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Dare voce ai sogni: Francesca Merli racconta la disabilità in scena

Superando - 14 Maggio 2025 - 4:54pm

“La Banca dei Sogni” è un progetto teatrale che racconta la società appunto attraverso i sogni. La regista Francesca Merli, in questa nostra intervista, approfondisce il confronto tra un giovane con e uno senza disabilità e riflette su come il teatro possa dare voce a queste storie e sensibilizzare il pubblico Francesca Merli

La Banca dei Sogni è più di uno spettacolo: è un’indagine sulla società attraverso i sogni, raccolti in anni di interviste nelle città italiane. Ideato da Francesca Merli e Laura Serena, esplora le diverse fasi della vita, con un focus sull’adolescenza e anche sulla disabilità.
In questa nostra intervista, Merli racconta proprio questa parte dello spettacolo, soffermandosi sul confronto tra due adolescenti, uno con disabilità e uno senza, e riflettendo sul ruolo del teatro nella rappresentazione delle loro esperienze.

Nel segmento dedicato all’adolescenza, ha scelto di mettere a confronto un giovane con disabilità e uno senza. Cosa l’ha portata a questa decisione e quali aspetti significativi sono emersi dal loro dialogo?
«Ho deciso di mettere a confronto Enrico, un ragazzo con un disturbo dello spettro autistico, e Andrea, un adolescente senza disabilità, ma con problemi comportamentali. Entrambi fanno fatica a progettare un futuro, pur desiderando un lavoro e una vita migliore. Li abbiamo incontrati e intervistati a Padova. Anche se ha delle difficoltà, il talento di Enrico è quello di voler aiutare, a sua volta, chi affronta barriere fisiche e motorie. Il suo sogno è permettere alle persone in carrozzina di raggiungere qualsiasi luogo pubblico più agevolmente, soprattutto luoghi culturali come teatri e cinema, tramite pedane costruite con mattoncini Lego.
Entrambi si trovano a fare un finto colloquio: questa è la manipolazione teatrale, un finto colloquio per un lavoro da magazziniere. Paradossalmente l’adolescente con disabilità, nello specifico questo ragazzo che si presenta con la maglietta di Super Mario e con le pedane, ha in sé una grande forza, cioè quella di lottare ancora, di credere per i suoi sogni, mentre Andrea, che magari ha meno difficoltà sulla carta, appare più disilluso rispetto a ciò che lo circonda».

Un momento dello spettacolo, con Enrico sullo sfondo

Ha definito La Banca dei Sogni come uno spettacolo di teatro d’indagine e documentaristico, basato su un metodo di mappatura delle città e delle persone. Come si sviluppa questo approccio e in che modo contribuisce alla rappresentazione della disabilità nella narrazione teatrale?
«Abbiamo iniziato nel 2018: come dei veri reporter mappiamo la città, andiamo a capire quali sono le caratteristiche peculiari di ogni luogo, dove possiamo trovare ogni generazione e intervistiamo un campionario di persone. A Padova sono venuta in contratto con Talents Lab Lego, un’Associazione che accoglie giovani con diverse disabilità e che cerca di captare quale sia il loro talento. In quest’ultima versione della Banca dei Sogni, prodotta dal Teatro Stabile del Veneto, abbiamo deciso di portare le persone non più in scena con noi, ma in video. Quindi le persone sono inserite in un video che dialoga con gli attori professionisti in scena, che sono Laura Serena e Marco Trotta. La prossima tappa dello spettacolo sarà il 16 e il 17 maggio a Genova al Teatro della Tosse».

Nel suo percorso artistico ha spesso affrontato il tema della disabilità, come nello spettacolo In stato di grazia, quali aspetti voleva mettere in luce?
«La disabilità è un tema che mi sta particolarmente a cuore. Ho dedicato appunto lo spettacolo In stato di grazia a questo argomento, ove otto ragazzi con e senza disabilità sono protagonisti in scena. Anche in questo lavoro siamo partiti da un’inchiesta, raccogliendo testimonianze attraverso interviste. Non abbiamo intervistato direttamente i ragazzi, perché all’epoca erano bambini e molti di loro avevano difficoltà nel comunicare, ma abbiamo parlato con i loro genitori. Abbiamo intrecciato il racconto dell’inchiesta con la fiaba di Pinocchio, esplorando storie complesse di nascite premature, adozioni e percorsi difficili. Poi ci siamo soffermati su una fase delicata della crescita: l’adolescenza, la pubertà e l’istinto sessuale nei ragazzi con sindrome di Down, un tema che spesso viene trattato come un tabù. Lo spettacolo tornerà in scena, dopo essere stato rappresentato a Milano al Teatro Franco Parenti tra novembre e dicembre».

