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Il Terzo Settore oltre il fare

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Si intitolerà “Il Terzo Settore oltre il fare”, così come il volume di Autori Vari che vi verrà presentato, l’Assemblea del Forum Nazionale del Terzo Settore, in programma per il 28 maggio a Roma, durante la quale vi sarà anche la cerimonia conclusiva della prima edizione di “Terzo-Premio Claudia Fiaschi”, iniziativa rivolta alla migliore tesi di laurea magistrale e alla migliore tesi di dottorato di ricerca sul valore e l’impatto del Terzo Settore

In programma per la mattinata del 28 maggio a Roma (Auditorium Rieti, Via Rieti, 13), l’Assemblea del Forum Nazionale del Terzo Settore si intitolerà Il Terzo Settore oltre il fare e coinciderà anche con la consegna dei premi della prima edizione di Terzo-Premio Claudia Fiaschi, bando promosso in collaborazione con «Corriere Buone Notizie», dedicato segnatamente alla memoria di Claudia Fiaschi, scomparsa lo scorso anno e che fu portavoce del Forum. Un’iniziativa, lo ricordiamo, che metterà a disposizione 1.500 e 2.500 euro, rispettivamente per la migliore tesi di laurea magistrale e la migliore tesi di dottorato di ricerca sul valore e l’impatto del Terzo Settore. Vincitrici sono risultate Noemi Aondio, per una tesi di laurea magistrale in Social Design, e Cristiana Perego, per una tesi di dottorato in Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito (a questo link sono disponibili i dettagli delle tesi vincitrici e di tutte quelle presentate e valutate dal Comitato Scientifico).

Successivamente verrà presentato il volume denominato anch’esso Il Terzo Settore oltre il fare con cui il Forum, attraverso i contributi di alcuni dei principali protagonisti e osservatori dell’evoluzione sociale degli ultimi decenni, intende contribuire al rafforzamento culturale e identitario del Terzo Settore.
Vi sarà quindi un dibattito sulle sfide e il ruolo del Terzo Settore nel presente e nel futuro, con alcuni degli autori del volume, vale a dire Luca Antonini (vicepresidente della Corte Costituzionale), Andrea Bassi (sociologo), Luigi Bobba (presidente della Fondazione Terzjus), Ledo Prato (segretario generale di Mecenate 90), Ermete Realacci (presidente della Fondazione Symbola), Emanuele Rossi (costituzionalista), Chiara Saraceno (sociologa) e Stefano Zamagni (economista). (S.B.)

A questo link è disponibile il programma completo dell’evento del 28 maggio che sarà anche diffuso in diretta sul canale YouTube del Forum del Terzo Settore. Per ulteriori informazioni: stampa@forumterzosettore.it.
A questo link vi è l’elenco completo di tutti i soci e degli aderenti al Forum Nazionale del Terzo Settore, tra cui anche la FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie).

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Direttiva Europea sulla violenza di genere e donne con disabilità: importanti quelle Linee Guida

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La Direttiva dell’Unione Europea sulla lotta alla violenza contro le donne contiene importanti tutele anche per le donne con disabilità, ma per entrare in vigore dev’essere recepita negli ordinamenti nazionali di tutti i 27 Stati Membri dell’Unione entro il 14 giugno 2027. Il Forum Europeo sulla Disabilità ha prodotto nuove Linee Guida che forniscono informazioni e strumenti pratici per aiutare in particolare le organizzazioni di persone con disabilità a farla applicare nei propri Paesi Salvador Dalì, “Ragazza seduta vista di spalle”, 1925, Museo Reina Sofia, Madrid (particolare)

La Direttiva (UE) 2024/1385 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 14 maggio 2024 sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica è un importante strumento giuridico che contiene anche diverse disposizioni specifiche a tutela delle ragazze e delle donne con disabilità vittime di violenza (se ne legga anche sulle nostre pagine, all’approfondimento disponibile a questo link). Proprio per garantire che i diritti delle donne e delle ragazze con disabilità siano effettivamente inclusi nel processo di recepimento della Direttiva dell’Unione Europea nelle leggi e nelle politiche nazionali, l’EDF, il Forum Europeo della Disabilità ha elaborato delle nuove Linee Guida per supportare i membri e i partner nel recepimento della Direttiva stessa (esse sono disponibili, in inglese, a questo link).
«Si tratta della prima normativa a livello di Unione Europea specificamente mirata ad affrontare la violenza di genere», osservano dal Forum, ma per entrare in vigore «deve essere recepita negli ordinamenti nazionali di tutti i 27 Stati Membri dell’Unione Europea entro il 14 giugno 2027. Questo processo è essenziale affinché i diritti e gli obblighi della Direttiva diventino realtà in tutta l’Unione Europea».

«Le donne e le ragazze con disabilità continuano a subire livelli sproporzionati di violenza, spesso senza un adeguato accesso alla protezione, ai servizi di supporto o alla giustizia – proseguono dal Forum –. Per questo motivo, le organizzazioni di persone con disabilità e i loro alleati svolgono un ruolo fondamentale nel definire le modalità di attuazione della Direttiva a livello nazionale». Esse, infatti, partecipando a questo processo, «possono non solo sostenere la piena attuazione della Direttiva, ma anche spingersi oltre l’àmbito di essa, promuovendo riforme cruciali come il divieto di sterilizzazione forzata e una migliore raccolta di dati disaggregati in base alla disabilità».

Le Linee Guida prodotte dall’EDF forniscono dunque informazioni e strumenti pratici per aiutare le organizzazioni di persone con disabilità e altre organizzazioni della società civile a promuovere una maggiore tutela delle donne e delle ragazze con disabilità contro la violenza. Esse sono divise in tre parti:
1. Comprendere la Direttiva e l’attuazione di essa: questa sezione spiega cosa include la Direttiva e come funziona il processo di recepimento. Essa evidenzia i principali diritti e obblighi che gli Stati Membri devono rispettare e attuare.
2. Suggerimenti e indicazioni per la difesa dei diritti: vi si possono trovare consigli pratici su come interagire con i decisori politici, sensibilizzare e proporre cambiamenti che rafforzino la protezione contro la violenza.
3. Due allegati con ulteriori risorse per supportare gli sforzi di advocacy (“rivendicazione”).

