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“Le parole del volontariato” al Salone del Libro di Torino

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Oltre 15 appuntamenti su temi che spazieranno dall’intercultura alla salute, dalla protezione civile alla disabilità, dalla scuola al carcere, intrecciando esperienze territoriali e riflessioni nazionali: accadrà dal 15 al 19 maggio nello stand “Le parole del volontariato”, all’interno del Salone Internazionale del Libro di Torino, iniziativa promossa dal Centro di Servizi per il Volontariato Vol.To di Torino, insieme all’Associazione Nazionale CSVnet, a CSVnet Piemonte e al CSV della Valle d’Aosta

Oltre quindici appuntamenti con uno sguardo a più voci su come il volontariato contribuisca oggi a rendere più vivibili le comunità, ad educare alla cittadinanza e a generare nuove narrazioni sociali. Il tutto su temi che spazieranno dall’intercultura alla salute, dalla protezione civile alla disabilità, dalla scuola al carcere, intrecciando esperienze territoriali e riflessioni nazionali: è quanto accadrà dal 15 al 19 maggio nello stand Le parole del volontariato, all’interno del Salone Internazionale del Libro di Torino, iniziativa promossa dal Centro di Servizi per il Volontariato Vol.To di Torino, insieme a CSVnet, l’Associazione Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato, a CSVnet Piemonte e al CSV della Valle d’Aosta.

«Tra i protagonisti – spiegano i promotori dell’iniziativa – ci saranno volontari, operatori del Terzo Settore e dei Centri di Servizio per il Volontariato provenienti dal resto d’Italia, giornalisti, ricercatori e rappresentanti delle Istituzioni, chiamati a confrontarsi in brevi talk aperti al pubblico. Alcuni incontri saranno inoltre l’occasione per presentare pubblicazioni nate da progetti sociali ed educativi, in cui il volontariato diventa punto di partenza per racconti collettivi e percorsi di cambiamento. Il tutto rilanciato ovviamente sui social network di tutti i Csv coinvolti».
«Lo stand – aggiungono inoltre – sarà anche uno spazio di orientamento per chi desidera conoscere più da vicino il mondo del volontariato, dal servizio civile ai percorsi formativi, grazie alla possibilità di dialogare direttamente con operatori e volontari presenti». (S.B.)

A questo link è disponibile il programma completo degli appuntamenti promossi al Salone Internazionale del Libro di Torino nello stand Le parole del volontariato. Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@csvnet.it.

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Perché non posticipare quella gita scolastica?

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«La pedana di quell’autobus non ha funzionato e si è optato per lasciare l’alunna con disabilità a scuola, facendo partire il resto della classe per la gita»: lo scrive un nostro Lettore, segnanalando quanto accaduto in una scuola in provincia di Cuneo

Riceviamo da un nostro Lettore e ben volentieri pubblichiamo, pronti naturalmente a ospitare, come sempre, eventuali e motivate repliche da chi sia stato direttamente chiamato in causa.

«Alla fine si è optato per lasciare l’alunna con disabilità a scuola, facendo partire il resto della classe per la gita»

Nei giorni scorsi le classi terze della Scuola Media Palatucci di San Rocco Castagnaretta, in provincia di Cuneo (Istituto Comprensivo Cuneo Corso Soleri) si sono recate in gita scolastica a Genova.
Alla partenza, per un guasto tecnico, la pedana dell’autobus non ha potuto caricare un’alunna con disabilità. Alla fine la pedana non ha funzionato e sicuramente si saranno cercate altre alternative, ma si è optato per lasciare l’alunna con disabilità a scuola, facendo partire il resto della classe per la gita.
Credo che si sia persa un’occasione per dimostrare coraggio e umanità, rinunciando tutti a questa gita e posticipandola ad un’altra data con un veicolo perfettamente funzionante.
Passare nel piazzale della scuola e vedere i compagni sull’autobus al caldo in attesa di partire e la ragazza fuori sotto la pioggia con una mantellina, in attesa che il problema venisse risolto, ci ha fatto provare una profonda tristezza.

Ringraziamo il Centro Studi Giuridici HandyLex per la segnalazione.

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“A volte la disabilità è l’ultimo dei miei problemi”: una campagna all’insegna dell’irriverenza

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Si chiama “A volte la disabilità è l’ultimo dei miei problemi” la nuova campagna sociale della Fondazione di Partecipazione Tetrabondi, che utilizza l’ironia, l’irriverenza e il politicamente scorretto, con l’obiettivo di ribaltare i tanti stereotipi sulla disabilità, il tutto tramite foto, brevi video e spot radio che hanno per protagonisti diversi giovani con disabilità alle prese con i problemi della loro età Particolare di una delle immagini della campagna promossa da Tetrabondi

Dallo scorso 6 maggio è “on air” A volte la disabilità è l’ultimo dei miei problemi, nuova campagna sociale della Fondazione di Partecipazione Tetrabondi, parola che deriva dalla fusione di “tetraplegico” e “vagabondo”, e che si propone di «ribaltare il paradigma della disabilità per distruggere stereotipi» (come si legge sul sito della Fondazione stessa). E quale migliore modalità per ribaltare uno stereotipo che quella di ricorrere all’ironia, all’irriverenza, alla provocazione e, in definitiva, al politicamente scorretto?
«Sirio, Gaia, Mara, Oly e Theo – storti, sbilenchi, sordi, ipovedenti – sono solo un piccolo pezzettino di un esercito sgangherato e irriverente di corpi e menti non conformi che vuole riappropriarsi del diritto di raccontarsi per quello che è, al di là della disabilità – spiegano dalla Fondazione –. La campagna dei Tetrabondi parla della quotidianità “normale” di queste ragazze e ragazzi attraverso le foto di Ilaria Magliocchetti Lombi, brevi video e spot radio a cui dà voce il noto attore Valerio Mastandrea».

