Centri Territoriali di Supporto B.E.S. - Calabria
Pubblicato su Centri Territoriali di Supporto B.E.S. - Calabria (https://www.handitecno.calabria.it)

Home > Printer-friendly > Aggregatore di feed

Continua in Toscana la protesta delle persone con disabilità per la Vita Indipendente

Superando - 12 Giugno 2025 - 11:24am

Dopo il presidio di protesta del 5 maggio a Firenze, non avendo ricevuto dalla Presidenza della Regione Toscana alcun riscontro alle proprie richieste, l’AVI Toscana ne ha indetto un altro per il 16 giugno, sempre a Firenze, per risolvere i diversi problemi riscontrati nell’applicazione della nuova disciplina regionale di accesso ai contributi per la Vita Indipendente. L’Associazione invita tutte le persone con e senza disabilità a partecipare all’iniziativa, «per sostenere questa battaglia di civiltà» Alcune delle persone con e senza disabilità che il 5 maggio scorso a Firenze hanno partecipato al presidio di protesta promosso dall’AVI Toscana (Associazione Vita Indipendente della Toscana) sotto la pioggia, davanti al palazzo della Presidenza della Regione Toscana

Per difendere il loro diritto alla Vita Indipendente, intesa come assistenza personale autogestita, le persone con disabilità della Toscana sono scese in piazza tante volte. L’ultima lo scorso 5 maggio, sollecitate dall’AVI Toscana (Associazione Vita Indipendente della Toscana), a Firenze, nonostante l’allerta meteo arancione e la presenza di due file di Carabinieri schierati davanti al palazzo della Presidenza della Regione per impedire che le persone intervenute al presidio potessero entrare a ripararsi dalla pioggia (ne abbiamo riferito anche su queste pagine). In quell’occasione, nel primo pomeriggio, dopo diverse ore sotto la pioggia, due esponenti dell’AVI Toscana erano stati ricevuti da Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, e da Serena Spinelli, assessora regionale alle Politiche Sociali. La delegazione aveva così potuto esporre le ragioni della protesta e anche le proprie osservazioni sulla Proposta di Legge Regionale sulla Vita indipendente, elaborate da Raffaello Belli, e liberamente fruibili a questo link.

Dunque, le persone con disabilità attendevano un riscontro circa la disponibilità della Regione Toscana ad accogliere le richieste avanzate, ma non avendo ricevuto dalla Dirigenza alcuna comunicazione in merito, l’AVI Toscana ha deciso di indire un ulteriore presidio di protesta, ancora una volta a Firenze, davanti al palazzo delle Presidenza della Regione Toscana (Piazza Duomo, 10), per il pomeriggio del 16 giugno prossimo (dalle 14.30), allo scopo di sollecitare il presidente Giani a risolvere i problemi illustrati nell’incontro del 5 maggio.

Per l’AVI Toscana, attualmente, i problemi più urgenti da risolvere sono i seguenti:
1. Erogazione del contributo assegnato entro il giorno 25 del mese di riferimento.
2. Adeguamento dell’importo dei contributi per la Vita Indipendente alle necessità di assistenza personale di ogni singola persona con disabilità.
3. Adeguamento dell’importo dei contributi per la Vita Indipendente all’aumento, avvenuto in questi anni, del costo dell’assistenza personale in base al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e a quanto stabilito dall’INPS.
4. Rendicontazione almeno trimestrale, concedendo almeno quindici giorni per la consegna della stessa.
5. Eliminazione delle differenze di trattamento fra le varie zone della Toscana.

Anche in questa occasione dall’organizzazione raccomandano di portare l’ombrello, questa volta per ripararsi anche dal sole. «Si sollecita la presenza a tale presidio di quante più persone con disabilità possibile e di tutte le persone senza disabilità che vorranno e potranno sostenere questa battaglia di civiltà»: è l’appello dell’AVI Toscana. (Simona Lancioni)

Per ulteriori informazioni: avitoscana@avitoscana.org.
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h – Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, con alcuni riadattamenti al diverso contenitore, insieme all’immagine utilizzata, per gentile concessione.

L'articolo Continua in Toscana la protesta delle persone con disabilità per la Vita Indipendente proviene da Superando.

“Fammi una domanda”: un mazzo di carte per liberarsi dai pregiudizi

Superando - 11 Giugno 2025 - 6:22pm

Ben 435 studenti e studentesse, con e senza disabilità, di tre istituti secondari di secondo grado di Milano sono stati coinvolti nel progetto “Patti di Amicizia Lunga”, realizzato da CBM Italia, per favorire l’inclusione sociale di ragazzi e ragazze con disabilità, proponendo occasioni di socializzazione e formazione. Ne è nato tra l’altro “Fammi una domanda. Un gioco senza etichette“, basato su un mazzo di carte, corrispondenti a 45 domande emerse durante i laboratori, «per liberarsi dal pregiudizio e dalle etichette» Una delle carte del mazzo di “Fammi uuna domanda. Un gioco senza etichette”

Favorire l’inclusione sociale di ragazzi e ragazze con disabilità, proponendo all’interno della scuola occasioni di socializzazione e formazione, per promuovere la partecipazione attiva e guardare con fiducia alla vita adulta: come avevamo scritto nel marzo scorso, presentando l’iniziativa, era stato questo l’obiettivo per cui era nato il progetto Patti di Amicizia Lunga, realizzato a Milano da CBM Italia, la nota organizzazione internazionale impegnata nella salute, l’educazione, il lavoro e i diritti delle persone con disabilità in Italia e nel mondo, con il contributo della Fondazione di Comunità Milano.

Dall’inizio del progetto, dunque, sono stati coinvolti ben 435 studenti e studentesse, con e senza disabilità, di tre istituti secondari di secondo grado del capoluogo lombardo (Istituto Galilei-Luxemburg, Istituto Besta, Istituto Oriani Mazzini), in diversi laboratori dedicati ad adottare comportamenti inclusivi, migliorando così la qualità di vita dentro e fuori la classe.
I primi incontri sono stati utili alle esperte di CBM Italia per raccontare in cosa consista la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e l’approccio di essa basato sui diritti umani, oltre all’utilizzo di un linguaggio inclusivo e rispettoso. Sono seguiti quindi momenti di riflessione e scrittura sulle relazioni, sul futuro, sull’esclusione, e ancora, racconti e confronti.

Uno dei laboratori del progetto “Patti di Amicizia Lunga”

Da tutto ciò, i ragazzi e le ragazze hanno inventato il gioco denominato Fammi una domanda. Un gioco senza etichette, basato su un mazzo di carte, che corrispondono a 45 domande emerse durante i laboratori, domande che facilitano il confronto, la conoscenza e la comprensione dell’altro. Eccone alcune qui di seguito:
°Com’è far parte di un gruppo?
°In cosa ti senti diverso dalle persone che ti circondano?
°Quando mi guardi, cosa vedi?
°In questo momento della tua vita, se l’esclusione fosse una persona, chi sarebbe?
°Quando ti senti escluso, è sempre colpa degli altri o anche tua?
°Cosa faresti se il gruppo ti chiedesse di escludere qualcuno?

Un gioco educativo, dunque, creato per facilitare il dialogo, cambiare punto di vista e rispettare le diversità. Come spiegano le istruzioni del gioco stesso, «per liberarsi dal pregiudizio e dalle etichette, per scoprire cosa abbiamo in comune. Il gioco non ha regole e non prevede vincitori, ma richiede una certa dose di coraggio». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: caterina.argiro@leacrobate.it (Caterina Argirò).

L'articolo “Fammi una domanda”: un mazzo di carte per liberarsi dai pregiudizi proviene da Superando.