In conclusione, ricordiamo ancora una volta che le Linee Guida dell’EDF per il recepimento della Direttiva dell’Unione Europea sulla lotta alla violenza contro le donne sono disponibili, in inglese, a questo link. (Simona Lancioni)

Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h – Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, con alcuni riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

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Gli “Stati Generali sulle Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo” del Piemonte

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«Intendiamo portare nuovi spunti, confronti e interlocuzioni tra istituzioni, amministrazioni e realtà del Terzo Settore del Piemonte sui temi concernenti le disabilità intellettive e i disturbi del neurosviluppo, con il diretto protagonismo delle persone con disabilità intellettive e delle loro famiglie»: così l’ANFFAS Nazionale e l’ANFFAS Piemonte presentano la tappa piemontese degli “Stati Generali sulle Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo”, in programma per il 23 maggio a Torino

«Proseguiamo con entusiasmo il nostro viaggio attraverso le realtà regionali del Paese e prosegue con questo anche il nostro impegno nel promuovere confronto, dialogo e ascolto, al fine di raccogliere esperienze, individuare criticità e costruire buone prassi per una visione comune che possa rispondere realmente e concretamente alle esigenze delle persone con disabilità e delle loro famiglie». «Siamo felici di ospitare nella nostra Regione questo importante evento ANFFAS e siamo certi che anche dal Piemonte arriveranno spunti utili all’obiettivo finale di questo grande e lungo percorso, ossia la realizzazione di una società con pari diritti e pari opportunità».
Queste le rispettive dichiarazioni di Roberto Speziale, presidente nazionale dell’ANFFAS (Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo) e di Giancarlo D’Errico, presidente dell’ANFFAS Piemonte, nel presentare la nuova tappa del lungo percorso avviato ormai dallo scorso anno per gli Stati Generali ANFFAS sulle Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo, incontro che il 23 maggio a Torino (presso l’Auditorium della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Via Modane, 16) riguarderà appunto il Piemonte, con l’organizzazione dell’ANFFAS Regionale, in collaborazione con l’ANFFAS Nazionale.
«Con questo incontro – spiegano i promotori – intendiamo portare nuovi spunti, confronti e interlocuzioni tra istituzioni, amministrazioni e realtà del Terzo Settore del Piemonte sui temi concernenti le disabilità intellettive e i disturbi del neurosviluppo con un focus sulle specificità del territorio in termini di criticità e buone prassi, con il diretto protagonismo delle persone con disabilità intellettive e delle loro famiglie: presenti infatti, come sempre in questi appuntamenti, e pronti a far sentire la propria voce, al fine di rendere realmente esigibili i loro diritti, vi saranno gli Autorappresentanti della Regione il cui intervento contribuirà a dare maggiore consapevolezza della situazione nel contesto territoriale spronando a dare risposte concrete».

Moderati da Emanuela Bertini, direttore dell’ANFFAS Nazionale e con l’intervento anche questa volta di Alessandra Locatelli, ministra per le Disabilità, i lavori saranno aperti da Emilio Rota, vicepresidente nazionale dell’ANFFAS e dal già citato Giancarlo D’Errico. Quindi, dopo l’intervento degli Autorappresentanti e i saluti istituzionali, è in programma la sessione I diritti delle persone con disabilita intellettive e disturbi del neurosviluppo. Quadro Generale, con la relazione di Corinne Ceraolo Spurio, legale componente del Centro Studi Giuridici e Sociali dell’ANFFAS Nazionale, e la partecipazione di Marina D’Alberto, referente SAI dell’ANFFAS Piemonte e dell’ANFFAS di Torino.
Successivamente l’incontro prevede vari momenti di dibattito, a partire dal confronto tra le realtà ANFFAS della Regione Piemonte, cui seguiranno quattro tavole rotonde, dedicate rispettivamente ai temi Il ruolo fondamentale della scuola nel processo di abilitazione della persona, Verso un nuovo modello sostenibile di sostegni al progetto di vita, Esperienze e prospettive di inclusione reale attraverso sport, cultura, turismo e tempo libero e Obiettivo lavoro, l’importanza del lavoro come strumento di partecipazione e cittadinanza attiva per le persone con disabilità intellettiva: esperienze e prospettive.
Le conclusioni saranno affidate al presidente nazionale Roberto Speziale. (S.B.)

Sarà possibile partecipare all’incontro online su piattaforma Zoom oppure in presenza (previa iscrizione tramite questo link). Per ogni ulteriore informazione: comunicazione@anffas.net; segreteria@anffas.piemonte.it; nazionale@anffas.net.

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Disabilità e migrazioni: chiavi di lettura, strumenti e applicazioni

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Si chiama “Disabilità e migrazioni: chiavi di lettura, strumenti e applicazioni” uno degli interventi previsti per l’incontro del 26 maggio a Roma (ma fruibile anche online), intitolato “Chiave di lettura per un accesso alla complessità”, iniziativa formativa nell’àmbito di “NABILA”, progetto dell’ARCI Nazionale che offre servizi di supporto e orientamento per migranti con disabilità e in situazione di vulnerabilità

Promosso dall’ARCI Nazionale, il progetto NABILA si sostanzia in una linea telefonica gratuita per richiedenti e titolari di protezione internazionale, iniziativa nata nell’àmbito dell’intervento Assistenza ai rifugiati (articolo 2 del DPR 76/98), che offre servizi di supporto e orientamento per migranti con disabilità e vulnerabilità. Il tutto si avvale del finanziamento del Segretariato Generale del Dipartimento per il Coordinamento Amministrativo della Presidenza del Consiglio.
Si tratta, in concreto, di un Help Desk attivo a livello nazionale che fornisce assistenza socio-legale, mediazione linguistica e orientamento ai servizi territoriali attraverso la linea telefonica gratuita 800 999 977. Tra i servizi offerti: ascolto e supporto da remoto; orientamento tramite la JumaMap, una mappa interattiva per trovare molti servizi utili, gratuiti, per stranieri in Italia (ad esempio: dove dormire, supporto legale o psicologico, assistenza sanitaria, una scuola di italiano o una mensa); possibilità di appuntamenti in presenza presso la sede dell’Ufficio Immigrazione dell’ARCI Nazionale (lunedì e mercoledì, 10-17).

Tra le attività del progetto vi è anche quella di organizzare interventi di formazione sugli aspetti di pertinenza del progetto. È dunque con piacere che segnaliamo per il prossimo 26 maggio l’incontro di formazione dal titolo Chiave di lettura per un accesso alla complessità.
L’iniziativa, che si svolgerà dalle 9.30 alle 16, potrà essere seguita in presenza a Roma presso la sede dell’ARCI Nazionale (Via dei Monti di Pietralata, 16), oppure anche online (la registrazione, attraverso questo link, è obbligatoria, sia per chi seguirà in presenza, sia per la frequenza da remoto).
Questo il programma della giornata. In mattinata, Marco Accorinti, dell’Università di RomaTre, svilupperà il tema Il sistema di welfare e il fenomeno migratorio; Maurizio Marceca, dell’Università La Sapienza di Roma, esporrà l’intervento dal titolo Il fenomeno migratorio nella prospettiva della salute fisica, psichica e sociale; quindi Marco Tofani, dell’Università Link Roma, chiuderà la mattinata, parlando di Disabilità e migrazioni: chiavi di lettura, strumenti e applicazioni.
Dopo la pausa pranzo, con un catering curato dalla Cooperativa La Locanda dei Girasoli, che unisce cucina di qualità e inclusione sociale e lavorativa di giovani con sindrome di Down, sindrome di Williams e altre disabilità cognitive, nel pomeriggio è previsto un unico intervento, esposto dall’Associazione Approdi di Bologna, sul tema: Minori stranieri non accompagnati e vulnerabilità: l’intervento psicosociale. (Simona Lancioni)

Per ulteriori informazioni: progettonabila@arcinazionale.it.
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h – Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, con alcuni riadattamenti al diverso contenitore, insieme all’immagine utilizzata, per gentile concessione.

