Centri Territoriali di Supporto B.E.S. - Calabria
Pubblicato su Centri Territoriali di Supporto B.E.S. - Calabria (https://www.handitecno.calabria.it)

Home > Printer-friendly > Aggregatore di feed

Nota 108536 del 9 maggio 2025 - Proroga procedura scioglimento riserva CIAD

Ultime dal MIUR - 9 Maggio 2025 - 8:14pm

Nota 108536 del 9 maggio 2025 - Proroga procedura scioglimento riserva CIAD

Categorie - News Normativa

Nuovo Consiglio per l’UICI Piemonte: le sfide principali su lavoro, scuola e accessibilità

Superando - 9 Maggio 2025 - 6:12pm

Inclusione lavorativa e scolastica, accessibilità, ma anche attenzione ai territori più periferici, saranno tra le sfide chiave per il nuovo Consiglio dell’UICI Piemonte (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), che ha confermato alla Presidenza Franco Lepore Da sinistra: Mario Barbuto e Linda Legname, presidente e vicepresidente nazionale dell’UICI, intervenuti al Consiglio dell’UICI Piemonte. A destra il riconfermato presidente regionale Franco Lepore

Tredici persone, di cui 4 donne; la più giovane ha 26 anni e si è appena laureata in Giurisprudenza: è la squadra che guiderà per i prossimi cinque anni l’UICI Piemonte (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti), Associazione che può contare su una presenza capillare nella propria regione, se è vero che gestisce infatti 7 sedi territoriali, collabora con i 5 Centri di Riabilitazione Visiva regionali e con il Centro di Consulenza Tiflodidattica del Piemonte, specializzato nelle tecnologie e nelle strategie utili a supportare bambini/bambine e ragazzi/ragazze con minorazioni visive nel loro percorso di studio).
Inclusione lavorativa e scolastica, ma anche attenzione ai territori più periferici, saranno alcune tra le sfide chiave per il nuovo Consiglio dell’UICI Piemonte, che ha confermato alla Presidenza l’avvocato e disability manager torinese Franco Lepore. Ad affiancarlo, come membri della Direzione Regionale, saranno Diego Borsetti (Vercelli), Luca Mellano (Cuneo), Valter Scarfia (Alessandria) e Marta D’Arienzo (Novara).
Inoltre, in virtù della propria storia e delle proprie competenze, ciascun Consigliere seguirà specifici settori, puntando, in ognuno di essi, a potenziare l’inclusione e il coinvolgimento attivo delle persone con disabilità visiva. Nel dettaglio, il presidente Lepore avrà le deleghe per i rapporti istituzionali, l’inclusione scolastica e gli inserimenti lavorativi. Valter Scarfia, esperto in informatica, si occuperà di nuove tecnologie, autonomia e mobilità, settori interconnessi e tutti in grande espansione, mentre Roberto Benvenuti seguirà il Comitato Ipovedenti. E ancora, Diego Borsetti coordinerà il Gruppo Genitori e la ventiseienne Marta D’Arienzo il settore giovanile, nonché le pari opportunità, àmbito, quest’ultimo, che include molti temi e che sempre più spesso s’impone all’attenzione pubblica. Sarà poi Adriano Gilberti a seguire i soci più anziani, all’insegna di un tema che richiede anch’esso grande attenzione, visto il progressivo acuirsi delle patologie visive nella terza età.
E ancora, l’accessibilità culturale sarà affidata a Giovanni Laiolo che da torinese, ben conosce l’esperienza del capoluogo di Regione, divenuto, in questo settore, un punto di riferimento a livello nazionale ed europeo. Sport e tempo libero – che spesso rappresentano un valido ponte tra persone vedenti e non – saranno appannaggio di Claudio Costa e a completare il Consiglio, ciascuno con le proprie preziose specificità, sono Romina Gastaldo, Mario Alciati, Stefania Coppola e Nives Torta.

«Nei prossimi cinque anni – afferma Franco Lepore – dovremo far fronte a tante sfide, rese ancora più complesse da una società in costante cambiamento. Tante opportunità si stanno aprendo, in molti settori, e il tema dell’inclusione inizia a guadagnare terreno nel dibattito pubblico e nella sensibilità di amministrazioni e aziende. Tuttavia, per chi non vede o convive con gravi patologie visive, esistono ancora tante disparità. Riteniamo che scuola, lavoro e accessibilità urbana siano alcuni degli àmbiti chiave, poiché legati al raggiungimento di una vita autonoma e soddisfacente. Inoltre non dimentichiamo che la nostra Regione è costituita da tante realtà diverse: le grandi città, ma anche i piccoli centri, le aree montane e quelle a vocazione rurale. Spesso le persone con disabilità visiva che abitano questi territori vivono difficoltà ancora maggiori, perché spostarsi è più difficile e mancano punti di riferimento per la riabilitazione. Faremo dunque tutto il possibile per raggiungere anche le aree più periferiche e perché nessuno si senta isolato». (L.M. e S.B.)

Per ulteriori informazioni: comunicazione@uicpiemonte.it (Lorenzo Montanaro).

L'articolo Nuovo Consiglio per l’UICI Piemonte: le sfide principali su lavoro, scuola e accessibilità proviene da Superando.

Vivere è partecipare: accessibilità e sordità a Milano

Superando - 9 Maggio 2025 - 5:43pm

Nell’àmbito della “Milano Civil Week”, la Fondazione Pio Istituto dei Sordi promuoverà per il 10 maggio, in collaborazione con Pirelli HangarBicocca e con la Fondazione di Comunità Milano, l’evento “Vivere è partecipare”, per condividere iniziative, esperienze e buone pratiche realizzate da persone e organizzazioni della società civile impegnate sul territorio per rimuovere gli ostacoli e garantire alle persone con disabilità uditiva piena partecipazione a tutti gli aspetti della vita

Anche quest’anno la Fondazione Pio Istituto dei Sordi promuoverà un evento all’interno della manifestazione Milano Civil Week, in collaborazione con Pirelli HangarBicocca e con la Fondazione di Comunità Milano, per condividere iniziative, esperienze e buone pratiche realizzate da persone e organizzazioni della società civile quotidianamente impegnate sul territorio, per rimuovere gli ostacoli e garantire alle persone con disabilità uditiva piena partecipazione a tutti gli aspetti della vita. Accadrà nel pomeriggio del 10 maggio (presso Pirelli HangarBicocca, Via Chiese, 2, Milano, ore 14-15.30) e l’evento si intitolerà Vivere è partecipare.
«L’incontro – spiegano i promotori – sarà l’occasione per affrontare da diversi punti di vista il tema dell’accessibilità e del coinvolgimento del pubblico sordo attraverso il racconto diretto di progetti nati proprio per realizzare i princìpi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, garantendo partecipazione alla vita culturale».

L’iniziativa sarà anche l’occasione per presentare il nuovo bando del Fondo Sordità Milano, aperto dal Pio Istituto dei Sordi in Fondazione di Comunità Milano, per sostenere progetti e iniziative capaci di generare cambiamenti positivi volti a migliorare la qualità della vita delle persone sorde sul territorio. (S.B.)

Per ulteriori informazioni: info@pioistitutodeisordi.org.

L'articolo Vivere è partecipare: accessibilità e sordità a Milano proviene da Superando.

Gli amministratori di sostegno e gli istituti di credito

Superando - 9 Maggio 2025 - 5:22pm

Il libro di Giulio Rufo Clerici “Gli amministratori di sostegno e gli istituti di credito” è una monografia che affronta, sinteticamente, i principali temi del rapporto tra gli amministratori di sostegno e gli istituti di credito, a protezione degli interessi personali ed economici delle parti

Ogni nuova iniziativa editoriale va salutata con grande rispetto ed entusiasmo, essendo strumento di conoscenza, di formazione e di approfondimento professionale. In questo contesto s’inserisce la nuova collana denominata “Intendere e Volare”, edita da Andrea Livi e diretta dall’avvocato Giulio Rufo Clerici, che propone all’attenzione di lettori e lettrici l’opera dal titolo Gli amministratori di sostegno e gli istituti di credito.
Si tratta di uno scritto interessante, frutto della conoscenza della materia da parte dell’Autore e da quest’ultimo dimostrata sia in precedenti scritti, pubblicati su prestigiose riviste giuridiche, sia attraverso il contributo apportato ai lavori della Commissione Persona, Famiglia e Minori, istituita presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Milano [di Giulio Rufo Clerici si legga anche, sulle nostre pagine, il contributo “L’amministrazione di sostegno, l’uguaglianza e il rispetto del beneficiario”, N.d.R.].