La campagna è stata ideata e realizzata gratuitamente dall’Agenzia SuperHumans e ha per protagonisti Sirio di 11 anni, Oli e Theo di 8 anni, Gaia di 14 e Mara di 21. Ognuno di loro è alle prese con i problemi ordinari legati alla propria età. Sirio, con un gestaccio, comunica che non ha studiato per la verifica, e pensa di giustificarsi facendo «morire il nonno un’altra volta»; Mara ha allegato per sbaglio al suo curriculum delle «foto private. Ehm sì, proprio quelle», e inoltre, in un’altra immagine ammette di essersi «presa una cotta pazzesca per il migliore amico del mio ex»; i gemelli Oli e Theo sono preoccupati perché il bambino a cui hanno rubato la palla è andato a piangere dalla loro mamma, dunque sanno che c’è «una punizione in arrivo»; Gaia si sente sfigata perché dopo “settimane di sole”, oggi che voleva andare a skateare con la sua sedia a rotelle piove. Tutti loro concludono che «a volte la disabilità è l’ultimo dei problemi».

«Parlare di disabilità non è mai facile e lo è ancora meno in una società in cui si tende a usare un linguaggio velato, che finisce per rafforzare lo stigma in nome del cosiddetto “politicamente corretto” – argomentano ancora dalla Fondazione –. Qui si ricorre a parole volutamente provocatorie, con l’obiettivo di distruggere i luoghi comuni melensi e pietistici che spesso accompagnano la narrazione delle persone con disabilità». La campagna sta circolando sulle testate del gruppo GEDI, le sue emittenti radiofoniche e su Internazionale, che hanno scelto di sposare e rilanciare gratuitamente il messaggio.
«La necessità di questa campagna nasce dalla consapevolezza che spesso le persone con disabilità sono “cittadini di serie B”, vite destinate solo alla cura e all’assistenza che attraversano la società come fantasmi, senza la possibilità di essere parte attiva del mondo e dar voce ai propri desideri, istinti, attitudini. “Questa campagna vuole raccontare persone con desideri, aspettative, diritti, bellezza, felicità. E non sono solo tetraplegici. Non sono solo sordi, ipovedenti, storti, pieni di paralisi o di distonie, con quel rivoletto di bava sempre pronto a scendere sul viso e poi sui vestiti: sono bambini e bambine, adolescenti, giovani e futuri adulti di una società che deve imparare a guardarli per quello che sono – spiega Valentina Perniciaro, fondatrice e portavoce di Tetrabondi e mamma di Sirio, a cui fu incollata la diagnosi di “stato vegetativo” dopo un arresto cardiaco a due mesi di vita e che lui prende prepotentemente a calci da sempre –. Oltre le condizioni fisiche o mentali, oltre le menomazioni, le malformazioni ci sono persone consapevoli non solo dei loro diritti civili, tutti, ma del loro diritto alla felicità, all’autodeterminazione, alla collettività, all’adrenalina», è quanto si legge nel sito della Fondazione.

Un’altra delle immagini che compongono la campagna di Tetrabondi

La scelta di utilizzare un registro provocatorio non è nuova. Viene in mente, ad esempio, la campagna di comunicazione Poteva andarmi peggio, ideata e promossa dell’Associazione Parent Project nel 2021 (se ne legga anche sulle nostre pagine). Questa campagna si componeva di sei locandine, ognuna delle quali aveva per protagonista una giovane persona con disabilità motoria. I protagonisti sorridevano ed esprimevano un messaggio con un’identica frase principale – «Poteva andarmi peggio» – e una subordinata diversa per ciascuna locandina: «Poteva andarmi peggio. Potevo nascere complottista», oppure omofobo, no-vax, razzista, terrapiattista, negazionista. Anche qui gli scopi erano nobili: «decostruire la visione tragica della disabilità e raccogliere fondi per la ricerca scientifica sulle distrofie muscolari di Duchenne e Becker. Non tutti e tutte compresero e gradirono.
Venne invece premiata #ihavethisability (letteralmente: “#iohoquestaabilità”), una campagna di comunicazione prodotta anch’essa nel 2021 su indicazione del brand Durex (marchio facente parte della multinazionale Reckitt Benckiser con il quale produce e distribuisce profilattici e altri prodotti utili per il benessere sessuale), nell’àmbito degli D&AD New Blood Awards, prestigioso premio dedicato ai giovani talenti che si affacciano al mondo della comunicazione creativa, dove si è posizionata al secondo posto nella categoria New Blood Entry (se ne legga a questo link). Essa consisteva in una serie di messaggi ironici e provocatori veicolati con affissioni in luoghi pubblici e video centrati sulla sessualità delle persone con disabilità, ciò allo scopo di ridurre la distanza tra sessualità e disabilità.

