ferma al palo: e sono sotto accusa sia la cittadinanza che lo Stato. Le politiche governative messe in atto non sono considerate efficaci da metà della popolazione italiana: è quanto emerso dal quarto rapporto dell’Osservatorio Cittadini e disabilità, indagine dell’SWG su come sta cambiando nel tempo la percezione dell’opinione pubblica sulla disabilità, lanciata in occasione del quarto Premio Giornalistico Bomprezzi-Capulli, iniziativa dedicata rispettivamente a Franco Bomprezzi, colui che fu giornalista e scrittore, direttore responsabile del nostro giornale Superando fino alla sua scomparsa nel dicembre del 2014, e a Maria Grazia Capulli, giornalista del Tg2, che fu tra l’altro ideatrice e conduttrice della rubrica Tutto il Bello che c’è. L’evento conclusivo si è tenuto nei giorni scorsi a Roma, con la collaborazione della Fondazione CRC, della Fondazione di Comunità Milano e di CBM Italia.

«A tre anni dal primo Osservatorio – spiegano dall’Associazione Premio Bomprezzi-Capulli – è il tema dell’inclusione quello su cui c’è il giudizio più negativo: la stragrande maggioranza degli italiani, infatti, ritiene che sia lo Stato (71%) che i cittadini (68%) facciano poco o nulla per garantire la partecipazione paritaria delle persone con disabilità. Con un’aggravante rispetto al 2021: cresce lo spostamento dalla voce “fare poco sforzo”” verso la voce “fare nulla” per l’inclusione, segnando così un’accusa severa sia verso le Istituzioni nazionali e locali che verso se stessi. Poco più del 30% degli italiani valutano come positive le politiche del Governo dal suo insediamento con il Ministero per le Disabilità. Attorno alla metà, invece, non ne giudica efficace l’azione. In tal senso, la legislazione, come ad esempio la Legge Delega sulla Disabilità 227/21 e i relativi Decreti Attuativi, e il lavoro svolto non sono stati sufficienti, o abbastanza conosciuti, per far registrare alle norme introdotte dal Ministero un riconoscimento, se non minoritario».

«Dopo tre anni – proseguono dall’Associazione -, continua a confermarsi scarsa l’attenzione sociale verso la disabilità secondo la stragrande maggioranza degli italiani. Fanalini di coda sono i temi della vita indipendente e del “Dopo di Noi”, percepiti come priorità residuali. Le voci dove si registra una crescita dal sondaggio 2021 sono il lavoro, le azioni di sensibilizzazione, i trasporti e le barriere architettoniche. È lo sport in cima alla classifica con un 47% di giudizio positivo, con le Paralimpiadi 2024 come fattore cruciale di conoscenza e rappresentazione delle persone con disabilità. Restano stabili negli anni l’àmbito della scuola con il 43%, poi con il 38% quello dell’assistenza sanitaria e sociale, la tutela giuridica e la riabilitazione. Per l’atteggiamento culturale della società cresce dal 2021 a oggi quello della “sensibilità” e “solidaristico”, ma fanno ancora da contraltare negativo la tendenza al pregiudizio (da 66 a 62) e all’indifferenza (61) e quella alla discriminazione (da 44 a 40), cresce invece l’idea che si risponda alle esigenze della disabilità con impreparazione (da 53 a 56). Un mondo che riguarda oltre il 15% degli italiani, che vede crescere il numero delle famiglie in situazione di povertà con una o più persone con disabilità e che vivono in una condizione di isolamento creata da muri relazionali, istituzionali e di contesto, come confermato da una recente ricerca qualitativa condotta da CBM Italia».

«Dal primo Osservatorio lanciato nel 2021 a oggi – commenta Simone Fanti, vicepresidente del Premio Bomprezzi-Capulli – registriamo una scarsa presa di coscienza della società italiana sui diritti delle persone con disabilità. Nonostante ci siano stati alcuni miglioramenti, sono gli italiani e le italiane a dirci che ci sono ancora tanti diritti negati, una presa di consapevolezza di vivere in una società non inclusiva. Il giudizio di poca incisività ed efficacia delle politiche governative è un segnale per la presidente del Consiglio Meloni: nonostante si siano tenuti l’Expo sulla disabilità e il primo G7 sul tema, l’opinione pubblica non percepisce un impegno significativo. Facciamo quindi un appello per potenziare il Ministero per le Disabilità, e per rendere disponibili nuove risorse per rispondere alle esigenze di chi vive ogni giorno in una condizione di disabilità».

E da ultimi, ma non certo ultimi i premi assegnati quest’anno da una giuria d’eccezione che ancora una volta si è arricchita di firme di primo piano del mondo dell’informazione, tra carta stampata e online, TV, radio nazionali e testate di settore.
Per quanto riguarda il Premio Bomprezzi al primo posto si sono classificati Paola Vecchia e Lorenzo Maria Grighi (Presa Diretta Raitre), al secondo Benedetta Cappelli, Fabio Colagrande e Amedeo Lomonaco (Radio Vaticana) e al terzo ex aequo Simone Matteis (La Stampa) e Pasquale Quaranta (la Repubblica).
A vincere il Premio Capulli è stato invece Salvo Catalano (Tagadà LA7), davanti ad Andrea Martino (TG2 Medicina 33) e a Federica Nannetti (Corriere della Sera Bologna), a pari merito con Romolo Napolitano (TV2000).
Due menzioni speciali attribuite su proposta della giuria sono andate infine a Iacopo Melio (menzione “Antonio Giuseppe Malafarina”, dedicata al compianto presidente onorario di giura, scomparso nel febbraio di quest’anno e già anch’egli direttore responsabile di Superando) e a Fabrizio Minnella di Fondazione CON IL SUD come comunicatore dell’anno.

«Per noi è un orgoglio – ha dichiarato Massimo Maggio, direttore di CBM Italia, in occasione della cerimonia conclusiva – sostenere il Premio Bomprezzi sin dalla nascita di esso, impegnandoci inseime da quattro anni per i diritti delle persone con disabilità, sempre guardando alla nostra guida, che è la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Da qui nasce anche la ricerca sociale che abbiamo condotto sul legame tra disabilità e povertà in Italia, e le cui evidenze confermano il nostro impegno nel sostenere il protagonismo delle persone con disabilità: le famiglie ci hanno confermato che il disagio sociale e culturale è opprimente tanto quanto quello economico, il nostro ruolo è quindi quello di promuovere sempre di più una cultura dell’inclusione. Il Premio Bomprezzi-Capulli è un’importante occasione per farlo».
«Il mondo dell’informazione e i mezzi di comunicazione – ha affermato dal canto suo Mauro Gola, presidente della Fondazione CRC – giocano un ruolo essenziale nella costruzione di una società sempre più inclusiva. Il Premio Bomprezzi-Capulli opera per sostenere e riconoscere il lavoro dei giornalisti impegnati a promuovere una cultura diffusa della disabilità e un’attenzione alle iniziative di inclusione sociale. Ambiti in cui la nostra Fondazione è particolarmente attiva e nei quali investe convintamente».
«La nostra Fondazione – ha concluso Carlo Marchetti, presidente della Fondazione di Comunità Milano – sostiene dal 2018 progetti solidali nell’area milanese e lavora da sempre sulle disabilità. Un faro in questo senso è stato Franco Bomprezzi, grande giornalista che ci ha lasciati il 18 dicembre 2014. A dieci anni dalla sua scomparsa, Milano non lo ha dimenticato. C’è tanta strada ancora da fare, ma la coscienza civica dei cittadini e delle cittadine rispetto all’accessibilità, al linguaggio inclusivo e all’empowerment delle persone con disabilità è cresciuta. Per queste ragioni anche quest’anno abbiamo voluto patrocinare il Premio Bomprezzi-Capulli che valorizza la missione di responsabilità sociale dei giornalisti e delle giornaliste».

