Centri Territoriali di Supporto B.E.S. - Calabria
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Concorso per titoli ed esami per il reclutamento di dirigenti scolastici nei ruoli regionali presso le istituzioni scolastiche statali, ai sensi del D.M. 13 ottobre 2022, n. 194 – D.D.G. n. 2788/2023. Pubblicazione dei criteri di valutazione della...

Ultime da USR Calabria - 5 Giugno 2025 - 11:33am

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Verso i referendum dell’8 e 9 giugno: le simulazioni di voto dell’AIPD

Superando - 5 Giugno 2025 - 11:23am

In vista dei referendum dell’8 e 9 giugno, l’AIPD (Associazione Italiana Persone con Sindrome di Down), oltre a produrre la tradizionale Guida al voto denominata “Il mio voto conta”, ha anche visto già da tempo i propri operatori organizzare incontri formativi nei diversi territori in cui ha sede, fornendo ai partecipanti, anche tramite vere e proprie simulazioni di voto, tutte le necessarie istruzioni pratiche e logistiche Simulazione di voto a cura dell’AIPD (©AIPD)

«Le persone con disabilità intellettiva hanno il diritto e il dovere di votare, ma non tutti lo sanno. Questa nostra Guida nasce per ribadire e rendere esigibile questo diritto: essa rappresenta un “fiore all’occhiello” della nostra associazione, che riconosce autonomia, partecipazione e quindi cittadinanza attiva come valori fondamentali e imprescindibili. Si tratta di un’iniziativa che riscuote sempre un grande successo all’interno non solo della nostra Associazione, ma anche di altre organizzazioni, che la utilizzano per promuovere conoscenza e consapevolezza per l’esercizio di un diritto fondamentale, che deve essere di tutti e di tutte»: così Gianfranco Salbini, presidente nazionale dell’AIPD (Associazione Italiana Persone con Sindrome di Down), presenta la Guida al voto per il Referendum dell’8 e 9 giugno, prodotta dalla stessa AIPD, che segnaliamo oggi, dopo avere dato spazio anche a quanto realizzato in tale àmbito dall’ANFFAS (Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo), mentre quanto prima, in  altra parte del giornale, daremo conto delle operazioni di voto riguardanti tutte le altre forme di disabilità.

Tradizionale realizzazione dell’AIPD, denominata Il tuo voto conta, la guida cerca di spiegare in modo semplice, attraverso immagini e parole, i temi e i passaggi perché tutti e tutte possano esercitare consapevolmente il proprio diritto di voto. L’Associazione, in realtà, ha già visto per tutto il mese di maggio i propri operatori organizzare incontri formativi nei diversi territori in cui ha sede: con l’aiuto della Guida, infatti, i partecipanti hanno ricevuto innanzitutto istruzioni pratiche e logistiche sul voto (dove andare, cosa portare, come apporre il voto ecc.), venendo poi aiutati a comprendere il significato dei diversi quesiti, per poter fare la propria scelta consapevolmente.
«Le nostre Sezioni – spiega Francesco Cadelano, autore della guida insieme a Carlotta Leonori, educatore AIPD e referente dei percorsi di educazione all’autonomia dell’Associazione – hanno realizzato e stanno ancora realizzando attività formative, ma anche vere e proprie simulazioni, in vista dei referendum dell’8 e 9 giugno. Votare non è facile per nessuno, specialmente per una persona con disabilità intellettiva. Pensiamo a quanti passaggi siano necessari per esercitare il voto: ricordarsi di portare la carta di identità e la tessera elettorale; trovare il seggio e la sezione; entrare in cabina stando attenti a non sovrapporre le schede elettorali nel momento del voto; segnare con una croce la propria scelta; infine ripiegare con cura le schede elettorali, perché se si esce dalla cabina con la scheda aperta il voto è nullo. Per aiutare dunque le persone che frequentano la nostra Associazione ad essere pronte, pochi giorni prima delle elezioni, facciamo delle simulazioni di voto nelle nostre sedi, allestendo un vero e proprio seggio elettorale, con cabine, finti scrutatori, finti presidenti di seggio e i facsimile delle schede elettorali che scarichiamo dai siti istituzionali». (S.B.)

Ricordiamo ancora il link cui accedere per la Guida al voto dell’AIPD. Per ulteriori informazioni: ufficiostampaaipd@gmail.com.

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Pubblicazione richiesta di conciliazione mobilità, a.s. 2025/26 – scuola secondaria di secondo grado

Ultime da A.T.P. Catanzaro - 5 Giugno 2025 - 9:11am

Personale docente – rettifica organico di diritto e mobilità scuola secondaria di secondo grado, a.s. 2025/26

Ultime da A.T.P. Catanzaro - 4 Giugno 2025 - 7:27pm

Decreto proroga incarico per lo svolgimento di funzioni di DSGA

Ultime da A. T. P. Cosenza - 4 Giugno 2025 - 7:05pm

Ministero dell’Istruzione Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria – Direzione Generale Ufficio V – Ambito Territoriale di Cosenza Via Romualdo Montagna, 13 – 87100 Cosenza e-mail: usp.cs@istruzione.it – Posta ...

