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Comunicare la disabilità con rispetto e consapevolezza

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Rivolto in particolare a giornalisti, ma anche ad operatori sociali, educatori, studenti, comunicatori e a tutti coloro che vogliano contribuire a una narrazione della disabilità più rispettosa, accurata e umana, si terrà il 5 giugno ad Ancona l’incontro formativo a partecipazione gratuita, denominato “Le parole contano. Comunicare la disabilità con rispetto e consapevolezza”, promosso dal Centro Papa Giovanni XXIII, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti delle Marche

Spunti di riflessione, esempi concreti, buone pratiche e strumenti operativi per chi si occupa di comunicazione, a qualunque livello, fornendo un’occasione per comprendere quanto le parole che si scelgono possano influenzare il modo in cui la società percepisce la disabilità, e per contribuire a un cambiamento culturale attraverso il linguaggio: sarà questo l’incontro formativo a partecipazione gratuita, denominato Le parole contano. Comunicare la disabilità con rispetto e consapevolezza, promosso presso la propria sede dal Centro Papa Giovanni XXIII di Ancona, per la mattinata del 5 giugno (Via Madre Teresa di Calcutta, 1, Ancona, ore 10-12.30), in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti delle Marche.

Rivolto in particolare a giornalisti, ma anche ad operatori sociali, educatori, studenti, comunicatori e a tutti coloro che vogliano contribuire a una narrazione della disabilità più rispettosa, accurata e umana, l’incontro potrà contare, quali relatori, sulla presenza di Claudio Arrigoni, giornalista della «Gazzetta dello Sport» e del «Corriere della Sera», da anni impegnato nel raccontare lo sport paralimpico e i diritti delle persone con disabilità. firma anche di Superando e di Sara De Carli, giornalista di «VITA non profit magazine», specializzata in temi sociali, disabilità, welfare e Terzo Settore. (S.B.)

La partecipazione all’incontro, come detto, è gratuita, ma è richiesta l’iscrizione. Per informazioni e iscrizioni: Marco Trillini (m.trillini@centropapagiovanni.it).

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Giovani, pace, cittadinanza: il Terzo Settore e il piano triennale del Servizio Civile

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Il ruolo del Servizio Civile nella costruzione della pace; la partecipazione giovanile e l’impegno civico; la valorizzazione delle competenze acquisite: saranno questi i tre focus tematici dell’incontro denominato “Giovani, pace, cittadinanza. Il contributo del Terzo Settore al piano triennale del Servizio Civile”, promosso per il 5 giugno a Roma dal Forum Nazionale del Terzo Settore e dalla CNESC (Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile) Un giovane in Servizio Civile insieme a una giovane con disabilità

È in programma per la mattinata del 5 giugno a Roma (presso l’Auditorium di “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”), l’evento denominato Giovani, pace, cittadinanza. Il contributo del Terzo Settore al piano triennale del Servizio Civile, promosso dal Forum Nazionale del Terzo Settore e dalla CNESC (Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile), incontro che sarà aperto da Enrico Maria Borrelli, presidente della CNESC e da Laura Massoli, direttrice dell’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile, mentre è attesa anche la conferma della partecipazione della viceministra al Lavoro e alle Politiche Sociali  Maria Teresa Bellucci.

A partire dalla presentazione del XXIII Rapporto Annuale CNESC sui progetti conclusi nel 2024 e dalla ricerca del Forum del Terzo Settore sulla partecipazione delle organizzazioni socie al Servizio Civile, l’incontro si articolerà su tre focus tematici: il ruolo del Servizio Civile nella costruzione della pace; la partecipazione giovanile e l’impegno civico; la valorizzazione delle competenze acquisite.
«Sono tutti temi strategici tanto per il Forum del Terzo Settore quanto per la CNESC – dichiarano a una voce Vanessa Pallucchi, portavoce del primo e Laura Milani, presidente della seconda – che rappresentano le sfide più urgenti del nostro tempo, segnato da conflitti su vari livelli, da crisi della partecipazione e da condizioni di incertezza e precarietà che colpiscono in particolare le giovani generazioni. Ma a tal proposito, quali risposte può offrire il Servizio Civile? E quale contributo specifico potrà fornire, in prospettiva, il Terzo Settore al nuovo piano triennale? Sarà questo il filo conduttore dell’incontro del 5 giugno». (S.B.)

A questo link è disponibile il programma completo dell’incontro (per motivi organizzativi è richiesta l’iscrizione tramite questo link, ma è anche prevista la diretta streaming sul canale YouTube del Forum del Terzo Settore. Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa CNESC (Paola Scarsi), paolascarsi@gmail.com; Ufficio Stampa Forum del Terzo Settore (Giovanna Carnevale), stampa@forumterzosettore.it.
A questo link vi è l’elenco completo di tutti i soci e degli aderenti al Forum Nazionale del Terzo Settore, tra cui anche la FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie).

