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Sostegno: tutelare chi ha già investito nella formazione, tutelare la qualità dell’inclusione
Nel corso della trasmissione In altre parole, andata in onda l’8 dicembre su La7, il ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara ha dichiarato: «Ci sono numeri superiori per assumere docenti di sostegno. […] Per la prima volta noi andiamo a stabilizzare in modo significativo docenti che non potevano essere assunti perché non avevano la specializzazione. La gran parte dei docenti precari sono docenti di sostegno. E perché non potevano essere stabilizzati? Perché mancavano le specializzazioni, perché le università non avevano interesse più di tanto a specializzarli e quindi non specializzavano questi docenti. Noi abbiamo, per la prima volta, affidato a INDIRE [Istituto Nazionale di Documentazione Innovazione e Ricerca Educativa, N.d.R.], che è un ente di ricerca indipendente dal Ministero, il compito di specializzare questi docenti».
Come docenti di sostegno specializzati e precari, siamo indignati. Abbiamo affrontato anni di formazione rigorosa e costosa per ottenere un titolo richiesto dallo Stato, con la promessa di una stabilizzazione mai arrivata. Ora si propongono percorsi semplificati per docenti non specializzati, creando il rischio che chi ha già acquisito le qualifiche resti escluso dal ruolo.
Le domande che ci poniamo sono queste: perché si stabilizzano docenti non specializzati quando migliaia di docenti qualificati sono già pronti e in attesa di ruolo? Come si garantisce la qualità dell’inclusione scolastica con percorsi meno qualificanti? Qual è il futuro dei docenti già formati, se la classe di concorso ADSS (Sostegno Scuola Secondaria di Secondo Grado) è ormai satura in molte Province?
Un punto fondamentale va evidenziato: creare nuovi specializzati senza una reale necessità rischia di trasformare i docenti precari già formati in disoccupati, vanificando anni di sacrifici.
Ben venga, dunque, ogni forma di stabilizzazione, ma con una pianificazione attenta che consideri le specificità delle classi di concorso. Solo così si potrà tutelare chi ha già investito nella propria formazione e garantire agli studenti il sostegno qualificato che meritano.
Disabilità e relazioni sociali. Temi e sfide per l’azione educativa
«La disabilità è una relazione sociale: non è un dato o un’entità che si possa concepire e vivere al di fuori di qualsiasi altra dimensione che non sia di tipo relazionale. Di fronte a persone con oggettive menomazioni prendiamo sempre posizione, classifichiamo, anche se non ne siamo consapevoli. Oggi abbiamo strumenti decisivi, come il modello sociale della disabilità, l’ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute), la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, oltre ai classici servizi e dispositivi dello stato sociale. Eppure, tutto ciò non è sufficiente a produrre generalizzate forme di autentico riconoscimento, partecipazione, sviluppo di sé. I pregiudizi, le paure, lo stigma, i pietismi sono ancora molto diffusi e radicati, nonostante la retorica inclusiva. Ancor prima di norme, leggi, investimenti e questioni tecniche, l’azione educativa in questo campo deve affrontare aspetti relazionali, culturali e sociali di fondamentale importanza»: lo dicono dal Gruppo Solidarietà, rispetto ai contenuti del libro pubblicato da 2021 Disabilità e relazioni sociali. Temi e sfide per l’azione educativa (Carocci, 2021), pubblicato da Matteo Schianchi, ricercatore in Didattica e Pedagogia Speciale all’Università di Milano-Bicocca, che sarà al centro di un incontro l’11 dicembre a Jesi, in provincia di Ancona (Palazzo Bisaccioni, Piazza Colocci, 4, ore 17.30), promosso dallo stesso Gruppo Solidarietà, in collaborazione con il Centro Papa Giovanni XXIII di Ancona, la Cooperativa Sociale COOSS, la UILDM di Ancona (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) e l’ANGSA Marche (Associazione Nazionale Genitori di perSone con Autismo).