Storia di uno “smeraldo nella pietra” del Medioevo, ovvero sull’importanza dell’ambiente

Superando - 4 Giugno 2025 - 6:15pm

Ambientato nella Germania dei primi anni dell’XI secolo, il libro di Maria Giulia Cotini “Hermannus Contractus. Lo smeraldo di pietra“ fa riflettere sull’importanza dell’ambiente in cui la persona con disabilità è inserita, in questo caso nel Medioevo, ma naturalmente anche per le persone con disabilità di oggi per le quali è fondamentale essere inserite in contesti ricchi di possibilità, di relazioni umane che siano di supporto nello sviluppo delle potenzialità di ognuno

Hermannus Contractus. Lo smeraldo di pietra (Dalia edizioni, 2019) è un libro scritto da Maria Giulia Cotini che racconta una storia di accoglienza, coraggio e condivisione.
Ambientato nella Germania dei primi anni dell’XI secolo, il racconto, la cui lettura è molto scorrevole e piacevole, narra la vicenda di Hermannus, figlio del conte Wolferad di Altshausen: nato con una grave disabilità, viene rifiutato dalla famiglia, solo la madre gli dà un po’ d’amore. È considerato una persona poco intelligente e passa i primi anni della sua vita isolato da tutti e da tutto.
Ancora bambino, viene rinchiuso nel monastero di Reichenau, dove passerà il resto della sua vita; sarebbe potuta essere davvero la fine per Hermanus, se i monaci, in primis l’abate che lo accolse, non fossero andati al di là delle parole del Conte – che lo aveva presentato come del tutto incapace di comprendere la realtà che lo circondava e di interagire con gli altri – e non avessero scoperto le capacità, l’intelligenza di questo bambino, così limitato nel fisico.
Hermannus inizia così un percorso tutt’altro che facile: studierà, lotterà col suo corpo che oltre a gravi impedimenti, spesso gli causa forti dolori, ma riuscirà a fare cose impensabili, come cantare nel coro o, divenuto monaco, sostituire il suo maestro nell’insegnamento. Diventerà musico e astronomo, stupirà papi e imperatori, sarà l’orgoglio del monastero di Reichenau.

Al di là dell’ambientazione medioevale, l’autrice, anche lei persona con disabilità, affronta un tema quanto mai attuale e cioè l’importanza che venga data a ciascuno, al di là delle condizioni di partenza, la possibilità di sperimentarsi, anche di cadere e di fare fatica, di scontrarsi con i propri limiti che a volte sono davvero insuperabili, altre volte, invece, aggirando l’ostacolo si possono superare, scoprendo così potenzialità insperate.
È un libro che fa riflettere sull’importanza dell’ambiente in cui la persona con disabilità è inserita: come la vita di Hermannus avrebbe potuto essere del tutto diversa se fosse rimasto a casa sua, in un ambiente privo di stimoli, che non gli offriva alcuna opportunità, così anche per le persone con disabilità di oggi è fondamentale essere inserite in contesti ricchi di possibilità, di relazioni umane che siano di supporto nello sviluppo delle potenzialità di ognuno.

Maria Giulia Cotini ha fatto emergere anche i vari sentimenti che Hermannus prova nel suo percorso: la paura di aprirsi agli altri, al confronto che evidenzia – a volte impietosamente – i propri limiti, la gioia di nuove relazioni, il dolore per la perdita di un giovane amico. C’è anche il tema dell’assistenza, l’imbarazzo iniziale che sia Hermannus, sia chi lo aiuta prova in certi momenti in cui la cura riguarda la sfera più intima e personale; imbarazzo che poi col tempo lascia il posto alla confidenza e all’amicizia.
Non viene taciuta nemmeno la difficoltà, lo scoramento spesso provato a doversi confrontare con un corpo che non è come vorremmo che fosse, che non ci permette di fare tutto quello che desidereremmo, con cui dobbiamo giungere a dei compromessi.

*Il presente contributo è già apparso nel sito della Federazione LEDHA e viene qui ripreso, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

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“#Musicapertutti”: l’arte e la cultura che includono e accolgono

Superando - 4 Giugno 2025 - 5:46pm

Il 2 giugno il Museo Archeologico Nazionale di Calatia a Maddaloni (Caserta) ha aperto le proprie porte a “#Musicapertutti“ , evento che ha trasformato la tradizionale celebrazione della Festa della Repubblica in un inno alla condivisione, alla partecipazione e, soprattutto, all’inclusione senza se e senza ma. A raccontare com’è andata è la Federazione FISH Campania che ha curato l’iniziativa Un’immagine dell’evento “#Musicapertutti”

Il 2 giugno il Museo Archeologico Nazionale di Calatia a Maddaloni (Caserta) ha aperto le proprie porte a un’esperienza unica e vibrante, #Musicapertutti [se ne legga la presentazione sulle nostre pagine, N.d.R.], evento che ha trasformato la tradizionale celebrazione della Festa della Repubblica in un inno alla condivisione, alla partecipazione e, soprattutto, all’inclusione senza se e senza ma.
Promosso nell’àmbito delle iniziative del Ministero della Cultura, che hanno garantito l’accesso gratuito a tutti i luoghi di cultura statali nell’importante giornata del 2 giugno, #Musicapertutti ha superato ogni aspettativa. L’idea è stata quella di rendere la musica non solo un’arte, ma un vero e proprio linguaggio universale, capace di abbattere ogni barriera e di unire le persone, valorizzando ogni voce, ogni storia e ogni talento, a prescindere dalle condizioni personali.
«L’obiettivo di #Musicapertutti – ha commentato un rappresentante dell’organizzazione – è stato proprio quello di disegnare un percorso musicale itinerante negli spazi del museo, un viaggio che ha saputo valorizzare e sublimare il patrimonio culturale e la storia dell’antica Calatia, mettendola in dialogo con il valore inestimabile delle persone».