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Settimana Nazionale della Sclerosi Multipla: 25 anni di informazione, cambiamenti, consapevolezza e diritti

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«Era il 2000 – dicono dall’AISM – quando accendemmo per la prima volta i riflettori sulla sclerosi multipla con una settimana dedicata all’informazione su una malattia ancora sconosciuta ai più, alla ricerca necessaria per sconfiggerla e ai diritti delle persone. 25 anni dopo, la Settimana Nazionale della Sclerosi Multipla del 26 maggio-2 giuugno, da noi organizzata insieme alla nostra Fondazione FISM, è diventata un appuntamento radicato nella coscienza collettiva del Paese, un vero evento di cittadinanza attiva»

«Era il 2000 – dicono dall’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) – quando la nostra Associazione accese per la prima volta i riflettori sulla sclerosi multipla con una settimana interamente dedicata all’informazione su una malattia ancora sconosciuta ai più, alla ricerca necessaria per sconfiggerla, nonché ai diritti delle persone. Venticinque anni dopo, la Settimana Nazionale della Sclerosi Multipla, da noi organizzata insieme alla nostra Fondazione FISM, dal 26 maggio al 2 giugno, è diventata un appuntamento profondamente radicato nella coscienza collettiva del Paese, un vero evento di cittadinanza attiva, che si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica».
«E tuttavia – aggiungono dall’Associazione – si tratta di un traguardo che è anche un nuovo punto di partenza: se oggi, infatti, si stima che il 97% delle persone in Italia sappia cosa sia la sclerosi multipla, non tutti, però, ne conoscono i cosiddetti “sintomi invisibili”, come la fatica ed è proprio a questi aspetti che guarda la nostra campagna nazionale PortrAIts, per tornare a raccontare con emozione e innovazione visiva le sfide quotidiane delle persone con sclerosi multipla». 

Ad aprire simbolicamente la Settimana, già il prossimo 24 maggio, sarà dunque Siracusa, con un evento di forte impatto culturale e simbolico: al Teatro Greco della città siciliana, infatti, poco prima della replica di Edipo a Colono di Sofocle, verrà lanciato il messaggio nazionale di sensibilizzazione, con gli interventi di Francesco Italia, sindaco di Siracusa e presidente della Fondazione INDA (Istituto Nazionale del Dramma Antico) e di Gianluca Pedicini, presidente della Conferenza delle Persone con Sclerosi Multipla, per dare voce alle storie, alle urgenze e ai diritti di queste ultime.
Per l’occasione, sarà esposta anche la citata mostra fotografica PortrAIts, che per l’occasione arriverà per la prima volta in Sicilia dopo Roma e Milano. Come abbiamo già raccontato sulle nostre pagine, si tratta, lo ricordiamo, di nove ritratti che raccontano con l’aiuto dell’intelligenza artificiale i sintomi invisibili della sclerosi multipla, dando forma visiva alla fatica, al dolore, alla determinazione delle persone protagoniste. I ritratti stessi saranno visibili su tre grandi pannelli LED all’ingresso del teatro.

Momento centrale della Settimana Nazionale sarà poi la celebrazione della Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla (World MS Day), il 30 maggio, che l’AISM trascorrerà in mattinata a Roma, presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati.
«La Giornata Mondiale – sottolinea Mario Alberto Battaglia, presidente della MSIF, la Federazione Internazionale della Sclerosi Multipla – è un evento che unisce, che lancia messaggi di solidarietà per i milioni di persone che convivono con la sclerosi multipla, giovani e donne che ogni cinque minuti, in ogni parte del mondo, ricevono una diagnosi. Sono esattamente 124 i Paesi che, insieme all’Italia, condividono il valore di questa giornata: un invito rivolto a ciascuno di noi ad agire, a compiere almeno un gesto di ascolto e cambiamento verso la libertà dalla sclerosi multipla, perché ogni azione conta».
Per rendere dunque visibile il valore di questo messaggio, la sera del 30 maggio numerosi monumenti di tutta Italia si illumineranno di rosso.

All’Hotel Villa Pamphili di Roma, poi, il 27, 28 e 29 maggio la Fondazione FISM riunirà la comunità scientifica nazionale e internazionale per fare il punto sulla ricerca finanziata, con un focus speciale dedicato ai dieci anni del Registro Nazionale Sclerosi Multipla e alla presentazione dei risultati dei principali progetti giunti a conclusione, senza dimenticare, il giorno 29, la consegna del Premio Rita Levi Montalcini a un ricercatore di meno di 40 anni, impegnato a costruire il futuro della scienza, della speranza e della cura.
«In questi 25 anni – dicono dall’AISM -, grazie al lavoro della nostra Associazione e della FISM, la ricerca scientifica ha fatto passi avanti fondamentali: le terapie si sono moltiplicate e diversificate, migliorando concretamente la qualità della vita delle persone. E anche la riabilitazione, oggi, è riconosciuta come un alleato strategico con valore neuroplastico, capace di agire sul sistema nervoso per contrastare l’impatto della malattia».

«La Settimana Nazionale della Sclerosi Multipla – concludono dall’Associazione – è oggi il simbolo concreto di come la percezione di una malattia possa cambiare quando è sostenuta da una rete viva e attiva, presente in tutte le Regioni, in ogni città e piazza del nostro Paese. Questa 25^ edizione è una vera e propria chiamata alla cittadinanza attiva, un invito a costruire ponti, stringere alleanze, partecipare a un cambiamento che riguarda tutti e che deve entrare con forza nell’agenda del nostro Paese. Perché, dopo venticinque anni, possiamo dirlo con convinzione: la sclerosi multipla non ci ferma, ma ci rende cittadini corresponsabili». Va del resto in questa stessa direzione anche la collaborazione con l’UNPLI (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia), che dal 26 maggio al 2 giugno si sostanzierà in tante piazze del Paese, per invitare a firmare la Carta dei Diritti delle Persone con Sclerosi Multipla e Patologie Correlate, loro Familiari e Caregiver e aderire all’Agenda della Sclerosi Multipla. (S.B.)

Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: Ufficio Stampa e Comunicazione AISM (Barbara Erba), barbaraerba@gmail.com.

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Le attività della Federazione Osservatorio182

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La Federazione Osservatorio182, che a pochi mesi dalla propria costituzione può contare su 23 organizzazioni associate, si propone quale interlocutore aperto e costruttivo per le istituzioni scolastiche e per la società civile, con l’intento di contribuire a un modello di scuola che non lasci indietro nessuno e che superi ogni logica di esclusione

«Al centro della nostra azione c’è una visione inclusiva che ribadisce l’inderogabile necessità di una formazione di tutto il personale della scuola, con particolare attenzione ai dirigenti scolastici e al personale docente il quale, proprio perché impegnato nella quotidiana azione didattica, deve possedere competenze professionali coerenti con la scelta inclusiva operata dal nostro sistema. La formazione, infatti, è fondamentale per contrastare fenomeni come la delega e la deresponsabilizzazione, garantendo in tal modo il diritto allo studio degli alunni e delle alunne con disabilità»: a dirlo in una nota, in cui informa dell’avvio di un proprio sito web, è la Federazione Osservatorio182, realtà che a pochi mesi dalla propria costituzione, si propone quale interlocutore aperto e costruttivo per le istituzioni scolastiche e per la società civile, con l’intento di contribuire a un modello di scuola che non lasci indietro nessuno e che superi ogni logica di esclusione, potendo già contare su 23 organizzazioni associate.