Insomma, ben vengano anche ironia e irriverenza, se usati in modo intelligente e con il coinvolgimento delle stesse persone con disabilità. Diverso sarebbe se persone senza disabilità si permettessero, in modo del tutto arbitrario, di parlare di disabilità con un registro politicamente scorretto. Perché, come per tutti e tutte, un conto è fare ironia (anche dissacrante) su se stessi/e, altra questione è assumere come bersaglio altre persone, se queste non sono potenti e oltretutto sono esposte a stigma e marginalità sociale. Alla fine, il discrimine tra ciò che è ammesso e ciò che andrebbe evitato, si gioca su questa linea di demarcazione.

*Responsabile di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa), nel cui sito il presente contributo è già apparso. Viene qui ripreso, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

Per ulteriori informazioni sulla campagna: Ufficio Stampa Elastica (Silvia Gibellini), press@elastica.eu.

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Diritti delle persone con disabilità: l’Unione Europea deve fare di più!

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«Il Comitato ONU ha parlato chiaro: nonostante i progressi compiuti, l’Unione Europea deve emanare nuove leggi, revisionare quelle esistenti, dove necessario, e attuare nuove politiche, per promuovere maggiormente i diritti delle persone con disabilità»: lo dicono dal Forum Europeo sulla Disabilità, dopo avere analizzato le “Osservazioni conclusive” prodotte dal Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, sull’applicazione da parte dell’Unione Europea della Convenzione ONU

«Il Comitato ONU ha parlato chiaro: nonostante i progressi compiuti, l’Unione Europea, che ha ratificato la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità nel 2010, deve assumersi maggiori responsabilità, emanando leggi e politiche che promuovano i diritti delle persone con disabilità»: lo dicono dall’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, dopo avere approfonditamente analizzato le Osservazioni conclusive recentemente prodotte dal Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (disponibile in inglese a questo link), sull’applicazione da parte dell’Unione Europea della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (di tale tema si legga già sulle nostre pagine a questo e a questo link).

Sono tre, in particolare, le azioni che l’EDF individua come prioritarie, tra le Raccomandazioni espresse dal Comitato ONU, per arrivare a un maggior rispetto dei diritti delle persone con disabilità da parte dell’Unione Europea: «Adottare nuove azioni, misure e tempi specifici per l’attuazione della attuale Strategia Europea sui Diritti delle Persone con Disabilità (paragrafo 13 delle Osservazioni conclusive), processo, questo, che tenga conto delle restanti Raccomandazioni del Comitato. L’Unione Europea deve inoltre rafforzare il proprio prossimo Bilancio, chiedendo in particolare (paragrafo 49b delle Osservazioni conclusive) che nessun finanziamento comunitario venga utilizzato per la costruzione o la manutenzione di strutture istituzionalizzate, dove le persone con disabilità vivano segregate. Il paragrafo 66c delle Osservazioni conclusive, quindi, invita l’Unione a dare priorità ai finanziamenti per alloggi accessibili e a prezzi accessibili per le persone con disabilità. Tutte raccomandazioni in linea con le richieste già da noi espresse per il prossimo Bilancio dell’Unione. La terza azione prioritaria che sottolineiamo, infine, è quella riguardante una revisione completa della legislazione, delle politiche e delle pratiche dell’Unione, per garantirne la compatibilità con la Convenzione ONU (paragrafo 9, lettera a)».

Nuove leggi e nuove politiche, quindi, e la revisione di quelle esistenti, dove necessario. Nel dettaglio, l’EDF indica la necessità di «adottare una legislazione che garantisca l’accessibilità dell’ambiente costruito, del trasporto urbano, nonché di tutti i prodotti e le informazioni (paragrafi 27a e 51d), con requisiti totali di accessibilità per le stazioni ferroviarie e il materiale rotabile, nella prossima revisione delle norme di settore (paragrafo 51b), nonché revisionando i regolamenti sui diritti dei passeggeri».
Per quanto poi riguarda la Carta Europea della Disabilità (European Disability Card), l’EDF evidenzia la richiesta del Comitato ONU di «estenderne l’àmbito di applicazione e di renderne trasferibili tra i vari Stati le prestazioni di sicurezza sociale o di protezione sociale (paragrafo 47a)».
Altro passaggio ritenuto molto importante, è la Raccomandazione di «integrare la disabilità e il genere in tutti i quadri legislativi, politici e programmi, allargando l’àmbito stesso di applicazione della Strategia per la Parità di Genere per includere i diritti delle donne con disabilità al lavoro e all’occupazione, nonché i diritti delle donne e delle ragazze con disabilità alla partecipazione politica, a un adeguato tenore di vita, alla salute e all’istruzione (paragrafo 21a)».
L’EDF non manca poi di sottolineare la richiesta agli Stati Membri dell’Unione Europea, da parte del Comitato ONU, «di adottare sistemi decisionali assistiti che rispettino la volontà e le preferenze delle persone con disabilità (paragrafo 33, lettera a)», senza dimenticare l’esortazione agli Stati stessi, «a ritirarsi dal progetto di Protocollo Addizionale alla Convenzione di Oviedo (paragrafo 39, lettera a)», questione di cui da tempo ci occupiamo anche sulle nostre pagine, riguardante appunto quel progetto di Protocollo Addizionale alla Convenzione di Oviedo (Convenzione sui Diritti Umani e la Biomedicina del Consiglio d’Europa), testo molto avversato dalle principali organizzazioni di persone con disabilità europee perché, se approvato, autorizzerebbe il trattamento forzato e la coercizione nell’assistenza sanitaria alle persone con disabilità psicosociale.
Due richiami, infine, vanno da una parte alla necessità di «sviluppare e attuare un Piano d’Azione globale sulla disabilità per l’azione esterna dell’Unione Europea (paragrafo 75, lettera a)», dall’altra alla richiesta di «adottare una strategia globale e interistituzionale per l’inclusione della disabilità, che includa obiettivi per l’ulteriore sviluppo dello statuto del personale e delle politiche sull’attuazione dei diritti dei dipendenti con disabilità e dei visitatori e partecipanti con disabilità alle attività dell’Unione Europea (paragrafo 83, lettera a)».