Lungo il percorso, dunque, i giovani musicisti hanno incantato il pubblico con le loro performance strumentali, intervallate da brevi ma significative descrizioni del museo e del suo ricco patrimonio archeologico. Un approccio, questo, in piena sintonia con i princìpi del progetto di vita e dell’empowerment delle persone, che discendono direttamente dall’articolo 3 della nostra stupenda e tuttora modernissima Costituzione il quale ci ricorda che «la Repubblica ha il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese». Un concetto, questo, che non sempre trova piena risonanza nella pratica quotidiana, dove talvolta si assiste alla creazione di percorsi “ad hoc” per le persone con disabilità, che pur nella loro intenzione positiva, rischiano di non tenere in debita considerazione la volontà e le vocazioni individuali, scambiando l’assistenza per la partecipazione e l’autodeterminazione. In queste occasioni, infatti, è come se si disegnasse un abito magnifico, ma senza prendere le misure di chi dovrà indossarlo: un gesto fatto con cura, ma che, non ascoltando la persona, non le permette di esprimere appieno il proprio stile e la propria unicità.
L’evento di Maddaloni, invece, ha dimostrato con forza come un museo possa e debba essere ben più di un semplice “custode della storia”. Il Museo di Calatia è diventato, per un giorno, uno spazio vivo, accessibile e accogliente, un luogo dove l’inclusione è palpabile e l’ascolto di ogni forma di espressione, valorizzando le differenze, è la priorità assoluta.

L’iniziativa, frutto della sinergia tra diverse realtà, è stata organizzata nel quadro delle attività della rete Campania tra le mani e dello stesso Museo Archeologico Nazionale di Calatia, con il patrocinio morale del Comune di Maddaloni e la partecipazione del Convitto Nazionale Statale Giordano Bruno di Maddaloni, il tutto a cura della nostra Federazione FISH Campania (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie), in collaborazione con HekAuxilium ETS, Musa APS e l’Associazione Culturale The Jack Studio – Accademia Musicale Lizard di Giugliano (Napoli).
L’ingresso al Museo e la partecipazione all’evento sono stati totalmente gratuiti, a sottolineare l’impegno per una cultura davvero accessibile a tutti.
Un ringraziamento speciale, dunque, a chi rende possibile l’inclusione e quindi un ringraziamento sentito a tutti coloro che hanno reso possibile questa giornata memorabile, dimostrando una sensibilità straordinaria verso l’inclusione e la fruizione dell’arte da parte di chiunque: la dottoressa Ilaria Menale, direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Calatia, per la grande sensibilità e l’apertura dimostrata; la dottoressa Carmela Pacelli di Campania Tra le Mani, responsabile del SAAD (Servizio di Ateneo per le Attività degli studenti con Disabilità e DSA) dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, per il prezioso supporto; l’intero personale del Museo Archeologico Nazionale di Calatia, per la professionalità e la dedizione; l’assessora alla Cultura del Comune di Maddaloni Caterina Ventrone, per il patrocinio e il sostegno istituzionale; il dirigente scolastico Rocco Gervasio del Convitto Giordano Bruno di Maddaloni; Valentina Ritieni della Lega del Filo d’Oro, per il costante impegno; Gennaro Pezzurro della nostra Federazione FISH Campania, ideatore di questo innovativo percorso che ci auguriamo possa proseguire nel tempo; Salvatore Cecere di The Jack, direttore artistico della rassegna, per la sua visione e il suo contributo artistico.

Questi, in conclusione, i protagonisti musicali di #Musicapertutti, tutti talentuosi musicisti che hanno riempito il Museo di note e armonia: Alice Merola (pianoforte e voce); Luigi Pianese e Anna Napolano (pianoforte e voce); la Banda dei Colori (gruppo giovanissimo di ogni forma e colore); Chen Li (pianoforte); Danilo Mendozza (pianoforte); Davide Fatticci (chitarra e voce); Elisa Orsini (violino); Noah Napolitano e Domenico Pezzurro (pianoforte e voce); Rita Feppo (pianoforte e voce); Vincenzo D’Ursi (pianoforte); Eloisa Suppa (flauto traverso).

L’augurio, pertanto, è che #Musicapertutti possa essere un esempio per altre realtà culturali e un invito a riflettere su come l’arte e la cultura possano diventare strumenti potenti per una società più inclusiva e accogliente. (FISH Campania)

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Verso i referendum dell’8 e 9 giugno: la guida “facile da leggere” e quella in CAA dell’ANFFAS

Superando - 4 Giugno 2025 - 4:47pm

Per cercare di tutelare al massimo il diritto di voto dei cittadini e delle cittadine con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, l’ANFFAS ha realizzato due guide al voto dei referendum dell’8 e 9 giugno, una in linguaggio “Easy to Read” (“facile da leggere e da comprendere”), l’altra in CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa), auspicando però che presto le istituzioni e gli organismi competenti garantiscano l’esigibilità del diritto di voto anche dal punto di vista dell’assistenza in cabina Parte di una pagina della guida al voto in CAA, prodotta dall’ANFFAS

«Gli Stati Parti garantiscono alle persone con disabilità il godimento dei diritti politici e la possibilità di esercitarli su base di uguaglianza con gli altri, e si impegnano a: (a) garantire che le persone con disabilità possano effettivamente e pienamente partecipare alla vita politica e pubblica su base di uguaglianza con gli altri, direttamente o attraverso rappresentanti liberamente scelti, compreso il diritto e la possibilità per le persone con disabilità di votare ed essere elette, tra l’altro: (i) assicurando che le procedure, le strutture ed i materiali elettorali siano appropriati, accessibili e di facile comprensione e utilizzo; (ii) proteggendo il diritto delle persone con disabilità a votare tramite scrutinio segreto, senza intimidazioni, in elezioni ed in referendum popolari, e a candidarsi alle elezioni, ad esercitare effettivamente i mandati elettivi e svolgere tutte le funzioni pubbliche a tutti i livelli di governo, agevolando, ove appropriato, il ricorso a tecnologie nuove e di supporto; (iii) garantendo la libera espressione della volontà delle persone con disabilità come elettori e a questo scopo, ove necessario, su loro richiesta, autorizzandole a farsi assistere da una persona di loro scelta per votare […]»: è questo, come ricorda l’ANFFAS (Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo), quanto mette in evidenza la prima parte dell’articolo 29 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, relativo a Partecipazione alla vita politica e pubblica, ribadendo quindi come la partecipazione politica e il voto siano un diritto di tutti i cittadini e le cittadine con disabilità, anche con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, e come sia fondamentale garantire i materiali informativi accessibili, al fine di rispettare la libera espressione della loro volontà politica, così come la possibilità di avere assistenza per entrare e votare in cabina elettorale.
«Eppure – dichiara Roberto Speziale, presidente nazionale dell’ANFFAS – siamo ancora lontani dalla piena accessibilità del voto in entrambi in sensi. Il diritto di voto, tuttavia, è un pilastro della democrazia e in tale ottica non possono esistere “cittadini di serie A” e “cittadini di serie B”, così come purtroppo si sentono e vengono considerate le persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo a cui lo Stato non fornisce supporti e strumenti per poter esprimere un voto consapevole e partecipare attivamente alla vita pubblica e politica del Paese».