«Ci confronteremo – sottolineano ancora dal Gruppo Solidarietà – sui temi dell’inclusione sociale delle persone con disabilità, a partire da alcuni quesiti: di quali strumenti abbiamo bisogno per lavorare per l’inclusione? Quali spazi e ruoli assumono i servizi territoriali? Che posto occupano le persone con disabilità nella società? Quali sfide l’azione educativa è chiamata ad affrontare oggi? Con un approccio pluridisciplinare, il libro di Schianchi focalizza l’attenzione su una serie di temi su cui è necessario riflettere e interrogarsi per costruire azioni educative realmente centrate sulle persone, la loro biografia, il loro futuro, i loro rapporti».
L’incontro dell’11 dicembre sarà il terzo e ultimo appuntamento del percorso Relazioni sociali. Come prendersene cura. Strumenti per favorire inclusione sociale, promosso dalle stesse organizzazioni che hanno voluto l’imminente appuntamento dell’11 dicembre e sostenuto dalla Fondazione Carifac. (S.B.)
Per ulteriori informazioni: grusol@grusol.it.II avviso di interpello per la sostituzione del DSGA titolare assente per periodo superiore a tre mesi presso IIS “E. Mattei” di Castrovillari
Decreto di annullamento dell’incarico conferito per la sostituzione del DSGA titolare assente per periodo superiore a tre mesi presso IIS “E. Mattei” di Castrovillari
La firma digitale all’esame della Corte Costituzionale
Nella mattinata del 10 dicembre, verrà esaminato presso la Corte Costituzionale il ricorso di Carlo Gentili, cittadino con la SLA (sclerosi laterale amiotrofica), contro il divieto di utilizzo della firma digitale per sottoscrivere liste elettorali. E se la Consulta riconoscesse la discriminazione, il divieto potrebbe essere superato almeno per le persone con disabilità grave.
«Questo tema – sottolineano dall’Associazione Luca Coscioni, che affianca Gentili nella sua battaglia – assume ancora più rilievo dal momento che, dallo scorso mese di luglio, è operativa la piattaforma pubblica per la sottoscrizione digitale di referendum e proposte di legge di iniziativa popolare, uno strumento che potrebbe essere esteso anche alla raccolta firme per liste elettorali e candidature. Carlo Gentili, immobilizzato a causa della SLA, aveva tentato di firmare digitalmente la lista elettorale Referendum e Democrazia per le elezioni regionali dello scorso anno, ma la normativa vigente esclude l’utilizzo della firma digitale per questa finalità, negando a molte persone con gravi disabilità la possibilità di partecipare attivamente alla vita politica».
Con il sostegno dunque dell’Associazione Coscioni, Gentili ha presentato ricorso e il Tribunale di Civitavecchia ha rimesso la questione alla Corte Costituzionale.
«La tecnologia – dichiara il ricorrente – può abbattere le barriere che la mia malattia ha posto tra me e la partecipazione democratica. Chiedo che venga garantito anche a me e a tanti altri il diritto di essere parte attiva nella vita politica del Paese».
L’udienza della Consulta affronterà la possibile violazione di alcuni articoli della Costituzione (2, Diritti inviolabili dell’uomo; 3, Principio di uguaglianza; 48, Diritto di voto; 49, Diritto all’associazionismo politico).
«Questa battaglia – concludono dall’Associazione Coscioni – non riguarda solo i diritti individuali, ma un tema più ampio: l’uso della tecnologia per ampliare la partecipazione democratica. In tal senso abbiamo già raccolto quasi 56.000 firme all’appello per chiedere al Governo di estendere la piattaforma online, già attiva per i referendum, anche alla sottoscrizione di liste elettorali». (S.B.)
Posizioni economiche personale ATA triennio 2024/2027 – Applicazione art. 4 del D.M. n. 140/2024 – personale collocato nelle graduatorie formulate sulla base della previgente disciplina in materia
“Pensiero Imprudente”: una conchiglia sulla spiaggia
Così canta Ornella Vanoni sulle note del brano di Umberto Bindi, La musica è finita (1967): «Ecco, la musica è finita/ Gli amici se ne vanno/ Che inutile serata […]».
Il parallelismo con il 3 Dicembre, Giornata internazionale delle persone con disabilità, è immediato, e sicuramente ora vi starete chiedendo il motivo. Ve lo spiego subito: potremmo paragonare questa giornata a una festa di compleanno, o a un Capodanno, che si ripetono ogni anno, insomma a una festa in cui tutti gli amici si riuniscono per celebrare qualcosa di importante. Lo stare insieme poi spinge a ricordare i bei momenti, a riflettere. Ma una volta spente le candeline, o alzato in alto i calici per brindare, cosa rimane? Gli amici di sempre dove vanno? E i loro bei discorsi e ricordi?