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Concorso per titoli ed esami per l’accesso ai ruoli del personale docente della scuola secondaria di primo e secondo grado su posto comune e di sostegno – DDG n. 3059 del 10.12.2024 – Decreto di rettifica Commissione giudicatrice per la classe di...

Ultime da USR Calabria - 14 Maggio 2025 - 4:48pm

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AVVISO – Concorso per titoli ed esami per l’accesso ai ruoli del personale docente della scuola secondaria di primo e di secondo grado su posto comune e di sostegno, ai sensi dell’articolo 3, comma 8, del Decreto ministeriale 26 ottobre 2023, n. 205 –...

Ultime da USR Calabria - 14 Maggio 2025 - 4:37pm

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La disabilità spiegata ai bambini

Superando - 14 Maggio 2025 - 4:31pm

Tra i tanti appuntamenti in programma nei prossimi giorni al 37° Salone Internazionale del Libro di Torino, vi sarà anche quello organizzato da Erickson per il 16 maggio, vale a dire la tavola rotonda denominata “La disabilità spiegata ai bambini”, dedicata a scuola e abilismo, con la partecipazione di Marina Cuollo, Vera Gheno e Iacopo Melio Il libro di Iacopo Melio “Ma i disabili fanno sesso? 100 risposte semplici a 100 domande difficili” fornirà uno degli spunti di partenza dell’incontro di Torino

Tra i tanti appuntamenti in programma nei prossimi giorni al 37° Salone Internazionale del Libro di Torino, ne segnaliamo qui uno organizzato da Erickson per il 16 maggio (Padiglione 4, BookLab, ore 19.15-20.15), vale a dire la tavola rotonda La disabilità spiegata ai bambini, dedicata a scuola e abilismo e moderata da Giusi Marchetta.

Vi parteciperanno Marina Cuollo, scrittrice, TedX speaker, conduttrice, editorialista e consulente D&I (Diversity & Inclusion), Vera Gheno, linguista, saggista e attivista e Iacopo Melio, giornalista, scrittore, politico e attivista per i diritti umani e civili italiano.
Sarà proprio a partire dai recenti contributi degli esperti che interverranno all’incontro, e in particolare dal libro di Melio Ma i disabili fanno sesso? 100 risposte semplici a 100 domande difficili (Il Margine), che si parlerà di abilismo, «per giungere – come spiegano i promotori – a una comprensione più ampia e completa del concetto di disabilità e per aiutare il pubblico a rispondere alle tante domande proprie, come a quelle dei più piccoli, oltreché ai pregiudizi spesso radicati nel comune immaginario». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Lisa Oldani (lisa.oldani@erickson.it).

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Organizzare una nuova gita, per consentire anche a quell’alunna di partecipare

Superando - 14 Maggio 2025 - 4:04pm

«Ho letto in Superando – scrive Luca Faccio – di quella ragazza con disabilità che non ha potuto partecipare alla gita scolastica con i compagni, a causa della pedana del pullman non funzionante. Suggerisco alla Dirigente della scuola coinvolta di organizzare una nuova gita, in modo che anche quell’alunna possa vivere insieme ai compagni un momento di inclusività e di integrazione, fondamentale nella crescita umana e culturale di ogni individuo»

Ho letto sulle pagine di Superando [“Perché non posticipare quella gita scolastica?”, N.d.R.] che nei giorni scorsi un’alunna con disabilità della Scuola Media Palatucci di San Rocco Castagnaretta, in provincia di Cuneo (Istituto Comprensivo Cuneo Corso Soleri), non è potuta partire per la gita scolastica a Genova insieme ai compagni, perché la pedana del pullman non funzionava e di conseguenza la ragazza è stata costretta a rinunciare alla gita.
Comprendo benissimo questa situazione, perché anch’io per spostarmi uso la carrozzina e so benissimo come ci si sente quando ci si trova di fronte ad una barriera architettonica, come ad esempio una pedana che non funziona.
Sinceramente, se fossi stato il coordinatore della gita, avrei rinviato per tutti il momento di svago e di inclusione, ma probabilmente questo non è stato possibile per una questione organizzativa e di costi.
Suggerisco quindi alla Dirigente della scuola in questione di organizzare una nuova gita, in modo che anche l’alunna che non ha potuto partecipare possa vivere insieme ai compagni di classe un momento di inclusività e di integrazione, fondamentale nella crescita umana e culturale di ogni individuo. E sempre attraverso la Dirigente Scolastica desidero inviare un abbraccio sincero alla ragazza e alla sua famiglia.
Come si intende procedere, dunque, per risolvere questa situazione? Mi auguro di poter contare su una risposta della Dirigente Scolastica, che non mancherò di pubblicare nel mio blog.

*Blogger impegnato in favore dei diritti delle persone con disabilità.