Tra le attività più rilevanti finora promosse dalla nuova Federazione e dalle Associate di essa, vanno segnalate iniziative formative rivolte a famiglie, insegnanti e personale della scuola, un costante confronto con i referenti ministeriali competenti, nonché azioni concrete a tutela degli studenti e delle studentesse con disabilità. Nel dettaglio, si fa riferimento alla richiesta di chiarimenti sulle tabelle allegate al Decreto Interministeriale sui PEI (Piani Educativi Individualizzati), «visto – si afferma – il permanere dell’impossibilità di compilazione», l’invio di due dossier al Ministero dell’Istruzione e del Merito, contenenti proposte operative sulla continuità didattica, sulle criticità della piattaforma SIDI per la redazione del PEI, nonché sul ruolo della famiglia, ritenuto «un interlocutore privilegiato e parte integrante del GLO (Gruppo di Lavoro Operativo sull’Inclusione)».
La Federazione ha inoltre sostenuto azioni legali a costo zero per le famiglie, volte al recupero delle ore di sostegno didattico e delle ore di assistenza, già indicate nei PEI, ottenendo, in più casi, risarcimenti per discriminazione.
La Federazione stessa, infine, è presente anche sui social, con una pagina e con un gruppo dedicati. (S.B.)

Per ulteriori informazioni: osservatorio182.federazione@gmail.com.

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Una giornata a Modena all’insegna della multisensorialità

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Associazione che ha sede a Bologna, impegnata in particolare sul fronte dell’accessibilità culturale per persone con disabilità visiva, La Girobussola propone periodicamente interessanti iniziative la prossima delle quali sarà una gita in giornata a Modena, promossa per il 24 maggio Precedente visita multisensoriale a un’acetaia di Modena, organizzata da La Girobussola

Associazione che ha sede a Bologna, impegnata in particolare sul fronte dell’accessibilità culturale per persone con disabilità visiva, La Girobussola propone periodicamente interessanti iniziative di cui abbiamo avuto spesso occasione di occuparci anche sulle nostre pagine. Quella più vicina sarà una gita in giornata a Modena, promossa per il 24 maggio.

«La giornata – spiegano da La Girobussola – comincerà con una visita multisensoriale presso una tipica acetaia locale, dove scopriremo da vicino la tradizione dell’aceto balsamico tradizionale di Modena, unico nel suo genere e preparato secondo un processo complesso e affascinante, che conferisce ad esso l’intensità e la profondità per cui è tanto apprezzato. Una visita pensata ovviamente ad hoc per essere multisensoriale e inclusiva! Quindi, dopo il pranzo, ci sposteremo nel cuore della città, dove si trova il sito UNESCO di Modena e qui, coinvolgendo tutti i sensi, andremo a esplorare il Duomo, Piazza Grande e la Torre Ghirlandina». (S.B.)

Per ogni informazione. info@lagirobussola.com.

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Le evoluzioni normative sul progetto di vita: un seminario a Modica

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«L’intento è quello di “chiudere un cerchio” e di aprire un nuovo percorso sul progetto individuale o progetto di vita, cosa quanto mai opportuna alla luce delle evoluzioni normative e giurisdizionali sull’argomento»: lo dicono dall’ANFFAS di Modica, presentando il seminario “Dal Piano Triennale per le Persone Con Disabilità della Regione Sicilia al D. Lgs. 62/2024”, promosso per il 23 maggio al Teatro Garibaldi della città in provincia di Ragusa

«L’intento è quello di “chiudere un cerchio” e di aprire un nuovo percorso sul progetto individuale o progetto di vita, cosa quanto mai opportuna alla luce delle evoluzioni normative e giurisdizionali sull’argomento»: lo dicono dall’ANFFAS di Modica (Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo), presentando il seminario Dal Piano Triennale per le Persone Con Disabilità della Regione Sicilia al D. Lgs. 62/2024, promosso per il 23 maggio al Teatro Garibaldi della città in provincia di Ragusa. «È cosa nota – aggiungono dall’ANFFAS modicana – l’interesse della nostra Associazione per lo strumento del progetto di Vita, di cui si sono attentamente seguite le evoluzioni: ricordiamo in tal senso la campagna dell’ANFFAS Nazionale Buon compleanno 328 o quando, ben dieci anni dopo l’introduzione della stessa Legge 328/00, l’Associazione si è fortemente spesa per farne conoscere l’articolo 14, che appunto introduceva il progetto di vita alle famiglie, fino ad arrivare alla prima sentenza vincente a fianco dell’avvocato Marcellino presso il TAR di Catania. E da ultimo, ma non ultimo, sempre con lo stesso intento, il primo seminario promosso nel 2011 presso la Scuola per Assistenti Sociali di Modica, volto a formare ed informare i professionisti, i familiari e le persone con disabilità sulle potenzialità del progetto di vita stesso».

Particolarmente autorevoli saranno i relatori che parteciperanno il 23 maggio, con la moderazione di Enzo Scarso, vale a dire Alessandra Locatelli, ministra per le Disabilità, che conluderà l’incontro; Rita Floridia dell’ASP (Azienda Sanitaria Provinciale) di Ragusa; Maria Ausilia Scucces del Comune di Modica; Veronica Veneziano, dirigente scolastica; Alessia Gatto, legale componenti del Centro Studi Giuridici e Sociali dell’ANFFAS Nazionale; Chiara Scrofani dell’ANFFAS di Ragusa.
«Ringraziamo – aggiungono dall’ANFFAS di Modica – anche l’ENS di Ragusa (Ente Nazionale Sordi), che fornirà l’interprete LIS, l’Ordine degli Assistenti Sociali della Regione Sicilia, per il quale il seminario sarà accreditato e la nostra Amministrazione Comunale per il supporto, nonché tutte le aziende della Provincia che ci stanno sostenendo». (S.B.)

Per registrarsi al seminario del 23 maggio, accedere a questo link. A quest’altro link è disponibile la locandina con il programma completo dell’incontro. Per ogni ulteriore informazione: info@anffasmodica.it.

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“ArtisticMinds cercasi!”: a Bologna un Festival per scoprire giovani artisti e artiste con disabilità

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Un evento a ingresso gratuito dedicato alla promozione e alla valorizzazione dell’arte inclusiva, per mettere in luce il talento di giovani artisti e artiste con disabilità e di realtà locali attive nel settore artistico e creativo: sarà questo il Festival “ArtisticMinds cercasi!”, iniziativa promossa per il 22 maggio a Bologna dall’AIAS Bologna, in collaborazione con la Casa di Quartiere Katia Bertasi e presso la stessa

Un evento a ingresso gratuito dedicato alla promozione e alla valorizzazione dell’arte inclusiva, per mettere in luce il talento di giovani artisti e artiste con disabilità e di realtà locali attive nel settore artistico e creativo: sarà questo il Festival ArtisticMinds cercasi!, iniziativa promossa per il pomeriggio del 22 maggio a Bologna dall’Associazione AIAS locale, in collaborazione con la Casa di Quartiere Katia Bertasi e presso la stessa (Via Aristotile Fioravanti, 18/3, ore 16-20), spazio accogliente e multiculturale nel cuore del quartiere Bolognina, punto di riferimento per l’inclusione e la partecipazione attiva della comunità locale.
L’iniziativa, va anche detto, si inserisce nell’àmbito del progetto europeo ArtisticMinds, finanziato dal fondo Creative Europe.