Da ricordare, in conclusione, i numerosi media partner del Premio, tra i quali anche Superando ha il piacere di far parte: Avvenire, BenEssere, InVisibili, Il Fatto Quotidiano, la Repubblica Mondo Solidale, Oggi, Radio Capital, Il Gusto-La Stampa, Radio Lombardia, Radio Popolare, RaiNews24, Tg2 e Vita Non Profit. (S.B.)

Per ulteriori informazioni: segreteria@premiobomprezzi.it.

L’inclusione scolastica attraverso lo sport: una sfida possibile

L’inclusione – e nello specifico l’inclusione scolastica – non è solo un traguardo da raggiungere, ma un processo continuo che richiede impegno, visione e collaborazione. E lo sport, con il suo potenziale di unire le persone, è un alleato fondamentale in questo percorso. Su questa linea si muove un progetto lanciato dalla Fondazione Decathlon, che mira appunto a integrare lo sport inclusivo nel percorso formativo delle scuole italiane, coinvolgendo docenti e studenti/studentesse

L’inclusione scolastica degli studenti e delle studentesse con disabilità è una delle sfide più importanti per il sistema educativo contemporaneo. Creare ambienti di apprendimento dove ognuno possa esprimere il proprio potenziale è un obiettivo fondamentale.
Lo sport, con il suo linguaggio universale e il suo potere trasformativo, rappresenta uno strumento efficace per abbattere le barriere, promuovere il rispetto delle diversità e incentivare la partecipazione attiva di tutti. In questo contesto, la Fondazione Decathlon ha lanciato un progetto innovativo per integrare lo sport inclusivo nel percorso formativo delle scuole italiane, coinvolgendo docenti e studenti in un’esperienza educativa e sociale unica.

Formazione dei docenti: lo sport come veicolo di inclusione
Entro breve, dunque, la Fondazione Decathlon, in collaborazione con La Fabbrica Società Benefit e con il supporto di esperti del settore, metterà a disposizione due corsi di formazione gratuiti per i docenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado. Come dichiarato nel comunicato stampa diffuso per l’occasione, i corsi sono «indicizzati sulla piattaforma ministeriale S.O.F.I.A. (Sistema Operativo per la Formazione e le Iniziative di Aggiornamento del personale della scuola) e rilasceranno un attestato ai sensi della Direttiva Ministeriale 170/16, valido per l’inserimento nel portfolio professionale del docente».
Attraverso un approccio multidisciplinare che coinvolge atleti paralimpici, medici e dirigenti scolastici, i corsi offriranno strumenti concreti per promuovere la partecipazione attiva degli studenti con disabilità. Un’iniziativa, quindi, che rappresenta un passo decisivo per superare stereotipi e pregiudizi ancora diffusi nell’ambiente scolastico, dove l’attività fisica non sempre è inclusiva per tutti.

I percorsi formativi: AUTLAB e Training Ability
Il primo corso, AUTLAB, sviluppato in collaborazione con la Fondazione Renato Piatti, è dedicato agli studenti nello spettro autistico e include sei moduli arricchiti da un settimo, finanziato dalla Fondazione Decathlon e focalizzato sullo sport. Questo modulo aggiuntivo intende fornire ai docenti le competenze per creare ambienti inclusivi, sia in classe sia in palestra.
Il secondo percorso, TRAINING ABILITY, introduce un concetto di multi-abilità che considera le diversità fisiche, sociali e culturali di tutti gli studenti. Con cinque moduli tematici, il corso propone attività motorie inclusive replicabili in classe e ispirate dalle esperienze di atleti paralimpici e professionisti.
L’obiettivo è chiaro: «Affrontare il tema della multi-abilità nel contesto scolastico» e offrire pari opportunità a tutti gli studenti e le studentesse.

Lo sport come diritto universale
«L’attività motoria e sportiva è un diritto fondamentale per tutti i bambini e le bambine, indipendentemente dalle loro abilità», sottolinea Stefania Sacchi, che dirige la Fondazione Decathlon Italia. Attraverso questo progetto, dunque, Decathlon intende abbattere le barriere che ancora oggi limitano l’accesso al gioco e allo sport per molti studenti.
Gli esperti coinvolti, tra cui atleti paralimpici e medici, condividono esperienze e pratiche di successo per ispirare i docenti a creare attività accessibili e coinvolgenti.
L’obiettivo è ambizioso, ma necessario: garantire che nessuno sia escluso dalla partecipazione attiva, favorendo la creazione di una comunità scolastica accogliente e solidale.

L’impegno per un futuro più inclusivo
Con oltre 150 progetti attivati in Italia, la Fondazione Decathlon è una realtà consolidata nel promuovere sport e inclusione sociale. «Questo ambizioso progetto – sottolinea ancora Sacchi – consolida il nostro impegno nel sostenere l’integrazione e la valorizzazione delle diversità».
L’investimento nella formazione dei docenti, infatti, non solo migliora l’inclusività delle scuole, ma contribuisce anche a formare cittadini consapevoli e rispettosi delle diversità. Grazie al coinvolgimento attivo di tutte le parti interessate, questo progetto rappresenta un modello virtuoso per costruire una società più equa, dove lo sport è accessibile a tutti e dove ogni studente può sentirsi parte di una squadra.
Si tratta di un’iniziativa che dimostra come l’inclusione non sia solo un traguardo da raggiungere, ma un processo continuo che richiede impegno, visione e collaborazione. E lo sport, con il suo potenziale di unire le persone, è un alleato fondamentale in questo percorso.

Raccontare i Musei dell’Università di Padova all’insegna dell’accessibilità

Il Centro di Ateneo per i Musei dell’Università di Padova ha lavorato quest’anno al progetto More Than Words – Raccontare i Musei di Ateneo in Comunicazione Aumentativa Alternativa, allo scopo di promuovere l’accessibilità di tali strutture, e i risultati ottenuti verranno degnamente festeggiati il 9 dicembre, nel corso di un evento che avrà per protagonisti proprio i cosiddetti “pubblici fragili” Uno scorcio della Sala dei Giganti dell’Università di Padova

Il CAM (Centro di Ateneo per i Musei) dell’Università di Padova ha lavorato quest’anno al progetto denominato More Than Words – Raccontare i Musei di Ateneo in Comunicazione Aumentativa Alternativa, finanziato nell’ambito dei progetti di Terza Missione dell’Ateneo.
«L’iniziativa – spiegano i promotori – ha promosso l’accessibilità dei Musei universitari per le persone con disabilità, con particolare riferimento a quelle con disabilità cognitive e/o disturbi dello spettro autistico».