Piano regionale di ripartizione contributi scuole paritarie a.s. 2024-2025

Ultime da USR Calabria - 11 Giugno 2025 - 6:02pm

You must be logged into the site to view this content.

Solidarietà dal mondo politico e professionale all’iniziativa dell’AICE

Superando - 11 Giugno 2025 - 5:52pm

Numerose manifestazioni di solidarietà bipartisan dal mondo politico, nonché dal mondo degli speciaalisti di cura dell’epilessia, sono arrivate a Giovanni Battista Pesce, presidente dell’AICE, in sciopero della fame affinché vengano finalmente consegnate al Senato la Relazione Tecnica del Ministero della Salute e il parere del Ministero dell’Economia e Finanze, sbloccando la discussione sul Disegno di Legge 898 (“Disposizioni per la tutela delle persone affette da epilessia”) Immagine-simbolo di una campagna lanciata nel 2023 dall’AICE (Associazione Italiana Contro l’Epilessia), insieme alla FIRE (Fondazione Italiana Ricerca Epilessia)

Sono state numerose le manifestazioni di solidarietà ricevute da Giovanni Battista Pesce, presidente dell’AICE (Associazione Italiana Contro l’Epilessia), in sciopero della fame da ieri, come abbiamo riferito sulle nostre pagine, affinché dopo un’attesa di un anno, venga consegnata al Senato la Relazione Tecnica del Ministero della Salute sul Disegno di Legge 898 (Disposizioni per la tutela delle persone affette da epilessia), insieme al necessario parere del Ministero dell’Economia e Finanze.
Oltre infatti a quanto espresso in modo bipartisan dai senatori Daniela Sbrollini, Elisa Pirro, Sandra Zampa e Ignazio Zullo, va anche registrata la lettera (disponibile a questo link), indirizzata al ministro della Salute Orazio Schillaci e a quello dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, oltreché ai Parlamentari, da parte di varie firme del mondo degli specialisti per la cura dell’epilessia che operano nelle diverse Università Italiane e che appartengono a Società Scientifiche Nazionali e Internazionali (Emilio Franzoni, Alberto Spalice, Renzo Guerrini, Federico Vigevano, Paolo Curatolo, Pasquale Striano, Pasquale Parisi, Francesco Pisani, Duccio Maria Cordelli, Antonia Parmeggiani, Alberto Verrotti, Stefano Meletti, Agnese Suppiej).
Vi si chiede tra l’altro «una Legge che, oltre al sostegno alla cura ed alla ricerca, riconosca alle oltre 550.000 persone con epilessia l’accesso ad adeguate misure inclusive e antidiscriminatorie, per poter essere considerati cittadini che possano godere dei diritti al pari degli altri cittadini. Con il dovuto riconoscimento della condizione diagnostica, sia essa definita come remissione-risoluzione oppure farmaco resistenza fino anche alla dichiarazione di guarigione».

Dal canto suo, il presidente dell’AICE Pesce, oltre a ringraziare per le manifestazioni bipartisan ricevute dai senatori sopracitati, sottolinea come «quella espressa dal mondo degli specialisti nella cura dell’epilessia faccia chiarezza che, per tale patologia, tra le prognosi debba essere considerata, oltre alla remissione (“assumo i farmaci e non manifesto le crisi”), la risoluzione (“non ho più crisi da 10 anni di cui 5 senza assumere farmaci”), la farmaco-resistenza (“nonostante assuma i farmaci manifesto le crisi), ma anche la guarigione, ora riconosciuta per Legge a 10 anni di assenza di crisi e di assunzione di relativa terapia».
«In altre parole– conclude Pesce – questa è una precisa conferma del riconoscimento dei casi di guarigione (più del 30% dei casi di epilessia nell’età evolutiva, come da Linee Guida del 2017, Il trattamento dell’epilessia in età pediatrica, 2017, che, come documentato nel sito della nostra Associazione, alcuni colleghi di tali specialisti intendono oggi negarla per tutti, pur avendola, sino a ieri, rivendicata pubblicamente».
Continueremo naturalmente a seguire gli sviluppi di questa situazione e dell’iniziativa dell’AICE. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: assaice@gmail.com.

L'articolo Solidarietà dal mondo politico e professionale all’iniziativa dell’AICE proviene da Superando.

A novembre in Sudafrica ci sarà il primo “G20 – Inclusione e Disabilità”

Superando - 11 Giugno 2025 - 5:07pm

La ministra per le Disabilità Locatelli ha partecipato, presso la Rappresentanza Permanente del Sudafrica alle Nazioni Unite, alla riunione preparatoria del primo “G20 – Inclusione e Disabilità”, in programma per il 4 e 5 novembre prossimi a Pretoria, in Sudafrica appunto, evento ispirato dalla “Carta di Solfagnano”, prodotta nell’ottobre dello scorso anno a conclusione del “G7 – Inclusione e Disabilità” in Umbria La ministra per le Disabilità Locatelli con la ministra sudafricana Chikunga

Presente a New York per la 18^ Conferenza Annuale degli Stati Parte della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, come abbiamo riferito nei giorni scorsi, la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli ha partecipato, presso la Rappresentanza Permanente del Sudafrica alle Nazioni Unite, alla riunione preparatoria del primo G20 – Inclusione e Disabilità, in programma per il 4 e 5 novembre prossimi a Pretoria, in Sudafrica appunto, evento ispirato dalla Carta di Solfagnano, prodotta nell’ottobre dello scorso anno a conclusione del G7 – Inclusione e Disabilità in Umbria.
«Ringrazio la ministra sudafricana per le Persone con Disabilità Sindisiwe Chikunga – ha dichiarato Locatelli – per il suo impegno nella realizzazione del prossimo Forum ministeriale sui temi della disabilità, fondamentale per continuare il lavoro iniziato con il G7 in Italia. Dobbiamo lavorare sempre di più, e insieme, per tenere alta l’attenzione e promuovere una visione rinnovata che valorizzi le potenzialità e non i limiti di ogni persona». (S.B.)

L'articolo A novembre in Sudafrica ci sarà il primo “G20 – Inclusione e Disabilità” proviene da Superando.

I musei quali servizi culturali aperti, accessibili e fruibili da tutti e tutte

Superando - 11 Giugno 2025 - 4:44pm

Aperto a tutti e tutte e fruibile sia in presenza (a Roma, presso la regione Lazio) che a distanza, è in programma per il 12 e 13 giugno il convegno “Il Museo aperto. Percorsi e metodologie per l’accessibilità e la partecipazione. Esperienze a confronto nella Regione Lazio”, incontro nato dall’esigenza di condividere la visione dei musei quali servizi culturali aperti, accessibili e fruibili da tutti, assumendo la co-progettazione come elemento imprescindibile della pratica museale

Aperto a tutti e tutte, è in programma per il 12 e 13 giugno il convegno Il Museo aperto. Percorsi e metodologie per l’accessibilità e la partecipazione. Esperienze a confronto nella Regione Lazio, fruibile sia in presenza (Roma, sede della Regione Lazio, il 12 giugno nella Sala Tirreno, Piazza Oderico da Pordenone, 15, ore 9.30-17.30; il 13 giugno nella Sala Tevere, Via Cristoforo Colombo, 212, ore 9.30-17.30), sia a distanza (in YouTube, il 12 giugno a questo link, il 13 giugno a quest’altro).