Mi sembra che il 3 dicembre sia un po’ questo: per l’occasione tutte e tutti ci riuniamo in vari spazi per le città, organizziamo eventi (e non solo!), ma poi con la fine di questa giornata i bei propositi spariscono.
Qualche sera fa, guardando la televisione, mi è capitato di vedere lo spot dedicato alla Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità: una campagna di comunicazione istituzionale, realizzata dal Dipartimento per le Disabilità della Presidenza del Consiglio.
Lo spot, attraverso immagini di persone con disabilità impegnate in diverse attività professionali e di carattere sociale, sensibilizza al valore della persona con l’intento di esaltare competenze, talenti e capacità.
Mi ha colpito un dettaglio: nella promo s’intravede la Spiaggia dei Valori di Punta Marina (Ravenna), della quale ho già parlato in alcuni miei articoli anche su queste pagine.
Mi è venuta in mente una metafora, a dir poco poetica: quella di una persona che passeggia tranquillamente su questa spiaggia, mentre il sole albeggia.
A un certo punto, questa persona inciampa su una conchiglia, e si ferma a raccoglierla, ammirandola in tutta la sua bellezza. Potremmo immaginare che il soggetto in questione finisca col mettersi in tasca la conchiglia. E invece no! Guardando l’orizzonte, la getta in mare, e lascia che le onde del mare la cullino verso l’alba.
Pensavo, dunque, che potremmo paragonare la persona a un/una educatore/trice, che si imbatte nella conchiglia, ossia a una persona con disabilità. Cosa fa quest’educatore/trice? Attraversa la spiaggia – che è il “limite” tra la persona con disabilità e l’orizzonte, ovvero il futuro – ma non solo: nel momento in cui la raccoglie, la osserva, la sostiene come farebbe un educatore nel momento in cui si relaziona per la prima volta ad una persona con disabilità, e poi, dopo averla ammirata, lascia che attraversi il mare, invece di metterla in tasca. L’educatore coglie risorse, abilità di questa persona supportandola nell’affrontare la “spiaggia” dei suoi limiti. Non tiene stretta a sé quella persona, ma lascia che questa vada e faccia il suo percorso verso “l’orizzonte”.
Come mai questa considerazione? Perché nello spot si evidenzia l’importanza del «valorizzare i talenti, investire sulle capacità, offrire possibilità». Tutto molto bello, ma nella campagna viene detta anche una cosa che mi ha lasciato perplesso: «Vedere in ogni persona le potenzialità, e non i limiti».
Personalmente sono molto d’accordo sulla prima parte dell’affermazione: è necessario guardare alle abilità di una persona, ma non si possono ignorare i suoi limiti. Non è possibile accompagnare una persona con disabilità, ed essa stessa non può conoscersi, se non si tiene conto di questi.
Anche i limiti, come le risorse e le capacità, fanno parte delle caratteristiche di una persona.
Lasciandovi con questa suggestione piena di spunti di riflessione, mi piacerebbe sapere se avete mai lasciato una conchiglia in mare, dopo una bella passeggiata sulla spiaggia, alla luce dell’alba.
Scrivete a claudio@accaparlante.it oppure sulle mie pagine Facebook e Instagram.
Pensiero ImprudenteDalla fine del 2022 Claudio Imprudente è divenuto una “firma” costante del nostro giornale, con questa suo spazio fisso che abbiamo concordato assieme di chiamare Pensiero Imprudente, grazie alla quale sta impreziosendo le nostre pagine, condividendo con Lettori e Lettrici il proprio sguardo sull’attualità.