«Non ci sono infatti materiali informativi accessibili – aggiunge Speziale -, redatti ad esempio in linguaggio Easy to Read (“facile da leggere e da comprendere”) e in CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa), che consentano di capire per cosa si sta votando e quali effetti abbia il proprio voto, né vi è la possibilità per i cittadini e le cittadine con disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo di poter essere accompagnati/accompagnate in cabina, poiché il voto assistito per legge è consentito solo alle persone che hanno una disabilità fisica: non è quindi previsto l’accompagnamento nemmeno da parte di un familiare».

«Chi ha una disabilità intellettiva o del neurosviluppo – dichiara ancora il Presidente dell’ANFFAS – non è minimamente considerato come un potenziale elettore e questo è provato anche dal fatto che gli stessi spot istituzionali che passano sui canali RAI hanno giustamente la versione in LIS (Lingua dei Segni Italiana), ma nessun altro tipo di informazione accessibile e ad aggravare la situazione c’è anche il linguaggio discriminatorio, stigmatizzante e stereotipato che viene utilizzato in alcuni spot per riferirsi alle persone con disabilità, cosa che abbiamo già segnalato alla RAI, alla ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli e al presidente dell’Autorità Garante Nazionale dei diritti delle persone con disabilità Maurizio Borgo».

Per cercare dunque di tutelare al massimo il diritto di voto dei cittadini e delle cittadine con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, l’ANFFAS ha realizzato due guide al voto dei referendum dell’8 e 9 giugno prossimi, una delle quali scritta in linguaggio Easy to Read (disponibile a questo link) e validata dai “lettori di prova” dell’Associazione, l’altra in CAA (disponibile a questo link).
«Quello che però auspichiamo – conclude Roberto Speziale – è che questo gap si colmi presto e che le istituzioni e gli organismi competenti garantiscano l’esigibilità del diritto di voto anche dal punto di vista dell’assistenza in cabina». (S.B.)

Ricordiamo ancora i link (qui e qui) ai quali sono disponibili le guide realizzate dall’ANFFAS in linguaggio Easy to Read e in CAA. Per ulteriori informazioni: comunicazione@anffas.net.

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Nota 21907 del 4 giugno 2025- Percorsi specializzazione sostegno - Indicazioni su modalità e tempistiche per espressione rinuncia al contenzioso secondo articolo del DM 77/2025

Ultime dal MIUR - 4 Giugno 2025 - 3:24pm

Nota 21907 del 4 giugno 2025- Percorsi specializzazione sostegno - Indicazioni su modalità e tempistiche per espressione rinuncia al contenzioso secondo articolo del DM 77/2025

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Esami di stato a.s. 2024/2025 – Pubblicazione commissioni esami di Stato a.s. 2024/2025

Ultime da A. T. P. Cosenza - 4 Giugno 2025 - 2:03pm

Ministero dell’Istruzione Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria – Direzione Generale Ufficio V – Ambito Territoriale di Cosenza Via Romualdo Montagna, 13 – 87100 Cosenza e-mail: usp.cs@istruzione.it – Posta ...

Esami di stato a.s. 24/25 – Comunicato stampa – Maturità2025, online le commissioni d’Esame

Ultime da A. T. P. Cosenza - 4 Giugno 2025 - 2:01pm

Ministero dell’Istruzione Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria – Direzione Generale Ufficio V – Ambito Territoriale di Cosenza Via Romualdo Montagna, 13 – 87100 Cosenza e-mail: usp.cs@istruzione.it – Posta ...

Torna “Open Estate” a Torino

Superando - 4 Giugno 2025 - 1:54pm

Anche questa estate lo spazio di diversità “Open” della Fondazione Time2 di Torino sarà un luogo dove imparare, giocare, divertirti e stare in compagnia, fino all’8 agosto, per giovani tra i 15 e i 29 anni con e senza disabilità. E per presentare il programma, tornerà per la seconda edizione la “Festa prima dell’estate“, due giornate, il 5 e 6 giugno, tra teatro, podcast e fotografia, ma anche con ping-pong e calcetto Lo spazio “Open” della Fondazione Time2 di Torino

Anche questa estate lo spazio di diversità Open della Fondazione Time2 di Torino (Corso Stati Uniti, 62/b) sarà un luogo dove imparare, giocare, divertirti e stare in compagnia, fino all’8 agosto.
Divenuto infatti ormai un vero proprio punto di riferimento per i giovani torinesi tra i 15 e i 29 anni con e senza disabilità, Open Estate prevede attività sempre diverse, aperitivi e un’aula studio e tante possibilità di svago e incontro anche nei mesi più caldi dell’anno.