Patrocinato dalla Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco e promosso da Simona Renata Baldassarre, assessora alla Cultura, alle Pari Opportunità, alle Politiche Giovanili e della Famiglia, al Servizio Civile della Regione Lazio, e da Luca Fegatelli, direttore del medesimo Assessorato Regionale, «l’incontro – come spiegano i promotori – nasce dall’esigenza di condividere la visione dei musei quali servizi culturali aperti, accessibili e fruibili da tutti, assumendo la co-progettazione come elemento imprescindibile della pratica museale. Ed è in tale ottica che Musei del territorio regionale e Associazioni di persone con disabilità e dei loro caregiver si incontreranno in questa occasione, per dare vita a una riflessione che parta dal tema dell’accessibilità, per ripensare spazi espositivi, allestimenti, progetti di sistema e programmi educativi. Le esperienze dei Musei e di Istituti similari e dei Sistemi museali dell’Organizzazione Museale Regionale (OMR) verranno dunque presentate, nella due giorni presso la Regione Lazio, attraverso lo sguardo di direttori ed operatori a confronto con esperti del settore, fornendo un’occasione per riflettere su come i piccoli e medi musei – ossatura del patrimonio culturale del Paese – possano sempre più coinvolgere pubblici diversificati e diventare spazi di dialogo e progettazione condivisa».
L’evento sarà concluso da quattro workshop, condotti da professionisti museali e da esperti di accessibilità.

Da ricordare, in conclusione, che l’organizzazione scientifica del convegno sarà a cura dell’Area Comunicazione e Promozione dei Servizi Culturali e del Coordinamento regionale Lazio di ICOM Italia, il Consiglio Internazionale dei Musei, avvalendosi anche della collaborazione della Consulta Regionale per i Problemi della Disabilità e della Scuola Nazionale del Patrimonio e delle Attività Culturali. (S.B.)

A questo link è disponibile il programma completo della due giorni. Per ulteriori informazioni: consultaregionaledisabilita@gmail.com.

L'articolo I musei quali servizi culturali aperti, accessibili e fruibili da tutti e tutte proviene da Superando.

Una mamma di vecchia generazione, ovvero L’albinismo dalla parte del genitore

Superando - 11 Giugno 2025 - 4:10pm

«Sono una mamma di “vecchia generazione” con una figlia albina – scrive Laura Bonanni, nell’imminenza della Giornata Internazionale dell’Albinismo del 13 giugno – e vorrei accompagnare questa mia testimonianza personale con un augurio di incoraggiamento alle attuali mamme di bambini albini: Non scoraggiatevi e se avete bisogno di aiuto, cercatelo. Conoscere il problema, parlarne, confrontarsi è un fatto positivo che aiuta a uscire dall’anonimato e a non sentirsi più “bestie rare”» Una bimba con albinismo

In prossimità del 13 giugno, Giornata Internazionale dell’Albinismo, ho pensato di condividere la testimonianza di una mamma di figlia albina e più precisamente la mia, Angelica. Credo infatti che questo tipo di testimonianze possano veramente aiutare a ridimensionare paure, ansie, luoghi comuni e pregiudizi: ne abbiamo tutti un grande bisogno per andare avanti nella vita, con ottimismo, costruttività e adultità.
Questa esperienza si trova pubblicata, in forma anonima, nel libro Chiari per natura, uscito nel 2012, frutto di un progetto editoriale nato su idea dello staff del portale Albinismo.eu, condiviso e successivamente finanziato dall’Ospedale Niguarda di Milano.
Il libro, fondamentalmente diviso in due parti, raccoglie, nella prima, relazioni di vari professionisti che trattano a tutto campo l’anomalia genetica dell’albinismo e le normative legislative, mentre nella seconda, vi sono testimonianze di vario genere.
Riporto dalla quarta di copertina: «L’idea di scrivere un libro sull’albinismo nasce dal bisogno e dal desiderio di far conoscere l’esistenza di questa anomalia genetica, non molto diffusa, così “particolare” soprattutto per le sue peculiarità estetiche, che spesso destano curiosità e falsi giudizi nelle persone. Un libro per divulgare in modo scientificamente corretto cosa sia effettivamente l’albinismo e per esplicitare a chiare lettere, con serenità e positività, che con questa “diversità” si può vivere, convivere e crescere».

Sono una mamma di “vecchia generazione” con una figlia albina. Ai miei tempi (Anni Sessanta), almeno per la mia esperienza, gli albini sembravano provenire da un altro pianeta. Nessuno, tra le persone da me conosciute, ne aveva mai visto uno; la curiosità della gente, quando uscivo, la ricordo morbosa e invadente: sguardi insistenti e risolini erano all’ordine del giorno. Ricordo una signora nella stazione di Roma Termini che, strattonando sua figlia, indicava nella nostra direzione, a voce alta, destando la curiosità di altri passeggeri in partenza.
Quella volta la mia reazione fu immediata; affrontai la signora, dicendole che poteva «soddisfare la sua curiosità malata» semplicemente chiedendo! Le dissi che era una maleducata, che mia figlia non era un fenomeno da baraccone e tante altre cose. Come finì? La signora perse il treno, la gente intorno, frettolosamente scomparve, mia figlia, che aveva allora solo quattro anni, stringendomi la mano si prese cura di me e disse: «Mammina non ti preoccupare, fa finta di niente…!».
Certo è che da allora il mio atteggiamento nei confronti del mondo, della vita è radicalmente cambiato. Come ho fatto? Sono cresciuta in fretta, sono diventata più responsabile e determinata; la vita stessa, nella quotidianità, mi è stata maestra! Intanto ho imparato a rimboccarmi le maniche senza contare troppo sugli altri; ho cercato di documentarmi leggendo anche testi di genetica e una volta capito che il pianeta “albini” sarebbe rimasto inesplorato, mi sono affidata con forza a Dio.

Molti medici allora liquidavano il “problema” con la stessa frase: «È albina!». Le malattie esantematiche erano confuse, l’intervento alle tonsille era sconsigliato, perché temevano non ricordo più quali conseguenze; comunque fu operata da un bravo e rinomato professore e tutto andò per il meglio.
Dare testimonianza della mia esperienza, dover riportare alla memoria ricordi in gran parte dimenticati e, tra l’altro, condensarli in poche righe, non è facile, quindi il mio racconto sarà lacunoso per forza maggiore. Ma devo comunque dire che, nel frattempo anche il mio matrimonio andava in pezzi; il papà di mia figlia non voleva accettare l’idea che fosse albina. Ripeteva spesso che la figlia era come gli altri bambini, voleva farle tingere i capelli, la spingeva comunque nella direzione del “nascondimento”; io da subito, invece, cercavo di spiegarle la realtà e di rispondere a tutte le sue tante domande con sincerità.
Sono stata sempre convinta, e lo sono tuttora, che prima ci si accetta, facendo un lavoro su di sé, più si diventa forti; al mondo c’è posto per tutti e la consapevolezza dei nostri limiti ci aiuta a raggiungere prima i nostri obiettivi! Non è sempre facile, ma ci si deve provare, chi la dura la vince!
È proprio così. Io, con tanta gioia, posso dire di avere raggiunto l’obiettivo più ambizioso della mia vita: vedere mia figlia realizzata come persona, competente e rispettosa.
Avevo fatto con me stessa una scommessa, mia figlia ce l’avrebbe certamente fatta, nonostante ogni sfavorevole previsione. La strada da percorrere, come del resto lo è per tutti gli esseri umani, è stata generosa di difficoltà, bisogna armarsi di pazienza ed essere perseveranti. Ho sempre creduto in lei, anche nei momenti più difficili e il risultato mi ha dato ragione! Non mi sono mai arresa.
Tante volte, quando ha cominciato a frequentare la scuola dell’obbligo, mi sono sentita dire che mia figlia aveva un deficit intellettivo e alcuni insegnanti mi hanno consigliato anche la scuola per non vedenti.
Nella scuola allora non c’erano ausili né insegnanti di sostegno. Allora sì che andavo giù con il morale, ma sono sempre stata convinta che mia figlia non fosse stata capita e che il deficit visivo influisse psicologicamente sulla resa. Ad esempio nelle scuole superiori alcuni insegnanti non le consentivano di avvicinarsi alla lavagna, oppure la obbligavano a leggere a voce alta qualche brano…! Un maestro delle elementari, che ricordo sempre nelle mie preghiere, nel silenzio e con i fatti, ha portato mia figlia a farle “scoprire” come chiunque può diventare, se vuole, molto bravo, senza poi doversi vergognare di questa bravura e temere l’invidia dei compagni!
Abbiamo lavorato molto insieme e quando andavo a colloquio mi ripeteva sempre che a mia figlia non dava i voti e i giudizi migliori, per non scatenare le cattiverie sopite nell’animo di alcuni bambini meno dotati di mia figlia. Secondo il maestro la sua intelligenza e sensibilità erano senz’altro fuori dal comune e i temi svolti in classe ne erano la prova.
Sono convinta che questo maestro sia stato la figura di riferimento più importante nella vita di mia figlia: era riuscito a entrare a piccoli passi nel suo cuore e a stabilire con lei un rapporto forte di fiducia e di complicità. Mia figlia si sentiva protetta dal suo maestro, valorizzata, accolta: ancora oggi lo ricordiamo con profondo affetto e gratitudine.