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Comandi dei dirigenti scolastici e del personale docente anno scolastico 2025/26 ai sensi dell’articolo 26, comma 8 della legge 23 dicembre 1998, n. 448 e dell’articolo 1, comma 65 della legge 13 luglio 2015, n. 107.

Ultime da A. T. P. Cosenza - 14 Maggio 2025 - 1:05pm

Ministero dell’Istruzione Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria – Direzione Generale Ufficio V – Ambito Territoriale di Cosenza Via Romualdo Montagna, 13 – 87100 Cosenza e-mail: usp.cs@istruzione.it – Posta ...

Pubblicazione elenchi regionali aspiranti Presidenti di Commissione degli Esami di Stato conclusivi del secondo ciclo di istruzione a.s. 2024-2025.

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Ministero dell’Istruzione Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria – Direzione Generale Ufficio V – Ambito Territoriale di Cosenza Via Romualdo Montagna, 13 – 87100 Cosenza e-mail: usp.cs@istruzione.it – Posta ...

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Ultime da USR Calabria - 14 Maggio 2025 - 1:01pm

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Una “Lettura al buio” al Salone del Libro di Torino

Superando - 14 Maggio 2025 - 12:54pm

All’interno del Salone Internazionale del Libro di Torino, è in programma per il 16 maggio una “Lettura al buio”, esperienza sensoriale e inclusiva proposta dal Gruppo di Lettura “Leggiamo a Voce Alta” della Biblioteca Civica di Biella, con la collaborazione dell’UICI Piemonte, dell’UICI di Biella, dell’Associazione Amici della Biblioteca di Biella e della Cooperativa Solidarietà e Lavoro

In occasione del Salone Internazionale del Libro di Torino, nella mattinata del 16 maggio (Sala Arancio, Padiglione 2 del Lingotto Fiere, ore 10.30; ingresso libero fino ad esaurimento posti) è in programma una Lettura al buio, esperienza sensoriale e inclusiva proposta dal Gruppo di Lettura Leggiamo a Voce Alta della Biblioteca Civica di Biella, con la collaborazione dell’UICI Piemonte, dell’UICI di Biella, dell’Associazione Amici della Biblioteca di Biella e della Cooperativa Solidarietà e Lavoro.
Durante l’incontro, lettori ciechi e vedenti si alterneranno nella lettura ad alta voce di brani tratti dal libro Cuore nero di Silvia Avallone e i partecipanti che lo vorranno potranno ascoltare la lettura bendati, per concentrarsi unicamente sulla parola e sulla voce, vivendo un’esperienza di ascolto profondo e suggestivo. L’incontro sarà introdotto da Franco Lepore, presidente dell’UICI Piemonte. (S.B.)

Per ulteriori informazioni: comunicazione@uicpiemonte.it; biblioteca@comune.biella.it.

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Inclusione lavorativa tra norme e realtà: Legge 68 e prospettive di cambiamento

Superando - 14 Maggio 2025 - 12:25pm

Com’è ben noto, la Legge 68/99 regola l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità, ma l’applicazione di essa presenta ancora molte criticità. In questa intervista, quarta puntata del nostro approfondimento dedicato all’inclusione lavorativa delle persone con disabilità intellettiva, appartenenti al “mondo ANFFAS”, Domenico Tripodi, presidente dell’ANFFAS di Bergamo, analizza i limiti del sistema normativo e le possibili strategie per superarlo

Com’è ben noto, la Legge 68/99 rappresenta il principale strumento normativo per favorire l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità, ma l’applicazione di essa spesso evidenzia limiti e criticità. Per analizzare questi aspetti, abbiamo intervistato Domenico Tripodi, che dal 2011 è il presidente dell’ANFFAS di Bergamo (Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo), con una lunga esperienza nel sociale e nel mondo aziendale.
Dall’intervista, che rientra nel nostro approfondimento sull’inclusione lavorativa delle persone con disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo appartenenti al “mondo ANFFAS”, emergono le difficoltà strutturali del sistema legislativo, le buone pratiche già attuate e le strategie necessarie per un vero cambiamento. Un confronto che parte dalle norme e arriva alle persone, passando per il valore dell’inclusione come risorsa sociale ed economica.