«Invitiamo le Istituzioni dell’Unione Europea – concludono dall’EDF – a coinvolgere attivamente le organizzazioni delle persone con disabilità nell’attuazione delle raccomandazioni degli esperti delle Nazioni Unite. Da parte nostra continueremo a sostenere con forza una strategia aggiornata sui diritti delle persone con disabilità, con azioni concrete in linea con le Osservazioni conclusive del Comitato. Intensificheremo inoltre i nostri sforzi per garantire che il prossimo Bilancio dell’Unione Europea possa finanziare e sostenere adeguatamente i diritti delle persone con disabilità e l’inclusione delle persone con disabilità in tutti gli aspetti della loro vita». (Stefano Borgato)

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“Dall’intelligenza artificiale all’intelligenza inclusiva”: è il tema delle Manifestazioni Nazionali UILDM

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«Il tema sul quale abbiamo “giocato” è l’intelligenza artificiale, insieme di strumenti che apre numerose possibilità, ma che senza l’intelligenza inclusiva rimane depotenziato»: così la UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) presenta le proiprie Manifestazioni Nazionali, in programma dal 15 al 17 maggio a Lignano Sabbiadoro (Udine)

Dall’intelligenza artificiale all’intelligenza inclusiva: è questo il tema scelto per le Manifestazioni Nazionali UILDM 2025, uno degli eventi più attesi e partecipati di soci e socie, volontari e volontarie dell’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare, che si terranno dal 15 al 17 maggio a Lignano Sabbiadoro (Udine).
«Il tema sul quale abbiamo “giocato” è l’intelligenza artificiale – spiegano dall’Associazione –, insieme di strumenti che apre numerose possibilità, ma che senza l’intelligenza inclusiva rimane depotenziato. Saranno come sempre tre giorni fondamentali per la nostra Associazione: si torna a incontrarsi, a progettare il futuro, ad ascoltare da vicino la comunità delle persone con malattie neuromuscolari per costruire inclusione».

Si partirà dunque nel pomeriggio del 15 maggio (ore 15), con un incontro dedicato al Servizio Civile Universale curato dagli Uffici della UILDM preposti a gestire questo aspetto, mentre, in contemporanea, vi sarà l’evento Fondazione Serena, la persona al centro, a cura di Marco Rasconi, presidente nazionale della UILDM e presidente dei Centri Clinici NeMO (NeuroMuscular Omnicentre) e di Michele Adamo, segretario nazionale dell’Associazione.
A seguire (ore 16.30), il Tavolo Scuola UILDM si presenterà, coordinando un momento dedicato al tema Scuola e formazione.
La giornata si chiuderà con la presentazione di Musica senza confini, a cura di Manuele Maestri, ideatore di tale progetto.

Il giorno successivo, il 16 maggio, spazio dalle 9.45 ai temi scientifici e, nello specifico, agli Approcci integrati alla salute: strategie e soluzioni nella gestione delle patologie neuromuscolari.
Oltre ad un momento dedicato agli aggiornamenti su Carriers di patologie muscolari, Emergency Card e alle Schede di patologia, ci sarà la tavola rotonda sul Percorso gravidanza, uno spazio dedicato alla Fondazione Telethon, nonché, nel pomeriggio, un’ulteriore tavola rotonda su L’importanza del/la caregiver nella gestione domiciliare.
In contemporanea, invece, e per l’intera giornata, proseguirà il citato approfondimento sul tema del Servizio Civile Universale.
Altri eventi della seconda giornata di lavori saranno la Presentazione del nuovo sito e gestionale soci (ore 10) a cura degli Uffici Fundraising e Progettazione UILDM; Come favorire il volontariato oggi? Da volontari a donatori di tempo (ore 15), a cura di Luciano Zanin, consulente e formatore su fundraising, people raising, intermediazione filantropica e marketing per Fundraiser per Passione; un Incontro sulla disfagia (ore 16.45), a cura dell’azienda MedicAir; FISH e UILDM, una storia lunga 30 anni (ore 17), a cura di Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie).
Alle 18, infine, verrà data lettura della Relazione del Presidente Nazionale e presentati i candidati alla prossima Direzione Nazionale dell’Associazione, mentre nel dopo cena è previsto il momento di intrattenimento Tutta l’Italia! Serata di festa.