Vorrei chiudere questa mia breve testimonianza con un augurio di incoraggiamento alle attuali mamme di bambini albini. Non scoraggiatevi!! Se avete bisogno di aiuto, cercatelo! A volte abbiamo più bisogno noi adulti di imparare ad accettare la realtà che i nostri figli.
Forse le mamme di oggi sono più brave di quanto lo sia stata io ai miei tempi, ma le fonti di informazione erano veramente carenti.
Oggi internet ci ha sconvolto la vita nel bene e nel male. Le informazioni sono alla portata quasi di tutti; ci sono stati convegni nazionali sull’albinismo, è importantissimo che se ne parli, che le persone comuni non ignorino più questa anomalia genetica, che in alcune parti del mondo conduce anche alla soppressione di tanti piccoli.
Prendere contatto con persone competenti diventa solo un “atto di volontà”. Conoscere il problema, parlarne, scambiare informazioni, confrontarsi è senz’altro un fatto positivo che aiuta a uscire dall’anonimato e a non sentirsi più “bestie rare”.
L’unione fa la forza! Viva internet! Anche se per me non vale, io sono una donna all’antica, una mosca bianca e, per comunicare ho ancora bisogno del contatto umano.

*Psicologa, psicoterapeuta, specialista in analisi transazionale.

L'articolo Una mamma di vecchia generazione, ovvero L’albinismo dalla parte del genitore proviene da Superando.

Personale docente II grado – Decreto annullamento trasferimento interprovinciale CdC A042

Ultime da A. T. P. Cosenza - 11 Giugno 2025 - 3:06pm

Ministero dell’Istruzione Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria – Direzione Generale Ufficio V – Ambito Territoriale di Cosenza Via Romualdo Montagna, 13 – 87100 Cosenza e-mail: usp.cs@istruzione.it – Posta ...

Una piattaforma per fare incontrare persone con disabilità e assistenti personali

Superando - 11 Giugno 2025 - 12:42pm

Promosso dalla UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), il progetto “CareMatch” vuole contribuire a creare una piattaforma digitale e innovativa per facilitare l’incontro tra persone con malattie neuromuscolari e in generale con disabilità e assistenti personali qualificati/e, promuovendo così l’autodeterminazione delle stesse persone con disabilità Una giovane donna con distrofia muscolare insieme all’assistente personale (foto di UILDM)

Promosso dalla UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), il progetto CareMatch vuole contribuire a creare una piattaforma digitale e innovativa per facilitare l’incontro tra persone con malattie neuromuscolari (distrofie, atrofia muscolare spinale, miotonie ecc.), e assistenti personali qualificati/e, promuovendo così l’autodeterminazione delle persone con disabilità.
Per co-finanziare il progetto, con il sostegno di Intesa Sanpaolo, attraverso il Programma Formula, e in collaborazione con CESVI Fondazione ETS, è stata lanciata una raccolta fondi cui si può contribuire attraverso questo link.

La piattaforma digitale fa parte di una progettualità più ampia, condivisa dalla UILDM e da altre Associazioni di settore, che prevede la formazione di assistenti personali, di persone con disabilità e delle loro famiglie, affinché acquisiscano consapevolezza del proprio ruolo, sia come datori di lavoro che come collaboratori. La piattaforma, quindi, in parte co-finanziata, raccoglierà i profili di professionisti e professioniste formati e di chi vuole lavorare come assistente personale, ed è aperta a chiunque cerchi assistenza, non solo, pertanto, a persone con patologie neuromuscolari.
E del resto è proprio per rispondere a queste sfide che la UILDM si impegna quotidianamente, Associazione che è il punto di riferimento nazionale per le persone con distrofie e altre malattie neuromuscolari attraverso l’offerta di servizi di supporto concreto e promuovendo l’inclusione sociale per migliorare la qualità della vita su tutto il territorio italiano.

Nel dettaglio, dunque, i fondi raccolti permetteranno di:
° completare e ottimizzare la piattaforma, rendendola più accessibile ed efficiente per persone con disabilità e assistenti personali in cerca di lavoro;
° gestire la piattaforma, con un supporto tecnico e il coordinamento delle attività, garantendo un servizio affidabile e continuo;
° assicurare manutenzione, aggiornamenti e miglioramenti tecnologici, per un funzionamento sempre ottimale;
° promuovere la piattaforma stessa attraverso canali digitali e media tradizionali, ampliandone la diffusione e contribuendo a migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità. (Simona Lancioni)

Ulteriori informazioni sul progetto CareMatch, sulla raccolta fondi e su come contribuire sono reperibili a questo link. Questo invece il contatto dell’Ufficio Stampa e Comunicazione della UILDM Nazionale: uildmcomunicazione@uildm.it (Alessandra Piva e Chiara Santato).
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa), e viene qui ripreso, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

L'articolo Una piattaforma per fare incontrare persone con disabilità e assistenti personali proviene da Superando.

Da un testamento d’amore una rete di speranza: il convegno di Pompei “Disabilità e Spiritualità”

Superando - 11 Giugno 2025 - 11:58am

Un momento di condivisione profonda tra una serie di realtà associative impegnate nei campi della disabilità, dell’autismo e delle malattie rare, un’occasione per ribadire come la solidarietà, la spiritualità e l’impegno civile possano dar vita a una rete concreta di sostegno per chi vive in condizioni di fragilità: sarà questo il convegno “Disabilità e Spiritualità”, in programma per il 12 giugno presso il Pontificio Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei (Napoli)

È in programma per il pomeriggio di domani, 12 giugno (ore 17-19.30), presso la Sala Anastasio Rossi del Pontificio Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei (Napoli), il convegno sul tema Disabilità e Spiritualità, importante momento di riflessione sul valore umano e spirituale dell’inclusione.
L’incontro – moderato da Lucia Marino – si aprirà con i saluti e la preghiera di monsignor Tommaso Caputo, arcivescovo di Pompei, che offrirà una profonda riflessione sul ruolo della spiritualità nell’accoglienza delle persone con disabilità. Seguiranno i saluti istituzionali di Tommaso Castaldo, presidente dell’Associazione Anna De Luca di San Giorgio a Cremano, Gaetano Marotta, presidente dell’Associazione Oltre il Muro di Napoli e Giuseppe Silvano, presidente del Forum Campano Associazioni Malattie Rare.
Numerosi gli interventi di rilievo previsti dal programma, vale a dire quelli di don Luigi Castiello, segretario generale del Centro di Documentazione Universale (CDU), Rosario Savino, neuropsichiatra infantile, Sergio Mantile, presidente dell’Associazione Sociologi per il Sociale e Barbara Morgillo della Direzione Generale Tutela della Salute della Regione Campania.
Prevista poi anche la testimonianza di chi scrive [Maria Rosaria Ricci], autrice e giornalista pubblicista: condividerò infatti il mio personale vissuto di donna con disabilità, offrendo uno sguardo su come coraggio e fede possano trasformarsi in forza e possibilità.