E per presentare il programma, tornerà per la seconda edizione la Festa prima dell’estate, due giornate, il 5 e 6 giugno, tra teatro, podcast e fotografia, ma anche con ping-pong e calcetto, «per festeggiare insieme – come viene sottolineato – la conclusione delle attività svolte durante l’anno e arrivare in forma per l’estate di Open. (S.B.)

A questo link un ampio approfondimento sull’iniziativa. Per ogni altra informazione: Ufficio Stampa Fondazione Time2 (Silvia Bellucci), silviabellucci@live.it.

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Esame di Stato Conclusivo del Secondo Ciclo d’Istruzione a.s. 2024-25- elenco commissioni complete

Ultime da A.T.P. Catanzaro - 4 Giugno 2025 - 1:52pm

Ministero dell’Istruzione e del Merito Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria – Direzione Generale Ufficio II – Ambito Territoriale di Catanzaro Via Cosenza, 31 – ...

Personale docente – Decreto esecuzione sentenza n. 391/2025 emessa della Corte d’Appello di Catanzaro – NESCI Emanuela Maria

Ultime da A.T.P. Catanzaro - 4 Giugno 2025 - 1:31pm

Esame di stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione. Commissioni complete divise per province

Ultime da USR Calabria - 4 Giugno 2025 - 1:28pm

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Risposte alle domande più frequenti sulla verifica del PEI e sulle ore di sostegno e assistenza

Superando - 4 Giugno 2025 - 1:22pm

La Federazione Osservatorio 182 rende disponibili, a beneficio delle famiglie di alunni e alunne con disabilità, una serie di risposte alle domande più frequenti in merito alla verifica finale del PEI (Piano Educativo Individualizzato) e alle modalità con cui si formula la proposta delle ore di sostegno didattico e di assistenza specialistica

«Con questo lavoro intendiamo ribadire l’importanza del coinvolgimento pieno delle famiglie nei processi decisionali che riguardano l’inclusione scolastica, promuovendo una cultura della corresponsabilità e della tutela dei diritti»: lo dicono dalla Federazione Osservatorio 182, rendendo disponibili (a questo link), a beneficio delle famiglie di alunni e alunne con disabilità, una serie di risposte alle domande più frequenti in merito alla verifica finale del PEI (Piano Educativo Individualizzato) e alle modalità con cui si formula la proposta delle ore di sostegno didattico e di assistenza specialistica.
«Si tratta – sottolineano dalla Federazione – del frutto di un lavoro collettivo e aggiornato in base alla normativa vigente». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: osservatorio182.federazione@gmail.com.

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La doppia violenza contro le donne con disabilità: un corso di formazione a Grosseto

Superando - 4 Giugno 2025 - 1:09pm

Si intitolerà “La violenza di genere contro le donne con disabilità. Una doppia violenza” il corso di formazione promosso dall’Associazione Olympia de Gouges di Grosseto che prevede tre appuntamenti il 6, il 13 giugno e il 27 giugno, rivolti alle Operatrici d’Ascolto dei Centri Antiviolenza dell’Associazione stessa, ma anche a psicologhe, avvocate e altre persone attive nelle Associazioni partner del progetto “Contrasto alla violenza di genere verso le donne con disabilità”, finanziato dal Comune di Grosseto Un ritratto giovanile di Olympe de Gouges alla quale si deve la “Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina” del 1791 e dalla quale prende il nome l’Associazione Olympia de Gouges di Grosseto

La violenza di genere contro le donne con disabilità. Una doppia violenza: si intitola così il corso di formazione promosso dall’Associazione Olympia de Gouges di Grosseto che prevede tre appuntamenti nel corrente mese di giugno, iniziativa rivolta alle Operatrici d’Ascolto dei Centri Antiviolenza dell’Associazione stessa, ma anche a psicologhe, avvocate e altre persone attive nelle Associazioni partner del progetto Contrasto alla violenza di genere verso le donne con disabilità finanziato dal Comune di Grosseto.
«La violenza contro le donne con disabilità è un fenomeno poco raccontato e talvolta sommerso, fatto di discriminazioni multiple, di violenze subdole – si legge nella locandina predisposta dall’Associazione per promuovere l’iniziativa –. Scopo del corso è portare alla luce questa realtà, fornendo alle Operatrici dei Centri Antiviolenza Olympia de Gouges, e alle persone appartenenti alle Associazioni partner del progetto, gli strumenti per intervenire nei rispettivi ambiti di competenza».

I tre incontri, di tre ore ciascuno, si svolgeranno di venerdì, secondo il seguente calendario: il 6 giugno, chi scrive, Simona Lancioni, sociologa e documentalista, svilupperà il tema Libere dalla violenza – tutte e ciascuna. Inquadramento generale della violenza sulle donne con disabilità; il 13 giugno  la psicoterapeuta Paola Ulissi esporrà un intervento centrato sugli Aspetti psicologici e relazionali che caratterizzano la violenza sulle donne con disabilità per individuare gli strumenti di intervento; infine, il 27 giugno, l’avvocata Martine Menna si soffermerà sugli Aspetti legali, normativi e di tutela.
Gli incontri si svolgeranno presso la sede di Grosseto dell’Associazione Olympia de Gouges (Via Ansedonia, 6). Tale Associazione si è costituita nel 1998 e attualmente gestisce due Centri Antiviolenza (a Grosseto e a Orbetello), quattro Punti di Ascolto (a Follonica, Amiata, Capalbio e Manciano), una Casa Rifugio ad indirizzo segreto e una Casa di seconda accoglienza. Essa fa parte dell’Associazione Nazionale D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza) e di TOSCA, il Coordinamento Toscano dei Centri Antiviolenza.