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Mobilità personale ATA a.s. 2025/2026

Ultime da A. T. P. Cosenza -

Ministero dell’Istruzione Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria – Direzione Generale Ufficio V – Ambito Territoriale di Cosenza Via Romualdo Montagna, 13 – 87100 Cosenza e-mail: usp.cs@istruzione.it – Posta ...

Le difficoltà di chi deve muoversi a Roma in carrozzina

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«Le persone con disabilità che a Roma debbono necessariamente spostarsi su una sedia a rotelle – scrive Vincenzo Gallo – sono spesso costrette a restare a casa per l’estrema carenza di mezzi pubblici e taxi accessibili. Credo dunque sia necessario trovare con urgenza una soluzione per studenti e lavoratori con disabilità, persone anziane non deambulanti, pazienti che devono raggiungere strutture sanitarie o svolgere semplici commissioni quotidiane»

Le persone con disabilità che a Roma debbono necessariamente spostarsi su una sedia a rotelle sono spesso costrette a restare a casa per l’estrema carenza di mezzi pubblici e taxi accessibili. Credo dunque sia necessario trovare con urgenza una soluzione per studenti e lavoratori con disabilità, persone anziane non deambulanti, pazienti che devono raggiungere strutture sanitarie o svolgere semplici commissioni quotidiane ecc.
Tutti e tutte, infatti, hanno il diritto di partecipare alla vita sociale, ma molti restano di fatto confinati in casa, spesso senza alternative. E questo disagio riguarda non solo i residenti, ma anche i visitatori e i turisti con disabilità, per i quali Roma appare una città scarsamente accessibile.

Nonostante l’annuncio dell’assegnazione di 1.000 nuove licenze taxi da parte del Comune, di cui 200 riservate a veicoli accessibili, pochissimi mezzi attrezzati sono attualmente in circolazione. Se non sbaglio, infatti, i tempi previsti dal bando portano all’attivazione delle nuove licenze entro ottobre 2025. Chi però ha bisogno di muoversi oggi non può attendere mesi, per cui è necessaria una risposta immediata.
Mi auguro pertanto che l’Amministrazione Comunale possa attivare misure transitorie urgenti; monitorare costantemente l’effettivo avanzamento del percorso previsto per i nuovi mezzi; riassegnare senza ritardi eventuali licenze rifiutate; garantire informazione pubblica e trasparente ai cittadini e alle associazioni.
Spero in sostanza che Roma possa diventare in tempi brevi una città più inclusiva e accessibile a tutti.

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Per accendere i riflettori sulla spasticità post-ictus

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Accendere i riflettori sulla spasticità post-ictus, complicanza neurologica che ostacola i movimenti, limita l’autonomia e impatta pesantemente sulla qualità della vita»: è l’obiettivo della tavola rotonda digitale Corpi che parlano. Affrontare la spasticità, restituire autonomia”, incontro a partecipazione libera, promosso da Radio 24, in collaborazione con Ipsen, per il pomeriggio del 4 giugno

Accendere i riflettori sulla spasticità post-ictus, complicanza neurologica che ostacola i movimenti, limita l’autonomia e impatta pesantemente sulla qualità della vita: è l’obiettivo della tavola rotonda digitale Corpi che parlano. Affrontare la spasticità, restituire autonomia, incontro a partecipazione libera (previa registrazione online sul sito di Radio 24 nella sezione Eventi), promosso da Radio 24 per il pomeriggio del 4 giugno (ore 15-17), moderata da Nicoletta Carbone, conduttrice dei programmi di salute e benessere della stessa Radio 24.

«Affrontare e intervenire prontamente con le giuste terapie – viene sottolineato dai promotori dell’evento, ideato in collaborazione con Ipsen – può fare la differenza tra una vita limitata e una vissuta con piena dignità. Ogni anno in Italia circa 120.000 persone vengono colpite da ictus, ma per molti, la fase acuta è solo l’inizio: oltre 45.000 pazienti sviluppano infatti forme di spasticità. Eppure, nonostante l’incidenza elevata e le ripercussioni quotidiane, la spasticità post-ictus è ancora poco conosciuta, poco diagnosticata e spesso sottovalutata. Molti pazienti e familiari non sanno cosa sia, non ricevono informazioni chiare e non arrivano in tempo a una presa in carico adeguata. La buona notizia è che oggi esistono terapie efficaci – farmacologiche e riabilitative – in grado di ridurre i sintomi, migliorare la mobilità e restituire dignità ai piccoli gesti quotidiani».
«Tutto però parte da una parola chiave – si aggiunge -, ossia informazione: informare e sensibilizzare vuol dire dare strumenti a chi convive con la spasticità e a chi la affronta ogni giorno come medico, fisioterapista, caregiver. Vuol dire intervenire presto, personalizzare i trattamenti, costruire percorsi di cura integrati e continuativi».