La giornata conclusiva delle Manifestazioni, quella del 17 maggio, prevede, come di consueto, lo svolgimento in mattinata (ore 9) dell’Assemblea Nazionale UILDM, durante la quale si voterà anche per il rinnovo della nuova Direzione Nazionale, mentre la proclamazione di quest’ultima è prevista per il pomeriggio (Simona Lancioni)

A questo link è possibile scaricare il programma completo delle Manifestazioni Nazionali UILDM 2025. Per ogni ulteriore informazione: uildmcomunicazione@uildm.it (Alessandra Piva e Chiara Santato).
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h – Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, con alcuni riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

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Vita Indipendente e donne con disabilità: i video di due seminari

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La Federazione LEDHA ha reso disponibili i video di due seminari organizzati in marzo insieme all’Università di Milano Bicocca, nell’àmbito del ciclo “Diritti umani e disabilità. Una relazione difficile”, dedicati ai temi “Indipendenti nella comunità” e “La discriminazione (ancora) invisibile”

Avevamo ampiamente presentato, nello scorso mese di marzo, due seminari promossi dalla LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, componente lombarda della FISH-Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie) e dall’Università di Milano Bicocca, nell’àmbito del ciclo Diritti umani e disabilità. Una relazione difficile, il primo dei quali (Indipendenti nella comunità) ha approfondito il ruolo degli organismi internazionali nel promuovere politiche sociali fondate su servizi basati sulla comunità, mentre il secondo (La discriminazione (ancora) invisibile) ha analizzato le forme di discriminazione, ancora troppo spesso ignorate, che colpiscono le donne e le ragazze con disabilità.
Per chi non abbia potuto parteciparvi o che desideri rivedere i contributi prodotti, la LEDHA ha messo a disposizione in YouTube i video dei due incontri (a questo link). (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@ledha.it.

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Diritti, inclusione e autodeterminazione: quattro incontri online a partecipazione gratuita

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Prenderà il via il 13 maggio, per articolarsi su quattro incontri successivi, un ciclo di appuntamenti formativi online a partecipazione gratuita, dedicati ai diritti delle persone con disabilità e ai percorsi di inclusione e autodeterminazione, promosso dall’Associazione InCerchio, insieme all’Associazione milanese Il Gabbiano – Noi come gli altri

Prenderà il via il 13 maggio, per articolarsi su quattro incontri successivi, un ciclo di appuntamenti formativi online a partecipazione gratuita, dedicati ai diritti delle persone con disabilità e ai percorsi di inclusione e autodeterminazione, promosso dall’Associazione InCerchio, insieme all’Associazione milanese Il Gabbiano – Noi come gli altri. Il tutto nell’àmbito del progetto ALL- Rigth, finanziato da ActionAid International Italia e dalla Fondazione Realizza il Cambiamento, all’interno del progetto THE CARE – Civil Actors for Rights and Empowerment, cofinanziato dall’Unione Europea.
Tutti gli incontri si terranno dalle 15.30 alle 17.30 e il primo, come detto, sarà il 13 maggio, sul tema Verso il progetto di vita della persona disabile, con Daniela Piglia (giurista) e Cristina Labianca (psicologa). Si proseguirà il 27 maggio (Invalidità, disabilità, handicap: procedure e benefici), con Cristina Andreetto (giurista) e Daniela Piglia e il 10 giugno (Dalla scuola al lavoro: diritti e strumenti), con Federica Marci (pedagogista) e Daniela Piglia, per concludere il ciclo il 20 giugno (Per un Dopo di Noi consapevole e pianificato), con Daniela Piglia e Cristina Andreetto. (S.B.)

Per ogni informazione: info@associazioneincerchio.com.

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Autismo e Progetto di Vita

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Si terrà il 13 maggio a Cagliari l’incontro “Autismo e Progetto di Vita, promosso dall’Associazione Diversamente, insieme ai Lions Club Cagliari Monte Urpinu, Cagliari Karel e Cagliari Lioness, voluto «per spiegare e tradurre il significato di normative, tecnica e pianificazione che compongono un mondo realizzato per favorire lo sviluppo delle abilità personali e relazionali, che punta a massimizzare l’inclusione e l’autodeterminazione delle persone con autismo»

Si terrà nel secondo pomeriggio del 13 maggio a Cagliari (Casa di Accoglienza Lions, Via Jenner, 6, ore 18) l’incontro denominato Autismo e Progetto di Vita, promosso dalla locale Associazione Diversamente, insieme ai Lions Club Cagliari Monte Urpinu, Cagliari Karel e Cagliari Lioness, iniziativa voluta, come viene precisato, «allo scopo di spiegare e tradurre il significato di normative, tecnica e pianificazione che compongono un mondo realizzato per favorire lo sviluppo delle abilità personali e relazionali, che punta a massimizzare l’inclusione e l’autodeterminazione delle persone con autismo».
«Sarà un incontro – aggiungono da Diversamente – nato da due differenti realtà che condividono uno stesso obiettivo: quello di informare e di fare accrescere nelle persone la consapevolezza rispetto alle opportunità presenti sul territorio. Si tratterà pertanto di un appuntamento ricco di spunti, affrontati assieme a specialisti che esporranno le peculiarità principali di un sistema che evolve verso un modello sempre più aperto e accessibile a tutti, sviluppando l’argomento con riflessioni tecniche e pratiche con gli esperti».