Ad accompagnare il personale universitario in questo percorso sono stati i Talents, protagonisti del processo di co-progettazione e co-realizzazione dei nuovi percorsi e dei supporti destinati alla visita di persone con disabilità cognitiva.
«Durante questo viaggio – proseguono dal CAM -, abbiamo potuto sperimentare come una modalità comunicativa nuova, ampliata e alternativa abbia migliorato le opportunità di comprendere e di godere del patrimonio anche da parte di soggetti con disabilità visive e bambini in età prescolare, stranieri e nuovi cittadini con limitate competenze linguistiche, anziani in declino cognitivo o con demenza senile o persone con DSA (disturbi specifici dell’apprendimento)».
Il progetto si è quindi esteso , andando a incontrare esigenze di pubblici molto diversi, proponendo strumenti e attività che potessero rispondere a tali esigenze, ciascuna nella sua specificità e ancora tutte assieme, per poter sperimentare la più estesa inclusione.

Nel pomeriggio del 9 dicembre, nella Sala dei Giganti e al Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte di Padova (14.30-18), verranno degnamente festeggiati i risultati ottenuti, tramite una giornata di attività con postazioni interattive, workshop e incontri dialogici, che inviteranno a scoprire le iniziative di accessibilità portate avanti dal CAM. «E protagonisti dell’evento – viene spiegato – saranno proprio quei pubblici spesso definiti “fragili”, ma in realtà i veri “Giganti”, compagni di viaggio e guide straordinarie nel cammino dell’accessibilità percorso in questi mesi dai Musei dell’Università di Padova. Attraverso l’esperienza diretta delle strategie messe in campo e dei facilitatori prodotti, i partecipanti all’evento potranno quindi acquisire nuove competenze sui temi dell’accessibilità e della partecipazione sociale e individuare soluzioni a basso costo facilmente replicabili in diversi contesti». (S.B.)

L’accesso all’evento del 9 dicembre sarà libero, con prenotazione richiesta solo per le attività al Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte (tutte le notizie sono disponibili a questo link). Per altre informazioni: centromusei@unipd.it.

Essere parte del mondo senza sentirsi in un “mondo a parte”

«Il “pianeta disabilità” – scrive Paolo De Luca – deve essere protagonista, le persone con disabilità e le loro famiglie devono “far parte del mondo” senza sentirsi in “un mondo a parte”, perché la lotta per la piena e completa realizzazione dei diritti umani di tutte loro costituisce una parte inalienabile, integrale e indivisibile di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali»

Sogni e bisogni, non arrendersi mai, diritti, accessibilità, un altro mondo è possibile: quante volte abbiamo citato, ripetuto queste parole e qualcuno penserà, a ragione, “da troppo tempo”, fino a sembrare quasi luoghi comuni, cose alle quali si è affettivamente legati, percepite però come slegate dalla quotidianità.
Troppe cose vanno per il verso sbagliato, ma tantissime altre ci danno il senso della speranza attiva, delle cose concrete nella società, non solo in questa piccola parte del mondo dove viviamo, un mondo che purtroppo ha in sé guerre, fame, devastazione e insensatezza al quale non dobbiamo abituarci, rassegnarci.

Il “pianeta disabilità” non è fuori da questo universo, anzi deve essere protagonista, le persone con disabilità e le loro famiglie devono “far parte del mondo” senza sentirsi in “un mondo a parte”, senza guerre fra udenti e sordi – per restare nel tema della sordità – senza discriminazioni, abilismo e senza sordità da parte della politica (nell’accezione larga del significato di polis), che si muove fra dimenticanze, compassione e talk, senza mettere le mani in pasta per andare oltre il sensazionalismo e la contraffazione che passa anche a tonnellate di pensierini che toccano le corde del cuore dentro i sacchi della posta natalizia.

La lotta per la piena e completa realizzazione dei diritti umani di tutte le persone con disabilità costituisce una parte inalienabile, integrale e indivisibile di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali.

*Presidente dell’APIC (Associazione Portatori Impianto Cocleare).

Il Natale secondo I Buffoni di Corte

Il 9 dicembre l’Associazione dei Buffoni di Corte, attiva da quasi vent’anni a Torino, organizzerà una serata accessibile a tutti e tutte per celebrare il Natale all’insegna di una “Comunità culturale senza etichette” Componenti dell’Associazione torinese I Buffoni di Corte

Sarà una serata accessibile a tutti e a tutte per celebrare il Natale in arrivo, all’insegna di una “comunità culturale senza etichette”: il 9 dicembre, a partire dalle 19.30, presso il MILK Torino, si terrà l’evento Show Love by Dancing, promosso da I Buffoni di Corte, associazione attiva da quasi vent’anni sul territorio, per rispondere alle esigenze educative, formative e artistiche di giovani, adolescenti e persone con disabilità.
Per l’occasione I Buffoni di Corte si riuniranno insieme ad associati, famiglie, volontari e amici, unitamente a personalità di spicco del panorama torinese, tra le quali autorità e imprenditori. Obiettivo: condividere uno spazio senza etichette, nel quale ognuno ha il diritto di sentirsi libero, rappresentato e incluso.

«I Buffoni sono un luogo di incontro tra arti, intese come strumento di formazione, integrazione sociale e partecipazione tra gli individui – spiega Luca Nicolino, presidente dell’Associazione -, uno spazio dedicato alle persone in quanto tali, indipendentemente dalle loro caratteristiche distintive e dal backgroud».  Le attività e i laboratori proposti ogni giorno- coinvolgono infatti 150 famiglie di persone con disabilità e circa 80 adolescenti e giovani tra i quali numerosi volontari/e, scout, persone che svolgono lavori di pubblica utilità, servizio civilisti, tirocinanti dell’università e di scuole secondarie di secondo grado».

L’evento di Natale al Milk, che lo scorso anno ha visto la partecipazione di circa 400 persone, è anche finalizzata ad una raccolta fondi: attualmente I Buffoni di Corte sono concentrati sul completamento della ristrutturazione dell’ex sede della Scuola Materna Centro Europa di Via Rubino, 82 a Torino, dove presto sorgerà La Corte, nuova sede operativa dell’Associazione. (C.C.)

Per maggiori informazioni: Associazione I Buffoni di Corte (info@ibuffonidicorte.it).

“Più di mille parole”: una mostra fotografica a Milano dall’archivio del Pio Istituto dei Sordi

La mostra fotografica Più di mille parole. Dialogo tra Gianni Moretti e l’Archivio fotografico del Pio Istituto dei Sordi, inaugurata a Milano il 5 dicembre e aperta fino al 12 gennaio 2025, racconta la storia dell’Istituto, attraverso il linguaggio dell’arte e le nuove tecnologie, fondendo analogico e digitale Immagine a corredo della locandina della mostra

Ogni immagine esposta racchiude in sé più di mille parole: quelle che spesso non riusciamo a condividere con le persone che hanno fatto parte del nostro percorso di crescita. Stiamo parlando della mostra Più di mille parole. Dialogo tra Gianni Moretti e l’Archivio fotografico del Pio Istituto dei Sordi, inaugurata ieri, presso la Casa della Memoria di Milano.

In occasione del 170° anniversario dalla sua fondazione, il Pio Istituto dei Sordi di Milano, in collaborazione con il Comune del capoluogo lombardo, all’interno della nona edizione di Cantierememoria 2024-2025 – Pace è libertà, con il patrocinio dell’ANAI (Associazione Nazionale Archivistica Italiana) e l’ulteriore contributo della Fondazione di Comunità Milano, ha presentato l’esposizione di cui si è detto, aperta ad accesso libero fino al 12 gennaio del nuovo anno.