Il 4,9% della popolazione italiana – rileva l’Autore – soffre di limitazioni “gravi” nelle attività svolte abitualmente e il 16,5% di limitazioni “non gravi”, per un totale di circa 12,6 milioni di persone: le loro risorse economiche sono integrate da un flusso di pagamenti di natura previdenziale e assistenziale, che da solo è pari, in un anno, a circa 37 miliardi di euro e che, necessariamente, è rispecchiato da un analogo flusso in uscita, per l’acquisto di beni e di servizi necessari.
Non sfugge pertanto il taglio, volutamente concreto, dato dall’Autore al suo scritto, giustificato dalla ratio, da egli perseguita, di fornire un utile strumento sia agli operatori del diritto, sia agli stessi istituti di credito, per offrire una valida e soddisfacente risposta alle molteplici esigenze di tutela delle persone “fragili”, ivi comprese quelle giudizialmente ammesse alla misura dell’amministrazione di sostegno.
E infatti, dopo la corretta ricognizione della qualifica di pubblico ufficiale riconosciuta all’amministratore di sostegno, i cui poteri trovano la loro fonte e il loro limite nel decreto giudiziale di nomina da parte del Giudice Tutelare (al punto che sono state dichiarate vessatorie le clausole dei contratti bancari, specie di conto corrente, che limitavano l’uso dell’home banking da parte dell’amministratore di sostegno, senza che tali limiti trovassero riscontro nel precedente decreto di nomina da parte del medesimo Giudice Tutelare), l’Autore si sofferma, analiticamente, sui rapporti del beneficiario con gli istituti di credito, nonché sull’istituto dell’“accomodamento ragionevole”: quest’ultimo permette oggi di ovviare ad eventuali diseguaglianze e a tutelare i diritti umani e le libertà delle persone con “disabilità” e/o “fragilità”, tramite misure ed adattamenti che non impongano, però, oneri eccessivi alle altre parti e, tra esse, le banche.
L’accomodamento ragionevole offre dunque l’occasione all’Autore per auspicare, sulla scorta anche dei pertinenti riferimenti dottrinali e giurisprudenziali proposti all’attenzione del lettore, una sempre più stringente e leale collaborazione tra istituti di credito e amministratori di sostegno, siccome indispensabile alla piena attuazione di una misura che trova la sua vera ragion d’essere proprio nella salvaguardia della persona lato sensu “fragile”, e come tale beneficiaria dell’intervento di sostegno disposto dal Giudice Tutelare.

La monografia di Rufo Clerici affronta quindi, sinteticamente, i principali temi del rapporto tra gli amministratori di sostegno e gli istituti di credito, a protezione degli interessi personali ed economici delle parti: sono temi che in prospettiva riguardano un numero crescente di persone e una fascia sempre più rilevante del sistema finanziario, assumendo dimensioni sovranazionali, alla luce delle indicazioni provenienti dalle Istituzioni europee.

*Avvocato in Roma.

Giulio Rufo Clerici, Gli amministratori di sostegno e gli istituti di credito, Fermo, Andrea Livi Editore, 2024.

L'articolo Gli amministratori di sostegno e gli istituti di credito proviene da Superando.

Il valore delle infermiere e degli infermieri nella presa in carico della sclerosi multipla

Superando - 9 Maggio 2025 - 4:54pm

In occasione dell’imminente Giornata Internazionale delle Infermiere e degli Infermieri del 12 maggio, l’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) rende omaggio a tutte le infermiere e gli infermieri che, con dedizione, competenza e umanità, rappresentano un punto di riferimento insostituibile nella vita delle persone con sclerosi multipla, con un particolare riconoscimento per la SISM (Società Infermieri Sclerosi Multipla), nata all’interno della stessa AISM Marina, infermiera della SISM (Società Infermieri Sclerosi Multipla), che lavora alla Clinica Neurologica dell’Ospedale San Martino di Genova

In occasione dell’imminente Giornata Internazionale delle Infermiere e degli Infermieri (International Nurses Day), che sin dal 1965 si celebra ogni anno il 12 maggio, l’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) intende rendere omaggio a tutte le infermiere e gli infermieri che, con dedizione, competenza e umanità, rappresentano un punto di riferimento insostituibile nella vita delle persone con sclerosi multipla, con un particolare riconoscimento per la SISM (Società Infermieri Sclerosi Multipla), nata all’interno della stessa AISM, che da anni si impegna a valorizzare la professionalità degli infermieri specializzati nella sclerosi multipla. L’obiettivo di essa è sostanzialmente quello di promuovere la formazione specifica, favorire lo scambio di esperienze e affermare un ruolo professionale riconosciuto, contribuendo così a garantire qualità e continuità dell’assistenza nei Centri Clinici distribuiti sul territorio nazionale, che rappresentano la rete di riferimento per oltre il 70% delle persone con sclerosi multipla in Italia.
«La nostra – sottolinea Francesco Pastore, presidente della SISM – è una sfida quotidiana che richiede formazione specifica, riconoscimento professionale e spazi adeguati per costruire una presa in carico realmente multidisciplinare e centrata sulla persona».

La sfida cui fa riferimento Pastore prende vita anche nelle storie personali, come quella di Marina, infermiera presso la Clinica Neurologica dell’Ospedale San Martino di Genova che dopo un’esperienza di Servizio Civile in AISM, è tornata per scelta – o forse per destino -, a occuparsi di sclerosi multipla: «Da quando sono tornata a lavorare con persone con sclerosi multipla – racconta – ho ritrovato la mia dimensione umana. Qui conosco ogni paziente per nome e volto, entriamo in relazione vera. E questo cambia tutto: la qualità della cura, l’umore, la fiducia».
Come tante colleghe e colleghi, Marina non si limita a somministrare farmaci: costruisce legami, accompagna, ascolta. «Non sono solo farmaci – conferma -, è relazione, è ascolto, è esserci».
La sua presenza, pertanto, è parte integrante del percorso di vita delle persone con sclerosi multipla «Dentro e oltre l’infusione, nella complessità della malattia e nella semplicità di un sorriso, di una focaccia condivisa, di una parola detta al momento giusto».

«Ci uniamo dunque alla voce della SISM – dichiarano dall’AISM – per chiedere con forza che il ruolo dell’infermiere nella sclerosi multipla sia pienamente riconosciuto come pilastro essenziale dell’équipe multidisciplinare. Occorrono investimenti in formazione continua, protocolli condivisi, strumenti adeguati e, soprattutto, il riconoscimento formale di una figura professionale che ha già dimostrato il proprio valore sul campo. In occasione quindi della Giornata Internazionale delle Infermiere e degli Infermieri del 12 maggio, rinnoviamo il nostro impegno a garantire che ogni persona con sclerosi multipla possa disporre di un’assistenza competente, empatica e vicina, nella quale ogni Marina possa avere voce, spazio e strumenti, per prendersi cura – davvero – della persona e non solo della malattia». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa e Comunicazione AISM (Barbara Erba), barbaraerba@gmail.com.

L'articolo Il valore delle infermiere e degli infermieri nella presa in carico della sclerosi multipla proviene da Superando.

Torna in Veneto il Giro d’Italia di Handbike

Superando - 9 Maggio 2025 - 4:16pm

Dopo il grande successo della prima tappa di Reggio Calabria, tornerà l’11 maggio nel Veneto il 15° Giro d’Italia Handbike, per la seconda tappa che si terrà a Noventa di Piave (Venezia), con una significativa presenza di atleti e atlete provenienti anche dall’estero (Slovenia, Slovacchia, Ungheria, Gran Bretagna, Austria, Svizzera) Foto di gruppo per i protagonisti della prima tappa del 15° Giro d’Italia di Handbike a Reggio Calabria

Dopo il grande successo ottenuto alla fine di marzo con la prima tappa di Reggio Calabria – “prima assoluta” per la manifestazione in Calabria – tornerà l’11 maggio nel Veneto il 15° Giro d’Italia Handbike, per la seconda tappa che si terrà a Noventa di Piave (Venezia), con una significativa presenza di atleti e atlete provenienti anche dall’estero (Slovenia, Slovacchia, Ungheria, Gran Bretagna, Austria, Svizzera).

«Siamo grati all’Amministrazione Comunale di Noventa di Piave – dichiara Fabio Pennella, presidente di Solutions & Events Organization che promuove il Giro Handbike – per avere voluto con entusiasmo ospitare la seconda tappa del Giro. Il circuito che abbiamo disegnato consentirà anche di apprezzare le bellezze paesaggistiche del luogo».
«Siamo sinceramente orgogliosi di ospitare una tappa del Giro Handbike per almeno due motivi – afferma dal canto suo il sindaco di Noventa di Piave Claudio Marian –: in primo luogo gli atleti rappresentano un esempio di valori che dobbiamo rappresentare costantemente sul territorio; inoltre, sono un modello da seguire per tutti i giovani». «Siamo un centro di 7.000 abitanti del Veneto Orientale – aggiunge – e per noi è uno sforzo importante ospitare la grande macchina organizzativa del Giro, ma abbiamo pensato che non poteva essere persa questa occasione. Ringrazio dunque tutta la squadra dell’organizzazione e gli sponsor della tappa».