Interverranno quindi Marco Pontis, docente di Pedagogia e Didattica Speciale per la Disabilità Intellettiva e i Disturbi Generalizzati all’Università di Perugia e docente di Didattica Inclusiva, Politiche e Prassi Didattiche all’Università LUMSA di Roma; Francesca Palmas, pedagogista, responsabile Scuola e Centro Studi della Federazione ABC Italia (Associazione Bambini Cerebrolesi), e componente dell’Osservatorio Ministeriale Permanente sull’Inclusione Scolastica.
Assieme inoltre a Yari Mauro Pilia e a Francesca Secci, verrà presentato il principale progetto realizzato da Diversamente, che ricalca il concetto sotteso al progetto di vita, intitolato Learning to Fly Academy Project – Percorsi di avviamento alla vita indipendente, «un’iniziativa – viene spiegato – che è supportata da importanti contributi pubblici e privati e rivolta alle persone con disturbi dello spettro autistico le quali richiedono il massimo livello di supporto e che una volta terminato il percorso scolastico, non trovano soluzioni adeguate alle proprie esigenze. A tal proposito, il titolo del progetto è chiaro rispetto agli obiettivi che persegue: con il lavoro di professionisti, educatori, assistenti sociali e psicologi, e l’essenziale supporto dei volontari della nostra Associazione e degli stessi familiari dei ragazzi coinvolti, esso viene realizzato in un’abitazione, la cosiddetta Fly House, nel Comune di Monserrato (Cagliari), attraverso laboratori ed esperienze pratiche che ogni individuo vive nell’arco della propria esistenza, con l’intento di far accrescere nei destinatari le capacità per condurre la vita il più indipendente possibile».

L’appuntamento del 13 maggio, dunque, consentirà a tutti e tutte di avere una panoramica più chiara sul significato stesso del concetto di Progetto di Vita e dei risvolti possibili per le persone con disturbo dello spettro autistico. (S.B.)

Per chiunque fosse interessato a partecipare e per ulteriori informazioni, scrivere a: info@diversamenteonlus.org o a carlamirigliani@hotmail.it.

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Modifiche recenti sulla firma digitale per gli elettori con disabilità

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Delineando le modalità attuative del Decreto Legge 27/25, una recente Circolare del Ministero dell’Interno ha darto applicazione a una recente Sentenza della Corte Costituzionale, che ha dichiarato l’illegittimità delle precedenti norme su tali tale materia, nelle parti in cui impedivano l’utilizzo della firma elettronica da parte delle persone con disabilità che, in ragione della propria condizione, non possono firmare manualmente nell’atto di sottoscrivere le liste elettorali Un’elaborazione grafica che sintetizza il contenuto della Sentenza 3/25 della Corte Costituzionale

Tramite la Circolare n. 17 del 2025, il Ministero dell’Interno ha delineato le modalità attuative del Decreto Legge 27/25, recante Disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell’anno 2025, che ha lo scopo di stabilire le modalità di svolgimento delle elezioni referendarie e amministrative che si terranno nell’anno corrente.
Di specifico interesse per le persone con disabilità è l’articolo 4 del suddetto atto normativo, ove si stabilisce che l’elettore impossibilitato ad apporre la propria firma autografa, a causa di un impedimento fisico o perché si trova nelle condizioni per esercitare il voto domiciliare ai sensi dell’articolo 1, comma 1, del Decreto Legge 1/06 (convertito con modificazioni dalla Legge 22/06), possa sottoscrivere le liste elettorali per mezzo della firma digitale, come da articolo 20, comma 1-bis, del Codice dell’Amministrazione Digitale.
La già menzionata impossibilità deve essere certificata secondo i dettami normativi in materia.

La norma in questione vuole dare applicazione alla recente Sentenza della Corte Costituzionale 3/25, che ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 9, comma 3, della Legge 108/68 e dell’articolo 2 del Decreto Legislativo 82/05, nelle parti in cui impedivano l’utilizzo della firma elettronica da parte delle persone con disabilità le quali, in ragione della propria condizione, non possono firmare manualmente nell’atto di sottoscrivere le liste elettorali.
Infatti, anche se tale pronuncia costituzionale si riferisce specificamente alla sottoscrizione delle liste dei candidati alle elezioni regionali, delineando le modalità attraverso cui garantire agli elettori con disabilità l’esercizio dei diritti politici su un piano di uguaglianza con gli altri cittadini, l’applicazione di essa non può che superare i confini della normativa relativa alle votazioni regionali.

*https://www.handylex.org.

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Lo sport elitario per antonomasia che diviene accessibile e formativo per i “più fragili”

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Il golf come strumento di inclusione, riabilitazione e benessere psicofisico: questo dal 2008 è il lavoro di Golf senza Barriere, Associazione lombarda che è riuscita a rendere lo sport elitario per antonomasia, qualcosa di accessibile e formativo per i “più fragili”. Protagonisti assoluti di questo progetto, infatti, sono gli atleti con disabilità dei Centri Diurni Disabili (CDD) del Comune di Milano e della Regione Lombardia Persone con disabilità coinvolte nel progetto promosso in Lombardia da Golf senza Barriere

Il golf come strumento di inclusione, riabilitazione e benessere psicofisico: questo dal 2008 è il lavoro di Golf senza Barriere, Associazione lombarda che è riuscita a rendere lo sport elitario per antonomasia, qualcosa di accessibile e formativo per i “più fragili”.
Controllo, Concentrazione e coordinazione vengono sollecitate dalle decine di persone che in questi anni hanno praticato il golf e i benefici sono sotto gli occhi di tutti gli educatori che lavorano con loro. A questo si aggiunge la socializzazione e l’attività all’aria aperta in contesti belli e curati.
Il progetto vive grazie all’ospitalità di importanti strutture come il Golf Club di Camuzzago, il Golf Club Ambrosiano e Lainate Golf Club, che mettono a disposizione gratuitamente gli spazi per le gare di fine stagione.