Quali sono, secondo la sua esperienza, le principali criticità del sistema legislativo che regola l’assunzione di lavoratori con disabilità in Italia? Quali modifiche e interventi ritiene necessari per rendere il processo più efficace e inclusivo?
«Da un punto di vista del tutto teorico, la normativa in Italia esiste, ma l’applicazione di essa è carente e spesso disfunzionale. La Legge 68/99 presenta tanti limiti. Nel libro L’inclusione lavorativa delle persone con disabilità intellettiva. Itinerari di ricerca e buone pratiche, e in particolare nel quarto capitolo, curato da Nicoletta Pavesi, Matteo Moscatelli e Chiara Ferrari, vengono affrontati i punti di forza e di debolezza della Legge 68/99, attraverso una ricerca effettuata dall’Università Cattolica finanziata da Assolombarda.
Ebbene, tale ricerca evidenzia che quella norma porta in sé una grande novità: si è passati cioè dall’idea del collocamento obbligatorio all’idea del collocamento mirato, mettendo dunque a fuoco i due assi portanti del processo, ossia le potenzialità e le competenze del lavoratore con disabilità e le esigenze delle aziende, ma vengono messe in evidenza anche le varie criticità; dal punto di vista delle aziende, infatti, si rileva “la poca uniformità degli approcci e delle procedure nei diversi territori provinciali e nazionali, anche in merito all’interpretazione della normativa che influenza il processo di collocamento creando frammentazione, ove ogni ente ha le sue procedure e i suoi modelli”.
Il libro è uscito il 30 aprile 2022 e per l’occasione l’ANFFAS di Bergamo ha promosso anche il convegno Lavoro e disabilità. Un punto di incontro: da allora ho avuto modo di verificare sul campo cosa succede. A mio parere gli operatori non sono sufficientemente formati e molto spesso sono disorientati: ci sono molte norme, varie circolari e spesso non sanno proprio come muoversi».

Quali altri aspetti chiave vorrebbe evidenziare all’interno del libro citato?
«Gli aspetti che mi piacerebbe emergessero sono in realtà molteplici, ma mi soffermo qui su un passaggio del nono capitolo, ove si scrive della “necessità di smettere di vedere la persona con disabilità come un costo, e di cominciare a considerarla una risorsa per la società”. Penso che basterebbe questo semplice slogan, tradotto in fatti concreti, a determinare un cambio di paradigma. Pensate cosa significhi per una persona con disabilità poter dire io ho un lavoro, ho un mio reddito e con questo reddito posso vivere. Pensate quanti minori costi sociali si potrebbero ridurre a fronte di queste opportunità.
Un altro aspetto rilevante, visto che noi siamo un’Associazione di famiglie, è quello relativo al recupero di serenità, di autostima all’interno delle famiglie. Pensate a quanti vantaggi potrebbe avere un’azienda in termini di accoglienza, di migliori rapporti tra i propri dipendenti. Nel corso del convegno di cui ho detto in pre cedenza, su Lavoro e disabilità, il professor Domenico Bodega aveva evidenziato questi aspetti in modo esplicativo».

Domenico Tripodi insieme al figlio Timothy

Può condividere qualche testimonianza significativa di persone con disabilità intellettiva che lavorano da anni? Quali sono stati i fattori determinanti per il loro successo professionale?
«Faccio sempre riferimento al libro citato, ove nei capitoli 3-6 ho illustrato cinque esperienze concrete di buone prassi lavorative. La prima riguarda un lavoratore con sindrome di Down di 41 anni impegnato dal 2003 come operaio metalmeccanico, presso un’azienda profit. Da oltre vent’anni svolge il proprio lavoro con grande sua soddisfazione e altrettanta da parte dell’azienda. In questi anni non ha quasi mai perso una giornata di lavoro, eccetto 15 giorni per un lieve infortunio. Tutti gli anni percepisce il premio di produzione, come tutti i lavoratori dell’azienda e partecipa ai corsi per la sicurezza.
Un altro lavoratore con disabilità cognitiva, di 25-26 anni, che opera nell’àmbito della ristorazione, assunto nel 2019 grazie all’assidua attenzione dei datori di lavoro, ha trovato la sua giusta collocazione e svolge il suo lavoro di preparazione dei tavoli in totale autonomia. Anzi, in alcune occasioni, come ci hanno raccontato i titolari, ha trovato soluzioni per ridurre i tempi di predisposizione della sala.
Ho portato anche esempi di Cooperative Sociali di tipo B che sono state costituite molti anni addietro (1990, 2010, 2016): due di esse operano sul territorio bergamasco e una sul territorio bresciano. Operano in settori diversificati, dalla metalmeccanica al florivivaismo e alla ristorazione, occupando complessivamente una cinquantina di persone con disabilità».