La manifestazione, dunque, si articolerà innanzitutto sull’esposizione di opere e progetti realizzati da giovani artisti e artiste con disabilità e da organizzazioni (Cooperative, Associazioni) impegnate nell’arte e nell’inclusione, ma anche con occasioni di incontro e networking insieme a professionisti e professioniste del settore della disabilità, esperti ed esperte del mondo creativo e culturale. E non da ultimi, esibizioni e laboratori dal vivo, tra danza integrata, musica e molte altre performance artistiche, per raccontare la ricchezza dell’espressione creativa accessibile ad ogni persona.
«ArtisticMinds – sottolineano dall’AIAS Bologna – vuole essere un’occasione di incontro, scambio e crescita, dove l’arte diventa strumento di dialogo, visibilità e cittadinanza per giovani con disabilità e per tutte le realtà che credono nella forza dell’inclusione». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Noemi Marchiotto (nmarchiotto@aiasbo.it).

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Un’intollerabile distanza tra domanda e offerta di servizi alle persone non autosufficienti

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«Si può stimare che nelle Marche – scrivono dal Gruppo Solidarietà – circa il 75% delle persone che necessitano di assistenza continuativa non riceva alcuna forma di sostegno. Tra pochi mesi la Regione Marche andrà al voto e chi ha governato in questi ultimi cinque anni dovrà dire cosa ha fatto a fronte di questa situazione, domanda che è la stessa da rivolgere a chi ha governato negli anni precedenti, chiedendo se e come si intenda nei fatti cambiare questa inaccettabile situazione»

Abbiamo provato a mettere in relazione domanda e offerta di servizi rivolti alle persone non autosufficienti nella nostra Regione [le Marche], prendendo a riferimento il dato di coloro che necessitano di assistenza continuativa. Abbiamo poi scomposto il dato stesso tra persone con meno di 65 anni e con disabilità e persone ultrasessantacinquenni (anziani non autosufficienti), verificando quanti di questi vivano a casa e quanti in residenza.
Ebbene, risulta che l’87% (14.500) delle persone con disabilità che necessitano di assistenza continuativa (beneficiari di indennità di accompagnamento) vive a casa e il 13% (2.300) in residenze (rivolte sia a persone con disabilità che con disturbi mentali). Il 38% (5.500) di chi vive a casa riceve qualche forma di sostegno, dei quali circa 2.600 ricevono un sostegno economico per acquistare servizi o per sostenere il lavoro di cura del caregiver (da 300/350 a 1.200 euro al mese), mentre 2.500 ricevono una qualche forma di servizio (assistenziale o educativo) domiciliare di cui per altro non si conosce “l’intensità”, che può andare da qualche ora giornaliera a qualche ora settimanale.
La conclusione, dunque, è che il 62% delle persone con disabilità che vivono a casa non ricevono alcun tipo di sostegno.

Per quanto poi concerne le persone anziane non autosufficienti che necessitano di assistenza continuativa (beneficiari di indennità di accompagnamento). L’82% (37.500) vive a casa, il 18% (7.500) in residenze. Qui a ricevere una qualche forma di sostegno è il 17% (6.300), con circa 4.300 persone che ricevono un sostegno economico (da 200 a 300/350 euro al mese), per sostenere il lavoro di cura del caregiver o per remunerare assistenti, mentre 1.600 persone ricevono un servizio di assistenza domiciliare di cui nemmeno in questo caso si conosce “l’intensità”.
L’83%, dunque, delle persone anziane non autosufficienti che vivono a casa non ricevono alcun tipo di sostegno.

Tirando le somme, si può stimare pertanto che nelle Marche circa il 16% di tutte le persone che necessitano di assistenza continuativa viva in residenze e l’84% a casa. E che circa il 75% non riceva alcuna forma di sostegno.
Tra pochi mesi la Regione Marche andrà al voto e chi ha governato in questi ultimi cinque anni dovrà dire cosa ha fatto a fronte di questa situazione, domanda che è la stessa da rivolgere a chi ha governato negli anni precedenti. E chiedendo a tutti se e come intendono nei fatti cambiare questa inaccettabile situazione, non tanto con generiche indicazioni, ma con impegni precisi e documentabili. Consapevoli, per parte nostra, che non tutte le risposte hanno pari dignità e valore.

*Il Gruppo Solidarietà ha sede a Moie di Maiolati Spontini (Ancona).

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Violenza ai danni di donne e ragazze con disabilità: le “Linee di Indirizzo” del progetto “Artemisia”

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Durante la presentazione a Milano dei risultati ottenuti dal progetto “Artemisia”, voluto per fare emergere la violenza di genere nei confronti delle donne e delle ragazze con disabilità, favorendone la presa in carico, sono state rese disponibili specifiche “Linee di Indirizzo”, rivolte a tutte le realtà impegnate in questo àmbito, a partire dai Centri Antiviolenza. Per l’occasione, inoltre, si è informato della resa accessibile di una Casa Rifugio gestita dalla Fondazione Somaschi, capofila del progetto

In questi anni abbiamo seguito costantemente sulle nostre pagine il progetto avviato in Lombardia il 3 dicembre 2022, con il nome di Artemisia – abbreviazione per “Attraverso Reti TErritoriali eMersione di SItuAzioni di violenza”, ma chiamato così anche in onore di Artemisia Gentileschi (nata nel 1593 e deceduta tra il 1652 e il 1656), la nota pittrice che subì una violenza sessuale a cui reagì facendo processare e condannare il colpevole) –, iniziativa promossa dalle Fondazioni Somaschi (capofila), ASPHI e Centro per la Famiglia Card. Carlo Maria Martini, insieme alla LEDHA (la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH-Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie) e al CEAS (Centro Ambrosiano di Solidarietà).
Come segnalato dunque nei giorni scorsi, i risultati di quel progetto, voluto per fare emergere la violenza di genere ai danni delle donne e delle ragazze con disabilità e favorirne la presa in carico, sono stati presentati a Milano, nel corso del convegno denominato Nessuna esclusa.

«Per una donna con disabilità vittima di violenza – dicono dalla LEDHA – chiedere aiuto è un percorso complesso e spesso ostacolato da pregiudizi, barriere fisiche e comunicative. Ancora più difficile è trovare un luogo sicuro e privo di ostacoli in cui poter ricostruire la propria vita. Con il progetto Artemisia, un importante passo in avanti è stato compiuto in questa direzione: una Casa Rifugio gestita dalla Fondazione Somaschi, infatti, è stata adattata per accogliere anche donne con disabilità fisica, sensoriale o cognitiva».
«Intervenire su un tema complesso come l’emersione della violenza ai danni delle donne con disabilità – sottolinea dal canto suo Chiara Sainaghi della Fondazione Somaschi – ha richiesto un lavoro complesso e su diversi fronti: dalla formazione delle operatrici al superamento delle barriere ambientali ancora presenti all’interno delle reti antiviolenza. L’esperienza di Artemisia ha dimostrato che è possibile rendere le nostre strutture accessibili, non solo da un punto di vista fisico, ma anche per quanto riguarda l’informazione e la comunicazione. Il nostro auspicio è che altre realtà, in Lombardia ma non solo, intraprendano lo stesso percorso per un’interconnessione sempre più stretta tra diverse le competenze e i servizi a supporto di tutte le donne. Nessuna esclusa».