Sono numeri davvero importanti quelli di questi anni per il Giro di Handbike, che in 15 edizioni dal 2010 ha assommato 109 tappe in 78 Comuni di 14 Regioni, con una media di partecipanti per tappa pari a 143 atleti (107 uomini e 36 donne).
L’avvio di quest’anno, come detto, è stato a Reggio Calabria e dopo la tappa dell’11 maggio a Noventa di Piave, si riprenderà il 1° giugno a Basiglio (Milano), per proseguire il 22 giugno a Seregno (Monza-Brianza), il 13 luglio a Monfalcone (Gorizia) e il 14 settembre a Pioltello (Milano), con la conclusione prevista per il 12 ottobre a Bari. (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@girohandbike.it (Angela Grassi).

L'articolo Torna in Veneto il Giro d’Italia di Handbike proviene da Superando.

“Prima Persona Plurale”: tre giorni di confronto per ripensare la Vita Indipendente

Superando - 9 Maggio 2025 - 1:49pm

Tre giornate di divulgazione, riflessione e confronto per promuovere l’autodeterminazione e la piena partecipazione nella società delle persone con disabilità. A Torino, il festival “Prima Persona Plurale” ha riunito ospiti e attivisti per discutere di diritti, accessibilità e Riforma della Disabilità. L’iniziativa tornerà nel 2026 Un momento di confronto di “Prima Persona Plurale”

Si è chiusa l’“edizione zero” di Prima Persona Plurale, il festival italiano dedicato alla Vita Indipendente, che per tre giorni, a Torino, ha posto al centro la voce delle persone con disabilità e delle loro famiglie (lo avevamo presentato qui). Dal 5 al 7 maggio, la manifestazione ha offerto infatti un’occasione di confronto e scoperta sulla Vita Indipendente, sulle prospettive future e sulle opportunità legate alla Riforma della Disabilità, attualmente in fase di sperimentazione.

Nata dall’esperienza di Fondazione Time2, la manifestazione ha portato a Torino tantissimi ospiti con talk, panel e laboratori. Sono state tre giornate di divulgazione, riflessione e confronto per promuovere l’autodeterminazione e la piena partecipazione nella società delle persone con disabilità.
«Siamo arrivati al termine di quella che possiamo chiamare “edizione zero” di Prima Persona Plurale», ha dichiarato Antonella Lavazza, vicepresidente di Fondazione Time2. «Siamo soddisfatti perché abbiamo già raccolto qualche riscontro e l’impressione è che di un Festival della Vita Indipendente, oggi, nel nostro Paese, ci fosse davvero bisogno. Abbiamo avuto conferma che è necessario ampliare la conoscenza di questa prospettiva culturale perché è una leva decisiva nell’affermazione della libertà, della dignità e dei diritti di cittadinanza delle persone con disabilità. Quindi è con immenso piacere che vi diamo appuntamento a Prima Persona Plurale 2026».

Dalla storia del movimento alle lotte degli attivisti che quotidianamente si battono per la Vita Indipendente, fino alle prospettive future, analizzando politiche, servizi e opportunità in un confronto su diritti, accessibilità e modelli di supporto inclusivi: tanti, come detto, gli ospiti intervenuti sul tema, da Jozef Gjura a Giampiero Griffo, passando per Marta Migliosi, Simone Riflesso, Marta Pulimeno, Valentina Perniciaro, Elisa Costantino, Jacopo Rosatelli, Fabrizio Starace, Alice Sodi, Monique Jourdan, Andrea Faini e Valeria Carletti.
Uno spazio speciale è stato riservato anche ai laboratori, due momenti dedicati alla creatività, alla condivisione e all’advocacy (“tutela”), con il Laboratorio Zanna Dura e il Laboratorio di uncinetto che ha visto la partecipazione di Patrizia Palillo e il Disability Pride.
Appuntamento, dunque, al 2026, con una nuova edizione di Prima Persona Plurale. (C.C.)

Per maggiori informazioni: Ufficio Stampa Fondazione Time2 (Silvia Bellucci), silviabelluccicomunicazione@gmail.com.

L'articolo “Prima Persona Plurale”: tre giorni di confronto per ripensare la Vita Indipendente proviene da Superando.

ESECUZIONE SENTENZA CORTE D’APPELLO DI CATANZARO N. 391/2025 – NESCI EMANUELA MARIA – D.D. N.510/20 CDC A060

Ultime da USR Calabria - 9 Maggio 2025 - 1:34pm

You must be logged into the site to view this content.

Accessibilità, intelligenza artificiale e diritti: il progetto di Alessandro Calabrò

Superando - 9 Maggio 2025 - 1:16pm

In un tempo in cui l’inclusione rischia di rimanere uno slogan, Alessandro Calabrò ci ricorda con forza che la vera accessibilità per le persone con disabilità visiva (e non) passa prima di tutto dalla conoscenza, dall’educazione e da uno sguardo nuovo, capace di vedere oltre i limiti, per costruire – davvero – un mondo più giusto per tutti. Uno dei contributi più importanti del suo recente impegno è il libro “Nuove Visioni. L’AI a supporto della disabilità visiva” Alessandro Calabrò

In un mondo sempre più digitale, la tecnologia rappresenta una risorsa fondamentale per promuovere l’autonomia e l’inclusione delle persone con disabilità visiva. Strumenti come gli smartphone, i display braille, le app di riconoscimento vocale e visivo, i software di lettura dello schermo e oggi l’intelligenza artificiale hanno trasformato profondamente la possibilità di accedere all’informazione, muoversi nello spazio, comunicare e lavorare. Lungi dall’essere semplici supporti, queste tecnologie diventano vere e proprie estensioni sensoriali, capaci di abbattere barriere e restituire libertà di scelta, autonomia e partecipazione attiva alla vita sociale.

Alessandro Calabrò è un giovane blogger ipovedente siciliano, classe 1997, che ha saputo trasformare la propria condizione in uno strumento di consapevolezza collettiva e di attivismo digitale. Nato a Siracusa, Alessandro è un esperto di comunicazione e accessibilità, ma soprattutto un appassionato testimone delle potenzialità offerte dalla tecnologia, per migliorare la vita delle persone con disabilità visiva.
Attraverso il suo sito, questo giovane blogger condivide riflessioni, esperienze personali, strumenti e risorse per favorire una cultura dell’inclusione. Il sito è accessibile, ben organizzato e pensato per rispondere alle esigenze di utenti con disabilità. La sezione blog ospita articoli che spaziano dalla quotidianità di una persona con problemi di vista alle recensioni di tecnologie assistive, passando per riflessioni sociali e politiche.

Uno dei contributi più importanti del suo recente impegno è il libro Nuove Visioni. L’AI a supporto della disabilità visiva, recentemente pubblicato con Youcanprint. In quest’opera, Alessandro esplora l’impatto dell’intelligenza artificiale sulla vita delle persone cieche e ipovedenti, con uno stile chiaro, accessibile e al tempo stesso competente.
Il libro presenta una panoramica aggiornata su strumenti come VoiceOver, GPT Vision, Seeing AI, Be My AI, Claude Vision e Meta AI, mostrando come queste tecnologie e queste piattaforme stiano rivoluzionando il modo in cui le persone cieche interagiscono con il mondo.
Ma il libro è anche un invito etico alla responsabilità: Calabrò sottolinea infatti come l’adozione della tecnologia debba essere sempre accompagnata da una riflessione critica, un confronto con la realtà delle persone con disabilità e una continua sperimentazione per evitare che l’innovazione lasci indietro chi ha più bisogno di essere incluso.
La forza comunicativa di Calabrò risiede anche nella sua capacità di parlare alla propria generazione: presente su TikTok, Instagram e Facebook, Alessandro usa i social media non solo per raccontare la sua esperienza, ma anche per sensibilizzare su barriere architettoniche, diritti delle persone con disabilità e buone pratiche per l’accessibilità urbana e digitale. Con uno stile diretto, ironico ma mai banale, riesce a coinvolgere un pubblico vasto, rendendo visibile ciò che fin troppo spesso tende a restare invisibile.

In un tempo, dunque, in cui l’inclusione rischia di rimanere uno slogan, Alessandro Calabrò ci ricorda con forza che la vera accessibilità passa prima di tutto dalla conoscenza, dall’educazione e da uno sguardo nuovo, capace di vedere oltre i limiti, per costruire – davvero – un mondo più giusto per tutti.

Per approfondimenti, si può visitare il sito www.alessandrocalabro.it e/o leggere il suo libro Nuove Visioni, disponibile in formato cartaceo e in eBook.

L'articolo Accessibilità, intelligenza artificiale e diritti: il progetto di Alessandro Calabrò proviene da Superando.