Inaugurata alla presenza tra gli altri dell’assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi, della dirigente dell’Unità Progetti Speciali e Fabbrica del Vapore Maria Fratelli, e del presidente del Pio Istituto dei Sordi Marco Petrillo,  la mostra racconta la storia dell’istituzione, assumendo, per la prima volta, un punto di osservazione il più possibile “ad altezza studente”, attraverso il linguaggio dell’arte e le nuove tecnologie, fondendo analogico e digitale.
Affidandosi infatti alle immagini e ai racconti di ex allievi, che prendono vita grazie alla realtà aumentata, l’esposizione guarda all’esperienza scolastica come ad uno spazio delle relazioni con l’altro e della crescita personale. «Ne nasce – sottolineano dal Pio Istituto dei Sordi – un percorso che riprende un pezzo di storia poco nota che però appartiene a tutte e tutti: quella di bambine e bambini sordi cresciuti al Pio Istituto dei Sordi di Milano. Gli scatti in bianco e nero, conservati nel nostro archivio fotografico, diventano la base per raccontare il lungo percorso d’inclusione delle diversità nel nostro Paese e, a un tempo, il materiale che l’artista Gianni Moretti utilizza e trasforma nella sua installazione volta a farci comprendere perché questa storia è anche la nostra storia. Partendo dunque da questa riflessione, l’intervento artistico è volto a indagare proprio la relazione con l’altro, creando un tappeto di immagini su cui muovere passi leggeri, togliendosi le scarpe e andando alla scoperta di quei frammenti di vita racchiusi negli album dell’Archivio».
Su questo “tappeto”, dove si intrecciano storie raccontate attraverso contenuti multimediali accessibili tramite la app ideata, progettata e realizzata dalla Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti, con le docenti Silvia Marcante e Sara Meroni di Rataplan, sono depositate milleuna tessere in metallo che riportano la scritta “a te” preceduta da uno spazio vuoto. Al visitatore la facoltà di riempire quello spazio attraverso un gesto che vale “più di mille parole”, raccogliendo una tessera, a patto di donarla a qualcuno che è stato o è importante per la sua vita. (C.C.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Francesca Di Meo progetti@pioistitutodeisordi.org.

Progettare in modo inclusivo nella cooperazione internazionale

In occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani del 10 dicembre, vi sarà l’evento Manuale sul Marker Disabilità: strumento di progettazione inclusiva, presso la sede dell’AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) Immagine tratta dalla pagina Facebook della Federazione delle Organizzazioni per la Disabilità del Ghana

In occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani del prossimo 10 dicembre, vi sarà l’evento di lancio del Manuale sul Marker Disabilità: strumento di progettazione inclusiva, presso la sede romana dell’AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo).
Il “Marker Disabilità”, strumento inserito nel sistema informativo dell’AICS, consente di raccogliere e analizzare i dati relativi sia ai progetti interamente dedicati alla disabilità (100% del finanziamento) che ai progetti mainstreamed con percentuali di finanziamento inferiori. L’inclusione e l’empowerment delle persone con disabilità sono una parte essenziale dell’impegno globale di “non lasciare nessuno indietro” e delle attività di cooperazione allo sviluppo e di emergenza a sostegno dell’Agenda ONU 2030.

L’evento si svolgerà dalle 9.30 alle 13, in formato ibrido, consentendo la partecipazione sia in presenza che da remoto.
Dopo i saluti introduttivi di Marco Riccardo Rusconi (direttore dell’AICS) e di Elena Centemero (CIDU-Comitato Interministeriale per i Diritti Umani), interverranno Leonardo Carmenati (vicedirettore tecnico dell’AICS), Riccardo Sirri (EducAid), Elena De Palma (WG/ISTAT), Chiara Anselmo (CBM), Francesca Ortali (AIFO), Giampiero Griffo (RIDS-Rete Italiana Disabilità e Sviluppo), Marta Collu e Livia Canepa (AICS), Maura Viezzoli (CISP-Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli), Arianna Taddei (Università di Macerata). Le conclusioni saranno affidate a Leonardo Carmenati.

Le registrazioni per la partecipazione in presenza sono aperte fino ad esaurimento dei posti disponibili e sarà data priorità agli ospiti esterni; mentre la partecipazione da remoto sarà comunque possibile previa registrazione (effettuabile tramite questo link. In fase di registrazione è richiesta la compilazione di un formulario in cui indicare eventuali esigenze, al fine di garantire la partecipazione e l’accessibilità all’evento per tutti e tutte). (C.C.)

Per ulteriori informazioni: Francesca Trisciuzzi (francesca.trisciuzzi@aics.gov.it).

L’orientamento teologico e pastorale sulla disabilità e le persone laiche

«Credo che anche per le persone laiche – scrive tra l’altro Salvatore Nocera – il cambiamento di orientamento teologico e pastorale ecclesiale in atto nei confronti delle persone con disabilità possa essere visto come un cambiamento culturale e sociale e che quindi, anche per loro, debba essere considerato, sociologicamente, come un passo avanti nella crescita di consapevolezza della sempre maggiore dignità umana delle stesse persone con disabilità» Justin Glyn, autore di “’Us’ not ‘Them’. Disability and Catholic Theology and Social Teaching” (“’Noi’, non ‘loro’. Disabilità, teologia e dottrina sociale cattolica”)

Ho letto con molto interesse in Superando il più recente contributo di riflessione proposto da Angelo Fasani, intitolato L’identica umanità di tutti richiede l’inclusione di tutti, relativo ad un commento alla teoria teologica del professor Justin Glyn su come le persone con disabilità, pur con le loro minorazioni, debbano considerarsi comprese anch’esse nell’affermazione del Creatore, contenuta nella Bibbia, «facciamo l’uomo a nostra immagine».
Glyn, approfondendo un filone teologico avviatosi durante il genocidio nazista nei confronti degli Ebrei, sviluppa la tesi affascinante che le persone con disabilità si identifichino con Gesù crocifisso, figlio di Dio e quindi rientrino nell’affermazione di Dio nella Creazione, sopra riportata.

In un mio articolo precedente e già nel volume A Sua immagine? Figli di Dio con disabilità, curato da Alberto Fontana e Giovanni Merlo (ripresa in italiano di “Us” not “Them”. Disability and Catholic Theology and Social Teaching, “Noi’, non ‘loro’. Disabilità, teologia e dottrina sociale cattolica” di Justin Glyn), mi ero permesso di intervenire sostenendo che teologicamente era ancor meglio completare tale identificazione anche in Gesù risorto. Infatti, purtroppo, nella Pastorale dei secoli scorsi, sino al Concilio Ecumenico Vaticano II, l’identificazione delle persone emarginate come quelle con disabilità con Gesù crocifisso aveva significato un’educazione religiosa di queste all’accettazione delle sofferenze fisiche e psicologiche che si incontrano a causa delle proprie minorazioni. Anzi, talvolta tale educazione religiosa era giunta alla sublimazione di esse, con l’invito ad accettare tali sofferenze, perché, tramite queste, le persone con disabilità avrebbero contribuito alla redenzione del mondo operata dalle sofferenze del Crocifisso.
A mio sommesso avviso, questa forma di catechesi, fino a quando è stata operata, istillava nelle persone con disabilità un’accettazione passiva delle sofferenze e non portava ad un’accettazione attiva; cioè portava tali persone a sentirsi come “soggetti passivi” nella Chiesa e nella società civile, soddisfatti del loro stato, destinatari di pietismo caritatevole; il Concilio Vaticano II, invece, ha dato delle persone emarginate, comprese quelle con disabilità, una visione attiva nella Chiesa e nella comunità civile, invitandole a divenire soggetti attivi, ciascuno secondo le proprie potenzialità, sviluppate dalla riabilitazione, dall’istruzione e, ove possibile, dal lavoro.
Conseguentemente, l’educazione pastorale e sociale delle persone senza disabilità è stata orientata all’impegno per collaborare all’inclusione delle persone con disabilità, come persone attive nelle comunità ecclesiali e nella società civile, collaborando, come volontari e professionisti, al raggiungimento di tale fine.
Quanto detto è potuto avvenire, ritengo, in forza di una più attenta rilettura del famoso brano del Vangelo di Matteo relativo al giudizio finale (Matteo, 25, 31-46), passo in cui Gesù risorto dice che quanto viene fatto «ai più piccoli» dei suoi fratelli è stato fatto a lui. Qui c’è un’identificazione piena delle persone emarginate, come pure quelle con disabilità, a Gesù risorto, addirittura, secondo la narrazione evangelica, come “giudice glorioso”.