«La violenza ai danni delle ragazze e delle donne con disabilità – spiegano quindi dalla LEDHA – è un fenomeno sommerso e difficile da far emergere: in alcuni casi perché le vittime stesse non sono consapevoli di essere tali, oppure perché dipendono – fisicamente e per l’assistenza – proprio dalla persona che abusa di loro. Oppure, ancora, perché non vengono credute quando chiedono aiuto. Per questo, la prima cosa da fare è formare le operatrici dei Centri Antiviolenza e quanti lavorano con le persone con disabilità su come riconoscere i campanelli d’allarme. Ebbene, l’attività di formazione messa in campo dal progetto Artemisia ha permesso di raggiungere un primo importante risultato: tra il 2023 e il 2024 c’è stato infatti un aumento significativo (+43%) delle donne con disabilità che si sono rivolte ai Centri Antiviolenza di Milano e dell’hinterland, gestiti dalle Associazioni coinvolte nel progetto. Il numero delle donne con disabilità prese in carico è passato dalle 41 del 2023 (su un totale di 691, pari al 5,9% del totale) alle 59 del 2024 (su un totale di 782, pari al 7,5% del totale). A queste ne vanno aggiunte altre 17, seguite dal consultorio familiare della Fondazione Centro per la Famiglia Card. Carlo Maria Martini».

Come dunque accennato in precedenza, nelle scorse settimane si sono conclusi gli interventi per rendere accessibile alle donne con disabilità una Casa Rifugio gestita dalla Fondazione Somaschi, rimuovendo innanzitutto le barriere architettoniche che rendevano complicato accedervi e muoversi al suo interno: in cucina, ad esempio, sono stati installati un set di fornelli e un lavandino sospesi, utilizzabili anche da chi si trova in carrozzina, mentre il piano di lavoro si alza e si abbassa grazie a un sistema di domotica a comando vocale, che ne permette un uso agevole da parte di tutte le abitanti della casa. L’installazione, inoltre, di montascale, bagni e docce accessibili è un altro accorgimento dedicato a chi ha una disabilità motoria. E a terra sono stati posizionati dei loges per guidare le donne cieche che si orientano con il bastone, mentre per le donne con disabilità uditiva che comunicano attraverso la LIS (Lingua dei Segni Italiana), è previsto l’intervento di un’interprete formata. E ancora, le operatrici sono state formate all’uso della CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa), per poter interagire in maniera semplice e chiara con chi ha una disabilità di tipo cognitivo.

Il lavoro svolto nei tre anni di Artemisia è confluito alla fine all’interno di specifiche Linee di Indirizzo, messe a disposizione di tutte le realtà impegnate in questo àmbito, un documento contenente informazioni utili per rendere accessibili e fruibili alle donne e alle ragazze con disabilità vittime di violenze gli spazi fisici e per garantire l’accesso alle informazioni, realizzando, ad esempio, testi in formato Easy to Read (“facili da leggere e da comprendere”) o costruendo siti internet fruibili a chi ha una disabilità sensoriale. Nel corso del progetto, ad esempio, sono state sviluppate tabelle di comunicazione semplificata analogica (attraverso disegni e immagini), inserite poi in tabelle di comunicazione digitali presenti su tablet che le operatrici hanno iniziato a utilizzare.
Infine, sempre all’interno delle Linee di Indirizzo è stato inserito un questionario di autovalutazione che può essere utilizzato dalle operatrici del singolo Centro Antiviolenza, per verificare l’accessibilità della struttura registrando la presenza o meno di barriere architettoniche, di segnaletica interna e di bagni accessibili.

Da ricordare, in conclusione, che durante il convegno di Milano, Alessia Belgiovine, referente dei Centri Antiviolenza, delle Case Rifugio e delle Case di Accoglienza della Regione Lombardia, ha ribadito l’impegno della Regione stessa in questo settore, menzionando in particolare la misura Vicini a ogni donna che prevede la destinazione di 3,68 milioni di euro per finanziare interventi di potenziamento dei servizi o di ristrutturazione per individuare Centri Antiviolenza e Case Rifugio specializzati nella presa in carico di donne con disabilità in situazioni di violenza. (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@ledha.it.

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Una “Giornata della Disabilità” tra le Province di Padova, Venezia e Treviso

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Sarà una “Giornata della Disabilità”, il 22 maggio, ad aprire “AperiCuore”, manifestazione di quattro giorni all’insegna della musica, del cibo e della solidarietà, in programma a Scorzè (Venezia), organizzata da AperiGiovani, Associazione di Trebaséleghe (Padova). L’evento prevede l’arrivo di oltre 600 persone con disabilità, provenienti da 24 Associazioni e Cooperative delle Province di Padova, Venezia e Treviso, per partecipare a 20 diversi laboratori di creatività e ad altre attività Un’immagine di “AperiCuore 2024”

Sarà la Giornata della Disabilità, il 22 maggio, ad aprire AperiCuore, manifestazione di quattro giorni all’insegna della musica, del cibo e della solidarietà, in programma in Piazza Donatori di Sangue di Scorzè (Venezia), organizzata da AperiGiovani, Associazione di Trebaséleghe (Padova), evento che negli anni, grazie al lavoro di moltissimi volontari e alla partecipazione di quasi 40.000 persone, ha permesso di donare ben 150.000 euro in progetti concreti nel sociale.

Il 22 maggio, dunque, arriveranno a Scorzè oltre 600 persone con disabilità insieme ai loro operatori, provenienti da 24 Associazioni e Cooperative delle Province di Padova, Venezia e Treviso, per partecipare, dalle 9 alle 15, a ben 20 diversi laboratori di creatività: pittura figurativa e astratta, creta, feltro, plastica, carta, legno, piante aromatiche, pet therapy, anche con i cavalli, musica, balli, teatro e altro ancora.
Si potrà inoltre provare l’esperienza di salire su moto guidate da piloti esperti e su biciclette adatte al trasporto di carrozzine, grazie alla collaborazione con l’Associazione CROSSabili di Mattia Cattapan, Alvaro Dal Farra e Aspassobike.
Vi sarà quindi anche un seguito nella mattinata di venerdì 23 (ore 9-12), con IO nasco, io divento, io vivo… la disabilità, attività formativa e di sensibilizzazione per gli studenti delle scuole medie del territorio, cui parteciperanno circa 500 ragazze e ragazzi, a partire da un dibattito sulle tematiche dei progetti sostenuti dall’evento, insieme alla presentazione di testimonianze.