PUBBLICAZIONE INTEGRAZIONE ELENCHI BENEFICIARI DIRITTO ALLO STUDIO 2025

Ultime da A. T. P. Cosenza - 9 Maggio 2025 - 1:08pm

Ministero dell’Istruzione Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria – Direzione Generale Ufficio V – Ambito Territoriale di Cosenza Via Romualdo Montagna, 13 – 87100 Cosenza e-mail: usp.cs@istruzione.it – Posta ...

Concorso per titoli ed esami per l’accesso ai ruoli del personale docente della scuola secondaria di primo e di secondo grado su posto comune e di sostegno, ai sensi del Decreto ministeriale 26 ottobre 2023, n. 205 – D.D.G. n. 3059 del 10.12.2024 –...

Ultime da USR Calabria - 9 Maggio 2025 - 12:50pm

You must be logged into the site to view this content.

Camminare senza barriere: Toscana, Umbria e Lazio protagoniste di “Cammini Aperti 2025”

Superando - 9 Maggio 2025 - 12:28pm

Il 10 e 11 maggio torna “Cammini Aperti”, con 27 escursioni gratuite in diverse Regioni italiane. Inclusività, sostenibilità e spiritualità al centro dell’iniziativa, con il supporto della Federazione FISH, che ha fornito criteri di accessibilità e formazione per le guide escursionistiche. Toscana, Umbria e Lazio avranno un ruolo centrale, con itinerari significativi e aperture straordinarie della Pieve di Sant’Ippolito, della Cripta di San Benedetto e del Monastero delle Clarisse Eremite

Il 10 e 11 maggio torna Cammini Aperti, grande evento nazionale dedicato ai cammini, con 27 escursioni gratuite, pensate per rendere la bellezza del camminare un’esperienza aperta a tutti (lo avevamo annunciato in questo pezzo).
Inclusività, sostenibilità e spiritualità sono i valori cardine della manifestazione, lanciata lo scorso anno, con la Regione Umbria quale capofila, e fortemente voluta dal Ministero del Turismo. L’iniziativa nasce con un impegno chiaro: rendere i cammini accessibili a chiunque. Fondamentale, in questo senso, il contributo della FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie), partner del progetto, che ha fornito criteri metodologici per garantire l’accessibilità delle escursioni, oltre a una formazione di base per le guide ambientali escursionistiche, affinché possano accompagnare i camminatori con disabilità in sicurezza e con competenza.
Ad affiancare questo percorso, anche il CAI (Club Alpino Italiano) e FederTrek, impegnati nel garantire itinerari immersi nel verde e lontani dal traffico, offrendo esperienze rispettose delle diverse necessità dei partecipanti.
Tra le Regioni coinvolte nell’edizione 2025 di Cammini Aperti, Toscana, Umbria e Lazio avranno un ruolo di primo piano, con itinerari che valorizzano il patrimonio storico, naturalistico e culturale, sempre con un’attenzione particolare all’accessibilità. Ne parliamo dettagliatamente di seguito

I cammini accessibili in Toscana, Umbria e Lazio
La Toscana offrirà sei escursioni nei tratti delle Vie e Cammini di San Francesco e delle Vie e Cammini Lauretani, attraversando paesaggi mozzafiato e borghi ricchi di storia. Il 10 maggio è prevista l’apertura straordinaria della Pieve di Sant’Ippolito ad Asciano (Siena), una gemma del patrimonio storico toscano, che potrebbe custodire un affresco attribuibile a Raffaello. Tra gli itinerari più significativi, l’escursione ad anello da Cortona all’Eremo delle Celle (11 maggio), con la partecipazione del campione di basket Giacomo Galanda.
In Umbria, cuore dell’iniziativa, saranno organizzate nove escursioni lungo le Vie e Cammini di San Francesco, le Vie e Cammini Lauretani e il Cammino di San Benedetto, con itinerari tra foreste e luoghi di grande valore spirituale. Il 10 maggio verrà aperta la Cripta della Basilica di San Benedetto a Norcia (Perugia), tradizionalmente considerata il luogo natale del Santo, con una visita guidata dedicata. Da non perdere il percorso dal lungolago di Passignano sul Trasimeno, con particolare attenzione all’accessibilità, alla presenza del plurimedagliato del nuoto Filippo Magnini.
Il Lazio, infine proporrà sei escursioni tra le meraviglie della Sabina, lungo le Vie e Cammini di San Francesco e il Cammino di San Benedetto. L’11 maggio è prevista l’apertura straordinaria del Monastero delle Clarisse Eremite di Fara in Sabina (Rieti), dove sarà possibile visitare il Museo del Silenzio, un luogo unico che racconta la storia della contemplazione e della spiritualità. Tra gli itinerari più affascinanti, il cammino tra i borghi della Sabina, con il coinvolgimento del campione di pallavolo Valerio Vermiglio.

Partecipare alle escursioni è gratuito. Tutti i dettagli sui percorsi e sulle modalità di iscrizione sono disponibili sul sito ufficiale. Cammini Aperti 2025 è un’opportunità concreta perché l’inclusione passa anche dal camminare insieme, senza barriere. (C.C.)

A questo, questo e questo link sono disponibili tre testi di ampio approfondimento, dedicati rispettivamente a Cammini Aperti 2025 in Toscana, in Umbria e nel Lazio. Per altre informazioni: Ufficio Stampa Cammini Aperti (agostini@atcomunicazione.it).

L'articolo Camminare senza barriere: Toscana, Umbria e Lazio protagoniste di “Cammini Aperti 2025” proviene da Superando.

Che sia un pontificato di pace, dialogo e diritti umani

Superando - 9 Maggio 2025 - 11:59am

«Il pontificato di Leone XIV – scrive tra l’altro Vincenzo Falabella – potrebbe segnare un momento di svolta: si auspica infatti che il Vaticano possa finalmente avviare un processo formale di recepimento della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Sarebbe un gesto di grande valore non solo simbolico, ma operativo, capace di orientare l’intera comunità ecclesiale verso una maggiore attenzione ai temi dell’inclusione, della partecipazione e dell’equità

Con l’elezione di Leone XIV, la Chiesa Cattolica si apre a una nuova fase del proprio cammino, orientata verso una visione profetica e inclusiva del mondo contemporaneo.
In un tempo attraversato da guerre, ingiustizie sociali e profonde fratture culturali, il nuovo pontificato si presenta come un invito concreto alla riconciliazione, alla costruzione di legami di fraternità e all’impegno condiviso per la dignità di ogni persona.
Il richiamo, inoltre, al papato di Leone XIII, figura emblematica per il proprio impegno a favore della giustizia sociale, suggerisce chiaramente che questo pontificato sarà segnato da una rinnovata attenzione per la dottrina sociale della Chiesa. Leone XIII, infatti, con la sua enciclica Rerum Novarum (“Delle cose nuove”) del 1891, aveva posto le basi per un intervento della Chiesa nelle questioni sociali, evidenziando la necessità di difendere i diritti dei lavoratori e di promuovere la giustizia nelle relazioni economiche e sociali. Il nome scelto, quindi – Leone XIV appunto – non solo richiama la figura di Leone XIII e la sua visione sociale, ma intende esprimere anche un impegno diretto e deciso nel fronteggiare le problematiche globali, come la povertà, le disuguaglianze e la tutela dei diritti umani. Un atto, questo, che indica la determinazione del nuovo Papa a promuovere una visione che non sarà solo teologica, ma anche profondamente concreta, mirata a proteggere la dignità umana e a garantire il bene comune per ogni individuo.

Al centro dunque di questa visione si colloca la promozione della pace e del dialogo tra popoli, fedi e comunità, nella convinzione che solo attraverso l’ascolto reciproco e la collaborazione si possano costruire società giuste e solidali. Accanto a questi grandi temi globali, deve però anche emergere con forza anche l’attenzione per le persone con disabilità, spesso dimenticate nei processi decisionali, emarginate nei contesti civili e religiosi, e ostacolate nell’esercizio pieno dei loro diritti.
Proprio in questo àmbito, il pontificato di Leone XIV potrebbe segnare un momento di svolta: si auspica infatti che il Vaticano possa finalmente avviare un processo formale di recepimento della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Si tratterebbe di un gesto di grande valore, non solo simbolico ma operativo, capace di orientare l’intera comunità ecclesiale verso una maggiore attenzione ai temi dell’inclusione, della partecipazione e dell’equità.
Il recepimento della Convenzione ONU rappresenterebbe infatti per la Santa Sede l’opportunità di confermare il proprio impegno sui diritti umani, riconoscendo la piena cittadinanza delle persone con disabilità all’interno della Chiesa e della società. Significherebbe abbracciare con coerenza i principi evangelici di giustizia, accoglienza e rispetto della dignità umana, rendendo testimonianza di una Chiesa davvero universale, capace di prendersi cura delle fragilità non come limiti, ma come luoghi teologici da cui ripartire.