Nel corso della diretta streaming del 4 giugno, dunque, moderata come detto da Nicoletta Carbone e fruibile sul sito di Radio 24, oltreché sul canale digitale DAB+1, interverranno Maria Concetta Altavista che dirige l’Unità Operativa Complessa di Neurologia nell’ASL Roma 1 (Presidio Ospedaliero San Filippo Neri); Patrizia Olivari, presidente e amministratrice delegata di Ipsen; Andrea Santamato, direttore della Struttura Complessa di Neuroriabilitazione, Unità Spinale, Recupero e Rieducazione funzionale del Policlinico di Foggia; Paolo Sciattella, professore di Economia Sanitaria all’Università di Roma Tor Vergata; Andrea Vianello, presidente della Federazione A.L.I.Ce. Italia ODV (Associazione per la lotta all’ictus cerebrale). (S.B.)

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Un’esperienza di ospitalità accessibile da vivere in prima persona

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In occasione della manifestazione “WMF” (“We Make Future Festival”), in programma a BolognaFiere dal 4 al 6 giugno, Village for all (V4A®), la nota rete impegnata sul fronte dell’ospitalità accessibile, invita tutti e tutte a visitare “DI OGNUNO”, spazio immersivo e multisensoriale dedicato appunto all’ospitalità accessibile, iniziativa promossa in collaborazione con Lombardini22 e con Hospitality, il Salone dell’Accoglienza di Riva del Garda Lo spazio “DI OGNUNO”

In occasione della manifestazione WMF (We Make Future Festival), in programma a BolognaFiere dal 4 al 6 giugno, Village for all (V4A®), la nota rete impegnata sul fronte dell’ospitalità accessibile, invita tutti e tutte a visitare DI OGNUNO, spazio immersivo e multisensoriale dedicato appunto all’ospitalità accessibile (padiglione 30, stand B38/A35), iniziativa promossa in collaborazione con Lombardini22 e con Hospitality, il Salone dell’Accoglienza di Riva del Garda (Trento).

«Sarà un’opportunità unica – sottolinea Roberto Vitali, co-fondatore e amministratore delegato di Village for all -, rivolta a operatori turistici, gestori di strutture ricettive, campeggi, hotel, B&B, agriturismi e villaggi turistici, per sperimentare dal vivo come l’accessibilità possa diventare valore competitivo e parte integrante dell’esperienza ospite. DI OGNUNO, infatti, propone un’esperienza concreta tra due ambienti contrapposti: uno costruito per generare discomfort, l’altro progettato secondo criteri di accessibilità fisica, sensoriale e alimentare. Un’esperienza trasformativa che mostra quanto le scelte progettuali e gestionali possano incidere sull’accoglienza».

Da ricordare anche che sempre all’interno di WMF, nella mattinata del 6 giugno (stage 3, padiglione 22, ore 11.30), vi sarà anche la premiazione dell’Hospitality Award – Inclusività e Accoglienza, pensato per valorizzare le strutture italiane che si distinguono per l’abbattimento delle barriere, l’innovazione e la comunicazione inclusiva. (S.B.)

A questo link è disponibile un testo di approfondimento a cura di Hospitality. Per altre informazioni: stampa@villageforall.net; s.barile@imagebuilding.it (Simona Barile).

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Grazie don Franco per la mia seconda vita

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«Io sono una degli “ultimi” che lui ha amato – scrive Nunzia Coppedé, ricordando don Franco Monterubbianesi, scomparso nei giorni scorsi -, a cui lui ha sollecitato la speranza di un futuro diverso e il desiderio di vivere in comunità, di sentirmi accolta e di imparare ad accogliere, di lasciarmi aiutare a crescere e a diventare capace di aiutare altri a crescere. Grazie don Franco per avermi dato questa seconda vita» Don Franco Monterubbianesi (1931-2025), fondatore della Comunità di Capodarco

Era una mattina come tante quella del 27 maggio scorso, quando mi è arrivata la notizia che don Franco Monterubbianesi ci aveva lasciati. Sapevo che stava molto male ma la notizia comunque mi ha colto di sorpresa.
Ho riflettuto molto sul ruolo che don Franco ha avuto nella mia vita e credo anche nella vita di molte altre persone con disabilità. Io gli devo la mia seconda vita.

Sono trascorsi molti anni da quel mese di aprile del 1974, quando grazie a una mia amica incontrata a Lourdes, ricevetti l’indirizzo della Comunità di Capodarco. Senza esitare scrissi una lettera a don Franco, e ripensandoci doveva proprio essere la lettera di una disperata. Solo pochi giorni dopo venne a conoscermi e mi aiutò ad uscire da quel cancello del Cottolengo che sembrava impenetrabile.
Ricordo che in quel primo incontro dentro le mura del Cottolengo mi raccontò molte cose della Comunità di Capodarco, che per me erano quasi incomprensibili, ma una cosa l’avevo capita, ossia che fuori da quelle mura c’era la possibilità di vivere in un modo diverso. Ha reso possibili molte cose che io vivevo solo nella mia fantasia e che credevo irrealizzabili.