Il convegno si propone come un momento di condivisione profonda tra una serie di realtà associative impegnate nei campi della disabilità, dell’autismo e delle malattie rare. Un’occasione per ribadire come la solidarietà, la spiritualità e l’impegno civile possano dar vita a una rete concreta di sostegno per chi vive in condizioni di fragilità.
A Napoli, città dal cuore immenso, prende vita un progetto nato da un gesto di straordinaria generosità. È la storia di Anna De Luca, insegnante di lettere in pensione, scomparsa nell’ottobre dello scorso anno a 85 anni, che poco prima di morire ha scelto di destinare tutto il suo patrimonio a due persone che l’hanno amorevolmente accudita: Pina Padriciello e Tommaso Castaldo, noti per il loro impegno nel volontariato. Pina e Tommaso sono infatti i genitori adottivi di Matteo, un bambino indiano nato senza arti, e di Maria Rosaria, una bambina rom con gravi malformazioni cerebrali. Per onorare la memoria della donna che li ha considerati famiglia, hanno fondato la citata Associazione Anna De Luca, trasformando l’appartamento ereditato in un centro di accoglienza, ascolto e progettazione inclusiva per persone con disabilità e le loro famiglie.
Ma l’impegno della coppia non si è fermato ai confini della propria città. In collaborazione con la Mulagi Mission, infatti, hanno finanziato in Uganda la realizzazione di un pozzo d’acqua potabile per i bambini di un villaggio rurale, portando così un messaggio di solidarietà oltre oceano.
Questa eredità, intesa non solo come bene materiale, ma soprattutto come trasmissione di valori, si è concretizzata in una rete attiva e virtuosa che coinvolge numerose Associazioni del territorio.

Queste, nel dettaglio, le Associazioni partecipanti al convegno di Pompei, alcune delle quali già citate in precedenza: Associazione Amo Autismo Mille Opportunità; Associazione Anna De Luca; Associazione Borgo San Michele; Associazione Buona Sanità; Centro di Documentazione Universale (CDU); Centro Volontari della Sofferenza (CVS); Forum Campano Associazioni Malattie Rare; Associazione Gli Amici… Io Sono Nicolò; Associazione Mitocon; Associazione Noi Possiamo APS Sport; Associazione Oltre il Muro; Associazione Rete Malattie Rare; Associazione Sindrome Kleefstra Italia.
Il convegno Disabilità e Spiritualità rappresenterà dunque molto più di un evento: sarà il frutto tangibile di una storia d’amore, di cura e di altruismo che continua a generare bene, nel nome di Anna De Luca, donna semplice ma dal cuore straordinario.

L'articolo Da un testamento d’amore una rete di speranza: il convegno di Pompei “Disabilità e Spiritualità” proviene da Superando.

Piano regionale assegnazione contributi scuole paritarie a.s. 2024-2025

Ultime da USR Calabria - 11 Giugno 2025 - 10:55am

You must be logged into the site to view this content.

Circolare ministeriale 133215 dell'11 giugno 2025 - Modalità adesione Fondo Espero

Ultime dal MIUR - 11 Giugno 2025 - 8:36am

Circolare ministeriale 133215 dell'11 giugno 2025 - Modalità adesione Fondo Espero

Categorie - News Normativa

Continueremo a lottare perché siano sempre garantiti i diritti delle persone con disabilità

Superando - 10 Giugno 2025 - 6:06pm

«Ci proponiamo di chiedere tavoli regionali di discussione permanenti nei quali sia le Istituzioni che le Associazioni possano coprogrammare e coprogettare le politiche relative alle persone con disabilità e continueremo a chiedere la piena attuazione del Progetto di vita, un diritto fondamentale per l’autonomia e la partecipazione delle persone con disabilità e a lottare affinché i loro diritti siano sempre garantiti»: lo dice tra l’altro Giuliana Gaspari, riconfermata alla Presidenza della Federazione FISH Emilia Romagna Giuliana Gaspari, presidente riconfermata della FISH Emilia Romagna

Abbiamo dato ieri notizia della nuova Giunta nominata dalla FISH Emilia Romagna (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie), con la conferma di Giuliana Gaspari alla Presidenza. Oggi riceviamo e ben volentieri pubblichiamo la seguente nota dalla stessa Giuliana Gaspari.

Esprimo la mia profonda gratitudine per la riconferma alla carica di Presidente della FISH Emilia Romagna, ringraziando le Associazioni aderenti alla Federazione che ci sostengono e che supportano ogni giorno con il loro impegno la Federazione stessa. Un grazie particolare alla Giunta uscente che ci ha consentito di raggiungere obiettivi importanti e ai membri della Giunta appena costituita con la quale spero di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati.
Desidero esprimere un sentito e doveroso ringraziamento al presidente della FISH Nazionale Vincenzo Falabella, la cui leadership autorevole e la costante dedizione hanno contribuito in modo determinante a rafforzare il ruolo della Federazione a livello nazionale. Grazie al suo impegno, la FISH ha acquistato una credibilità senza precedenti, affermandosi come interlocutore legittimato nelle politiche generali del Paese e anche sul nostro territorio.
Assumo questo incarico con un grande senso di responsabilità e consapevolezza e nella convinzione che, con l’unità e la partecipazione di tutti, potremo affrontare con successo le sfide future.
La disabilità è un tema di cui discutere a più livelli e ritengo che qualsiasi scelta in merito a lavoro, mobilità, istruzione o cultura debba essere valutata con le persone con disabilità, con l’obiettivo di costruire un sistema inclusivo fin dalla loro nascita.
Ci proponiamo di chiedere tavoli regionali di discussione permanenti nei quali sia le Istituzioni che le Associazioni possano coprogrammare e coprogettare le politiche relative alle persone con disabilità.
Continueremo infine a chiedere la piena attuazione del Progetto di vita, un diritto fondamentale per l’autonomia e la partecipazione delle persone con disabilità e a lottare affinché i loro diritti siano sempre garantiti.

*Presidente della FISH Emilia Romagna (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie).

L'articolo Continueremo a lottare perché siano sempre garantiti i diritti delle persone con disabilità proviene da Superando.