In questo processo, la partecipazione della società civile, e in particolare delle organizzazioni che da anni lavorano per l’affermazione dei diritti delle persone con disabilità, sarà cruciale. La FISH (già Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, oggi Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie) esprime un forte auspicio affinché possa essere coinvolta attivamente in questo percorso, insieme alla propria rete associativa, tra cui il MAC (Movimento Apostolico Ciechi), che alla Federazione aderisce.
L’esperienza maturata, il radicamento sui territori e la competenza nell’àmbito dei diritti umani rappresentano una risorsa imprescindibile per accompagnare un cambiamento autentico. Il nostro coinvolgimento non solo garantirebbe un approccio rispettoso delle esperienze vissute dalle persone con disabilità, ma offrirebbe anche un’occasione per costruire alleanze concrete tra il mondo ecclesiale e quello delle Associazioni.

Un pontificato che mette al centro la pace, il dialogo e i diritti deve fondarsi sulla corresponsabilità. Ecco perché come FISH ribadiamo la nostra disponibilità a contribuire con spirito di servizio e collaborazione a questo nuovo cammino, perché nessuno venga lasciato indietro, e perché la voce delle persone con disabilità trovi ascolto e riconoscimento anche nel cuore della Chiesa.

*Presidente della FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie), consigliere del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro).

L'articolo Che sia un pontificato di pace, dialogo e diritti umani proviene da Superando.

Torna in Sardegna l’Assemblea Generale di Autism Europe

Superando - 8 Maggio 2025 - 6:26pm

Come già accaduto nel 2016, l’Associazione sarda Diversamente OdV ha organizzato l’annuale Assemblea Generale di Autism Europe, importante momento di confronto tra le realtà europee che si occupano di autismo, un evento che nei prossimi giorni richiamerà grandi personalità del mondo associativo, politico e amministrativo, favorendo un dialogo sui principali temi che riguardano un’ampia comunità di persone Vi sarà anche una visita al Nuraghe Piscu, in comune doi Suelli (Sud Sardegna), per i partecipanti all’Assemblea Generale di Autism Europe

Il 2025 sarà per l’Associazione sarda Diversamente OdV un anno da ricordare, perché caratterizzato da un evento particolarmente distintivo: ha ricevuto, infatti, l’incarico di organizzare l’annuale Assemblea Generale della Federazione Autism Europe, importante momento di confronto tra le realtà europee che si occupano di autismo, che nel prossimo fine settimana richiamerà grandi personalità del mondo associativo, politico e amministrativo, favorendo un dialogo sui principali temi che riguardano un’ampia comunità di persone.
Va per altro sottolineato che l’Associazione cagliaritana, pur emozionata e in tensione per le aspettative nutrite dai partecipanti, non è estranea ad appuntamenti di questa portata: infatti, oltre ad altri eventi simili, si è occupata dell’edizione 2016 dell’Assemblea di Autism Europe, svoltasi a Nora con l’apprezzamento di tutti i presenti.

Quest’anno, dunque, così come per l’edizione 2016, l’appuntamento è distribuito su tre giornate, nelle quali, oltre agli adempimenti previsti, non mancheranno le occasioni per promuovere il territorio, attraverso un programma studiato per favorire la scoperta delle bellezze e della cultura sarda.
Si inizierà ad esempio nella mattinata del 9 maggio, dove tutto il gruppo di Autism Europe sarà ospitato dall’Amministrazione dal Comune di Suelli (Sud Sardegna), per un tour che lo porterà a scoprire il Nuraghe Piscu. Successivamente, nel pomeriggio dello stesso giorno, le persone verranno accompagnate a Casa Saddi, teatro privato ubicato nella municipalità di Pirri (Municipalità di Cagliari), dove i giovani adulti con autismo di Diversamente, che richiedono il massimo livello di supporto, andranno in scena con lo spettacolo teatrale dal significativo titolo di Diversi Noi, esibizione nata dal progetto Erasmus+ denominato SDIT – Self Determination and Inclusion Theatre, voluto allo scopo di promuovere l’inclusione delle persone con autismo attraverso il teatro, favorendone l’espressione emotiva e creativa, il miglioramento delle abilità sociali e la partecipazione attiva in un contesto di gruppo, realizzato anche grazie alla fattiva collaborazione di un partner locale, Rita Atzeri, presidente dell’Associazione Il Crogiuolo.

Sabato 10 si svolgerà quindi l’Assemblea Generale, che durerà fino a sera, nella quale troverà spazio un intervento di Claudia Munaro, docente specializzata per le attività di sostegno alla scuola secondaria di primo grado e fondatrice del Gruppo Nazionale Sportelli Autismo Italia, che parlerà della rete degli Sportelli e di come sia dedicata al supporto e alla condivisione di pratiche innovative per l’inclusione degli studenti con disturbi dello spettro autistico.
Domenica 11, infine, il Consiglio di Amministrazione di Autism Europe, concluso il quale avrà luogo il Self Rappresentative, coordinato da Pietro Cirrincione, momento dedicato alle persone autistiche in grado di autorappresentarsi, per concludere l’intero evento con una gita guidata presso le Saline Conti Vecchi.

Considerata la rilevanza dell’evento, Diversamente ha coinvolto anche importanti aziende che gestiscono servizi pubblici, come il CTM, azienda di trasporto da sempre sensibile alle tematiche sull’autismo, che ha accolto la richiesta di replicare la campagna di sensibilizzazione svolta nel giugno dello scorso anno attraverso i cosiddetti “dondolini” [se ne legga sulle nostre pagine a questo link, N.d.R.], cartoncini appesi ai sostegni tubolari metallici ai quali ci si mantiene durante il viaggio, sui quali è riportata la scritta Not invisible (“Non invisibile”) e più sotto l’hashtag #AutismDay2025, per la promozione della Giornata Mondiale per la Consapevolezza sull’Autismo. O come la Sogaer, società che gestisce lo scalo aeroportuale di Elmas, anch’essa sempre disponibile e sensibile alle tematiche sull’autismo, che ha avviato una campagna di sensibilizzazione con la condivisione sugli schermi presenti nell’aeroporto, visibili all’utenza in transito, di un video con immagini che inducono a un momento di riflessione sull’autismo, oltreché con l’adozione del protocollo Autismo, che consente un percorso prioritario alle persone con autismo, e con la presenza in aeroporto dell’Autismoteca, sezione della biblioteca presente nello scalo, ove si trattano esclusivamente testi sull’autismo.

«Come la volta precedente – dichiara Pierangelo Cappai, presidente di Diversamente e presidente della FISH Sardegna (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie) – anche quest’anno l’organizzazione ha richiesto parecchie energie, ma a nome di tutta l’Associazione e di tutti i volontari e il personale coinvolto, posso affermare che siamo sempre ben disposti a organizzare questo tipo di incontri, perché si tratta di un’occasione importante che oltre a stimolare un ampio confronto tra realtà geograficamente distanti, permettendo la condivisione delle esperienze e delle buone prassi che favoriscono necessariamente un’evoluzione verso modelli sempre più raffinati, attira la partecipazione anche di quelle autorità politiche e amministrative con le quali dialogare per dare corpo alle iniziative che nascono dai confronti associativi. Si tratta, dunque, di un momento molto importante per tutti gli interessati e sono certo che l’immagine della Sardegna imprimerà un ricordo indelebile nella mente dei partecipanti». (R.O. e S.B.)

Per ogni ulteriore informazione: segreteria.diversamenteodv@gmail.com.

L'articolo Torna in Sardegna l’Assemblea Generale di Autism Europe proviene da Superando.

Ancora nessuna traccia del Garante per la tutela delle persone con disabilità nel Lazio

Superando - 8 Maggio 2025 - 5:12pm

Era stato istituito nell’estate del 2023 tramite una Legge Regionale approvata all’unanimità, ma dopo oltre un anno e mezzo la nomina ancora non c’è: accade nel Lazio con il Garante per la tutela delle persone con disabilità, dove disporre di quella figura sarebbe ancora più importante quest’anno, con il Giubileo 2025 in corso e l’arrivo a Roma di centinaia di migliaia di donne e uomini con disabilità

Istituito il Garante per la tutela delle persone con disabilità, ma dopo oltre un anno e mezzo manca ancora la nomina della figura in questione: è quello che accade nella Regione Lazio, travolta da mesi da una crisi politica interna alla maggioranza, dove l’assenza del Garante a sostegno delle persone con disabilità è ancora più significativa soprattutto adesso, con il Giubileo 2025 in corso e l’arrivo nella Capitale di centinaia di migliaia di donne e uomini con disabilità. Persone con fragilità, moltissime delle quali non autosufficienti, che magari avrebbero anche l’esigenza di un’unica figura riconosciuta a fungere da raccordo operativo e propositivo risolutore di criticità, tra loro e le Istituzioni locali per colmare quel vuoto che troppo spesso si verifica.