Nunzia Coppedé è oggi presidente della Federazione FISH Calabria

Solo pochi giorni dopo, quindi, mi ritrovai alla Comunità di Capodarco di Roma e lì il primo giorno partecipai al matrimonio di due persone con disabilità. Poi anche in quel più breve periodo incontrai persone con disabilità che lavoravano che studiavano ed io ero sconvolta, perché lì compresi capito che potevo davvero voltare pagina.
La conferma maggiore la ebbi una volta arrivata a Capodarco di Fermo, dove incontrai molti amici, ripresi gli studi e frequentai un corso per imparare un mestiere.
Il 20 ottobre del 1976 è iniziata l’avventura della Comunità Progetto Sud in Calabria e far parte del gruppo dei fondatori è stata la mia prima scelta consapevole: avevo già voltato pagina ed ero in piena crescita e con un grande desiderio di recuperare il tempo perduto in istituto.

Nei successivi 49 anni vissuti in Calabria non sono stati tantissimi gli incontri con don Franco, ma ogni volta che mi vedeva mi diceva sempre che era contento di vedermi attiva e voleva saperne di più della “vita indipendente”. Poi mi parlava delle famiglie di persone con grave disabilità che chiedevano di essere sostenute e del bisogno di realizzare tanti “Dopo di Noi”.
Don Franco era un vulcano di idee e di creatività, un trascinatore, la fantasia era superiore alla possibilità concreta di realizzare le molte sue idee.
Nel suo testamento spirituale, pubblicato da «Avvenire» il 31 maggio, si legge tra l’altro: «Io sono colpevole di aver amato il prossimo, colpevole di aver pregato per tutti, colpevole di essere stato progressista o anche di più (e ride, ndr), sì sono colpevole del bene che ho voluto al mondo e agli ultimi, d’aver aiutato chi era considerato immeritevole o scansafatiche, colpevole di aver preso la parola, di non averla lasciata a quegli uomini che si credevano innocenti in una società in cui gli esclusi erano colpevoli solo di essere nati».
Io sono una degli “ultimi” che lui ha amato, a cui lui ha sollecitato la speranza di un futuro diverso e il desiderio di vivere in comunità, di sentirmi accolta e di imparare ad accogliere, di lasciarmi aiutare a crescere e a diventare capace di aiutare altri a crescere.
Grazie Don Franco per avermi dato questa seconda vita.

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La compagnia degli Amici di Luca che “segue il sentiero dorato”

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Frutto dei laboratori realizzati con persone uscite dal coma della Casa dei Risvegli Luca De Nigris di Bologna, la Compagnia Gli Amici di Luca presenterà nella serata di oggi, 3 giugno, al Teatro Dehon di Bologna, lo spettacolo “Seguendo il sentiero dorato”, per la direzione artistica e la regia di Deborah Fortini, con il coordinamento pedagogico di Martina Pittureri, rappresentazione liberamente ispirata al “Mago di Oz”, la celebre fiaba di L. Frank Baum Un’immagine della preparazione dello spettacolo “Seguendo il sentiero dorato”, da parte della Compagnia Gli Amici di Luca

Frutto dei laboratori realizzati con persone uscite dal coma della Casa dei Risvegli Luca De Nigris di Bologna, la Compagnia Gli Amici di Luca presenterà nella serata di oggi, 3 giugno, al Teatro Dehon di Bologna (ore 21), lo spettacolo Seguendo il sentiero dorato, per la direzione artistica e la regia di Deborah Fortini, con il coordinamento pedagogico di Martina Pittureri.

Liberamente ispirata al Mago di Oz, la celebre fiaba di L. Frank Baum, la rappresentazione arriva dopo oltre un anno di lavoro del gruppo teatrale degli Amici di Luca, nell’àmbito del Progetto Oz, dopo che anni fa il gruppo stesso si era misurato con Wonderland di Lewis Carroll, raccontando in quel caso la storia di Alice e di una caduta. «Ora dunque – spiega Fulvio De Nigris dell’Associazione Gli Amici di Luca – la Compagnia presenta il percorso conclusivo di un’altra fiaba, il Mago di Oz, appunto, ovvero il sogno di svegliarsi in un luogo dove “le nuvole sono lontane e alle nostre spalle”. E questa volta il gruppo ha deciso di andare ancora più in là, dove non esiste un confine: oltre l’arcobaleno e lo fa attraverso il teatro che è una stazione importante da dove partire».
«Questo spettacolo – aggiunge – diventa quindi anche un momento di incontro e dialogo con la cittadinanza che in questi mesi è stata invitata ad inviare desideri e pensieri. Al gruppo il compito di trasformarli in azione scenica, da sottoporre all’attenzione di un Mago, che tutti sperano possa condurli nel luogo “dove i problemi si sciolgono come gocce di limone!”». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: info@amicidiluca.it.