Olympe de Gouges (1748-1793), la figura a cui si ispira l’Associazione grossetana, è stata una drammaturga e attivista francese che visse durante la Rivoluzione Francese. A lei si deve la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina (del 1791), che affermava l’uguaglianza politica e sociale tra uomini e donne. Per le sue idee venne condannata a morte sulla ghigliottina, condanna che venne eseguita a Parigi, il 3 novembre 1793. (Simona Lancioni)

Per ulteriori informazioni: segreteria@olympiadegouges.net.
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa), e viene qui ripreso, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

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Uno stage di sport motoristici per persone con disabilità all’Autodromo di Imola

Superando - 4 Giugno 2025 - 12:47pm

Quattordici persone che hanno completato il trattamento protesico-riabilitativo e il percorso di conseguimento di una patente speciale di guida partecipano allo stage di sport motoristici organizzato per oggi, 4 giugno e per domani, 5 giugno, dal Centro Protesi INAIL e dal CIP Emilia Romagna (Comitato Italiano Paralimpico), presso l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, con la collaborazione della FISAPS (Federazione Italiana Sportiva Automobilismo Patenti Speciali)

Quattordici persone che hanno completato il trattamento protesico-riabilitativo e il percorso di conseguimento di una patente speciale di guida: sono i partecipanti allo stage di sport motoristici organizzato per oggi, 4 giugno e per domani, 5 giugno, dal Centro Protesi INAIL e dal CIP Emilia Romagna (Comitato Italiano Paralimpico), presso l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, con la collaborazione della FISAPS (Federazione Italiana Sportiva Automobilismo Patenti Speciali).

«Il percorso di reinserimento nella vita di relazione dopo un grave infortunio – spiegano dal Centro Protesi INAIL – può essere agevolato da attività come la pratica di una disciplina sportiva o il conseguimento di una patente speciale. Sia lo sport sia la mobilità rappresentano infatti per le persone con disabilità momenti fondamentali di partecipazione sociale e di recupero dell’autonomia individuale. Presso il nostro Centro a Vigorso di Budrio (Bologna), sono attivi da alcuni anni un servizio che affronta globalmente l’aspetto della mobilità con veicoli e un servizio di informazione e orientamento allo sport riconducibile al Progetto Sport, ideato in collaborazione con il CIP Emilia Romagna, nell’àmbito del Piano quadriennale per la promozione dell’attività sportiva INAIL-CIP. Tra le iniziative previste dal Progetto Sport, dunque, gli stage tematici sono particolarmente efficaci poiché, articolandosi su più giornate, consentono un concreto avvicinamento ad una o più discipline in termini sia qualitativi, sia quantitativi. Ne è un chiaro esempio lo stage di sport invernali che da oltre dieci anni viene organizzato nel mese di dicembre. È proprio sulla base di questa esperienza che è stato organizzato anche lo stage di Imola dedicato agli sport motoristici, che si articola su una prima giornata – oggi, 4 giugno – riservata al corso di guida sportiva teorico-pratico, cui seguirà domani, 5 giugno, l’evento Sport motoristici e disabilità, dedicato ai kart, alle moto e ai veicoli adattati, il tutto con presentazioni tecniche, prove in pista e dimostrazioni di veicoli e moto adattate per persone con disabilità».

La giornata di domani, 5 giugno, sarà pertanto aperta dai saluti istituzionali di Angelo Andretta, direttore del Centro Protesi INAIL, di Melissa Milani, presidente del CIP Cip Emilia Romagna, di Elena Penazzi, assessora del Comune di Imola all’Autodromo e di Mario Tubertini, commissario straordinario-direttore generale dell’Istituto Riabilitativo Montecatone, struttura che sarà presente anche con alcuni propri degenti, per assistere all’iniziativa. (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Simona Amadesi (s.amadesi@inail.it).

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Oggi il disability manager è una necessità strutturale per dare attuazione concreta ai diritti delle persone con disabilità

Superando - 4 Giugno 2025 - 12:23pm

«Il nostro convegno di Roma ha dimostrato che il disability manager non è più una figura sperimentale, ma una necessità strutturale per dare attuazione concreta ai diritti delle persone con disabilità»: lo afferma Rodolfo Dalla Mora, presidente di SIDIMA (Società Italiana Disability Manager) e AIDIMA (Associazione Italiana Disability Manager), ricordando anche la proroga al 10 giugno dei termini di iscrizione ai nuovi percorsi formativi, promossi in collaborazione con Make4Work La consegna a Valentina Tomirotti (a destra) del “Premio Internazionale SIDIMA 2025”

«Questo convegno è stato molto più di un evento formativo: è stato un momento di confronto autentico e partecipato tra istituzioni, professionisti, enti e cittadini, uniti dalla volontà di valorizzare il ruolo strategico del disability manager nei diversi àmbiti della vita sociale. A una sola settimana di distanza dall’evento, infatti, abbiamo registrato un segnale forte di interesse verso la figura del disability manager, la nostra rete associativa e i percorsi formativi da noi promossi. Questo ci spinge a condividere alcune riflessioni, esprimere i nostri ringraziamenti e guardare alle prospettive che si sono delineate per il futuro»: lo dicono da SIDIMA (Società Italiana Disability Manager) e AIDIMA (Associazione Italiana Disability Manager), commentando con toni decisamente positivi il convegno Il Disability Manager: competenze, alleanze e strumenti per un futuro inclusivo, promosso il 22 maggio a Roma, presso la Regione Lazio, avvalendosi del patrocinio di quest’ultima e di RAI per la Sostenibilità (se ne legga anche la nostra presentazione).