Persona già assai nota a chi si occupa di disabilità e di tutto quanto ruota attorno a tale tema, Claudio Imprudente è giornalista, scrittore ed educatore, presidente onorario del CDH di Bologna (Centro Documentazione Handicap) e tra i fondatori della Comunità di Famiglie per l’Accoglienza Maranà-tha. All’interno del CDH ha ideato, insieme a un’équipe di educatori e formatori specializzati, il Progetto Calamaio, che da tantissimi anni propone percorsi formativi sulla diversità e l’handicap al mondo della scuola e del lavoro. Attraverso di esso ha realizzato, dal 1986 a oggi, più di diecimila incontri con gli studenti e le studentesse delle scuole italiane. In qualità di formatore, poi, è stato invitato a numerosi convegni e ha partecipato a trasmissioni televisive e radiofoniche.
Già direttore di una testata “storica” come «Hp-Accaparlante», ha pubblicato libri per adulti e ragazzi, dalle fiabe ai saggi, tra cui Una vita imprudente. Percorsi di un diversabile in un contesto di fiducia e il più recente Da geranio a educatore. Frammenti di un percorso possibile, entrambi editi da Erickson. Ha collaborato e collabora con varie riviste e testate, come il «Messaggero di Sant’Antonio», per cui cura da anni la rubrica “DiversaMente”. Il 18 Maggio 2011 è stato insignito della laurea ad honorem dall’Università di Bologna, in Formazione e Cooperazione.
AVVISO FASE 1 CDC A010 – A014 – A017 – A019 – A023 – A060 – AA25 – B021
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Quanto lavoro per il nuovo Osservatorio Scolastico sull’Inclusione!
Il sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato il 10 settembre scorso il Decreto Ministeriale n. 185 concernente la ricostituzione dell’Osservatorio Scolastico sull’Inclusione che aveva ormai cessato di funzionare per normali termini di decadenza.
Non vi sono differenze sostanziali tra il Decreto precedente del 2017 e quello attuale. Si ribadisce infatti che l’Osservatorio si compone di due organi: il Comitato Tecnico Scientifico, che ha i compiti principali di consulenza e pareri al Governo, e la Consulta delle Associazioni, che ha compiti più di dialogo e interlocuzione per fornire proposte al Comitato Tecnico Scientifico. Le uniche differenze che si osservano riguardano in primo luogo la possibilità di invitare a partecipare alle riunioni del Comitato Tecnico Scientifico l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e il Garante Nazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità, istituito col Decreto Legislativo Decreto Legislativo 20/24.
Altra differenza è la possibilità di riunioni a distanza, norma che è frutto dell’esperienza maturata durante il periodo della pandemia. Conseguentemente, nell’ultimo Decreto non compare più la possibilità per i partecipanti del rimborso per le spese di viaggio. Inoltre, un’altra novità è l’esplicitazione all’articolo 6 della presenza dei Presidenti di FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità) alle riunioni della Consulta, cosa che mancava nel precedente Decreto; ciò dovrebbe essere stato la conseguenza di una svista, dal momento che i due Presidenti erano già previsti, come lo sono adesso, quali membri effettivi del Comitato Tecnico Scientifico.
Un’ultima differenza riguarda l’individuazione specifica delle Associazioni nazionali componenti la Consulta: esse debbono rispettare, come nel precedente Decreto, i due requisiti previsti all’articolo 4 di essere presenti in almeno cinque Regioni e di avere almeno 3.000 iscritti. In più, nel nuovo Decreto è specificato che le Associazioni Nazionali verranno «individuate da separato Decreto Ministeriale».
Risulta strano che alla pubblicazione di tale Decreto sia stata data scarsissima pubblicità sui mezzi di comunicazione ad eccezione di «OrizzonteScuola.it». Eppure, questo Decreto era molto atteso dalle Associazioni, poiché il precedente Osservatorio era rimasto inattivo per quasi tutto l’ultimo anno.
Il nuovo Osservatorio avrà un grandissimo lavoro da svolgere, dal momento che, a causa del succedersi di diversi governi dal 2015 ad oggi, non è stato ancora possibile dare concreta attuazione ai princìpi indicati nella Legge 107/15, che hanno avuto un’esplicitazione normativa tramite il Decreto Legislativo 66/17. Di quest’ultimo, infatti, manca ancora la concreta attuazione dell’articolo 3 sulla formulazione da parte del Ministero del Profilo Professionale Nazionale degli assistenti per l’autonomia e la comunicazione, nonché la questione dell’assistenza igienica agli alunni/alunne con disabilità, compito assegnato dall’articolo 3 ai collaboratori scolastici, che ancora in Sicilia, e in generale al Sud Italia, è abbondantemente disattesa. E ancora, manca l’attuazione dell’articolo 4 concernente l’individuazione degli indicatori-descrittori per valutare la qualità dell’inclusione realizzata nelle singole scuole e nelle singole classi, dell’articolo 5 concernente il nuovo sistema di certificazione degli alunni con disabilità e la formulazione del loro Profilo Dinamico Funzionale.