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Lottare insieme, con determinazione e senza compromessi, per i diritti delle persone con disabilità

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«Ancora una volta abbiamo dimostrato di essere un’organizzazione viva e coesa, capace di guardare al futuro senza mai dimenticare che la forza di essa sta nella capacità di lottare insieme, con determinazione e senza compromessi, per i diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie»: lo dice Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie) al quale abbiamo rivolto alcune domande sul recente Congresso Ordinario e Straordinario della Federazione stessa

Si è tenuto il 31 maggio scorso un Congresso Ordinario e Straordinario della FISH, già Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap e dall’inizio di quest’anno Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie. Ne parliamo con il presidente della Federazione Vincenzo Falabella al quale chiediamo innanzitutto un bilancio su tale appuntamento. «Questo nostro Congresso Ordinario e Straordinario ha rappresentato molto più di un semplice momento formale: è stata infatti la dimostrazione concreta di come si costruisce una democrazia partecipativa dal basso, se è vero che ogni intervento, ogni domanda, ogni posizione espressa – anche quando in disaccordo – ha contribuito a rafforzare il senso di un’organizzazione che vive grazie all’impegno attivo di chi la compone. E a proposito del cambio di denominazione, da Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap a Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie, non si è trattato di un semplice aggiornamento lessicale, ma del punto di arrivo di un percorso condiviso, frutto di anni di battaglie, discussioni ed evoluzioni nel modo di concepire la disabilità».

Se dovesse sintetizzare quale sia oggi la forza principale di un’organizzazione come la FISH, quali parole userebbe?
«Credo che la forza della FISH oggi risieda nella capacità di rappresentare unitariamente il mondo della disabilità, senza mai scendere a compromessi sui diritti fondamentali. Questa autorevolezza non è un dato scontato, ma il risultato quotidiano del lavoro di tutte le Associazioni, dei Delegati e degli Attivisti che, con coerenza e determinazione, portano avanti le istanze delle persone con disabilità e delle loro famiglie nelle sedi istituzionali e nei territori.
Il dibattito interno, vivace e talvolta acceso, non è un elemento di divisione, ma una ricchezza, purché ogni posizione sia motivata e costruttiva. La discussione sull’articolo 12 del nostro Statuto, ad esempio [durata delle cariche della Federazione, che è rimasta di 4 anni, N.d.R.] ha offerto lo spunto per una riflessione più ampia: il dissenso è legittimo e necessario in una democrazia, ma deve sempre tradursi in un’occasione di crescita collettiva, con proposte alternative e argomentazioni condivise.
Per quanto riguarda invece l’approvazione all’unanimità del Bilancio d’Esercizio 2024, del Previsionale 2025 e del Bilancio Sociale, questo ha confermato la solidità e la trasparenza della Federazione. Non considero infatti quei documenti come mere formalità, ma come la testimonianza di un’organizzazione che sa tradurre impegno e visione in risultati tangibili. Il Bilancio Sociale, in particolare, va oltre i numeri e racconta l’impatto reale delle attività della FISH sulla vita delle persone e sui territori, consolidando la fiducia degli aderenti e dei partner istituzionali».

Cosa ci può dire della mozione approvata durante il Congresso, riguardante in particolare la formazione sui territori?
«La mozione approvata, che è stata al centro del Congresso, rappresenta una vera e propria chiamata all’azione per tutto il movimento. La decisione, infatti, di avviare percorsi di formazione con i territori non è una semplice procedura tecnica, ma una scelta politica di grande rilievo. Questi momenti, infatti, non saranno lezioni calate dall’alto, ma occasioni di scambio e di crescita collettiva, per rafforzare i legami tra il livello nazionale e le realtà locali e per dotare tutti degli strumenti necessari ad affrontare le sfide future, come l’attuazione della Legge Delega 227/21 in materia di disabilità. Penso che la formazione non debba essere delegata a pochi “tecnici”, ma che diventi un patrimonio condiviso di tutte le Associazioni e di ogni singolo attivista: solo così si potrà garantire una partecipazione qualificata e diffusa, capace di unire competenza e passione civile, analisi e mobilitazione».

Come proseguirà ora il percorso della Federazione?
«I prossimi mesi saranno cruciali per tradurre in azioni concrete le decisioni del Congresso. Per farlo, è essenziale che ogni Associazione, ogni Delegato, ogni Attivista continui a sentirsi protagonista di questo cammino, portando nelle proprie realtà non solo le delibere approvate, ma anche lo spirito con cui sono state costruite. Ancora una volta, infatti, abbiamo dimostrato di essere un’organizzazione viva e coesa, capace di guardare al futuro senza mai dimenticare che la forza di essa sta nella capacità di lottare insieme, con determinazione e senza compromessi, per i diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@fishonlus.it.