Qual è la mission dell’équipe che l’ANFFAS di Bergamo ha costituito per occuparsi di questo tema? Quali sono gli obiettivi e le azioni concrete che sta portando avanti?
«L’obiettivo fondamentale che l’ANFFAS di Bergamo si è posta al momento della costituzione della propria Equipe Lavoro è stato quello di contribuire alla diffusione di una nuova cultura sul lavoro, basata su tre pilastri: famiglia, lavoratore e azienda. Nel difficile percorso di crescita di una persona con disabilità, la famiglia gioca infatti un ruolo fondamentale, alle volte positivo, alle volte frenante, soprattutto quando termina il periodo scolastico. Sul tema del lavoro, la scuola quasi mai aiuta la persona con disabilità, che dovrà confrontarsi con un mondo che non conosce e che ha bisogno di un periodo di formazione.
Dal canto loro le aziende hanno la necessità di sapere come procedere per l’inserimento di una persona con disabilità; in particolare hanno una grande necessità di essere aiutati i colleghi con i quali le persone con disabilità andranno a lavorare.
La nostra équipe opera dunque su questi tre livelli, per ottenere una reale inclusione lavorativa delle persone con disabilità. Essa, oltre a seguire varie famiglie e persone con disabilità che si sono rivolte alla sede della nostra Associazione, sta gestendo due importanti progetti, uno con un Ente Locale, il Comune di Cologno al Serio, e l’altro con l’azienda ABB che si è rivelata particolarmente sensibile alle tematiche dell’inclusione lavorativa».

Le prime tre tappe di questo nostro percorso dedicato all’inclusione lavorativa nel “mondo ANFFAS” sono riportate nei testi Lavoro e disabilità intellettive: viaggio tra esperienze, opportunità e ostacoli da superare (disponibile a questo link), Dalla pasticceria al “co-housing”: quando il lavoro diventa inclusione e autonomia (disponibile a questo link) e Oltre la burocrazia: il percorso di “Diversamente Bistrot” (disponibile a questo link).

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DDG n. 1328 del 29 maggio 2024 – Decreto approvazione graduatoria di merito I e II grado.

Ultime da USR Calabria - 14 Maggio 2025 - 12:02pm

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Un Salone del Libro sempre più accessibile

Superando - 14 Maggio 2025 - 11:48am

Anche quest’anno la Federazione lombarda LEDHA ha collaborato con il Salone Internazionale del Libro di Torino (15-19 maggio), al fine di migliorarne l’accessibilità, garantendo alle persone con disabilità la possibilità di fruirne nelle migliori condizioni possibili. «Un’accessibilità – come sottolinea il presidente della FISH Falabella – intesa non solo come abbattimento delle barriere fisiche, ma anche nel creare un contesto accogliente e rispettoso delle diverse esigenze» L’immagine-simbolo del 37° Salone Internazionale del Libro di Torino

Anche quest’anno il CRABA (Centro Regionale per l’Accessibilità e il Benessere Ambientale) della LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, componente lombarda della FISH-Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie), ha collaborato con il Salone Internazionale del Libro di Torino, la cui 37^ edizione sarà centrata sul tema Le parole tra noi leggere, al fine di migliorare l’accessibilità dell’evento – che si protrarrà da domani, 15 maggio, a lunedì 19 – e garantire alle persone con disabilità la possibilità di fruirne nelle migliori condizioni possibili (a questo link le informazioni necessarie per raggiungere Lingotto Fiere a Torino e organizzare la propria visita).
Oltre dunque alla scontistica a loro riservata, le persone con disabilità potranno usufruire di un accesso prioritario attraverso varchi dedicati (A, C e D). Inoltre, potranno saltare la coda agli Info Point, ai servizi igienici, ai servizi di ristorazione e alle sale in cui si svolgeranno eventi e convegni (compatibilmente con la disponibilità di posti riservati). Per richiedere l’agevolazione le persone con disabilità potranno o pre-registrarsi al sito nell’apposita sezione oppure rivolgersi alle Casse ad accesso prioritario.

All’interno del Salone sono stati allestiti due “Spazi di quiete”, ambienti in cui le persone con disabilità possono fare una pausa, luoghi progettati e arredati con un’attenzione particolare alle persone con disabilità intellettive, per garantire il loro benessere e la possibilità di godersi la visita nelle migliori condizioni possibili. Per alcune persone, infatti, essere circondati dalla folla, in un ambiente rumoroso e caotico, può essere fonte di stress.
Durante tutti i giorni dell’evento, infine, saranno presenti circa 50 giovani volontari appositamente formati, riconoscibili dalla maglietta bianca su cui è riportato un omino azzurro stilizzato, simbolo internazionale della disabilità. A coordinarli saranno due Accessibility manager che fanno parte del gruppo di lavoro della LEDHA.

«Il Salone Internazionale del Libro di Torino – commenta Alessandro Manfredi, presidente della LEDHA – è uno dei più importanti eventi culturali del nostro Paese. Garantire alle persone con disabilità non solo l’accesso, ma le migliori condizioni di fruizione possibile è un dovere sancito dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che riconosce il diritto di tutti alla partecipazione piena e attiva alla vita culturale».
«L’accessibilità non è un dettaglio – sottolinea dal canto suo Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH -, ma la condizione imprescindibile per rendere davvero inclusivo un evento culturale di rilievo come il Salone del Libro di Torino. Il lavoro svolto dalla LEDHA e dagli organizzatori del Salone va nella direzione giusta: accessibilità, infatti, non vuol dire solo abbattere barriere fisiche, ma anche creare contesti accoglienti e rispettosi delle diverse esigenze. È questo il modello di inclusione che come Federazione promuoviamo ogni giorno». (I.S.)

Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@ledha.it.

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AVVISO – Concorso per titoli ed esami per l’accesso ai ruoli del personale docente della scuola secondaria di primo e di secondo grado su posto comune e di sostegno, ai sensi dell’articolo 3, comma 8, del Decreto ministeriale 26 ottobre 2023, n. 205 –...

Ultime da USR Calabria - 14 Maggio 2025 - 10:55am

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Percorsi PNRR Polo Transizione Digitale di Tropea Progetto IN-Formazione Futura

Ultime da USR Calabria - 14 Maggio 2025 - 10:53am

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AVVISO – Concorso per titoli ed esami per l’accesso ai ruoli del personale docente della scuola secondaria di primo e di secondo grado su posto comune e di sostegno, ai sensi dell’articolo 3, comma 8, del Decreto ministeriale 26 ottobre 2023, n. 205 –...

Ultime da USR Calabria - 14 Maggio 2025 - 10:18am

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Ultime da USR Calabria - 14 Maggio 2025 - 9:50am

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Tredici organizzazioni legate alla disabilità alla tappa di Napoli della “Amerigo Vespucci”

Superando - 13 Maggio 2025 - 6:26pm

Il 14 maggio a Napoli è in programma il panel sul tema “Il valore della cura e l’obiettivo dell’inclusione: servizi e progetti a confronto”, organizzato dalla ministra per le Disabilità Locatelli, nell’ambito del Tour Mediterraneo della Nave “Amerigo Vespucci”. Per l’occasione saranno tredici le organizzazioni legate al mondo della disabilità che si alterneranno negli stand del Ministero per le Disabilità La nave “Amerigo Vespucci” concluderà a Napoli il proprio Tour Mediterraneo

Nella mattinata del 14 maggio, al Molo Angioino di Napoli (ore 11), è in programma il panel sul tema Il valore della cura e l’obiettivo dell’inclusione: servizi e progetti a confronto, organizzato dalla ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli, nell’ambito del Tour Mediterraneo della Nave Amerigo Vespucci.

Oltre alla stessa Locatelli, che interverrà con un videomessaggio, parteciperanno all’incontro, moderato dalla giornalista Claudia Conte, Alessandro Parisi, direttore esecutivo della Fondazione ANFFAS di Salerno (Associazione Nazionale Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo); Eugenio Grimaldi, presidente di ALIS per il Sociale; Flavia Matrisciano, direttrice della Fondazione Santobono Pausilipon ONLUS; Enrico Zazzaro, presidente di I.FL.HAN; Sara Rizzano della Fondazione Peppino Scoppa; Giuseppe Maria Pisani, presidente della Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald Italia; Pina Esposito, segretaria nazionale dell’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica); Marta Russo, promotrice del blog I pensieri di Marta; Vincenzo Massa dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti); Elvira Sepe, presidente dell’ENS di Napoli (Ente Nazionale Sordi); Angelo Moretti della Direzione Regionale di Legacoop Campania; Giovanpaolo Gaudino, presidente di Confcooperative Campania; Tommaso Di Napoli, governatore del Distretto Lions 108Ya; Antonio Brando, governatore del Distretto Rotary 2101.

Per l’occasione saranno tredici le organizzazioni che si alterneranno negli stand del Ministero per le Disabilità, vale a dire IFLHAN, Il Tulipano, il Consorzio Sale della terra, Arte Musica Caffè, Autism AID, La Forza del Silenzio, la Fondazione Peppino Scoppa, Un fiore per la vita, Litografi Vesuviani, Sciucella, Parteneapolis, l’ANFFAS di Salerno e la Cooperativa Bambù. (S.B.)

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Un importante passo avanti con quella Circolare Ministeriale

Superando - 13 Maggio 2025 - 5:47pm

«Esprimiamo soddisfazione per quella Circolare che disciplina le nuove procedure di accertamento tossicologico-forense per la verifica delle condizioni psicofisiche alla guida, recependo le nostre istanze sul rischio di discriminazioni nei confronti delle persone con disabilità che seguono terapie farmacologiche stabilizzate»: lo si legge in una nota della Federazione FISH, a proposito di una recente Circolare prodotta dal Ministero dell’Interno insieme a quello della Salute