Nel dicembre 2022 sono state emanate le Linee Guida per la formulazione di tale nuovo Profilo Dinamico Funzionale e sono stati emanati pure i nuovi modelli di PEI (Piano Educativo Individualizzato), in allegato al Decreto Interministeriale 182/20, integrato con il Decreto Ministeriale 53/23. Tali nuovi modelli, però, non possono ancora pienamente essere utilizzati perché non è ancora disponibile la piattaforma su cui dovrebbero funzionare.
Inoltre, manca ancora l’attuazione dell’articolo 6 sul Progetto di Vita, del quale il PEI è parte integrante, dal momento che la dettagliata articolazione normativa di esso, contenuta nel Decreto Legislativo 62/24, è attualmente soggetta a sperimentazione ed entrerà definitivamente e obbligatoriamente in vigore solo nel 2026.
Proseguendo ulteriormente, va rilevata la mancanza all’appello anche dell’attuazione dell’articolo 9 concernente i GIT (Gruppi per l’Inclusione Territoriale) che, avviati, sono stati immediatamente sospesi. Questa è una lacuna normativa molto grave, perché i GIT sostituiscono i GLIP (Gruppi di Lavoro Interistituzionali Provinciali) di cui all’articolo 15 della Legge 104/92. Tali Gruppi, come adesso i GIT, avevano il compito fra l’altro di provvedere alla stipula degli Accordi di Programma per l’inclusione scolastica, previsti già dall’articolo 13, comma 1, lettera a della stessa Legge 104/92, che tanto hanno giovato, laddove stipulati, alla qualità dell’inclusione scolastica di quei territori.
Mancano infine anche l’attuazione dell’articolo 11 sull’istituzione delle «sezioni dei docenti per il sostegno didattico», dell’articolo 12 sui corsi di specializzazione biennale per l’inclusione scolastica nelle scuole dell’infanzia e primarie, dell’articolo 13 sull’obbligo di formazione in servizio dei docenti, dell’articolo 14 sulla continuità didattica, che era stata ripresa nell’articolo 8 del Decreto Legge 71/24, ma immediatamente rinviata all’anno successivo, e l’attuazione dell’articolo 16 sulla realizzazione dell’istruzione domiciliare.
Quasi tutte queste norme necessitano solo di Decreti Ministeriali per la loro attuazione, e quindi ci si augura che il nuovo Osservatorio possa fornire il prescritto parere al Ministero, che si spera riesca a sottoporre ad esso le bozze di tali Decreti fin dall’inizio del suo funzionamento.
Come si vede, per il nuovo Osservatorio di lavoro ce n’è tantissimo. È invece strano che siano trascorsi quasi tre mesi e che ancora l’Osservatorio stesso non venga convocato.
Si formulano dunque i migliori auguri di pronta convocazione e insediamento, per un rapido e proficuo lavoro.
*Il presente contributo è già apparso in «Tecnica della Scuola.it» e viene qui ripreso, con alcune modifiche dovute al diverso contenitore, per gentile concessione.
AVVISO FASE 2 CDC A048 – BC02
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Ricorso al Tribunale di Palmi proposto da DE LEONARDIS FRANCESCA c/MIM- R.G. 3322/24-1 -Ordinanza del Tribunale Ordinario di Palmi n.13069/2024
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Anni Settanta-Novanta: memorie vive di servizi e politiche per la disabilità
La Biblioteca della Salute Mentale e delle Scienze Umane Minguzzi-Gentili di Bologna, dove si terrà l’incontro del 10 dicembre
È in programma per il 10 dicembre a Bologna il settimo incontro del ciclo denominato Welfare nascente, finalizzato a sviluppare il tema I servizi e le politiche sociosanitarie per le persone con disabilità tra gli anni ’70 e ’90 del Novecento, iniziativa promossa dall’Istituzione Gian Franco Minguzzi, dall’IRESS (Istituto Emiliano-Romagnolo per i Servizi Sociali e Sanitari, la Formazione e la Ricerca Applicata) e dal Comune di Bologna, nell’àmbito del Progetto Memorie vive (se ne legga a questo link).