La figura del Garante è stata approvata nel Lazio a luglio 2023 in Consiglio Regionale all’unanimità [Legge Regionale 7/23, N.d.R.], cosa rara, e a settembre di quell’anno è stato anche pubblicato il bando pubblico. «Con l’approvazione di questa legge andremo a istituire una figura che dovrà garantire i diritti sacrosanti della disabilità», disse l’assessore regionale ai Servizi Sociali, alla Disabilità, al Terzo Settore e ai Servizi alla Persona, Massimiliano Maselli. «Questa figura sarà la vera sentinella e dovrà relazionare ogni sei mesi alla giunta quindi all’Assessorato che io guido, e poi ogni anno al Consiglio Regionale». Sono passati quasi due anni, ma di quella figura ritenuta “importante” e “vera sentinella” non c’è traccia ancora.

Ma di che cosa si occupa il Garante? Gli spettano diverse funzioni, un’azione di tutela-intervento per la garanzia del rispetto dei diritti sanciti dalle norme locali e nazionali vigenti e un’azione di promozione di cultura e sensibilità diffuse sui bisogni delle persone con disabilità. A questo fine il Garante può introdurre anche iniziative di prevenzione e contrasto ai fenomeni di bullismo, abuso e discriminazione di genere; può attivare iniziative con carattere formativo e informativo, può stipulare accordi e convenzioni con istituzioni, enti, scuole od ogni altro organismo cointeressato a una vera cultura inclusiva.

A rispondere al bando regionale dell’autunno 2023 era stato, tra vari altri, Ermio De Luca, persona con disabilità motoria, ingegnere elettronico con esperienza sulle tematiche inerenti all’accessibilità [ideatore tra l’altro del gioco da tavolo “Ciak si aggira!”, dedicato alla sensibilizzazione sulle barriere architettoniche, di cui si può leggere anche sulle nostre pagine, N.d.R.], che dopo tanti mesi non ha ricevuto risposta. «Ho trovato un muro di gomma – ci dice -, ma sono convinto che sia fondamentale nominare subito la figura del Garante perché non c’è più altro tempo da perdere; trovo sbagliato questo grave ritardo nell’eccessivo procrastinare l’elezione, in particolare ora che col Giubileo sono previsti a Roma circa 30 milioni di pellegrini, inclusa una percentuale piccola ma non troppo di persone con disabilità. Serve dunque il prima possibile una figura che sia da intermediario con le Istituzioni locali per le tematiche attinenti all’accessibilità», afferma De Luca.

Da noi interpellato, l’assessore regionale Maselli ha replicato: «Senza dubbio c’è un oggettivo ritardo sull’elezione del Garante per la tutela delle persone con disabilità della Regione Lazio, ma voglio ricordare che questa, come da normativa regionale, deve avvenire con un quorum minimo dei 4/5 del Consiglio Regionale, quindi con ampia condivisione, anche se stiamo cercando di raggiungere l’unanimità, così come avvenne per l’approvazione della legge istituì la figura del Garante».
Per quanto riguarda De Luca, «la sua – afferma Maselli – è una delle varie candidature che hanno partecipato all’avviso. Le assemblee elettive sono sovrane e autonome e, ovviamente, si eleggerà la persona che avrà i maggiori requisiti».

A sottolineare la rilevanza della nomina del Garante regionale è Michele Adamo, segretario nazionale della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), che vive a Roma ed è membro di giunta della FISH Nazionale (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie), con delega all’accessibilità: «E’ importante – dichiara – che venga nominato il prima possibile perché c’è una Legge Regionale che lo impone e perché troppo spesso alle persone con disabilità vengono negati dei diritti inalienabili e questa figura potrà e dovrà garantirli. Il Garante, infatti, fa parte di tutti quegli strumenti che sono necessari per garantire i diritti e la tutela di una delle categorie più vulnerabili della società che sono appunto le persone con disabilità».

Cristiana Mazzoni, presidente del FIDA (Forum Italiano Diritti Autismo), Associazione che fa parte della Consulta Regionale per le Persone con Disabilità del Lazio, conferma l’attesa per il nominativo del Garante, nutrendo però anche delle riserve: «Sono scettica – afferma – sull’effettivo potere del Garante in assenza di politiche sociali realmente efficaci, con una presa in carico a trecentosessanta gradi, a beneficio delle persone con disabilità in costante crescita. Stante la situazione attuale, infatti, l’istituzione del Garante sembra più un filtro tra persone ed istituzioni che un vero e proprio organismo di tutela».
Per Mazzoni le principali «problematiche reali e stringenti» da risolvere sono soprattutto il Progetto di Vita e il Budget di Salute: «Se dovessi chiedere supporto al Garante delle persone con disabilità nella Regione Lazio, gli chiederei di vigilare sull’attuazione dei provvedimenti che sono ancora lettera morta».

*Il presente contributo è già apparso nel «Fatto Quotidiano.it», con il titolo “Regione Lazio, è stallo anche sul Garante per le persone con disabilità: istituito da due anni, ma mai eletto” e viene qui ripreso, con diverso titolo e minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

L'articolo Ancora nessuna traccia del Garante per la tutela delle persone con disabilità nel Lazio proviene da Superando.

Il diritto alla mobilità universale dovrebbe essere un obiettivo concreto della nostra società

Superando - 8 Maggio 2025 - 4:33pm

«Combattere per una comunità che si possa dire davvero inclusiva e integrata e che garantisca a tutti il diritto alla mobilità e all’accesso a tutti i servizi, dovrebbe essere un obiettivo concreto della nostra società, non solo sulla carta e su uno striscione di uno slogan elettorale»: lo scrive tra l’altro Salvatore Cimmino, che proprio al diritto umano alla mobilità dedicherà la prossima tappa del suo progetto “A nuoto nei mari del globo per un mondo senza barriere e senza frontiere”, in programma alle Hawaii (©Abhishek Scariya/GIZ, 2023)

Il diritto alla mobilità universale rappresenta la chiave di volta della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità e deve essere quindi garantito per consentire, in sicurezza, la piena partecipazione di tutti alla vita civile e sociale. Eppure, malgrado la mobilità sia (anche) un diritto costituzionalmente garantito, le persone con disabilità hanno enormi difficoltà nel muoversi agevolmente nei luoghi pubblici. Nonostante le prescrizioni contenute nella Convenzione ONU [Legge 18/09 dello Stato Italiano, N.d.R.], l’adeguamento messo in atto delle stazioni dei bus, delle ferrovie e degli aeroporti, cioè di spazi e di edifici pubblici, non è neanche lontanamente sufficiente a garantire i diritti fondamentali delle persone con disabilità.

Se sei un passeggero con disabilità, hai il diritto di viaggiare, per piacere o per necessità, in qualsiasi momento della tua vita, in aereo, in treno, in autobus, o nave come chiunque altro. Quando acquisti il biglietto, il rivenditore deve fornirti informazioni sul viaggio in un formato accessibile, nonché informazioni sulle strutture specifiche a disposizione a bordo dell’aereo, del treno, dell’autobus, o della nave. Per tutti i mezzi di trasporto, hai diritto all’assistenza gratuita presso i terminal o le stazioni e a bordo. Se viaggi in aereo, autobus o nave, il trasporto non può esserti rifiutato a causa della tua disabilità o per motivi legati alla progettazione del veicolo o dell’infrastruttura.

Avere a cuore la libertà delle persone con disabilità è un dovere morale che fa appello al principio di civiltà e di paritaria partecipazione tra tutti senza discriminazioni di alcun genere.
Combattere per una comunità che si possa dire davvero inclusiva e integrata e che garantisca a tutti il diritto alla mobilità e all’accesso a tutti i servizi, dovrebbe essere un obiettivo concreto della nostra società, non solo sulla carta e su uno striscione di uno slogan elettorale. Nella nostra società, invece, si riscontrano persistenti barriere architettoniche e sociali che sono il principale impedimento per lo svolgimento regolare delle attività quotidiane delle persone con disabilità, problema politico che impedisce di integrarsi nel tessuto sociale.
La legge contempla la Progettazione Universale e la realizzazione, financo nei condomini, di infrastrutture a norma per la mobilità e l’accesso agevolato, di tutti e tutte, nelle parti comuni, nonché la realizzazione di sistemi, impianti o ausili per rimuovere qualsiasi barriera.

Il diritto umano alla mobilità sarà quindi il tema portante della mia prossima tappa del progetto che conduco ormai da anni, A nuoto nei mari del globo per un mondo senza barriere e senza frontiere, nelle Hawaii, sullo Stretto di Moloka’i, prevista per il prossimo mese di agosto, all’insegna del motto “Con te accanto, sarà tutto più semplice”.

*Il sito di Salvatore Cimmino è a questo link.

L'articolo Il diritto alla mobilità universale dovrebbe essere un obiettivo concreto della nostra società proviene da Superando.