Protagonisti assoluti di questa iniziativa sono gli atleti con disabilità dei Centri Diurni Disabili (CDD) del Comune di Milano e della Regione Lombardia, che durante l’anno hanno partecipato ai corsi organizzati all’interno dei Centri di Riabilitazione e in strutture comunali, grazie a un modello inclusivo e terapeutico che ha già dimostrato i propri benefìci. E dopo mesi di allenamenti indoor, sono tornate le attesissime gare di fine stagione, a partire da quella del 6 maggio all’Urban Gold Tee Up di Milano.
Il ritorno alle gare rappresenta un momento di grande festa e condivisione, ma anche un traguardo importante per chi, attraverso il golf, ha intrapreso un percorso di crescita e autonomia. I partecipanti, allenati durante i mesi invernali in ambienti indoor, si misureranno sul campo, mettendo in pratica le competenze acquisite e vivendo l’emozione della competizione.
Le prossime date saranno il 13 maggio (Urban Golf, Tee Up, Milano); 20 maggio (Golf Club Camuzzago); 26 maggio (Golf Club le Robinie); 3 giugno (Golf Club Ambrosiano); 4 giugno (Golf Club Lainate); 6 giugno (Golf Club Camuzzago); 10 giugno (Golf Club Camuzzago).

Sostenuto anche dalle Istituzioni locali, che riconoscono il valore sociale e terapeutico dell’iniziativa, il progetto è supportato da un Comitato Medico-Scientifico, che ha da subito evidenziato i benefìci psicofisici del golf adattato: miglioramenti nella coordinazione, nelle relazioni interpersonali, nel controllo emotivo e fisico e nella consapevolezza delle proprie capacità.
Golf Senza Barriere si conferma così come un punto di riferimento per lo sport inclusivo in Lombardia, capace di unire passione, impegno e solidarietà. Perché il golf, quando è davvero per tutti, diventa molto più di uno sport: diventa un’occasione di rinascita.
Anche i progetti più belli, per altro, hanno bisogno di sostegno per continuare il loro percorso. Come segnalato da Pierluigi Locatelli, istruttore del golf dell’Associazione, nonostante i risultati e l’interesse sempre crescente da parte di nuovi centri, oggi l’iniziativa rischia di interrompersi per mancanza di risorse economiche. Golf Senza Barriere ha lanciato quindi un accorato appello a istituzioni, aziende e cittadini sensibili al tema dell’inclusione, affinché questo “gioiello di civiltà” possa continuare a esistere.

*Il presente contributo è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it», con il titolo “Il golf senza barriere che manda in buca l’autonomia e l’autostima” e viene qui ripreso – con minime modifiche dovute al diverso contenitore – per gentile concessione.

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Quali conseguenze sull’appropriatezza dei dispositivi medici dal nuovo Codice Appalti?

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«Alcune modifiche introdotte nel nuovo Codice degli Appalti Pubblici potrebbero limitare il diritto dei pazienti ad accedere ai dispositivi medici più adatti e a scegliere liberamente, come previsto dall’Allegato 11 del Decreto del Presidente del Consiglio del 12 gennaio 2017 di aggiornamento dei LEA»: partirà da questo assunto la tavola rotonda online “Nuovo Codice Appalti. Quali conseguenze sull’appropriatezza dei dispositivi medici?”, promossa per il 13 maggio dalla FAIS

«Alcune modifiche introdotte nel nuovo Codice degli Appalti Pubblici potrebbero limitare il diritto dei pazienti ad accedere ai dispositivi medici più adatti e a scegliere liberamente, come previsto dall’Allegato 11 del Decreto del Presidente del Consiglio del 12 gennaio 2017 di aggiornamento dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza)»: partirà da questo assunto la tavola rotonda online denominata Nuovo Codice Appalti. Quali conseguenze sull’appropriatezza dei dispositivi medici?, promossa per il pomeriggio del 13 maggio (ore 17) dalla FAIS (Federazione Associazioni Incontinenti e Stomizzati), nell’àmbito delle proprie attività istituzionali di FAIS Academy, con l’obiettivo di favorire un confronto costruttivo tra tutti i portatori d’interesse coinvolti nel settore dei dispositivi medici, che consenta di individuare soluzioni concrete per affrontare le possibili criticità.

Con la moderazione di Marina Perrotta, past president della FAIS, parteciperanno Americo Cicchetti, direttore generale della Programmazione del Ministero della Salute; Adriano Leli, presidente della FARE (Federazione delle Associazioni Regionali degli Economi e Provveditori della Sanità); Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie) e della FAIP (Federazione delle Associazioni Italiane di Persone con Lesione al Midollo Spinale), oltreché consigliere del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro); Fausto Bartolini della SIFO (Società Italiana Farmacisti Ospedalieri); Alessandro Giammò, presidente della SIUD (Società Italiana Urodinamica); Angela Deni, responsabile delle Relazioni Istituzionali per Confindustria Dispositivi Medici; Carmelo Gagliano, tesoriere della FNOPI (Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche). (S.B.)

Per registrarsi e seguire la diretta della tavola rotonda online, accedere a questo link. Per ulteriori informazioni: info@faisitalia.it.