Per l’occasione verrà presentato il lavoro di ricerca che ha prodotto la guida ipertestuale Memorie vive. I servizi e le politiche sociosanitarie per le persone con disabilità, a cura di Francesca Pistone, Andrea Pancaldi, Francesco Crisafulli, Luca Lambertini e Bruna Zani.
L’evento sarà ospitato presso la Biblioteca Minguzzi-Gentili (Via Sant’Isaia, 90, Bologna, ore 16.30-18.30).
I lavori si apriranno con i saluti istituzionali di Sara Accorsi, consigliera delegata al Welfare e Contrasto alla Povertà, Politiche per l’Abitare della Città metropolitana di Bologna, e di Luca Rizzo Nervo, assessore al Welfare e alla Salute, Nuove Cittadinanze, Fragilità, Anziani, Disabilità del Comune di Bologna. L’evento sarà moderato da Bruna Zani, presidente dell’Istituzione Gian Franco Minguzzi, che introdurrà anche il Progetto Memorie vive.
Seguirà una presentazione della guida ipertestuale con gli interventi di Luca Lambertini, storico (Istituti e scuole speciali: The Day After), di Francesco Crisafulli, responsabile del Servizio Sociale per la Disabilità del Comune di Bologna (Le professioni che accompagnano il cambiamento), di Andrea Pancaldi, giornalista documentalista, esperto di servizi di informazione e documentazione nel campo dei Servizi Sociali, Disabilità e Terzo Settore (Il contributo dell’associazionismo e del volontariato) e di Francesca Pistone, collaboratrice della Istituzione Gian Franco Minguzzi (Le parole della disabilità).
In un successivo momento verrà dato spazio alla discussione, soffermandosi sul tema Tra continuità e discontinuità, con gli interventi di Elena Malaguti (ordinaria di Pedagogia Speciale del Dipartimento di Scienze dell’Educazione G.M. Bertin dell’Università di Bologna), Rossella Piccinini (sociologa dell’IRESS), Simona Chiodo (direttrice dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’’Adolescenza, Attività Territoriale SC dell’Azienza USL di Bologna), e Susanna Dabbicco (in veste di testimonial). Saranno ammessi anche interventi dal pubblico. (Simona Lancioni)
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.
Ricorso al Tribunale di Palmi proposto da POLITI VALENTINA c/MIM R.g. 3371/2024-1- Ordinanza n. 13078/2024 del Tribunale Ordinario di Palmi
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Formazione sulla disabilità complessa, in presenza di minorazione visiva
È ancora possibile iscriversi fino al 15 dicembre al Corso di formazione per operatori impegnati sulla disabilità complessa, in presenza di minorazioni visive, promosso dal MAC (Movimento Apostolico Ciechi), in collaborazione con la Lega del Filo d’Oro.
L’iniziativa, a partecipazione gratuita, si articolerà su 60 ore complessive (35 online e 25 in presenza a Bologna), in programma su cinque sedute, dal 10 al 31 gennaio del nuovo anno. (S.B.)
Personale docente – Supplenze a.s. 2024/2025 – XI Bollettino nomine
Ancora lontana una reale inclusione delle persone con disabilità
7 italiani su 10 pensano che in Italia l’inclusione delle persone con disabilità sia ferma al palo: e sono sotto accusa sia la cittadinanza che lo Stato. Le politiche governative messe in atto non sono considerate efficaci da metà della popolazione italiana: è quanto emerso dal quarto rapporto dell’Osservatorio Cittadini e disabilità, indagine dell’SWG su come sta cambiando nel tempo la percezione dell’opinione pubblica sulla disabilità, lanciata in occasione del quarto Premio Giornalistico Bomprezzi-Capulli, iniziativa dedicata rispettivamente a Franco Bomprezzi, colui che fu giornalista e scrittore, direttore responsabile del nostro giornale Superando fino alla sua scomparsa nel dicembre del 2014, e a Maria Grazia Capulli, giornalista del Tg2, che fu tra l’altro ideatrice e conduttrice della rubrica Tutto il Bello che c’è. L’evento conclusivo si è tenuto nei giorni scorsi a Roma, con la collaborazione della Fondazione CRC, della Fondazione di Comunità Milano e di CBM Italia.