«Esprimiamo soddisfazione per la recente Circolare che disciplina le nuove procedure di accertamento tossicologico-forense per la verifica delle condizioni psicofisiche alla guida, documento che ha recepito le istanze avanzate dalla nostra Federazione nel corso degli ultimi mesi, in merito al rischio di discriminazioni indirette nei confronti delle persone con disabilità, in particolare per quelle che seguono terapie farmacologiche stabilizzate»: lo si legge in una nota diffusa dalla FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie), a commento della recente Circolare (disponibile integralmente a questo link), denominata Procedure di accertamento tossicologico-forense per la verifica della condizione di guida sotto l’influenza di alcol o dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope di cui agli articoli 186, 186-bis e 187 del codice della strada e prodotta congiuntamente dal Ministero dell’Interno e da quello della Salute. «Grazie dunque al confronto istituzionale – aggiungono dalla FISH -, la citata Circolare chiarisce che la presenza di metaboliti inattivi nel sangue non costituisce prova di intossicazione in atto, e che devono essere adottati criteri scientifici rigorosi e uniformi su tutto il territorio nazionale».

Su tale questione, va ricordato, la FISH si era espressa anche su queste pagine, tramite le parole del proprio presidente Vincenzo Falabella, che aveva evidenziato come alcune interpretazioni precedenti, legate all’entrata in vigore del Codice della Strada riformato, tramite la Legge 177/24, rischiassero di mettere a repentaglio il diritto alla mobilità e alla patente di guida per persone con disabilità, in assenza di reali situazioni di pericolo. «La Circolare prodotta ora dai Ministeri dell’Interno e della Salute – dicono dalla Federazione -, disciplinando anche le modalità di prelievo, analisi e conservazione dei campioni biologici, ribadisce che le analisi rilevanti ai fini penali devono basarsi esclusivamente su sangue intero o fluido orale, escludendo le sole urine come prova determinante».

«Si tratta di un segnale importante – dichiara il Presidente della FISH -, di un importante passo avanti, perché garantisce che le valutazioni tossicologiche siano condotte con rigore, ma anche con giustizia. Non è accettabile, infatti, che una persona con disabilità in trattamento farmacologico, e in pieno possesso delle capacità di guida, venga penalizzata in modo arbitrario. Questo risultato dimostra quindi che il dialogo con le Istituzioni, quando è costruttivo, porta a frutti concreti». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@fishonlus.it.

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Le condizioni delle mamme caregiver oggi

Superando - 13 Maggio 2025 - 5:18pm

«Finché i fondi nazionali destinati alle mamme caregiver non avranno destinazioni certe – scrive tra l’altro Marina Cometto – esse rimarranno donne senza diritti civili, senza riposo notturno, senza svago o tempo libero, senza cure per la loro salute, senza lavoro né autonomia economica, con la sola “colpa”, per questa società e per la politica, di avere un figlio con disabilità»

Gentilissima ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli, sono stata la mamma caregiver di Claudia Bottigelli, una persona con disabilità gravissima causata dalla sindrome di Rett, malattia devastante che per complicazioni varie l’ha portata via da noi alla soglia dei 50 anni.
Claudia, che è mancata il 25 aprile 2023, anche con complicanze oncologiche, è sempre stata assistita in casa da me che sono diventata la sua ombra, e la simbiosi creata tra noi ha permesso di tenerla su questa Terra per 50 anni, nonostante l’evoluzione della malattia. In tutti questi anni io non ho potuto lavorare, non ho potuto curarmi adeguatamente, nonostante avessi sintomi importanti che ho sempre trascurato, perché Claudia aveva bisogno di me giorno e notte. Questo, però, ha avuto un costo che ho pagato e pago salato personalmente. Ho perso diritti lavorativi, ambizioni di donna e autonomia sia economica che di libertà di movimento. Non mi pento, perché tutto ciò che ho fatto è stato per l’amore infinito verso i miei figli.
Ora mi trovo ad essere anziana, 75 anni, con disabilità, per la trascuratezza che ho avuto, perché mi è mancato un sostegno valido per permettermi di curarmi adeguatamente e in serenità.
Non ho diritto ad alcuna pensione e continuo ad essere a carico di mio marito che è riuscito a lavorare per 40 anni, ottenendo poi la dovuta pensione, quindi sono dipendente a vita da qualcun altro.

Tutto questo preambolo per esprimere il mio parere sulle condizioni oggi delle mamme caregiver. Si parla molto dei caregiver, tante parole, ma diritti riconosciuti pochi. Avete stanziato, ho letto, 30 milioni a favore dei caregiver. Lei, Ministro, ha dichiarato che questa cifra sarà «destinata alle Regioni per sostenere e dare sollievo al caregiver familiare, dando priorità agli interventi di sostegno e sollievo destinati a caregiver di persone con disabilità gravissima». E ancora, che «il sostegno alle persone che amano e curano i propri cari è un aspetto fondamentale delle politiche che stiamo portando avanti», ecc. ecc.
Io per 50 anni ho sentito parole, mi sono rallegrata per ogni legge che sembrava positiva per noi, dovendomi poi ricredere e continuare ad aggiustarmi come potevo, per permettere a mia figlia di vivere il più a lungo possibile e il meglio possibile nella sua casa insieme a noi.
Ho imparato però, purtroppo, che da quello che viene scritto nelle leggi a quello che viene poi messo in opera concretamente, c’è un vero abisso. Leggi locali e regionali interpretano quelle norme a loro piacere e spesso senza valutazioni oggettive e personalizzate, penalizzando cosi i nuclei familiari, specie quelli con figli disabili gravissimi a cui dovrebbero dare sostegno.