PERSONALE SCOLASTICO – INTEGRAZIONE PERMESSI STUDIO ANNO SOLARE 2025

Ultime da A.T.P. Catanzaro - 8 Maggio 2025 - 4:32pm

m_pi.AOOUSPCZ.REGISTRO UFFICIALE(U).0003838.08-05-2025 ALLEGATO Allegati m_pi.AOOUSPCZ.REGISTRO UFFICIALE(U).0003838.08-05-2025 (179 kB)ALLEGATO (67 kB)

Violenza contro le donne con disabilità: le indicazioni dell’OMS per misurarla

Superando - 8 Maggio 2025 - 4:08pm

Migliorare la qualità e la disponibilità dei dati sulla violenza contro le donne con disabilità: è l’obiettivo operativo di una nota informativa prodotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, mentre la finalità più propriamente politica del documento è quella di contribuire ad una migliore comprensione delle esigenze specifiche delle donne con disabilità vittime di violenza e consentire l’elaborazione di strategie di prevenzione e di risposta/servizi e programmi mirati che rispondano a tali esigenze Un’elaborazione grafica che rappresenta tante donne diverse per età, etnia, appartenenza religiosa, disabilità/abilità ecc. (fonte: EDF-Forum Europeo sulla Disabilità)

Il 27 marzo scorso, sul sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è stata pubblicata un’interessante nota informativa dal titolo Misurare la violenza contro le donne con disabilità. Disponibilità dei dati, questioni metodologiche e raccomandazioni per le buone pratiche. La versione originale in inglese dell’opuscolo è scaricabile a questo link (mentre una versione in lingua italiana, prodotta con un traduttore automatico, e dunque non verificata, è disponibile a quest’altro link).
La nota in questione, incentrata appunto sulla misurazione della violenza contro le donne con disabilità, fa parte di una serie di note metodologiche volte a incentivare la misurazione e la raccolta di dati sulla violenza contro particolari gruppi di donne o su aspetti specifici della violenza contro le donne (queste le altre note, anch’esse in lingua inglese, pubblicate: Violenza contro le donne di 60 anni e oltre e Incontro di esperti sulla violenza contro le donne e la disabilità). Esse sono state sviluppate nell’àmbito del Programma congiunto portato avanti dall’OMS insieme a UN Women, l’Ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile, allo scopo di rafforzare le metodologie e le misurazioni, nonché di creare competenze condivise a livello nazionale per la raccolta dei dati sulla violenza contro le donne. Nello specifico, esse mirano a contribuire a incrementare la qualità e la disponibilità dei dati sulla violenza contro le donne, e quindi a migliorare il monitoraggio a livello globale, regionale e nazionale dei progressi nell’eliminazione della violenza stessa, anche in riferimento all’Obiettivo 5.2 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’ONU, che verte proprio sull’eliminazione di tutte le forme di violenza contro le donne e le ragazze. Tali note sono destinate a ricercatori/ricercatrici, istituti nazionali di statistica e altri soggetti coinvolti nella raccolta di dati sulla violenza contro le donne.

Entrando nel dettaglio, la nota Misurare la violenza contro le donne con disabilità evidenzia che l’inclusione delle donne con disabilità e del tema della disabilità nelle indagini e nelle ricerche sulla violenza contro le donne è necessaria per una migliore conoscenza dei gruppi di donne esposti ad un rischio specifico di violenza. La nota è stata pubblicata quale esito di una scoping review, ossia di una ricognizione della letteratura scientifica prodotta sul tema della violenza di genere, che si è focalizzata su tre aspetti: la misurazione della violenza nel contesto della ricerca incentrata sulla disabilità; la misurazione della violenza nella ricerca incentrata sull’intersezione tra disabilità e violenza; e, infine, la misurazione della disabilità nel contesto della ricerca sulla violenza contro le donne.
La ricerca sistematica nelle banche dati pertinenti ha identificato 174 studi (articoli o rapporti) adeguati ad essere inclusi nell’indagine. La maggior parte degli studi erano indagini trasversali e solo otto riportavano i risultati di studi longitudinali. In particolare sono stati identificati due tipi di studi il primo dei quali costituito da studi in cui tutte le persone intervistate avevano o si auto-identificavano come “disabili”. In essi è stata valutata la prevalenza dei fattori di rischio o l’impatto dell’esposizione alla violenza tra questi/e partecipanti. 42 di questi studi includevano solo donne con disabilità, mentre 22 studi includevano uomini e donne con disabilità.
La seconda tipologia di studi è costituita da quelli che includevano intervistati/e con e senza disabilità, e hanno cercato principalmente di esaminare l’associazione tra disabilità e violenza. In questa tipologia, 36 studi includevano uomini e donne con e senza disabilità e 75 studi includevano solo donne con e senza disabilità.

Vediamo alcune delle evidenze emerse. La violenza fisica e la violenza sessuale sono state valutate nella maggior parte degli studi, mentre la violenza psicologica e quella economica sono indagate in un numero minore di studi. La descrizione o la definizione delle forme di violenza valutate non è stata specificata in 7 studi. Mentre la maggior parte degli studi ha utilizzato una misurazione della violenza basata sugli atti di violenza, il livello di dettaglio dello strumento utilizzato per misurare la violenza variava notevolmente.
In 11 studi sono stati misurati tipi di violenza specifici per la disabilità. Le forme più comunemente praticate di violenza specifica per la disabilità incluse nelle indagini sulla violenza contro le donne sono state: l’impossibilità di usare un ausilio per la disabilità e il rifiuto da parte della persona maltrattante di provvedere ai bisogni di base richiesti dalla donna.
La maggior parte degli studi ha incluso la disabilità fisica (104) e la disabilità mentale (104), mentre un numero relativamente minore ha incluso la disabilità intellettiva (61) e la disabilità sensoriale (62). Solo 2 studi non hanno specificato il tipo di disabilità valutata nell’indagine.

L’analisi ha evidenziato anche diverse importanti lacune nei dati disponibili e nelle misurazioni sulla violenza contro le donne e la disabilità, tra cui: la mancanza di disaggregazione dei dati per sesso e disabilità; i pochi dati sulla gravità e la durata della violenza contro le donne con disabilità; e le prove limitate sulle diverse relazioni tra tipo di disabilità ed esposizione alla violenza. Inoltre sono state riscontrate poche prove del fatto che i metodi di raccolta dei dati siano stati adattati allo scopo di garantire l’accessibilità delle attività di ricerca alle donne con disabilità.

La nota entra quindi nel dettaglio delle carenze identificate sia nella raccolta dati e negli strumenti impiegati per le indagini. Ad esempio, un capitolo molto interessante è dedicato alla misurazione della disabilità, ove si propone uno schema nel quale, per ogni strumento individuato, sono presenti una breve descrizione, nonché i punti di forza e i punti di debolezza dello stesso. Tra le lacune è risultata significativa la mancanza di domande che esplorino l’esperienza specifica delle donne con disabilità: la scoping review ha rilevato infatti che solo il 6% degli studi includeva la misurazione di atti di violenza specifici per le donne con disabilità come, ad esempio, la negazione delle cure, l’abbandono fisico o il rifiuto di cure mediche o ausili per la disabilità.
Un’altra anomalia riguarda il fatto che più di un terzo degli studi inclusi si è concentrato solo sulla violenza nelle relazioni di coppia. Tuttavia è probabile – specifica la nota – che le donne con disabilità siano esposte ad un rischio significativo di violenza da parte di altri membri della famiglia, compresi i loro figli, e da parte di chi si prende cura di loro (siano essi retribuiti e/o familiari), oltre che, all’interno delle istituzioni, anche da parte dei conviventi.
Uno studio ha indicato che le donne con disabilità hanno un rischio maggiore di violenza perpetrata dai/dalle caregiver e un rischio minore di violenza perpetrata dai partner intimi rispetto alle donne senza disabilità. In un altro studio, che includeva una misura della violenza specifica per le donne con disabilità fisiche, l’abuso legato alla disabilità aveva la stessa probabilità di essere perpetrato da un partner intimo, da un operatore o da un professionista sanitario. Questo ha portato a concludere che la questione se la violenza perpetrata da un partner intimo sia la forma più diffusa o pervasiva di violenza contro le donne con disabilità necessita di ulteriori approfondimenti.
Alcune evidenze indicano che diversi tipi di autori possono essere ugualmente responsabili della violenza contro le donne con disabilità. Quando contesti specifici, come gli istituti di cura, o specifici autori di violenza, come i/le caregiver o gli/le assistenti (sia retribuiti che non), non sono inclusi nella misurazione della violenza, questa particolare forma di violenza può essere tralasciata, con conseguente sottostima della sua prevalenza.