Un accordo per promuovere i percorsi sportivi e di vita delle atlete con disabilità intellettive

Superando - 10 Giugno 2025 - 5:44pm

Promuovere i percorsi sportivi e di vita delle atlete con disabilità intellettive, per supportarle non solo in termini di autonomia e indipendenza attraverso lo sport, ma anche per valorizzarle quale esempio di coraggio e determinazione per tutti: è l’obiettivo dell’accordo sottoscritto tra Special Olympics Italia e Soroptimist International d’Italia Adriana Macchi, presidente di Soroptimist International d’Italia e Alessandro Palazzotti, vicepresidente vicario di Special Olympics Italia, sottoscrivono l’accordo tra le due organizzazioni

Un accordo è stato siglato tra Special Olympics Italia, la componente nazionale del movimento di sport praticato da persone con disabilità intellettive, e Soroptimist International d’Italia, componente nazionale dell’organizzazione mondiale su base volontaria di donne impegnate in attività professionali e manageriali, che promuove l’avanzamento della condizione femminile, la piena realizzazione delle pari opportunità e i diritti umani.
Entrambe le organizzazioni, infatti, operano per affermare attraverso lo sport e quindi tale accordo – sottoscritto da Adriana Macchi, presidente di Soroptimist International d’Italia e Alessandro Palazzotti, vicepresidente vicario di Special Olympics Italia – ha l’obiettivo di promuovere i percorsi sportivi e di vita delle atlete con disabilità intellettive, per supportarle non solo in termini di autonomia e indipendenza attraverso lo sport, ma anche per valorizzarle quale esempio di coraggio e determinazione per tutti. (S.B.)

A questo link è disponibile un testo di ulteriore approfondimento. Per altre informazioni: stampa@specialolympics.it (Giampiero Casale).

L'articolo Un accordo per promuovere i percorsi sportivi e di vita delle atlete con disabilità intellettive proviene da Superando.

Il voto delle persone con sindrome di Down conta sempre di più

Superando - 10 Giugno 2025 - 5:22pm

«I referendum non hanno raggiunto il quorum, ma per tanti e tante il voto è stato un’esperienza importante, gratificante e formativa, un’affermazione del proprio essere adulti e di voler partecipare, con consapevolezza e determinazione alla vita sociale e politica del Paese: sono le tante persone che fanno riferimento alla nostra Associazione e le cui testimonianze ci arrivano da diverse nostre Sezioni»: lo dicono con giustificato orgoglio dall’AIPD, l’Associazione Italiana Persone con Sindrome di Down Federico dell’AIPD di Parma è una delle tante persone con sindrome di Down che hanno votato nei giorni scorsi

«I referendum non hanno raggiunto il quorum, ma per tanti e tante il voto è stato un’esperienza non solo importante, ma formativa e gratificante, un’affermazione del proprio essere adulti e di voler partecipare, con consapevolezza e determinazione alla vita sociale e politica del Paese: sono le tante persone che fanno riferimento alla nostra Associazione e le cui importanti testimonianze ci arrivano da diverse nostre Sezioni territoriali»: lo dicono con giustificato orgoglio dall’AIPD, l’Associazione Italiana Persone con Sindrome di Down, ricordando – ciò di cui abbiamo ampiamente riferito anche sulle nostre pagine – non solo la realizzazione e la diffusione di una Guida al voto, ma anche l’organizzazione di incontri e simulazioni, nelle settimane che hanno preceduto il voto, per supportare le persone con sindrome di Down nel compiere una scelta consapevole.

«La partecipazione delle persone con sindrome di Down – commenta Gianfranco Salbini, presidente dell’AIPD Nazionale – è una conquista di cittadinanza, autonomia e consapevolezza, perché votare non è soltanto mettere una croce su una scheda, ma è affermare che si è parte attiva della comunità, che si ha voce e che si può contribuire. Le testimonianze che arrivano dalle nostre Sezioni in tutta Italia raccontano di un Paese che dà la possibilità di crescere nel riconoscimento della dignità, dei diritti e delle competenze delle persone con sindrome di Down. Dal canto nostro continueremo a lavorare ogni giorno per questo, perché la partecipazione non sia un’eccezione, ma la normalità. Grazie dunque a chi ha accompagnato questo percorso».

E a proposito delle testimonianze dalle Sezioni dell’AIPD, da nord a sud dell’Italia, all’indomani dell’appuntamento elettorale, ne riportiamo di seguito alcune.
A Catania, «alcuni dei nostri ragazzi hanno esercitato il loro diritto al voto, compiendo il loro dovere di cittadini. La democrazia è più bella quando è per tutti!».
A Barletta, «abbiamo votato! L’esempio di cittadinanza attiva e la volontà di esercitare i nostri diritti sono parte di un progetto molto più ampio, quello di vita! Perché #ilmiovotoconta».
A Campobasso, «Antonio ha esercitato il suo diritto al voto e compiuto il suo dovere da cittadino».
A Frosinone, «il voto è un diritto ed una opportunità».
A Cosenza, «oggi ho votato. Per me. Per tutti. Perché il mio voto conta».
A Napoli, «quando voti, dici la tua idea. Aiuti l’Italia a prendere decisioni importanti. Nessuno può scegliere al posto tuo. Tu conti. Il tuo voto conta. Sempre!».
A Mantova, «Giulia ha esercitato il suo diritto al voto e compiuto il suo dovere da brava cittadina».
A Reggio Calabria, «Flavio ha votato per la prima volta».
Da Parma, arriva l’espressione soddisfatta di Federico, che «ha esercitato il suo diritto al voto e ha compiuto il suo dovere di cittadino. Grazie Fede! Il tuo voto conta!».
Da Bergamo: «Abbiamo letto, capito e pure votato. E no, nessuno ci ha suggerito le risposte. Oggi uno dei nostri ragazzi ha fatto il suo dovere da cittadino al referendum dell’8 giugno. Grazie alla guida al voto di AIPD Nazionale, ha capito bene di che si parlava… e ha deciso da solo cosa mettere sulla scheda. Spoiler: non ha copiato da nessuno!».

«Alla luce di queste testimonianze – concludono dall’AIPD -, vien davvero da ribadire che “il tuo voto conta”. Sempre, a prescindere dal risultato!». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficiostampaaipd@gmail.com.

L'articolo Il voto delle persone con sindrome di Down conta sempre di più proviene da Superando.

Uno sciopero della fame per una Legge che sancisca la piena cittadinanza delle persone con epilessia

Superando - 10 Giugno 2025 - 4:41pm

Come già segnalato anche da Superando, pur prendendo atto del positivo confronto avviato con il Ministro della Salute e i suoi Consiglieri, non essendo ancora pervenuta al Senato la Relazione Tecnica del Ministero sul Disegno di Legge 898 (“Disposizioni per la tutela delle persone affette da epilessia”) ed essendo ancora pendente il parere del Ministero dell’Economia e Finanze, Giovanni Battista Pesce, presidente dell’AICE (Associazione Italiana Contro l’Epilessia) ha avviato l’annunciato sciopero della fame davanti alla sede del Dicastero Il presidente dell’AICE Pesce davanti al Ministero della Salute, dove ha avviato uno sciopero della fame

Come segnalato dunque anche sulle nostre pagine, pur prendendo atto del positivo confronto avviato con il Ministro della Salute Schillaci e i suoi Consiglieri, con l’intento di riavviare la trattazione parlamentare del tema “epilessia”, non essendo ancora pervenuta al Senato la Relazione Tecnica del Ministero della Salute sul Disegno di Legge 898 (Disposizioni per la tutela delle persone affette da epilessia) ed essendo ancora pendente il parere del Ministero dell’Economia e Finanze, il presidente dell’AICE (Associazione Italiana Contro l’Epilessia) Giovanni Battista Pesce ha avviato oggi, 10 giugno, l’annunciato sciopero della fame davanti alla sede del Dicastero.
«Da un anno – ribadisce l’AICE in una nota – la mancante Relazione Tecnica blocca la trattazione per l’approvazione di una prima legge per la piena cittadinanza a 550.000 persone con epilessia e alle loro famiglie. Ai pochi “beati” che guariscono, più del 30% delle persone con epilessia versa in situazione di farmacoresistenza, assume cioè i medicinali, ma manifesta anche le crisi. E questo nonostante un iperbolico mercato di farmaci non curativi, ma solo sintomatici e con rilevanti effetti collaterali. Se dunque con una crisi sei soggetto a giuste limitazioni, ingiustamente ti sono negate adeguate misure inclusive. Ebbene, l’inclusione delle persone con epilessia in farmacoresistenza è il primo obiettivo che la nostra Associazione intende realizzare in questa Legislatura».