«Quella del 22 maggio – sottolinea Lucrezia Mazzonetto, presidente di AperiGiovani – sarà una giornata ricca di emozioni, attività e divertimento, da condividere all’insegna dell’inclusione anche con un centinaio di studenti e studentesse delle classi quinte delle scuole elementari di Scorzè. Per la sua rilevanza sociale, l’evento, che si svolge in collaborazione con la Fondazione Cuore Livio Mazzonetto, gode del patrocinio della Camera dei Deputati. Vogliamo pertanto ringraziare i molti volontari che renderanno possibile questa giornata, tra cui alcune persone con fragilità del Centro Diurno Filo di Trebaseleghe e giovani alla loro prima esperienza di volontariato». (S.B.)

Per ogni ulteriore informazione: info3@presscomunicazione.com (Giuliana Valerio).

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Percorsi possibili per una sessualità delle persone con disabilità: un convegno a Torino

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Un momento di condivisione su quanto sperimentato dal Servizio Affetti, Relazioni, Intimità, realizzato in coprogettazione dal Comune di Torino (Servizio Passepartout) e dall’Associazione Verba, oltreché di dibattito con esperti ed esperte del panorama nazionale: sarà questo, il 22 maggio nel capoluogo piemontese, il convegno “Umano, troppo umano. Percorsi possibili per una sessualità possibile”

Un momento di condivisione su quanto sperimentato dal Servizio Affetti, Relazioni, Intimità, realizzato in coprogettazione dal Comune di Torino (Servizio Passepartout) e dall’Associazione Verba e di dibattito con esperti ed esperte del panorama nazionale. Il tutto con l’obiettivo di condividere una visione teorica e pratica su una sessualità sostenibile per le persone con disabilità in ottica salutogenica e di promozione del benessere; buone prassi nel supporto e nella consulenza sul tema della sessualità delle persone con disabilità; strategie e strumenti per la gestione di situazioni complesse legate all’area della sessualità; spunti teorici e pratici replicabili in contesti psico-socio-educativi rivolti a persone con disabilità.
Sarà questo, il 22 maggio a Torino (presso Sermig, piazza Borgo Dora, 61), il convegno denominato Umano, troppo umano. Percorsi possibili per una sessualità possibile, rivolto a persone con disabilità e familiari delle stesse, a professionisti e professioniste della Città di Torino, ad operatori e operatrici sanitari dell’ASL Città di Torino, a professionisti e professioniste degli enti gestori, a insegnanti di scuole di ogni ordine grado, nonché a volontari e volontarie del Terzo Settore. (S.B.)

Ringraziamo per la segnalazione l’Associazione Volonwrite.

A questo link è disponibile il programma completo del convegno. Per ulteriori informazioni: sfep@comune.torino.it.

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Serve un Piano Nazionale per l’occupazione delle persone con disabilità

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«Torniamo a chiedere un Piano Nazionale per l’occupazione delle persone con disabilità, fatto di incentivi mirati, di fondi per l’accessibilità, di una profonda riforma dei servizi per l’impiego, di orientamento e formazione di qualità»: lo dicono dalla Federazione FISH in questo 20 maggio che coincide con il 55° anniversario dall’emanazione dello Statuto dei Lavoratori

«Non è solo una questione di quantità, ma è una questione di qualità del lavoro: serve cioè un cambio di paradigma che metta fine all’assistenzialismo e riconosca finalmente il valore delle persone con disabilità come lavoratrici e lavoratori, portatrici di competenze, talenti, esperienze»: lo dichiara Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie), oltreché consigliere del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), in una nota diffusa dalla stessa FISH in occasione del 55° anniversario dello Statuto dei Lavoratori, fissato dalla Legge 20 maggio 1970, n. 300, ovvero, appunto, esattamente 55 anni fa. «In un Paese che invecchia – aggiunge Falabella – non possiamo più permetterci di lasciare indietro nessuno. L’inclusione lavorativa non è una gentile concessione, ma una necessità economica, e soprattutto una sfida di civiltà. Finché non si vedranno risultati concreti, ogni statistica continuerà pertanto a raccontare una sconfitta collettiva».

Che a 55 anni dallo Statuto dei Lavoratori il diritto al lavoro per le persone con disabilità sia ancora largamente disatteso, lo dimostrano chiaramente i dati ricordati ancora una volta dalla FISH: «Solo il 18,3% delle persone con disabilità – affermano dalla Federazione – è occupato, contro il 63% della popolazione generale. Un divario del 44,7% che racconta una realtà di esclusione strutturale, ben lontana dalla narrazione di un’Italia inclusiva. E il quadro è ancora più allarmante se si guarda ai giovani con disabilità: il 66,7%, infatti, è fuori sia dal mondo del lavoro che della formazione. Per le donne, inoltre, il tasso di occupazione è fermo al 17,8% e al Mezzogiorno la percentuale precipita al 14%.».
«Anche poi chi lavora – proseguono dalla Federazione -, spesso lo fa in condizioni penalizzanti, se è vero che il 40,5% è impiegato in mansioni non qualificate, che il 34% è costretto a un part-time involontario, e che solo il 12% accede a ruoli specializzati. Un sistema, dunque, che quando non esclude, ghettizza».

«Le cause sono profonde – concludono dalla FISH -: dai pregiudizi culturali a percorsi formativi non accessibili, dai servizi per l’impiego inadeguati alla Legge 68/99 [“Norme per il diritto al lavoro dei disabili”, N.d.R.] che mostra a propria volta i segni del tempo. Non mancano tuttavia le buone pratiche, dimostrando che le imprese inclusive sono più produttive, più innovative, più capaci di attrarre e trattenere talenti. In altre parole, l’inclusione funziona, quando è sostenuta ed è per questo che torniamo a chiedere un Piano Nazionale per l’occupazione delle persone con disabilità, fatto di incentivi mirati, di fondi per l’accessibilità, di una profonda riforma dei servizi per l’impiego, di orientamento e formazione di qualità. Il costo dell’esclusione, oltre 15 miliardi di euro all’anno, è insostenibile, ma ancor più, è incalcolabile il prezzo umano, fatto di vite negate». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: uufficiostampa@fishonlus.it.

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Giulia: la mia esperienza è la prova che l’inclusione lavorativa non è solo un diritto, ma una ricchezza per tutti

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Continuiamo a proporre il nostro approfondimento sull’inclusione lavorativa delle persone con disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo appartenenti al “mondo ANFFAS”, proponendo oggi un servizio dedicato a Giulia, che è nata nel 2001, ha la sindrome di Down, fa parte dell’ANFFAS di Salerno e lavora come cameriera di sala presso il Sunrise Accessible Resort, nei pressi della propria città. «Il mio lavoro – dice – mi ha aiutato moltissimo a crescere e a diventare più indipendente»
Giulia al lavoro presso il Sunrise Accessible Resort di Spineta (Salerno)

Continuiamo a proporre il nostro approfondimento sull’inclusione lavorativa delle persone con disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo appartenenti al “mondo ANFFAS(Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo), pubblicando un ulteriore servizio dedicato alle esperienze di inclusione lavorativa delle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, presentate nel marzo scorso all’evento Lavoro Ergo Sum, organizzato dall’ANFFAS Nazionale in occasione del 67° anniversario dalla propria fondazione e in corrispondenza con la XVIII Giornata Nazionale sulle Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo (se ne legga anche sulle nostre pagine).