Un commento che è anche l’occasione per rilanciare ulteriormente i prossimi percorsi formativi percorsi formativi progettati e promossi dalla SIDIMA, in collaborazione con il partner Make4Work, presentati durante il convegno da Giorgio Di Dato, fondatore di Make4Work e da Francesco Di Coste, presidente dell’AIHC (Associazione Italiana Health Coaching), le cui iscrizioni sono state prorogate fino al 10 giugno (a questo link il modulo per iscriversi). Si tratta, lo ricordiamo, di corsi che propongono una formazione qualificata per acquisire le competenze necessarie alla figura del disability manager, tenuti da docenti esperti.

A livello istituzionale, tra i messaggi più incisivi del convegno di Roma vi è stato quello della ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli, che ha espresso pieno sostegno alla figura del disability manager, definendola «centrale nell’attuazione dei diritti sanciti dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità». A rafforzare la medesima visione, chiedendo di integrare il disability manager nelle politiche sociali, sanitarie e territoriali, sono quindi intervenuti Massimiliano Maselli, assessore all’Inclusione Sociale e ai Servizi alla Persona della Regione Lazio; Maria Chiara Iannarelli, consigliera regionale del Lazio, vicepresidente della IX Commissione Regionale (Lavoro, Formazione, Politiche Giovanili, Pari Opportunità, Istruzione, Diritto allo Studio; Mario Conte, sindaco di Treviso e presidente dell’ANCI Veneto (Associazione Nazopnale Comuni Italiani); Massimo Pulin, presidente nazionale di Confimi Industria Sanità; Giancarlo Ruscitti, direttore direttore dei Servizi Sociosanitari – Azienda Regionale Coordinamento Sanitario della Regione Friuli Venezia Giulia.

Particolarmente significativa, quindi, è stata la consegna del Premio Internazionale SIDIMA 2025, assegnato a tre giornalisti distintisi «per un racconto autentico e rispettoso della disabilità», vale a dire Alberto Puoti, premiato «per il rigore giornalistico e la sensibilità con cui affronta le fragilità umane», Andrea Parrella, «per avere dato voce, con empatia, alle persone con disabilità» e Valentina Tomirotti, «per avere rotto stereotipi con forza ironica e linguaggio diretto, attraverso il blog e i social».

Al cuore del convegno vi sono state poi le testimonianze operative dirette delle e dei disability manager della rete di AIDIMA, che hanno condiviso esperienze concrete nei diversi àmbiti dell’inclusione. Silvia Assennato e Maurizio Ottaviani hanno inquadrato gli aspetti normativi della figura. Stefano Sacchetti ha illustrato il ruolo del disability manager nei percorsi di inclusione lavorativa. Francesca Di Meo e Luca Des Dorides hanno condiviso linee guida per ambienti accessibili a persone sia sorde che udenti. Francesca Mazzi ha presentato un progetto dedicato a giovani con neurodivergenza. Valentina Papa ha offerto una testimonianza personale come leva di cambiamento culturale. Marco Bozzetti ha riflettuto su tecnologia, intelligenza artificiale e nuove barriere. Fabio Lotti ha affrontato la sfida della Digital Inclusion, in relazione alla Direttiva Europea sull’Accessibilità (European Accessibility Act), che entrerà in vigore proprio alla fine di questo mese di giugno. Marzia Macchiarella ha presentato il modello dell’Access Coordinator nei media italiani. Federica Cattani ha raccontato il progetto Cinema per tutti; Valentina Giansanti, infine, si è soffermata sull’approccio di prossimità e di orientamento nel territorio.

«Il nostro convegno del 22 maggio – afferma Rodolfo Dalla Mora, presidente di SIDIMA e AIDIMA – ha dimostrato che il disability manager non è più una figura sperimentale, ma una necessità strutturale per dare attuazione concreta ai diritti delle persone con disabilità. La qualità degli interventi e l’ampia partecipazione hanno confermato infatti la possibilità di passare da una cultura dell’accessibilità a una cultura della responsabilità inclusiva. Sono stati in particolare tre i messaggi chiave, ossia l’urgenza di integrare stabilmente il disability manager nei contesti pubblici e privati, la necessità di rafforzare alleanze tra territori, istituzioni e società civile e l’importanza di investire in formazione qualificata e reti professionali competenti».

In conclusione Dalla Mora intende esprimere un sentito ringraziamento a tutte e tutti i partecipanti, sottolineando anche come «il convegno di Roma abbia dato voce a una comunità professionale viva, competente e determinata. Rivolgo in particolare un ringraziamento speciale a Nicola Marzano, vicepresidente della SIDIMA, a Palma Marino Aimone, vicepresidente dell’AIDIMA, ad Amerigo Mizzon, disability manager della rete AIDIMA, a Fabio Amanti, presidente della Consulta Malattie Neuromuscolari ETS e a Bianca Montico, esperta nel campo dell’inclusione». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: segreteria.aidima@gmail.com.

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Non dimentichiamo mai di essere un popolo accogliente

Superando - 4 Giugno 2025 - 11:26am

«Il dibattito sui quattro referendum riguardanti il lavoro – scrive Salvatore Nocera – rischia di oscurare il quinto referendum sulla cittadinanza che non è meno importante degli altri. In questa epoca di odio e di guerre fratricide, infatti, una risposta positiva con un “Sì” a tale referendum sarebbe solo una piccola cosa, ma significativa, che un popolo accogliente, come è sempre stato il nostro, dovrebbe dare»