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Un seminario a El Salvador promosso dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo

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Ci si potrà collegare in streaming, nel pomeriggio di oggi, 3 giugno, per partecipare al seminario sul tema “Linee Guida per la Disabilità e l’Inclusione Sociale nei Progetti di Cooperazione”, intitolato “Nada sobre Nosotros sin Nosotros” (“Nulla su di Noi senza di Noi”), promosso dall’AICS, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, in occasione della missione nel Paese centroamericano di El Salvador di Giampiero Griffo, nell’àmbito del progetto triennale PODER, promosso dall’Organizzazione Non Governativa EducAid

È in programma per il pomeriggio di oggi, 3 giugno, a San Salvador (ora italiana 16.30), il seminario sul tema Linee Guida per la Disabilità e l’Inclusione Sociale nei Progetti di Cooperazione, intitolato Nada sobre Nosotros sin Nosotros (“Nulla su di Noi senza di Noi”), promosso dall’AICS, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, in occasione della missione nel Paese centroamericano di El Salvador di Giampiero Griffo, nell’àmbito del progetto triennale PODER (Programma per l’inclusione occupazionale, la difesa del diritto all’educazione e la rivendicazione dei diritti delle persone con disabilità), promosso dall’Organizzazione Non Governativa EducAid.
A condurre l’incontro, infatti, sarà lo stesso Giampiero Griffo, presidente della RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo), che è stato tra i principali autori delle indicazioni adottate sin dal 2018 per garantire l’inclusione delle persone con disabilità e il rispetto dei loro diritti in tutte le iniziative finanziate dal Governo italiano.
Interverranno quindi Paolo Gallizioli, direttore dell’AICS a San Salvador; Francesca Trisciuzzi, referente per la Disabilità nell’AICS; Claudio Bracconi, referente per i progetti PODER e INCLINA; Lorenzo Leonelli, coordinatore del Settore Educazione e referente per il Genere nell’AICS a San Salvador; Giulia Trobbiani, rappresentante nel Paese ospitante di EducAid. (S.B.)

Per partecipare all’incontro (che sarà in lingua spagnola), accedere a questo link (Id. Riunione: 312 203 307 620 0; Codice di accesso: sb3wF2R6). Per ulteriori informazioni: Michela Fabbri (michela.fabbri@educaid.it).

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Special Olympics Italia e Multidistretto Lions Italia: insieme per l’inclusione

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In continuità con la collaborazione internazionale tra Special Olympics International, il movimento di sport praticato da persone con disabilità intellettive, e Lions Clubs International, è stato sottoscritto a Torino un protocollo d’intesa triennale tra il Multidistretto Lions 108 Italy e Special Olympics Italia, accordo che segna l’avvio di una collaborazione strutturata a livello nazionale, con l’obiettivo di promuovere l’inclusione delle persone con disabilità intellettive attraverso lo sport, la cultura e iniziative di carattere sociale Alessandra Bianco e Leonardo Potenza, rappresentanti rispettivamente di Special Olympics Italia e dei Lions, in occasione della firma del protocollo d’intesa

In continuità con la storica collaborazione internazionale tra Special Olympics International, il movimento di sport praticato da persone con disabilità intellettive, e Lions Clubs International, è stato sottoscritto nei giorni scorsi a Torino un protocollo d’intesa tra il Multidistretto Lions 108 Italy e Special Olympics Italia, accordo che segna l’avvio di una collaborazione strutturata a livello nazionale, con l’obiettivo di promuovere l’inclusione delle persone con disabilità intellettive attraverso lo sport, la cultura e iniziative di carattere sociale.
Il protocollo, della durata di tre anni, punta quindi a valorizzare le sinergie tra le due organizzazioni attraverso una serie di progetti comuni su tutto il territorio nazionale.
«Questa alleanza – ha dichiarato Alessandra Bianco, rappresentante per l’occasione di Special Olympics Italia – rappresenta un passo concreto verso una società più giusta e accogliente. Insieme ai Lions, infatti, possiamo moltiplicare l’impatto delle nostre azioni e continuare a costruire opportunità reali per ogni atleta». (S.B.)

A questo link è disponibile un testo di approfondimento. Per altre informazioni: stampa@specialolympics.it (Giampiero Casale).

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“Ad alta voce: storie di emozioni”: un modo nuovo di fare inclusione scolastica

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«Questa esperienza coincide con un modo nuovo di fare inclusione scolastica che mi auguro si diffonda presto nelle scuole ed è anche una preziosa opportunità per esercitare la solidarietà e la pace attraverso l’atto generoso di prestare la propria voce agli altri»: lo ha detto Salvatore Nocera, a proposito del progetto di Service Learning “Libro Parlato:Ad alta voce: storie di emozioni”, realizzato dagli alunni di una scuola di Roma in collaborazione con il Centro Nazionale del Libro Parlato Francesco Fratta dell’UICI

Si è tenuto nei giorni scorsi a Roma, presso l’Auditorium dell’Hotel Casa tra noi e con il patrocinio del Municipio XIII Roma Aurelio, l’evento di presentazione del progetto di Service Learning* Libro Parlato – Ad alta voce: storie di emozioni, realizzato dagli alunni della classe IB nella scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo Piazza Borgoncini Duca di Roma (Plesso 2 Ottobre 1870-Fornaci).
L’iniziativa, realizzata in collaborazione con il Centro Nazionale del Libro Parlato Francesco Fratta dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), consiste in una raccolta di sei racconti dedicati alle emozioni primarie, scritti e narrati dai ragazzi.