«Grave è il ritardo del Parlamento – proseguono dall’AICE – presso il quale, sin dalla XIII Legislatura, la nostra Associazione, in collaborazione con l’ANFFAS (Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo) e con parte delle Associazioni professionali, ha promosso ininterrottamente una proposta legislativa bipartisan, spesso giunta prossima all’approvazione. Ancor più grave, inoltre, è il ritardo di altra parte del mondo professionale che fino a ieri rivendicava pubblicamente di “far guarire”, grazie al proprio operare e ora lo nega anche per quanti guariscono spontaneamente (Linee Guida Il trattamento dell’epilessia in età pediatrica, 2017) e riconosciuti tali con il Decreto Legislativo 59/11, dopo almeno 10 anni di assenza di crisi e terapia. Una cultura stigmatizzante, questa, che giunge a negare l’epilessia quale condizione di disabilità anche se in farmacoresistenza o, sfiorando il ridicolo, ritenendola “intermittente”. Una cultura professionale di “medicina difensiva”, dunque, che, marchiando a fuoco per “inguaribilità” tutte le persone con un passato o presente di epilessia e i loro colleghi che quotidianamente la certificano, attribuisce lo stigma a una mera origine culturale. La nostra Associazione chiede invece ai Parlamentari di riconoscere alle oltre 550.000 persone con epilessia e alle loro famiglie, un primo accesso ad adeguate misure inclusive, per uscire dalla malsana clandestinità imposta a questa “malattia sociale”, come riconosciuta dalla nostra normativa».

«Troppe volte – concludono dall’AICE – il percorso legislativo è stato ostacolato da celati professionisti, altri ci hanno denunciato penalmente, risultando poi essi stessi condannati. Nonostante ciò, s’è giurato alle nostre famiglie che conseguiremo la Legge per la piena cittadinanza delle persone con epilessia in questa Legislatura e pertanto chiediamo sostegno bipartisan a tutti i Parlamentari per riavviare la trattazione del Disegno di Legge 898, sino all’approvazione, in prima lettura, nei due rami del Parlamento». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: assaice@gmail.com.

L'articolo Uno sciopero della fame per una Legge che sancisca la piena cittadinanza delle persone con epilessia proviene da Superando.

Torna “Inclusion Job Day”, spazio di incontro fra candidati e aziende, per trovare opportunità di lavoro

Superando - 10 Giugno 2025 - 3:57pm

Nuovo appuntamento online, il 13 giugno, nell’àmbito di “Inclusion Job Day”, il luogo virtuale che offre la possibilità di realizzarsi professionalmente alle persone con disabilità e agli appartenenti alle cosiddette “categorie protette”, evento durante il quale i candidati potranno tra l’altro consegnare digitalmente il proprio curriculum vitae, candidarsi alle offerte di lavoro, assistere alle presentazioni aziendali, sostenere colloqui di lavoro direttamente con i recruiter aziendali

Nuovo appuntamento online, il 13 giugno, nell’àmbito di Inclusion Job Day, iniziativa già da noi ampiamente presentata a suo tempo, luogo virtuale ideato e progettato a suo tempo dall’Agenzia Interaction Farm (oggi Hidoly), insieme alla Società Cesop HR Consulting Company, nato per offrire la possibilità di realizzarsi professionalmente alle persone con disabilità e agli appartenenti alle cosiddette “categorie protette” (previste dalla Legge 68/99), il tutto attraverso una piattaforma, tramite la quale è necessario iscriversi, che si propone appunto, in modo completamente gratuito, come spazio di incontro fra candidati e aziende italiane, per trovare opportunità di lavoro.
Durante l’evento virtuale, dunque (ore 11-18), i candidati potranno tra l’altro consegnare digitalmente il proprio curriculum vitae, candidarsi alle offerte di lavoro, assistere alle presentazioni aziendali, sostenere colloqui di lavoro direttamente con i recruiter aziendali.

E come sempre, a precedere l’evento (ore 10-11), ci sarà l’Inclusion Job Talk, tavola rotonda in cui si tratterà questa volta il tema Accessibilità per cambiare il nostro futuro, con la partecipazione di esperti del mondo imprenditoriale, accademico e istituzionale, vale a dire Francesco Canale, artista e fondatore dell’azienda Working Souls; Silvia Cavallini, responsabile delle Risorse Umane e referente per la Sostenibilità di Beberè Società Benefit; Giovanni Ferrero, direttore della CPD di Torino (Consulta per le Persone in Difficoltà); Felipe Muñoz, marketing analyst nel settore automotive; Manuela Pioltelli, responsabile dell’Area Collocamento Mirato di Umana; Elena Santagati, delegata alla Disabilità dell’Università di Messina. E come di consueto, a introdurre i lavori saranno Roberta Barba dell’agenzia Hidoly e Alessandro Pivi di Cesop HR Consulting Company.

L’Inclusion Job Day tornerà in autunno, ed esattamente il 24 ottobre, ma come sempre nei periodi tra un evento e l’altro, la piattaforma resta attiva e a disposizione delle aziende per caricare nuove posizioni cui gli utenti possono candidarsi (per rimanere aggiornati sui prossimi appuntamenti, le novità e le iniziative basta iscriversi alla IJD Newsletter tramite questo link. (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Roberta Barba (roberta.barba@hidoly.com); segreteria@inclusionjobday.com.

L'articolo Torna “Inclusion Job Day”, spazio di incontro fra candidati e aziende, per trovare opportunità di lavoro proviene da Superando.

Nota 7325 del 10 giugno 2025 - Nuove procedure e modalità programmazione reclutamento personale e budget assunzionale AFAM

Ultime dal MIUR - 10 Giugno 2025 - 2:12pm

Nota 7325 del 10 giugno 2025 - Nuove procedure e modalità programmazione reclutamento personale e budget assunzionale AFAM

Categorie - News Normativa

Il Tulipano racconta a New York le proprie attività inclusive nel Parco Archeologico di Pompei

Superando - 10 Giugno 2025 - 2:02pm

Tra le varie organizzazioni invitate in questi giorni a New York, in occasione della 18^ Conferenza Annuale degli Stati Parte della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, vi è anche la Cooperativa Sociale di Napoli Il Tulipano, che racconterà le proprie attività inclusive all’interno del Parco Archeologico di Pompei, dove si coniugano inserimento lavorativo e inclusione sociale Foto di gruppo per il Tulipano nei pressi del Palazzo delle Nazioni Unite di New York (quinta da destra la ministra per le Disabilità Locatelli, sesto da destra il presidente del Tulipano Minucci)

Tra le varie organizzazioni invitate in questi giorni a New York, in occasione della 18^ Conferenza Annuale degli Stati Parte della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, di cui abbiamo già ampiamente riferito in altra parte del giornale, vi è anche la Cooperativa Sociale di Napoli Il Tulipano, che vi racconterà le proprie attività inclusive all’interno del Parco Archeologico di Pompei, dove si coniugano inserimento lavorativo e inclusione sociale, come raccontato in più occasioni anche da Superando, attraverso percorsi di autonomia per ragazzi e giovani adulti, all’interno di Parvula Domus, fattoria culturale e sociale di cui i giovani stessi si prendono cura.
«La fattoria – spiegano dal Tulipano – si trova nell’anello extra moenia del Parco Archeologico di Pompei, luogo di bellezza tra natura e archeologia, dove i nostri giovani sono impegnati in attività di cura degli orti sociali, coltivando frutta e verdura prodotta all’interno delle aree verdi del parco stesso, che raccolte, vengono poi trasformate in confetture e/o marmellate; gestiscono inoltre un alveare per attività di apicoltura didattica e promuovono percorsi di educazione alla bellezza del verde e della biodiversità con l’accoglienza di gruppi ed associazioni».