Oggi, dunque, parliamo di Giulia e oltre a rivolgerle alcune domande, riprendiamo anche, in calce, il testo da lei stessa presentato durante il citato evento ANFFAS di marzo.
Nata nel 2001, Giulia ha la sindrome di Down e si definisce «persona solare, determinata e piena di passioni», che adora ballare, recitare e ascoltare musica, «che mi accompagna in ogni momento della giornata». Fa parte dell’ANFFAS di Salerno, «un ambiente – dice – che mi sostiene e mi aiuta a crescere ogni giorno» e lavora come cameriera di sala presso il Sunrise Accessible Resort di Spineta, presso Salerno, «un lavoro che mi piace e che mi permette di stare a contatto con le persone».
Ringraziando la facilitarice Marida Giannattasio per la fondamentale collaborazione, diamo spazio di seguito alle domande che abbiamo rivolto a Giulia e alle sue risposte.

Quali cose ti hanno aiutato di più, Giulia, a diventare indipendente nel tuo lavoro?
«Il mio lavoro mi ha aiutato moltissimo a crescere e a diventare più indipendente. Sono stati fondamentali gli insegnamenti ricevuti dai miei tutor, ma anche la fiducia che i miei colleghi e il datore di lavoro hanno riposto in me. Questo supporto mi ha permesso di affrontare le sfide con maggiore sicurezza e di sviluppare competenze professionali e relazionali importanti».

Parli del lavoro come mezzo per superare i pregiudizi. Ma quali sono gli stereotipi che hai dovuto affrontare nella tua esperienza lavorativa e come li hai superati?
«Purtroppo ancora oggi molte persone pensano che le persone con disabilità o con qualche difficoltà non siano in grado di apprendere un lavoro o di assumersi delle responsabilità. Personalmente, ho voluto dimostrare il contrario: ho superato i pregiudizi con l’impegno, la serietà, l’educazione e il rispetto per le regole. Mi piace molto il mio lavoro e trovo grande soddisfazione nel condividerlo con i miei colleghi, collaborando ogni giorno per raggiungere insieme degli obiettivi comuni».

Come pensi che le aziende possano fare in modo che i lavoratori con disabilità si sentano più inclusi e parte del gruppo?
«Secondo me, nei posti di lavoro dovrebbero esserci più opportunità per le persone con disabilità. È importante che venga data loro maggiore fiducia, oltre a un po’ di pazienza in più. Spesso bastano piccoli gesti di comprensione e apertura per permettere a tutti di esprimere il proprio potenziale. In un ambiente lavorativo inclusivo, tutti possono crescere, imparare e contribuire con le proprie capacità».

Le prime quattro tappe di questo nostro percorso dedicato all’inclusione lavorativa nel “mondo ANFFAS” sono riportate nei testi Lavoro e disabilità intellettive: viaggio tra esperienze, opportunità e ostacoli da superare (disponibile a questo link), Dalla pasticceria al “co-housing”: quando il lavoro diventa inclusione e autonomia (disponibile a questo link), Oltre la burocrazia: il percorso di “Diversamente Bistrot” (disponibile a questo link) e Inclusione lavorativa tra norme e realtà: Legge 68 e prospettive di cambiamento (disponibile a questo link).

Il testo presentato da Giulia all’evento ANFFAS Lavoro Ergo Sum del 28 marzo 2025
«Ciao a tutti, sono Giulia e lavoro con orgoglio come cameriera di sala presso il Sunrise Accessible Resort. All’inizio, l’idea di affrontare il mondo del lavoro mi spaventava molto. La paura di non essere all’altezza, di commettere errori e di deludere le aspettative era molta. Ma grazie al sostegno incredibile che ho ricevuto dai miei colleghi, dai responsabili e dai tutor che mi hanno affiancato, ho imparato a credere nelle mie capacità e a superare le mie insicurezze.
Ho scoperto così di essere una risorsa preziosa, capace di portare un contributo unico e significativo all’ambiente di lavoro. La mia presenza, infatti, non solo mi permette di crescere professionalmente, ma arricchisce anche l’esperienza dei clienti e dei miei colleghi.
Per noi persone con disabilità, il lavoro rappresenta molto più di una semplice fonte di reddito. È un mezzo fondamentale per:
Affermare la nostra indipendenza: il lavoro ci permette di essere autonomi e di prendere decisioni sulla nostra vita, senza dover dipendere costantemente dall’aiuto degli altri. Guadagnare il nostro stipendio ci dà la libertà di scegliere dove vivere, come spendere i nostri soldi e di realizzare i nostri progetti personali.
Sviluppare competenze e autostima: ogni giorno imparo qualcosa di nuovo, miglioro le mie abilità comunicative e organizzative. Ogni piccolo successo mi fa sentire più sicura di me stessa e mi spinge a mettermi alla prova con nuove sfide.
Combattere l’isolamento: il lavoro mi ha permesso di creare legami significativi con i miei colleghi, che sono diventati amici e confidenti. Mi sento parte di una comunità, di un team che lavora insieme per raggiungere un obiettivo comune. Le risate, le chiacchiere e il supporto reciproco rendono le mie giornate più piacevoli e mi fanno sentire meno sola.
Contribuire alla società: ognuno di noi ha un talento da offrire e il lavoro ci dà l’opportunità di metterlo a servizio degli altri. Che si tratti di servire un caffè con un sorriso, di aiutare un cliente a scegliere il piatto giusto o di collaborare a un progetto di squadra, il nostro lavoro ha un valore e contribuisce al benessere della collettività.
Superare i pregiudizi: dimostriamo ogni giorno che le persone con disabilità possono essere lavoratori competenti, affidabili e produttivi. Sfatiamo i miti e le false credenze che ci vedono come incapaci o bisognosi di assistenza costante.
Realizzare i nostri sogni: il lavoro ci permette di costruire il futuro che desideriamo. Ci dà la possibilità di risparmiare, di investire nei nostri progetti e di raggiungere i nostri obiettivi personali e professionali.
Avere pari opportunità: per questo è necessario che ci siano reali possibilità di lavoro per tutti. Le aziende devono creare ambienti inclusivi, accessibili e accoglienti, che valorizzino le diversità e offrano a tutti le stesse opportunità di crescita e successo.
La mia esperienza al Sunrise Accessible Resort è la prova concreta che l’inclusione lavorativa non è solo un diritto, ma una ricchezza per tutti. Lavorare in un ambiente inclusivo mi ha permesso di esprimere il mio potenziale, di sentirmi valorizzata e di crescere sia come persona che come professionista. Ho imparato a gestire le mie emozioni, a comunicare con gli altri e a lavorare in squadra.
Ogni persona merita l’opportunità di dimostrare il proprio valore e di costruire il proprio futuro. Auguro a tutte le persone con disabilità di essere aiutate e supportate affinché il nostro diritto al lavoro venga rispettato. Insieme, possiamo creare un mondo del lavoro più inclusivo, giusto e accogliente per tutti, dove le diversità siano viste come una risorsa e non come un ostacolo.

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