Ovviamente quanto mi sono permesso di dire vale per i cristiani credenti in Gesù figlio di Dio. Però anche per i laici questo cambiamento di orientamento teologico e pastorale ecclesiale può essere visto come un cambiamento culturale e sociale e quindi, anche per loro, dev’essere considerato, sociologicamente, come un passo avanti nella crescita di consapevolezza della sempre maggiore dignità umana delle persone con disabilità.
Certo, come osserva Angelo Fasani, ancora nella prassi questi orientamenti fanno fatica a realizzarsi, anche, a mio avviso, per il peso che secoli di quella pastorale e cultura religiosa grava ancora sulla mentalità comune. Penso però che con questi approfondimenti teologici e culturali anche le prassi pastorali stiano lentamente mutando, come sta avvenendo con maggiore rapidità nella società civile.

La resilienza di “Graz”, una pioniera dell’inclusione

Parlare di impegno civile e diritti delle persone con disabilità in Trentino significa evocare il ricordo di Graziella Anesi. Oggi, la vita e le battaglie della fondatrice della Cooperativa HandiCREA, scomparsa all’inizio del 2023, diventano un libro (Graz. Ritratto a più voci di Graziella Anesi), scritto a più mani da familiari, colleghi e amici, con il coordinamento del giornalista Paolo Ghezzi Graziella Anesi

Parlare di impegno civile e diritti delle persone con disabilità in Trentino significa evocare il ricordo di Graziella Anesi. Oggi, la vita e le battaglie della fondatrice della Cooperativa HandiCREA – scomparsa il 24 gennaio 2023 – diventano un libro. A scriverlo sono i familiari, i colleghi e gli amici, coordinati dal giornalista Paolo Ghezzi.
L’opera si intitola Graz. Ritratto a più voci di Graziella Anesi (Erickson, 2024) e fissa su carta una novantina di incontri e memorie che testimoniano la straordinaria dinamicità della protagonista.

Nata sull’Altopiano di Pinè con sette fratture e l’osteogenesi imperfetta, Graziella era una “popina che si rompeva”, una “bambina di cristallo”, diremmo oggi. Fragile fuori, ma tenace dentro. «Nostro padre – racconta il fratello Sergio – chiese un prestito per farla visitare dai migliori specialisti a Bologna». Lì, le prelevarono un frammento di costola da analizzare a Leningrado, allora centro di riferimento mondiale per la sua malattia. Alla bambina vennero dati tre anni di vita. «Ma Graziella di anni ne ha vissuti sessantasette. E l’Unione Sovietica l’ha vista cadere».
Ghezzi, invece, ricorda di quando, giovane cronista, venne mandato a coprire i “picchetti” contro le barriere architettoniche di Natale Marzari a Trento. «Erano gli Anni Ottanta» e lui prendeva letteralmente a martellate i gradini delle poste per segnalare l’impossibilità di accedervi per chi era in carrozzina. «Graziella condivideva quelle rivendicazioni nello spirito, ma nei metodi scelse sempre la strada del dialogo e della diplomazia». Fu così che fondò la Cooperativa HandiCREA in Via San Martino a Trento, «a sua immagine e somiglianza». L’idea era quella di dar vita a un soggetto che potesse mediare tra i bisogni delle persone con disabilità e i servizi distribuiti sul territorio.
Nel tempo, la Cooperativa si è trasformata in un luogo di raccolta e scambio di informazioni utili su sport, cultura e turismo accessibile, nonché sulla mobilità. Graziella Anesi in questo era una pioniera. Prendeva la corriera da Pinè a Trento e ritorno, rendendo manifesto il diritto – e le difficoltà – nell’uso dei trasporti pubblici delle persone in carrozzina.
«Colpivano il suo sguardo, il sorriso luminoso, l’ottimismo». La capacità di cogliere e accogliere. Proverbiale, e ricorrente nelle testimonianze, l’invito a bere insieme un «caffettuccio». Per lei anche il sesto o settimo della giornata. «Un piccolo piacere della vita, ma soprattutto un modo per esprimere il suo grande senso dell’ospitalità, la voglia di lavorare in squadra e di stare con gli altri, sapendo ascoltarli e incoraggiarli».
Un’altra sua passione era la musica, in particolare quella di Roberto Vecchioni. «Graziella l’aveva conosciuto durante un concerto in Trentino e quando gli ho scritto se voleva inviarci un pensiero per il libro, ha risposto nel giro di ventiquattr’ore con questa massima: qualunque sia il dolore, più forte è la luce dell’anima».

Oltre alla Graziella pubblica, presidente di HandiCREA, conferenziera, attivista e assessora alle Politiche Sociali, alle Pari Opportunità e all’Istruzione del Comune di Baselga di Piné, nel volume c’è la Graziella privata, sorella, amica – come ricorda nella prefazione l’artista Clara Lunardelli – e zia. Sono tanti gli aneddoti proposti dai nipoti Cecilia, Francesco e Matteo. «La zia si apriva al mondo con curiosità infinita, forte impegno e testarda spontaneità. Ci diceva: non ho tempo di scrivere un libro sulla mia vita, sono troppo impegnata a viverla». Ecco «speriamo che il libro scritto dai tanti che le hanno voluto bene possa essere fonte di ispirazione per le battaglie a lei care, per una comunità più giusta, equilibrata e inclusiva».
Un primo passo in quella direzione è la devoluzione dei ricavati delle vendite alla Cooperativa HandiCREA. E l’intitolazione a Graziella Anesi del “Tavolo Città di Trento per l’inclusione delle persone con disabilità”.

Il presente contributo è già apparso in «Corriere del Trentino» e viene qui ripreso, con diverso titolo e con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

Il valore di una narrazione condivisa sulla disabilità

È in programma per il 7 dicembre a Genova Parlare di disabilità: il valore di una narrazione condivisa, convegno promosso dal CELIVO (Centro di Servizio per il Volontariato della Città Metropolitana di Genova), insieme alle Associazioni della Rete Disabilità, e in collaborazione con la Consulta Comunale e Metropolitana per la Tutela dei Diritti delle Persone con Disabilità. Vi interverranno, tra gli altri, Fabrizio Acanfora, Valentina Tomirotti e Lorenzo Sani

Si terrà il 7 dicembre a Genova, Parlare di disabilità: il valore di una narrazione condivisa, convegno promosso dal CELIVO (Centro di Servizio per il Volontariato della Città Metropolitana di Genova), insieme alle Associazioni della Rete Disabilità, e in collaborazione con la Consulta Comunale e Metropolitana per la Tutela dei Diritti delle Persone con Disabilità. L’iniziativa, che si colloca nell’àmbito delle celebrazioni per la recente Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, è frutto di un percorso di studio e confronto durato tre anni.