«Ormai da anni – aggiungono dalla Cooperativa campana – promuoviamo e realizziamo percorsi di fruizione inclusiva dei luoghi della cultura e dei musei, attività in cui le persone tutte, ciascuna con la propria unicità, vengono accolte con proposte di percorsi inclusivi finalizzati all’apprendimento e alla socializzazione in contesti di bellezza».

«Questa di New York – sottolinea Giovanni Minucci, presidente del Tulipano – è una tappa per noi molto importante che testimonia il valore delle progettualità che siamo riusciti a sviluppare in questi anni, oggi divenuto un vero e proprio modello di welfare culturale. Il nostro obiettivo è creare percorsi di vita in cui le persone con autismo e/o disabilità cognitiva riescano a diventare autonomi da un punto di vista non solo sociale, ma anche e soprattutto lavorativo. In tal senso cerchiamo di offrire opportunità concrete ai nostri giovani che trovano la loro collocazione all’interno dei progetti, ognuno con le sue peculiarità e unicità. E lo facciamo all’interno del Parco Archeologico più famoso al mondo, un luogo di fragilità che accoglie persone fragili le quali a loro volta se ne prendono cura e lo valorizzano con la loro operosità, un circolo virtuoso dove archeologia e natura si intrecciano e diventano fonte di benessere per uno sviluppo sostenibile, ambientale e sociale, finalizzato all’autonomia».
«Con Parvula Domus – conclude – l Parco Archeologico di Pompei diviene luogo di connessioni tra la città antica e la città moderna, grazie all’impegno e al lavoro dei nostri giovani che lo rende ancora di più un luogo unico al mondo». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Stefano Gattordo (stefanogattordo@gmail.com).

L'articolo Il Tulipano racconta a New York le proprie attività inclusive nel Parco Archeologico di Pompei proviene da Superando.

Come eliminare le barriere comunicative in un reparto di Neuropsichiatria Infantile

Superando - 10 Giugno 2025 - 1:34pm

Per venire incontro alle difficoltà di comprensiuone e comunicazione dei suoi piccoli pazienti con disturbi del neurosviluppo, l’Istituto Medea-La Nostra Famiglia di Bosisio Parini (Lecco), con la supervisione scientifica del Policlinico di Milano, ha introdotto nel proprio reparto di Neuropsichiatria Infantile un approccio fondato sulla CAA (Comunicazione Aumentativa e Alternativa) che, com’è noto, si basa su un sistema di simboli grafici raffiguranti oggetti, azioni, desideri e stati d’animo Il programma della giornata tradotto in CAA nel reparto di Neuropsichiatria Infantile del Medea-La Nostra Famiglia

«Il bambino – sottolineano dall’Istituto Scientifico Medea-La Nostra Famiglia di Bosisio Parini (Lecco) – ha diritto ad essere informato sulle proprie condizioni di salute e sulle procedure a cui verrà sottoposto, con un linguaggio comprensibile e adeguato al suo sviluppo e alla sua maturazione. Lo suggerisce il buon senso, lo sancisce la rete italiana degli Ospedali Pediatrici con la Carta dei Diritti del Bambino in Ospedale. Si tratta quindi di un diritto sacrosanto, ma come la mettiamo quando il bambino ha difficoltà nella comprensione del linguaggio a causa di un disturbo del neurosviluppo? Come comunicargli le visite, gli esami diagnostici, le terapie che dovrà affrontare?».
Per venire dunque incontro alle esigenze dei suoi piccoli pazienti, lo stesso Istituto Medea-La Nostra Famiglia, con la supervisione scientifica del Policlinico di Milano, ha introdotto nel proprio reparto di Neuropsichiatria Infantile un approccio fondato sulla CAA (Comunicazione Aumentativa e Alternativa), lingua che com’è noto, è basata su un sistema di simboli grafici che raffigurano oggetti, azioni, desideri e stati d’animo.

«Nel nostro reparto accogliamo bambini e bambine con disturbi dello spettro autistico o disturbi del neurosviluppo complessi – spiega Morena Achilli, coordinatrice infermieristica del reparto di Neuropsichiatria Infantile del Medea-La Nostra Famiglia – e per tutti loro sottoporsi alle necessarie procedure diagnostiche e terapeutiche può essere una fonte di ansia, a maggior ragione se hanno problemi nella sfera comunicativa. Gli specialisti del Medea hanno quindi pensato di tradurre l’agenda terapeutica giornaliera di ogni bambino in CAA. Ogni mattina, quindi, i piccoli pazienti del reparto ricevono il programma della giornata tradotto in simboli e il personale infermieristico affianca il caregiver per comunicare in CAA attività e procedure, affinché ogni bambino e bambina possa affrontare un esame di risonanza magnetica o un elettroencefalogramma con maggiore consapevolezza e meno ansia».

La BiblioteCAA allestita all’Istituto Medea-La Nostra Famiglia

«Abbiamo pensato anche al loro tempo libero – prosegue Achilli -, dotando il reparto di una biblioteCAA, frutto meraviglioso di una collaborazione nata all’interno del nostro Istituto»: a realizzare il nuovo spazio sono stati infatti Samuele, Chiara, Gloria, Emmanuel e Ruben del progetto Ponte.RiESCO e Nicolas, Matteo, Giuseppe, Martina, Davide e Kevin del servizio residenziale L’Aquilone. I primi sono giovani con un quadro neuropsicologico complesso che partecipano ad un progetto educativo inclusivo della Nostra Famiglia in collaborazione con le scuole secondarie di primo grado del territorio, i secondi, invece, sono bambini e giovani con disturbi del neurosviluppo e disabilità complesse e importanti criticità nei comportamenti di adattamento ambientale, che frequentano il servizio residenziale terapeutico riabilitativo per minori di Bosisio Parini. Tutti insieme, con i loro educatori, hanno tradotto i volumi in CAA grazie ad un software dedicato che trasforma le parole in immagini, acquisendo in tal modo un ruolo attivo nell’aiuto degli altri, apprendendo contemporaneamente le logiche della CAA.

«La CAA è trasversale e accessibile per tutte le età, le lingue e le culture – conclude Achilli -, uno strumento prezioso, che dà voce a tutti”. Risultato: dal Gattino Luca a Tobi si diverte, il nuovo spazio dedicato alla lettura offre ai bambini ricoverati fiabe, romanzi e racconti tradotti in simboli. Ma soprattutto è un esempio concreto di collaborazione virtuosa tra centri di ricerca, esperienze cliniche e progetti di integrazione sociale». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficio.stampa@lanostrafamiglia.it (Cristina Trombetti).

L'articolo Come eliminare le barriere comunicative in un reparto di Neuropsichiatria Infantile proviene da Superando.

Pagine

  • « prima
  • ‹ precedente
  • …
  • 5
  • 6
  • 7
  • 8
  • 9
  • 10
  • 11
  • 12
  • 13
  • …
  • seguente ›
  • ultima »

Valida codice   Valida CSS   Accessibilità

Privacy    Note legali


© 2015-2025    handitecnocalabria.it

Sito realizzato da Attilio Clausi


( 27 Giu 2025 - 19:38 ): https://www.handitecno.calabria.it/aggregator?page=8