L’evento si è aperto con l’intervento di Arianna Quarta, assessora alle Politiche Sociali, Sanitarie e Pari Opportunità nel Municipio XIII di Roma, che ha espresso grande apprezzamento per l’iniziativa, invitando i ragazzi a vivere «con orecchie e cuore aperti, per saper accogliere sempre le diversità che incontreranno nella vita, con gentilezza, sensibilità e senso di responsabilità».
A fare gli onori di casa è stata la dirigente scolastica Anna Maria Lamberti, che ha moderato l’incontro, introducendo alternativamente le testimonianze dei ragazzi – secondo la sequenza dei sei racconti sulle emozioni primarie – e i contributi dei relatori. Lamberti ha evidenziato in particolare quanto «il Service Learning sia una straordinaria opportunità per lo sviluppo di competenze trasversali, fondamentali per lo sviluppo di cittadini consapevoli e responsabili».
Ideatrici e promotrici del progetto, le docenti Laura Bonsi e Chiara Serva hanno quindi introdotto le fasi progettuali e creative che hanno portato alla nascita del libro parlato, aprendo così la riflessione sui molteplici significati educativi dell’esperienza di Service Learning.
Dal canto suo, Vicenzo Massa, dirigente nazionale dell’UICI e Coordinatore del Centro Nazionale del Libro Parlato Francesco Fratta, ha sottolineato «il valore di questo percorso, che contribuisce a sensibilizzare i ragazzi sul tema della disabilità e rappresenta un contributo significativo alla cultura dell’inclusione». Ha quindi concluso il proprio intervento, raccomandando ai ragazzi di «portare avanti i propri sogni “a voce alta” proprio come hanno fatto realizzando il libro parlato».
In rappresentanza del Centro Nazionale del Libro Parlato era presente anche Francesca Ferraro, che ha evidenziato il valore della scrittura condivisa e spiegato le varie fasi per la costruzione di un libro parlato, mentre Simone Consegnati, docente universitario e ricercatore dell’INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione Innovazione e Ricerca Educativa) e Irene Culcasi, docente universitaria e ricercatrice, hanno proseguito, condividendo un’interazione con i ragazzi e sottolineando quanto questo progetto «rappresenti un vero e proprio modello di pedagogia partecipativa, in cui il protagonismo dei ragazzi e il servizio – insieme agli apprendimenti – si fondono per dare vita a una scuola non più meramente trasmissiva, ma innovativa e capace di costruire continuità con la comunità».

Successivamente, Caterina Spezzano, dirigente tecnico del Dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e Formazione e referente nazionale del Ministero dell’Istruzione e del Merito per il Service Learning, ha approfondito questa dimensione pedagogica, spiegando come «il Service Learning realizzi l’equilibrio tra la dimensione dell’apprendimento e quella del servizio alla collettività e di quanto sia capace di sviluppare negli studenti competenze disciplinari, trasversali e di cittadinanza». Ha pertanto espresso l’auspico «che sempre più scuole adottino questo approccio pedagogico come parte dell’offerta formativa».
Subito dopo Alessia Vagliviello, referente regionale per il Service Learning presso l’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio – ha definito il Service Learning come «un modo innovativo di fare scuola, centrato su alcune parole chiave: rete, comunità, apprendimento significativo, valorizzazione di talenti e risorse». Ha poi concluso il proprio intervento chiedendo alla Dirigente del Borgoncini Duca di aderire alla rete per il Service Learning del Lazio, condividendo in tal modo l’esperienza fatta con le 34 scuole che attualmente ne fanno parte.

La testimonianza personale di Salvatore Nocera, che è tra l’altro presidente nazionale emerito del MAC (Movimento Apostolico Ciechi), sul ricordo dell’impatto con la scuola da persona cieca, ha reso ancora più potente l’esperienza dei ragazzi. «Questo incontro – commenta Nocera – ha seguito il primo promosso lo scorso anno dallo stesso Istituto Comprensivo [se ne legga anche sulle nostre pagine, N.d.R.]. La scuola che ha dato vita a questo progetto, dunque, ha scelto di coinvolgere ogni anno una classe dove è presente un compagno con disabilità, per farlo partecipare pienamente all’iniziativa di formare un libro sonoro il cui tema è scelto dalla classe stessa e i cui capitoli sono inventati da alunni e alunne e da loro recitati anche intercalando rumori e suoni per rendere più realistica la narrazione. Il libro viene presentato a fine anno, come è accaduto in questi giorni, nel corso di un evento con la presentazione delle famiglie e delle autorità di territorio, per donarlo all’UICI, che lo inserisce nella sua raccolta di libri registrati da fare ascoltare ai soci. Il tutto affiancato e coordinato da due docenti impegnatissime, sotto la responsabilità della Dirigente Scolastica, a propria volta impegnatissima e coinvolgente. Si tratta di un’esperienza che coincide con un modo nuovo di fare inclusione scolastica che mi auguro si diffonda presto nelle scuole, affiancandolo alla tradizionale lezione frontale. Ed è anche una preziosa opportunità per esercitare la solidarietà e la pace attraverso l’atto generoso di prestare la propria voce agli altri».