Tra i relatori e le relatrici vi saranno anche Fabrizio Acanfora (divulgatore, scrittore e conferenziere, docente universitario, neurodivergent advocate, pianista e clavicembalista), Valentina Tomirotti (giornalista pubblicista, social media manager e attivista del mondo disability) e Lorenzo Sani (giornalista, scrittore e coautore della guida Comunicare la disabilità. Prima la persona (liberamente fruibile a questo link), un progetto del Coordinamento per le Pari Opportunità dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti per il quale ha ricevuto il premio di “Miglior giornalista per il sociale 2024” nell’ambito della XVII edizione del Festival Internazionale della Cinematografia Sociale Tulipani di seta nera.
In particolare, il confronto prenderà in esame i seguenti temi: la necessità di decostruire la diffusa narrazione abilista, ossia discriminante nei confronti delle persone con disabilità; il bisogno di restituire centralità alla persona al di là della sua condizione; il linguaggio come strumento per esercitare e promuovere autorappresentanza e autodeterminazione.

«Il linguaggio è uno strumento fondamentale, un patrimonio comune che appartiene a tutti – osserva Stefano Dossi, presidente del CELIVO. È attraverso le parole che ci comprendiamo, ci esprimiamo e ci avviciniamo l’un l’altro, ed è proprio per questo che dobbiamo prenderci cura del modo in cui le utilizziamo. Questo convegno è rivolto a tutti, perché la consapevolezza di un linguaggio rispettoso e inclusivo verso le persone con disabilità non riguarda solo chi vive quotidianamente questa realtà, ma ogni cittadino. Invitiamo quindi a partecipare, a riflettere insieme su come possiamo fare della nostra comunicazione un mezzo di inclusione e rispetto».

L’evento è rivolto a tutta la popolazione, si svolgerà dalle 9.30 alle 12.30, e sarà ospitato presso il Palazzo Ducale di Genova (Piazza Matteotti. 9, Sala del Minor Consiglio), ma sarà fruibile anche in diretta streaming attraverso la pagina Facebook dell’Ente organizzatore.
La Sala è attrezzata con impianto ad induzione magnetica e sarà disponibile il servizio di interpretariato in LIS, sia in presenza che da remoto. (Simona Lancioni)

Tutte le notizie e il programma completo sono reperibili nella pagina dedicata all’evento (a questo link). Per altre informazioni: celivo@celivo.it; retitematiche@celivo.it.
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

La “cassetta degli attrezzi” per il Dopo di Noi

Il 6 dicembre è in programma il webinar “La cassetta degli attrezzi: tutto quello che serve per costruire un progetto per il Dopo di Noi di persone con disabilità intellettiva e autismo” per raccontare l’esperienza avviata dalla Fondazione Oltre il Blu in Cascina Croce Piaggi nell’Oltrepò Pavese, sui temi del Progetto di Vita e del Dopo di Noi La struttura realizzata dalla Fondazione Oltre il Blu a Val di Nizza (Pavia)

La Fondazione Oltre il Blu, guidata da Fabrizia Rondelli, torna sui temi del Progetto di Vita e del Dopo di Noi nel webinar denominato La cassetta degli attrezzi: tutto quello che serve per costruire un progetto per il Dopo di Noi di persone con disabilità intellettiva e autismo, che si terrà nel pomeriggio del 6 dicembre (ore 17), durante il quale si parlerà dell’esperienza, in crescita, avviata in Lombardia presso la Cascina Croce Piaggi nell’Oltrepò Pavese.
L’incontro si focalizzerà su vari temi, a partire dalla consapevolezza delle famiglie, vero motore del progetto in Cascina Croce Piaggi, per poi affrontare le progettualità personalizzate delle ragazze e dei ragazzi con distrubo dello spettro autistico e con disabilità intellettiva. Un lavoro, questo, che coinvolge tutti e offre un’opportunità di crescita e relazione, poiché accompagna a misurarsi con le proprie abilità, contribuendo, nello stesso tempo, a cementare l’autostima. Il legame con il territorio, inoltre, è da vivere all’insegna di un’esperienza immersiva nella natura e da coltivare e tutelare, proprio perché restituisce quelle materie prime poi utilizzate nei laboratori. Infine, i prodotti dei laboratori tornano al territorio e contribuiscono a sostenere l’intero progetto.

Il webinar del 6 dicembre affronterà le varie fasi di questo lavoro sinergico tra famiglie, ragazze e ragazzi, operatori, risorse umane territoriali, che tutti insieme creano lavoro e benessere diffuso. «Questo è il messaggio per costruire il “Dopo di Noi” – sottolineano da Oltre il Blu -: un “Durante Noi” attivo e fertile, che non trascuri la qualità della vita e la dignità delle persone coinvolte.
Maria Teresa Scarpa sarà a disposizione per chiarire ogni dubbio riuguardante i temi economici, mentre a moderare l’incontro sarà Cristiana Mazzoni, presidente del FIDA (Forum Italiano Diritti Autismo), che introdurrà il tema del Progetto di Vita quale punto di partenza per la persona con disabilità, finalizzato alla costruzione di un futuro dignitoso e rispondente alle sue esigenze. (C.C.)

Per iscriversi al webinar del 6 dicembre accedere a questo link . Per altre informazioni: info@oltreilblu.org.

La Convenzione ONU attraverso gli occhi dei giovani

Oggi, 5 dicembre, al Palazzo delle Nazioni Unite di New York, l’inaugurazione della mostra “La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità attraverso gli occhi dei giovani”.  «Opportunità per rafforzare il dialogo internazionale e sensibilizzare la comunità globale sull’importanza di una piena attuazione della Convenzione ONU», sottolinea il presidente della FISH Falabella, presente a New York, insieme alla delegazione italiana Anche la ministra per le Disabilità Locatelli (al centro) era presente in ottobre in Umbria all’inaugurazione della mostra sulla Convenzione ONU

I principi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità racchiusi in una mostra: oggi, 5 dicembre, alle 18, al Palazzo dell’ONU di New York, la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli inaugurerà la mostra The UN Convention on the rights of persons with disabilities through the eyes of young people (“La Convenzione ONU attraverso gli occhi dei giovani”), già esposta al Castello di Solfagnano, in occasione del G7 Inclusione e Disabilità, tenutosi nell’ottobre scorso in Umbria.

«La Convenzione ONU è un faro per i diritti delle persone con disabilità di tutto il mondo. Attraverso questa mostra, i giovani hanno offerto una prospettiva nuova e coinvolgente per promuovere la piena inclusione e il rispetto dei diritti umani. La presenza della FISH sottolinea il nostro impegno nel portare avanti questi principi. Eventi come questo rappresentano un’opportunità per rafforzare il dialogo internazionale e sensibilizzare la comunità globale sull’importanza di una piena attuazione della Convenzione ONU», ha affermato da New York Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), presente in tale sede per l’inaugurazione della mostra e per l’anniversario della stipula della Convenzione. La sua presenza servirà anche per incontrare le organizzazioni del territorio newyorkese e confrontarsi con loro, mentre domani vi sarà un incontro con l’ambasciatore italiano a New York.