«A tre anni dal primo Osservatorio – spiegano dall’Associazione Premio Bomprezzi-Capulli – è il tema dell’inclusione quello su cui c’è il giudizio più negativo: la stragrande maggioranza degli italiani, infatti, ritiene che sia lo Stato (71%) che i cittadini (68%) facciano poco o nulla per garantire la partecipazione paritaria delle persone con disabilità. Con un’aggravante rispetto al 2021: cresce lo spostamento dalla voce “fare poco sforzo”” verso la voce “fare nulla” per l’inclusione, segnando così un’accusa severa sia verso le Istituzioni nazionali e locali che verso se stessi. Poco più del 30% degli italiani valutano come positive le politiche del Governo dal suo insediamento con il Ministero per le Disabilità. Attorno alla metà, invece, non ne giudica efficace l’azione. In tal senso, la legislazione, come ad esempio la Legge Delega sulla Disabilità 227/21 e i relativi Decreti Attuativi, e il lavoro svolto non sono stati sufficienti, o abbastanza conosciuti, per far registrare alle norme introdotte dal Ministero un riconoscimento, se non minoritario».
«Dopo tre anni – proseguono dall’Associazione -, continua a confermarsi scarsa l’attenzione sociale verso la disabilità secondo la stragrande maggioranza degli italiani. Fanalini di coda sono i temi della vita indipendente e del “Dopo di Noi”, percepiti come priorità residuali. Le voci dove si registra una crescita dal sondaggio 2021 sono il lavoro, le azioni di sensibilizzazione, i trasporti e le barriere architettoniche. È lo sport in cima alla classifica con un 47% di giudizio positivo, con le Paralimpiadi 2024 come fattore cruciale di conoscenza e rappresentazione delle persone con disabilità. Restano stabili negli anni l’àmbito della scuola con il 43%, poi con il 38% quello dell’assistenza sanitaria e sociale, la tutela giuridica e la riabilitazione. Per l’atteggiamento culturale della società cresce dal 2021 a oggi quello della “sensibilità” e “solidaristico”, ma fanno ancora da contraltare negativo la tendenza al pregiudizio (da 66 a 62) e all’indifferenza (61) e quella alla discriminazione (da 44 a 40), cresce invece l’idea che si risponda alle esigenze della disabilità con impreparazione (da 53 a 56). Un mondo che riguarda oltre il 15% degli italiani, che vede crescere il numero delle famiglie in situazione di povertà con una o più persone con disabilità e che vivono in una condizione di isolamento creata da muri relazionali, istituzionali e di contesto, come confermato da una recente ricerca qualitativa condotta da CBM Italia».
«Dal primo Osservatorio lanciato nel 2021 a oggi – commenta Simone Fanti, vicepresidente del Premio Bomprezzi-Capulli – registriamo una scarsa presa di coscienza della società italiana sui diritti delle persone con disabilità. Nonostante ci siano stati alcuni miglioramenti, sono gli italiani e le italiane a dirci che ci sono ancora tanti diritti negati, una presa di consapevolezza di vivere in una società non inclusiva. Il giudizio di poca incisività ed efficacia delle politiche governative è un segnale per la presidente del Consiglio Meloni: nonostante si siano tenuti l’Expo sulla disabilità e il primo G7 sul tema, l’opinione pubblica non percepisce un impegno significativo. Facciamo quindi un appello per potenziare il Ministero per le Disabilità, e per rendere disponibili nuove risorse per rispondere alle esigenze di chi vive ogni giorno in una condizione di disabilità».
E da ultimi, ma non certo ultimi i premi assegnati quest’anno da una giuria d’eccezione che ancora una volta si è arricchita di firme di primo piano del mondo dell’informazione, tra carta stampata e online, TV, radio nazionali e testate di settore.