Il dibattito sui quattro referendum riguardanti il lavoro rischia di oscurare il quinto referendum sulla cittadinanza che non è meno importante degli altri. Dico questo perché mi occupo da molto tempo di inclusione scolastica e sempre più frequentemente i colleghi docenti mi riferiscono di avere in classe alunni/alunne stranieri con e senza disabilità che parlano benissimo l’italiano e hanno acquisito una buona educazione civica, ma non hanno la cittadinanza italiana a causa di una legge che prevede un percorso farraginoso e molto lungo per pervenire all’acquisizione di essa.
Il referendum si limita solo a ridurre a 5 anni il periodo temporale pari all’attuale previsione normativa di 10 anni, non per ottenere la cittadinanza, si badi bene, ma solo per inoltrare l’istanza si avvio del procedimento che prevede l’accertamento di numerose difficili condizioni prima di potersi concludere con il riconoscimento dell’agognata cittadinanza stessa. Già, perché attualmente i dieci anni non decorrono dall’arrivo in Italia, ma dal conseguimento di un permesso di soggiorno regolare, per ottenere il quale occorre verificare l’acquisizione di altri requisiti; occorre inoltre dimostrare di avere un reddito minimo sufficiente per non gravare sulle finanze di assistenza dello Stato e degli Enti Locali. Ebbene, il Referendum dell’8 e 9 giugno non tocca minimamente tutti questi complessi percorsi accertativi; ripeto, si limita a ridurre a 5 gli anni dal regolare soggiorno, per poter presentare l’istanza di ottenimento della cittadinanza.

Personalmente sono favorevole a questo referendum per i motivi fin qui esposti; anzi, da sempre, in quanto ex docente, sono convinto che la condizione più corretta sarebbe quella del cosiddetto Jus Scholae, cioè avere frequentato almeno cinque anni della scuola italiana, compresa l’educazione civica, condizione che veramente è il presupposto per l’ingresso di una persona straniera nella  nostra comunità nazionale, con i requisiti accertati per il rispetto della Costituzione e dei doveri, oltre che dei diritti, da essa derivanti per ogni cittadino e cittadina.
Meritoriamente il Ministro dell’Istruzione e del Merito ha introdotto nel Decreto Legge 71/24 (convertito con modificazioni nella Legge 106/24) un articolo che prevede lo svolgimento di corsi di lingua italiana per gli studenti stranieri. L’acquisizione della nostra lingua, infatti, è un’altra condizione assai importante per una piena cittadinanza e ben lo sa la Caritas Italiana che già da tempo organizza corsi del genere.
Per gli stranieri adulti, è possibile la frequenza dei Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti, solitamente frequentati da persone adulte lavoratrici che possono seguirli solitamente di sera; non sarebbe – come non è – difficile la frequenza di tali corsi da parte di adulti stranieri, anche con lo svolgimento dei corsi di lingua italiana.

Invero, tempo addietro, anche il partito Forza Italia aveva avanzato questa proposta; ma poi non se n’è più parlato. E tuttavia la prospettiva dell’introduzione in Italia dello Jus Scholae appare per il momento politicamente assai improponibile; pertanto, per alleviare i problemi esistenziali delle persone migranti che ottengono il permesso di regolare soggiorno, il referendum è un piccolo, ma significativo sollievo.
Proprio per questo ritengo che l’invito a non votare sia una scelta ovviamente strategica per non fare raggiungere il quorum e quindi non fare approvare la richiesta referendaria dei 5 anni. Ma il risultato positivo di questo referendum, come detto, sarebbe una così piccola cosa, che appare incredibile possa essere rifiutata da un popolo in continuo, pericoloso calo demografico, che sta già procurando (e si prevede che ne produrrà ancora di più nei prossimi anni) vuoti in tutti i posti di lavoro, a partire da quelli della scuola.
Il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, nella sua relazione del 30 maggio scorso, stimava che nel 2050 il numero di lavoratori mancanti, a causa del calo delle nascite, sarà di 5 milioni.
Personalmente ho molto apprezzato l’enciclica di Papa Francesco Fratelli Tutti, per la sua apertura alla fratellanza universale e all’accoglienza da contrapporre alla violenza fisica e verbale che sta dominando il mondo.
Negli ultimi anni di interventi per evitare le migrazioni in Italia con le cosiddette “carrette della morte” ve ne sono stati. La Comunità di Sant’Egidio, ad esempio, ha realizzato alcuni “corridoi umanitari”, insieme alla Chiesa Valdese, che programmano l’ingresso regolare e un’accoglienza “civile” di persone migranti nel nostro Paese. E anche Superando, pochi giorni fa, ha pubblicato la notizia dell’accoglienza organizzata da parte delle Misericordie dell’Area Fiorentina per 19 profughi da Gaza; ora si sta realizzando l’accoglienza dell’unico dei dieci figli di una pediatra di Gaza, ferito a seguito della morte del padre e degli altri nove fratellini, a causa di un bombardamento del Governo israeliano, ulteriore risposta “eccessiva e crudele” all’inumano massacro operato da Hamas il 7 ottobre 2023. E che anche il massacro da parte del Governo israeliano sia inaccettabile lo hanno detto il nostro Ministro degli Esteri Tajani, il Forum del Terzo Settore, come riferito anche su queste pagine, e, non certo ultimo, il presidente della Repubblica Mattarella, che il 1° giugno ha espresso parole giustamente durissime sulla violazione dei diritti umani a Gaza.
A Roma, i Gesuiti di Via degli Astalli da tempo svolgono una meritoria attività di accoglienza di “rifugiati”, non solo politici, in base al diritto internazionale, ma anche di rifugiati per motivi economici, in base alla legge universale della fratellanza umana.

Per concludere, in questa epoca di odio e di guerre fratricide, una risposta positiva con un “Sì” al referendum sulla cittadinanza mi sembra il minimo che un popolo accogliente, come è sempre stato il nostro, dovrebbe dare, anche perché dovrebbe essere memore di avere avuto in passato centinaia di migliaia dei propri membri costretti ad emigrare. Ed a questa memoria rinvia anche la Bibbia nel testo del Levitico (capo 19, versetto 34).

*Già presidente nazionale del MAC (Movimento Apostolico Ciechi).

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