Quei 30 milioni potrebbero ad esempio essere usati per pagare i contributi alle mamme che per garantire l’assistenza adeguata devono o rinunciare al lavoro, non avendo alternative, se non accettare il ricovero in una struttura del proprio figlio. Anche a me era stato proposto negli ultimi anni di mia figlia non sostegno adeguato alla famiglia, ma un ricovero temporaneo, di tregua o permanente, come se questi nostri figli fossero “pacchi da spostare” a piacimento, senza sentimenti ed emozioni. Per chi invece il lavoro è riuscita a mantenerlo pur con difficoltà, potrebbero essere previsti anticipi sui tempi di uscita, per poter andare in pensione. Questo sarebbe un sostegno importante.
Finché però i fondi nazionali non avranno destinazioni certe, le mamme caregiver rimarranno donne senza diritti civili, senza riposo notturno, senza svago o tempo libero, senza cure per la loro salute, senza lavoro né autonomia economica, con la sola “colpa”, per questa società e per la politica, di avere un figlio con disabilità.
Non sono sufficienti 50 anni per avere un riconoscimento effettivo che non sia di mera elemosina, senza il riconoscimento di alcun diritto!

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A proposito di quella norma del Codice della Strada riformato e di quella recente Circolare Ministeriale

Superando - 13 Maggio 2025 - 4:47pm

«Quella Circolare è solo “un tampone” a criticità che debbano essere affrontate legislativamente»: lo scrive Giovanni Battista Pesce, presidente dell’AICE, a proposito della Circolare Ministeriale con la quale si è inteso rimediare a una criticità contenuta nel riformato Codice della Strada, riguardante persone con epilessia o altra patologia che assumono a scopo e in dosi terapeutiche sostanze stupefacenti o psicotrope, pur essendo riconosciute o riconoscibili idonee alla guida

Qualche mese fa avevamo evidenziato anche su queste pagine come il testo di modifica dell’articolo 187 del Codice della Strada [Legge 177/24, “Interventi in materia di sicurezza stradale e delega al Governo per la revisione del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285”, N.d.R.] avesse determinato un grave impatto su quanti, come le persone con epilessia o altra patologia, assumano a scopo e in dosi terapeutiche sostanze stupefacenti o psicotrope, pur essendo riconosciuti o riconoscibili idonei alla guida dei veicoli a motore con patenti, appunto con limitazioni, per la loro condizione patologica.
Sulla questione è arrivata ora una Circolare (disponibile integralmente a questo link), denominata Procedure di accertamento tossicologico-forense per la verifica della condizione di guida sotto l’influenza di alcol o dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope di cui agli articoli 186, 186-bis e 187 del codice della strada e prodotta congiuntamente dal Ministero dell’Interno e da quello della Salute, con un intervento che giudichiamo “a tampone”, in quanto la Circolare stessa non ha, appunto, forza abrogativa o emendante, rispetto al contestato articolo 187 del riformato Codice della Strada il quale, in eventuale sede di giudizio, manterrà la sua forza.

In ogni caso, nonostante ciò, e nonostante anche il possibile profilo anticostituzionale di quanto riportato nella riforma del Codice della Strada, su cui è in corso confronto giuridico, la citata Circolare prevede – sia in fase di accertamento da parte degli organi di polizia, sia di verifica in sede sanitaria – che l’interessato possa assumere alcune sostanze stupefacenti o psicotrope a scopo terapeutico.
In buona sostanza, come già fatto subito dopo la recente riforma del Codice della Strada, come AICE (Associazione Italiana Contro l’Epilessia) invitiamo tutti gli interessati in merito a tenere sempre in macchina almeno due copie delle relative prescrizioni mediche a scopo terapeutico di dette sostanze, una nel caso di un primo accertamento, l’altra per proseguire il viaggio sino a destinazione in sicurezza, nel caso di un successivo, possibile, se pure indesiderato, nuovo accertamento.
Alla luce di quanto detto, dunque, riteniamo che quella Circolare sia per diversi aspetti solo “un tampone” a criticità che debbano essere affrontate legislativamente.

*Presidente dell’AICE (Associazione Italiana Contro l’Epilessia), assaice@gmail.com.

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