Per quanto riguarda il Premio Bomprezzi al primo posto si sono classificati Paola Vecchia e Lorenzo Maria Grighi (Presa Diretta Raitre), al secondo Benedetta Cappelli, Fabio Colagrande e Amedeo Lomonaco (Radio Vaticana) e al terzo ex aequo Simone Matteis (La Stampa) e Pasquale Quaranta (la Repubblica).
A vincere il Premio Capulli è stato invece Salvo Catalano (Tagadà LA7), davanti ad Andrea Martino (TG2 Medicina 33) e a Federica Nannetti (Corriere della Sera Bologna), a pari merito con Romolo Napolitano (TV2000).
Due menzioni speciali attribuite su proposta della giuria sono andate infine a Iacopo Melio (menzione “Antonio Giuseppe Malafarina”, dedicata al compianto presidente onorario di giura, scomparso nel febbraio di quest’anno e già anch’egli direttore responsabile di Superando) e a Fabrizio Minnella di Fondazione CON IL SUD come comunicatore dell’anno.
«Per noi è un orgoglio – ha dichiarato Massimo Maggio, direttore di CBM Italia, in occasione della cerimonia conclusiva – sostenere il Premio Bomprezzi sin dalla nascita di esso, impegnandoci inseime da quattro anni per i diritti delle persone con disabilità, sempre guardando alla nostra guida, che è la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Da qui nasce anche la ricerca sociale che abbiamo condotto sul legame tra disabilità e povertà in Italia, e le cui evidenze confermano il nostro impegno nel sostenere il protagonismo delle persone con disabilità: le famiglie ci hanno confermato che il disagio sociale e culturale è opprimente tanto quanto quello economico, il nostro ruolo è quindi quello di promuovere sempre di più una cultura dell’inclusione. Il Premio Bomprezzi-Capulli è un’importante occasione per farlo».
«Il mondo dell’informazione e i mezzi di comunicazione – ha affermato dal canto suo Mauro Gola, presidente della Fondazione CRC – giocano un ruolo essenziale nella costruzione di una società sempre più inclusiva. Il Premio Bomprezzi-Capulli opera per sostenere e riconoscere il lavoro dei giornalisti impegnati a promuovere una cultura diffusa della disabilità e un’attenzione alle iniziative di inclusione sociale. Ambiti in cui la nostra Fondazione è particolarmente attiva e nei quali investe convintamente».
«La nostra Fondazione – ha concluso Carlo Marchetti, presidente della Fondazione di Comunità Milano – sostiene dal 2018 progetti solidali nell’area milanese e lavora da sempre sulle disabilità. Un faro in questo senso è stato Franco Bomprezzi, grande giornalista che ci ha lasciati il 18 dicembre 2014. A dieci anni dalla sua scomparsa, Milano non lo ha dimenticato. C’è tanta strada ancora da fare, ma la coscienza civica dei cittadini e delle cittadine rispetto all’accessibilità, al linguaggio inclusivo e all’empowerment delle persone con disabilità è cresciuta. Per queste ragioni anche quest’anno abbiamo voluto patrocinare il Premio Bomprezzi-Capulli che valorizza la missione di responsabilità sociale dei giornalisti e delle giornaliste».
Da ricordare, in conclusione, i numerosi media partner del Premio, tra i quali anche Superando ha il piacere di far parte: Avvenire, BenEssere, InVisibili, Il Fatto Quotidiano, la Repubblica Mondo Solidale, Oggi, Radio Capital, Il Gusto-La Stampa, Radio Lombardia, Radio Popolare, RaiNews24, Tg2 e Vita Non Profit. (S.B.)
Per ulteriori informazioni: segreteria@premiobomprezzi.it.Concorso per titoli ed esami per l’accesso ai ruoli del personale docente della scuola secondaria di primo e di secondo grado su posto comune e di sostegno DM 205/2023 – DDG n. 2575/2023 – DECRETO DI APPROVAZIONE GRADUATORIA A019 – Filosofia e Storia...
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ESITI INDIVIDUAZIONI GM24 CDC A048 – BC02 – SCORRIMENTO A028
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Concorso per titoli ed esami per l’accesso ai ruoli del personale docente della scuola secondaria di primo e di secondo grado su posto comune e di sostegno DM 205/2023 – DDG n. 2575/2023 – Secondo decreto di integrazione per scorrimento graduatoria...
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