Anche la parte dedicata alle raccomandazioni è molto dettagliata. In questo spazio, per ragioni di sintesi, segnaliamo solo le macroaree in cui sono state organizzate le diverse raccomandazioni: ci sono quelle sulle indagini e sulle misure relative agli strumenti di indagine; quelle sugli aspetti etici delle ricerche; quelle specifiche sulla raccolta dei dati; e infine quelle per l’inclusione delle donne con disabilità nelle ricerche sulla violenza contro le donne.

Queste invece sono le conclusioni: «Le evidenze esistenti mostrano che le donne con disabilità sperimentano livelli più elevati di violenza, compresa la violenza dal partner nelle relazioni di intimità e la violenza sessuale. Le stime attuali sono probabilmente sottostimate in quanto le donne con disabilità tendono ad essere sottorappresentate nelle indagini e possono anche subire tipi di violenza specifici per la disabilità che spesso non vengono misurati. Gli sforzi per rafforzare la disponibilità e la qualità dei dati sulla violenza contro le donne con disabilità devono considerare sia l’inclusione di misure appropriate e fattibili della disabilità all’interno della ricerca sulla violenza contro le donne, sia della violenza contro le donne all’interno della ricerca sulla disabilità. Per una migliore comprensione dei fattori di rischio della violenza contro le donne è necessario migliorare l’inclusione delle donne con disabilità e della questione della disabilità nelle indagini sulla violenza contro le donne. Le donne con disabilità devono essere incluse nelle équipe di indagine e di ricerca e in tutto il processo, compresa la progettazione, l’attuazione, l’analisi e l’interpretazione dei dati. È inoltre necessario adottare le misure necessarie ad aumentare l’accessibilità affinché le donne con disabilità possano partecipare ai sondaggi. Questo dovrebbe contribuire ad una migliore comprensione delle esigenze specifiche delle donne con disabilità vittime di violenza e consentire l’elaborazione di strategie di prevenzione e di risposta/servizi e programmi mirati che rispondano a tali esigenze».

Si ringrazia Simonetta Cormaci per la segnalazione.

*Responsabile di Informare un’h – Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa), nel cui sito il presente contributo è già apparso e viene qui ripreso, con alcuni riadattamenti al diverso contenitore, insieme all’immagine utilizzata, per gentile concessione.

Sui temi qui trattati, suggeriamo anche la consultazione, nel sito di Informare un’h – Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, delle sezioni su La violenza nei confronti delle donne con disabilità e su Donne con disabilità.

L'articolo Violenza contro le donne con disabilità: le indicazioni dell’OMS per misurarla proviene da Superando.

Un “Open Day” in spiaggia per la Giornata Nazionale sul Neurosviluppo

Superando - 8 Maggio 2025 - 1:47pm

L’11 maggio, in occasione della quarta Giornata Nazionale per la Promozione del Neurosviluppo, la spiaggia sarda di Porto Ferro, a pochi chilometri da Alghero, ospiterà un “Open Day” con attività educative per bambini/bambine e un info-point sui disturbi del neurosviluppo. L’iniziativa, organizzata dalla Neuropsichiatria Infantile dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Sassari, in collaborazione con la Società Scientifica SINPIA, si inserisce in un programma nazionale di sensibilizzazione Immagine riguardante una precedente edizione dell’iniziativa

Domenica 11 maggio, in occasione della quarta Giornata Nazionale per la Promozione del Neurosviluppo, la spiaggia sarda di Porto Ferro, a pochi chilometri da Alghero (Sassari), ospiterà un Open Day promosso dalla Neuroposichiatria Infantile dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Sassari, dedicato alla crescita delle capacità cognitive, motorie e relazionali nei bambini e nelle bambine.
Tra surf, laboratori creativi e giochi di gruppo, l’iniziativa sarà un’occasione per stimolare l’autonomia e la socializzazione, con il supporto di esperti ed è previsto un punto informativo sui disturbi del neurosviluppo.
Durante la mattinata, i partecipanti potranno dunque cimentarsi nel surf, prendere parte a giochi di gruppo e partecipare a un laboratorio di riciclo creativo. Professionisti del settore, invece, saranno a disposizione per offrire supporto informativo sui disturbi del neurosviluppo, come ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività) e autismo, attraverso un info-point dedicato.

L’evento si inserisce in una cornice più ampia di iniziative nazionali promosse dalla SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza), per far conoscere le sfide legate allo sviluppo neuropsichico e l’importanza di interventi precoci e mirati.
In tal senso, il 12 maggio è in programma un webinar nazionale (a questo link il programma), per approfondire il tema con esperti e testimonianze dirette. (C.C.)

Per partecipare all’Open Day dell’11 maggio è necessario inviare una mail a neurosviluppo.sassari2025@gmail.com. Per ulteriori informazioni:  Ufficio Stampa AOU Sassari (Andrea Bazzoni), ufficio.stampa@aouss.it.

L'articolo Un “Open Day” in spiaggia per la Giornata Nazionale sul Neurosviluppo proviene da Superando.

Cinema e inclusione: al via il Festival “Tulipani di Seta Nera” a Roma

Superando - 8 Maggio 2025 - 1:25pm

Fino all’11 maggio è in corso di svolgimento a Roma la XVIII edizione del Festival della Cinematografia Sociale “Tulipani di Seta Nera“, con proiezioni gratuite e incontri su inclusione, sostenibilità e diritti. La manifestazione pone l’accento sulle diversità e le fragilità umane attraverso opere nazionali e internazionali. Durante la serata di gala dell’11 maggio verranno annunciati i vincitori, evento che verrà trasmesso in luglio da Rai 2

Prende il via oggi, 8 maggio, e si protrarrà fino all’11 maggio la XVIII edizione del Festival della Cinematografia Sociale Tulipani di Seta Nera, al The Space Cinema Moderno di Roma. La rassegna dedicata al racconto cinematografico del sociale e della sostenibilità punta quest’anno a rimettere al centro della narrazione l’essere umano, le diversità, la fragilità e l’unicità delle persone e dei luoghi.

Attenzione agli “ultimi”, come lascito ideale di Papa Francesco, legalità, integrazione, disagio giovanile, violenza di genere, sicurezza sul lavoro e sostenibilità saranno i temi affrontati nei titoli selezionati, provenienti dai quattro angoli del mondo. Per quattro giornate, ad ingresso libero, spazio alla proiezioni delle opere in concorso e fuori concorso nazionali e internazionali suddivise nelle quattro sezioni – cortometraggi, documentari, digital series e #SocialClip – e appuntamento con grandi protagonisti del cinema, dello spettacolo, della politica e della cultura, con incontri, dibattiti, intrattenimento e premiazioni.

I vincitori della XVIII edizione del Festival verranno premiati domenica 11 maggio, durante la serata di gala conclusiva del Festival, condotta da Lorena Bianchetti, in onda martedì 8 luglio in seconda serata su Rai 2, nella quale verranno premiate tutte le opere vincitrici del Festival, oltre a tanti personaggi che si sono distinti per il loro impegno per il sociale, tra cui la fiction cult della Rai Mare Fuori come miglior serie tv e i Jalisse come miglior gruppo musicale.

Nel corso del Festival saranno presenti, tra gli altri: Andrea Roncato, Annamaria Malipiero, Antonio Catania, Barbora Bobulova, Barbara De Rossi, Daniela Giordano, Danilo Brugia, Elena Russo, Eleonora Daniele, Ettore Bassi, Francesca Pascale, Francesco Facchinetti, Franco Oppini, Greta Manuzzi (Le Deva), Jalisse, Jessica Morlacchi, Jonis Bashir, Lidia Vitale, Lorena Bianchetti, Ludovico Fremont, Marco Carta, Massimiliano Vado, Maurizio Lombardi, Nadia Bengala, Pamela D’Amico, Pietro De Silva, Pino Calabrese, Pino Quartullo, Silvia Salemi, Vince Tempera, Paola Frassinetti, sottosegretaria del Ministdero dell’Istruzione e del Merito, Claudio Durigon, sottosegretario del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Fabrizio D’Ascenzo, presidente dell’INAIL, Ousmane Kabre dell’Ambasciata del Burkina Faso in Italia, Giuseppe Pecoraro, presidente dell’ANAS, Lorenza Lei, amministratrice delegata della Fondazione Roma Lazio Film Commission, Giampiero Strisciuglio, amministratore delegato di Trenitalia, Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione Univerde. (C.C.)

Per maggiori informazioni: Ufficio Stampa Festival (Daniela Piu), daniela@danielapiu.it; Francesca Alfano (francesca.alfano3@gmail.com).

L'articolo Cinema e inclusione: al via il Festival “Tulipani di Seta Nera” a Roma proviene da Superando.

Pagine

  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
  • 6
  • 7
  • 8
  • 9
  • …
  • seguente ›
  • ultima »

Valida codice   Valida CSS   Accessibilità

Privacy    Note legali


© 2015-2025    handitecnocalabria.it

Sito realizzato da Attilio Clausi


( 11 Mag 2025 - 13:10 ): https://www.handitecno.calabria.it/aggregator