Le venti tavole grafiche della mostra sono state realizzate a partire dal fumetto L’importante è vincere… INSIEME, disegnato da Tommaso Cordelli per la Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, su impulso dell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità della Regione Umbria, coordinato da Paola Fioroni. Interverrà al taglio del nastro il rappresentante permanente d’Italia, ambasciatore Maurizio Massari. Seguiranno gli interventi di Alessandra Locatelli, del Capo di Gabinetto del Segretario Generale dell’ONU e vicesegretario Generale, ambasciatore Courtenay Rattray, del direttore esecutivo dell’IDA (International Disability Alliance) Josè Maria Viera, di Vincenzo Falabella, di Nazaro Pagano, presidente della FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità), di Giorgio Pezza, rappresentante della Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica e del citato autore del fumetto Tommaso Cordelli. La mostra sarà visitabile fino al 20 dicembre prossimo. (C.C.) Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@fishonlus.it

Veneto: gli “Stati Generali sulle Disabilità Intellettive e i Disturbi del Neurosviluppo”

Con gli “Stati Generali sulle Disabilità Intellettive e i Disturbi del Neurosviluppo” del Veneto, l’ANFFAS concluderà il 6 dicembre a Mestre (ma con la possibilità di fruirne anche online) il lungo ciclo di questo tipo di incontri, avviato ormai da tempo. L’evento celebrerà anche la recente Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità del 3 Dicembre

«Siamo felici di chiudere il 2024 e celebrare in questa occasione anche la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità del 3 Dicembre con l’appuntamento in Veneto, un incontro che possiamo definire più che corposo, dati i numerosi interventi e le numerose sessioni previste, che consentiranno a tutti noi di avere una reale panoramica sulla situazione attuale della regione relativamente ad esigibilità, tutela e rispetto dei diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie»: lo dichiara Roberto Speziale, presidente nazionale dell’ANFFAS (Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e del Neurosviluppo),cui si unisce la presidente dell’ANFFAS Veneto, Graziella Lazzari Peroni, che afferma: «Anche il Veneto contribuisce a realizzare questo grande quadro dei diritti delle nostre persone e delle nostre famiglie andando a fornire un’analisi ampia e dettagliata di tanti temi che riguardano diversi ambiti e cercando di proporre soluzioni e buone prassi volti a migliorare l’attuale contesto regionale».

Gli Stati Generali sulle Disabilità Intellettive e i Disturbi del Neurosviluppo del Veneto si terranno il 6 dicembre a Mestre (presso M9, Museo del ’900, Auditorium Cesare De Michelis, Via Giovanni Pascoli, 11, ore 9-17.20), ma potranno anche essere seguiti online tramite la piattaforma Zoom (a questo link, ID riunione: 817 8949 7403).
Ad organizzare l’evento, è l’ANFFAS Veneto, in collaborazione con l’ANFFAS Nazionale, avvalendosi del patrocinio della Regione Veneto, dell’ULSS3 Serenissima, dell’ANCI Veneto e del Comune di Venezia, proponendo un programma che coprirà numerosi argomenti di grande interesse per le persone con disabilità, per le loro famiglie e per tutti coloro che sono coinvolti a vario titolo in tali àmbiti: solo per citarne alcuni, l’inclusione scolastica, l’inserimento lavorativo, la vita indipendente e la programmazione.
Confermato inoltre, anche per questo appuntamento, è il collegamento in diretta con la ministra per le Disabilità Locatelli. (S.B.)

A questo link è disponibile un testo di ulteriore, ampio approfondimento, con il dettaglio del programma. Per altre informazioni: anffas.veneto@gmail.com; nazionale@anffas.net.

Scegliamo, ogni giorno, la “meraviglia della diversità”

In occasione della recente Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità del 3 Dicembre, Casa al Plurale, l’Associazione di coordinamento delle case famiglia di Roma e del Lazio, ha lanciato una riflessione-quesito: «Che tipo di comunità vogliamo essere? Di fronte a chi appare diverso cosa scegliamo: il rifiuto, la pietà o la meraviglia?»

In occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità del 3 Dicembre, Casa al Plurale, l’Associazione di coordinamento delle case famiglia di Roma e del Lazio, ha lanciato una riflessione-quesito: «Che tipo di comunità vogliamo essere? Di fronte a chi appare diverso cosa scegliamo: il rifiuto, la pietà o la meraviglia?».

«La Giornata delle Persone con Disabilità – sottolineano da Casa al Plurale – non è solo un’occasione per ricordare i diritti delle persone con disabilità, ma un’opportunità per riflettere sulla qualità della nostra umanità e sul modo in cui scegliamo di vivere insieme. Di fronte alla diversità, ogni società si trova a dover rispondere e tre sono gli approcci possibili: rifiuto, pietà o meraviglia. Il rifiuto è il volto più duro e ingiusto: è l’approccio di chi non accetta ciò che non rientra nei propri schemi, eliminando o ignorando le persone che considera “diverse”. È la società che chiude gli occhi e il cuore, che non si assume responsabilità e che non intende pagare il costo di una vera inclusione. La pietà, invece, è la risposta di chi tende la mano, ma solo con ciò che gli avanza. È la logica delle elemosine, delle briciole lasciate cadere dai banchetti. È un atteggiamento che, pur mostrando una parvenza di compassione, non riconosce pienamente la dignità e il valore delle persone con disabilità, relegandole ai margini delle decisioni economiche e sociali. E poi c’è la meraviglia. È lo sguardo che ci permette di vedere davvero, che va oltre le apparenze e coglie ciò che in superficie non si vede».

«La parola “meraviglia” – afferma Luigi Vittorio Berliri, presidente di Casa al Plurale – deriva dalla stessa radice di “mirare” (“prendere la mira” significa guardare con molta attenzione) ed è la chiave per riconoscere l’unicità e la bellezza di ogni essere umano. Una società che sceglie la meraviglia non lascia indietro nessuno, ma mette al centro i più fragili, facendo di loro una priorità non solo morale, ma anche politica e di bilancio e non solo in occasione del 3 dicembre».

«La meraviglia – concludono dall’Associazione – è però una scelta che richiede coraggio: i provvedimenti varati finora non hanno eliminato le barriere e gli ostacoli affrontati, ogni singolo giorno, dalle persone con disabilità – parliamo di 3 milioni e 150.000 cittadini e cittadine – e la spesa pubblica italiana sul tema è nettamente inferiore rispetto alla media europea, anzi è la metà (come mostrato in un’analisi di Openpolis). (C.C.)

A questo link è disponibile l’elenco degli aderenti a Casa al Plurale. Per ulteriori informazioni: Carmela Cioffi (carmelacioffi@gmail.com).

Autismo: niente ABA nel nuovo Decreto Tariffe. La protesta delle Associazioni

«Esprimiamo forte delusione per il mancato inserimento delle terapie psicoeducative basate sull’Analisi Applicata del Comportamento (Applied Behavior Analysis, in sigla ABA) nel nuovo Decreto Tariffe per la specialistica ambulatoriale compresa nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza)»: lo dicono dall’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori di perSone con Autismo), esprimendo una posizione sottoscritta anche da varie altre organizzazioni

«Esprimiamo forte delusione per il mancato inserimento delle terapie psicoeducative basate sull’Analisi Applicata del Comportamento (Applied Behavior Analysis, in sigla ABA) nel nuovo Decreto Tariffe per la specialistica ambulatoriale compresa nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza)»: lo si legge in una nota diffusa dall’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori di perSone con Autismo), ma sottoscritta anche da altre organizzazioni (se ne veda l’elenco in calce).