Gli ultimi due interventi dell’incontro sono stati quelli di Fabrizio Corradi, docente universitario alla LUMSA e psicotecnologo all’Istituto Leonarda Vaccari, che ha evidenziato il valore del libro parlato «come strumento che, oltre ad essere utile a persone con disabilità visiva, è prezioso e funzionale per tutti, grazie alla sua versatilità e alla sua capacità di rispondere a diversi stili cognitivi». E infine, Saveria Dandini de Sylva, presidente dell’Istituto Leonarda Vaccari, oltre a congratularsi per la lodevole iniziativa, che ha pienamente condiviso, ha presentato a propria volta il libro parlato recentemente realizzato all’interno dell’Istituto Vaccari, in versione audio e con un accesso tramite QRcode alla versione in CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa). (S.B.)

*Il Service Learning è un approccio educativo che integra il servizio alla comunità con l’apprendimento, promuovendo lo sviluppo di competenze e conoscenze attraverso l’impegno attivo in progetti solidali.

Per accedere al libro parlato realizzato nell’àmbito del progetto, fare riferimento a questo link. Per ulteriori informazioni: professoressa Laura Bonsi (laura.bonsi@docenti.scuola365.com); professoressa Chiara Serva (chiara.serva@docenti.scuola365.com).

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L’appello del Forum del Terzo Settore: fermare il massacro a Gaza!

Superando -

Nel corso della propria Assemblea dei Soci, il Forum Nazionale del Terzo Settore, che rappresenta oltre 100 reti nazionali di Terzo Settore, ha approvato un ordine del giorno sul dramma che si sta consumando nella Striscia di Gaza, chiedendo alle Istituzioni italiane di promuovere un’azione internazionale per fermare la guerra e i massacri in Palestina Una bimba tra le macerie di Gaza

Nel corso della propria Assemblea dei Soci, il Forum Nazionale del Terzo Settore, che rappresenta oltre 100 reti nazionali di Terzo Settore, ha approvato un ordine del giorno (a questo link il testo integrale) sul dramma che si sta consumando nella Striscia di Gaza.
«Il Forum del Terzo Settore – vi si legge tra l’altro – si è sempre posizionato fermamente per la pace e ha condannato l’uso della forza come soluzione alle crisi internazionali, seguendo i principi dalla Costituzione. Nella Striscia di Gaza, la risposta militare israeliana agli attacchi terroristici e al rapimento degli ostaggi civili da parte di Hamas e della Jihad islamica del 7 ottobre 2023 ha causato, in 18 mesi, oltre 52.000 vittime palestinesi, il 59% delle quali donne, anziani e minori. Le restrizioni israeliane all’accesso degli aiuti umanitari, in particolare il blocco di tutti i valichi dal 2 marzo scorso, hanno reso impossibile l’ingresso di beni di prima necessità, tra cui acqua, cibo, medicinali e l’accesso all’energia elettrica. E la violenza israeliana non ha risparmiato gli ospedali: quasi 2/3 delle 36 strutture ospedaliere sono state danneggiate o distrutte. Circa 20.000 persone, soprattutto bambini, rischiano di morire a causa di stenti, fame e condizioni sanitarie disastrate».

Il Forum sostiene quindi i contenuti della lettera indirizzata al ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, inviata dalle reti delle organizzazioni della società civile italiana aderenti al Forum stesso (AOI-Associazione delle ONG Italiane, CINI-Coordinamento Italiano NGO Internazionali e Link2007), chiedendo alle Istituzioni italiane di promuovere un’azione internazionale per fermare la guerra e i massacri in Palestina.
«In particolare – dichiarano dal Forum -, l’appello al Governo italiano è di contribuire a: condannare pienamente le ostilità e fermare tutte le autorizzazioni all’export di armamenti; impegnarsi per il rilascio degli ostaggi israeliani da parte di Hamas e dei palestinesi incarcerati senza giustificazione dal Governo israeliano; pretendere dal Governo israeliano la cessazione delle operazioni militari e dell’occupazione della Striscia di Gaza e della West Bank, e l’apertura dei valichi per gli aiuti umanitari; opporsi alla militarizzazione degli aiuti e facilitare l’attività umanitaria delle agenzie ONU e delle ONG internazionali; chiedere che i responsabili di crimini di guerra, crimini contro l’umanità e violazioni del diritto internazionale siano giudicati dal Tribunale Penale Internazionale». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: stampa@forumterzosettore.it.
A questo link vi è l’elenco completo di tutti i soci e degli aderenti al Forum Nazionale del Terzo Settore, tra cui anche la FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie).

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