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Donne, psichiatria e deistituzionalizzazione, ovvero Praticare la differenza

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L’Università di Pisa ha organizzato per il 13 e il 14 maggio nella città toscana il seminario denominato “Praticare la differenza: donne, psichiatria, deistituzionalizzazione”, iniziativa che si propone come una lettura in chiave femminile del processo di deistituzionalizzazione in àmbito psichiatrico. La due giorni sarà fruibile anche online Ospedale Psichiatrico Provinciale di Trieste, padiglione Q (già “Reparto Agitate”), 1972: sciopero per il riconoscimento del proprio lavoro (foto di Pier Luigi Cerato; fonte: archivio privato di Assunta Signorelli)

L’Università di Pisa ha organizzato per il 13 e il 14 maggio il seminario denominato Praticare la differenza: donne, psichiatria, deistituzionalizzazione, iniziativa che si colloca nell’àmbito del PRIN (Progetti di Ricerca d’Interesse Nazionale) Narration and Care. The deinstitutionalization of asylum system in Italy: history, cultural imaginary, planning (from 1961 to today), che vede le professoresse Vinzia Fiorino e Chiara Tognolotti quali responsabili dell’Unità di Pisa.

L’evento viene presentato con la seguente riflessione della psichiatra, basagliana e femminista Assunta Signorelli: «Mettere mano a quella che oggi chiamiamo deistituzionalizzazione ha significato ri/generare la vita e lo scambio nel luogo delle persone “non degne di vita”». Il seminario sarà ospitato nell’Aula Magna di Palazzo Matteucci (Piazza Torricelli, 2, a Pisa), con la possibilità di partecipare a distanza via Teams attraverso questo link.
In particolare, nel pomeriggio del 13 maggio (ore 14), i lavori saranno introdotti dai saluti istituzionali di Sonia Maffei, direttrice del Dipartimento Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa, e Vinzia Fiorino, docente di Storia Contemporanea del medesimo Ateneo.
A seguire sono previsti i seguenti interventi: Il manicomio (non) esiste: cosa resta della salute mentale in Italia?, Keynote Speakers: Alice Banfi e Ludovica Jona in dialogo con Vinzia Fiorino; Ricostruire e raccontare la deistituzionalizzazione delle donne di Marianna Scarfone, dell’Università di Strasburgo; Noi e “le altre”. Femministe e salute mentale a Torino tra anni Settanta e anni Ottanta di Daniela Adorni, dell’Università di Torino; Decostruire il manicomio: femminismi, deistituzionalizzazione e lavoro sociale a Torino dopo il 1978 di Davide Tabor dell’Università di Torino; Assunta Signorelli e Fabrizia Ramondino: per un percorso di ricerca su scrittrici e psichiatria di Marina Guglielmi dell’Università di Cagliari; “Qualcosa mai definito al femminile”. Lotte, esperienze e pratiche femminili nella deistituzionalizzazione italiana di Manoela Patti dell’Università di Palermo; Diventare psicologa delle ultime: Letizia Comba nel Reparto C donne a Gorizia di Marica Setaro ricercatrice indipendente.

Il 14 maggio, quindi, i lavori inizieranno alle 9, prevedendo i seguenti interventi: Uno sguardo visuale sulla deistituzionalizzione delle donne di Martina Salvante, dell’Università di Nottingham; Praticare l’individuazione di sé: servizi orientati alla guarigione per una salute mentale di comunità di Diana Gallo, presidente dell’Associazione L’Alba; Oltre il muro. Appunti su deistituzionalizzazione e architettura ospedaliera di Sonia Paone dell’Università di Pisa; Pirkko Peltonen e “La favola del serpente”: sguardi comparati sull’ospedale psichiatrico di Gorizia di Diego Cavallotti, dell’Università di Cagliari; Goliarda, Liseli e le altre: lo spazio dell’oppressione, le parole del desiderio di Giulia Simi dell’Università di Sassari; Lo Stato addosso. Donne, migrazione e istituzioni immaginarie della società, Keynote Speaker: Simona Taliani dell’Università Orientale di Napoli. (Simona Lancioni)

A questo link è disponibile la locandina dell’evento. Per ulteriori informazioni e contatti: Andrea Sortino (andrea.sortino10@gmail.com).
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h – Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, insieme all’immagine utilizzata, per gentile concessione.

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Tutti in Campo

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Verrà presentato il 13 maggio a Milano “Tutti in Campo”, torneo di calcio integrato organizzato dagli studenti e dalle studentesse dell’ITS Jobs Academy Lombardia, in collaborazione con il CSI di Milano, evento che il 17 maggio a Cornaredo (Milano), darà vita a una giornata di sport, inclusione e festa, con dodici squadre in campo e protagonisti atleti con disabilità, affiancati da famiglie, volontari, istituzioni e numerosi ospiti

Verrà presentato il 13 maggio a Milano, nel corso di una conferenza stampa presso il Comune del capoluogo lombardo (Palazzo Marino, Sala Brigida, Piazza della Scala, 2, ore 12), Tutti in Campo, torneo di calcio integrato organizzato interamente dagli studenti e dalle studentesse dell’ITS Jobs Academy Lombardia, in collaborazione con il CSI di Milano (Centro Sportivo Italiano), evento in programma per il 17 maggio presso il Centro Sportivo Sandro Pertini di Cornaredo (Milano), una giornata di sport, inclusione e festa, con dodici squadre in campo e protagonisti atleti con disabilità, affiancati da famiglie, volontari, istituzioni e numerosi ospiti.
Interverranno alla conferenza stampa di presentazione Alceste Cavallini, delegato del CIP Lombardia (Comitato Italiano Paralimpico); Massimo Achini, presidente CSI Milano; Luca Baravalle, presidente della Fondazione San Michele Arcangelo, che supporta l’iniziativa; Lorenzo Ferrario, studente dell’ITS JobsAcademy Lombardia. (S.B.)

Per ulteriori informazioni: info@testoriufficiostampa.it.

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