«Lo scorso 14 novembre – dicono dall’ANGSA – è stata approvata in Conferenza Stato-Regioni l’intesa sul nuovo Decreto del Ministero della Salute, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, che modifica il Decreto Ministeriale del 23 giugno 2023, Definizione delle tariffe dell’assistenza specialistica ambulatoriale e protesica, ma licenzia un documento che, dopo i lunghissimi anni impiegati per l’elaborazione nasce senza tenere conto dei diritti dei bambini e delle persone con autismo. Questo diritto agli interventi basati sull’ABA si poggia sulla Linea guida n. 21 del 2011, Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti, confermata senza modifiche nel 2015, sulla base delle ricerche scientifiche condotte fino alle Linee di Indirizzo del 2012. L’articolo 60 dei Livelli Essenziali di Assistenza del gennaio 2017 ha poi ribadito il diritto sancito dalla Legge 134/15 “alle prestazioni della diagnosi precoce, della cura e del trattamento individualizzato, mediante l’impiego di metodi e strumenti basati sulle più avanzate evidenze scientifiche”; ciò ha prescritto alla Conferenza Unificata Stato-Regioni di aggiornare le citate Linee di Indirizzo del 2012 entro 120 giorni. Le nuove Linee di Indirizzo, pubblicate il 10 maggio 2018 (ben oltre i mesi concessi), hanno quindi aggiornato, senza smentirle quelle del 2012, che davano appunto precise indicazioni sulle modalità degli interventi».

«Altri quattro anni sono trascorsi invano – proseguono dall’Associazione – e a questi diritti non è stato dato seguito nel recente Decreto Tariffe del novembre scorso, che non nomina neppure una volta gli interventi basati sull’ABA. Da parte nostra abbiamo a più riprese espresso l’esigenza dell’inserimento dei trattamenti basati sull’ABA nel Nomenclatore Tariffario, ma le nostre richieste non sono mai state prese in considerazione. Questo inserimento non è più procrastinabile, anche per la Sentenza del Consiglio di Stato 8708/23 che ne ha stabilito la piena esigibilità a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Inoltre, la “Commissione Nazionale per l’aggiornamento dei LEA e la promozione dell’;appropriatezza nel Servizio Sanitario Nazionale” ha disatteso anche le indicazioni dei Parlamentari che il 3 marzo 2022 avevano approvato all’unanimità due mozioni concernenti iniziative per la diagnosi e la cura dei disturbi dello spettro autistico in tutte le età (mozione 1-00543 e mozione 1-00597). Infine, non è stata accolta, come già denunciato dalla SIGU (Società Italiana di Genetica Umana), nemmeno la richiesta appoggiata dalla nostra Associazione e dall’APRI (Associazione Cimadori per la ricerca italiana sulla sindrome di Down, l’autismo e il danno cerebrale), di inserire test completi per esaminare a “pacchetto” (cioè “a tappeto”) le condizioni biochimiche e genetiche utili per giungere alla diagnosi eziologica, rispettando il primo diritto dei genitori che rappresentano il bambino con disturbi del neurosviluppo di origine sconosciuta, quello appunto di conoscere l’eziologia e se è possibile allo stato della scienza, che progredisce sempre più in questo campo».

«Invitiamo pertanto il Ministero della Salute – concludono dall’ANGSA – a prendersi carico di questa grave carenza, nell’interesse esclsuivo di bambini, adolescenti e adulti con autismo e delle loro famiglie». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa ANGSA (Luca Benigni), luca.benigni@gmail.com.
Si associano all’ANGSA su quanto espresso nel presente testo:
° FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap)
° FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità)
° ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo)
° APRI (Associazione Cimadori per la ricerca italiana sulla sindrome di Down, l’autismo e il danno cerebrale)
° AIAMC (Associazione Italiana di Analisi e Modificazione del Comportamento e Terapia Comportamentale e Cognitiva)
° AARBA (Association for the Advancement of Radical Behavior Analysis)

Il nuovo film di Almodóvar accessibile grazie a “INCinema”

Fa tappa in questi giorni a Udine l’“INCinema Film Festival”, il primo Festival in Italia fruibile anche dalle persone con disabilità sensoriali, e la tappa friulana della manifestazione, tra i vari eventi, ne proporrà anche uno davvero speciale, il 5 dicembre, vale a dire il nuovo film di Pedro Almodóvar La stanza accanto, in contemporanea con l’uscita nelle sale italiane Le attrici Julianne Moore e Tilda Swinton in una scena del film di Pedro Almodóvar “La stanza accanto”

La seconda edizione di INCinema Film Festival, manifestazione ideata da Federico Spoletti e diretta da Angela Prudenzi, di cui Superando si onora di essere media partner, è un Festival, come abbiamo ampiamente riferito a suo tempo, che si svolge sia in presenza al cinema, sia da remoto su piattaforma e che soprattutto offre l’opportunità di vedere dei film in sala in modalità inclusiva anche a chi non può andare regolarmente al cinema. Si tratta infatti del primo festival in Italia fruibile anche dalle persone con disabilità sensoriali, che solitamente non possono partecipare ai festival cinematografici.

In questi giorni, e fino al 6 dicembre, INCinema, dopo l’apertura a Firenze, e le tappe di Lecce, Roma e Torino, è a Udine, con numerosi film previsti (che saranno disponibili anche online sulla piattaforma MYmovies One), in modo da raggiungere il maggior numero di spettatori possibile. Il programma completo è disponibile a questo link, insieme a vari altri approfondimenti, ma ciò che renderà realmente imperdibile l’appuntamento friulano sarà l’evento del 5 dicembre, quando in serata, in contemporanea con l’uscita nelle sale italiane e grazie a Warner Bros-Discovery, sarà presentato il nuovo film di Pedro Almodóvar La stanza accanto (The Room Next Door), vincitore del Leone d’Oro all’81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e candidato a quattro European Film Awards.
Per la prima volta, dunque, grazie a INCinema, un film del celebre regista spagnolo verrà reso accessibile a tutti dal giorno della sua uscita in sala (per approfondimenti su tale evento, accedere a questo link).

INCinema, ricordiamo in conclusione, è prodotto e organizzato da SUB-TI ACCESS, in collaborazione con l’Associazione Libero Accesso, con il sostegno del Comune e della Banca di Udine, e anche in collaborazione con MYmovies, Alice nella Città, la Cineteca di Milano, la Fondazione Sistema Toscana, il Museo del Cinema di Torino, il Festival del Cinema Europeo di Lecce, Trieste Film Festival e l’Associazione +Cultura Accessibile. Si avvale inoltre del patrocinio dell’ADV (Associazione Disabili Visivi), della FIADDA (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone sorde e Famiglie), della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), dell’Associazione Aniridia Italiana e della Consulta Regionale delle Associazioni delle Persone con Disabilità e delle loro Famiglie del Friuli Venezia Giulia. I partner tecnici sono Earcatch e EasyReading, i media partner, oltre a Superando, Fred Film Radio e Motto Podcast. (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Cristina Scognamillo (criscognamillo@gmail.com); Martina Tonarelli (martina.tonarelli@fred.fm).

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