Tradotto in versione audio grazie ad un accordo tra La Leche League Italia, un’associazione di volontariato che si dedica al sostegno delle mamme che desiderano allattare, e l’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), il noto manuale “L’arte dell’allattamento materno” è ora a disposizione delle neomamme cieche o ipovedenti e delle loro famiglie. Se infatti diventare mamme non è una tappa obbligata, le donne con disabilità che scelgono questo percorso devono tuttavia poter accedere a tutti i servizi (anche quelli informativi), senza discriminazioni basate sulla disabilità
«I servizi sociali, socioassistenziali e sociosanitari per le persone con disabilità e per chi è in difficoltà sono servizi pubblici essenziali, volti ad assicurare diritti costituzionalmente tutelati e quindi ne va garantita la continuità, evitando l’abbandono verificatosi nei mesi scorsi»: punta sostanzialmente a questo un emendamento al “Decreto Rilancio”, approvato nei giorni scorsi in Commissione Bilancio alla Camera, mentre un ulteriore emendamento, anch’esso approvato, intende garantire alle persone in situazione di maggiore fragilità di continuare a lavorare in sicurezza
Di fronte ai casi di negozi che rifiutano l’accesso a bimbi/e e ai ragazzi/e con disabilità, perché senza mascherina, è quanto meno necessario ricordare che secondo il Decreto del Presidente del Consiglio del 17 maggio scorso, «non sono soggette all’obbligo di mascherina le persone con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della stessa». Anziché scusarsi dopo, infatti, un esercizio pubblico dovrebbe informarsi prima delle deroghe stabilite dalle leggi, per «evitare un’ulteriore discriminazione», come sottolineato dall’ANFFAS di Modica
Avviso del 9 luglio 2020 - Presentazione istanze online iscrizione fasce aggiuntive graduatorie concorso scuola infanzia e primaria e scuola secondaria di primo e secondo grado
Accelera la discussione al Senato sul Disegno di Legge “Disposizioni per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare”, depositato già da un anno. «E tuttavia - dichiara il presidente della FISH Falabella, ribadendo concetti già espressi da tale Federazione - in quel testo ci sono vari aspetti da chiarire e definire, per arrivare a una norma di rango primario che fissi in modo netto diritti, tutele e servizi per le tantissime persone che prestano un’assistenza continuativa e significativa ad un congiunto con grave disabilità. E servono anche maggiori risorse che ora non ci sono»
«Il nostro slogan sarà “ANFFAS prove di futuro”, un futuro che non si limiti a ripristinare la situazione ante-pandemia, ma che contribuisca a costruire un nuovo welfare, partendo da un modello di sviluppo equo, inclusivo e sostenibile e dove finalmente i diritti delle persone con disabilità e i connessi servizi siano resi a tutti i livelli concretamente esigibili, da considerare come servizi essenziali da garantire in modo omogeneo sull’intero territorio nazionale»: lo ha dichiarato Roberto Speziale, presidente dell’ANFFAS, a conclusione dell’Assemblea Annuale dell’Associazione
«Evitare che la “superdisabilità” riferita a personaggi di grande notorietà diventi un nuovo stereotipo, ricordando sempre che la comunicazione su questo tema ha sempre un aspetto ambivalente, talvolta ambiguo»: lo avevano dichiarato a suo tempo Marco Ferrazzoli, Francesca Gorini e Francesco Pieri, autori del libro "Il superdisabile. Analisi di uno stereotipo", che sarà al centro di un incontro, nella serata di domani, 9 luglio, all'interno della manifestazione letteraria "il libro possibile" di Polignano a Mare (Bari)
Il principio “Non lasciare nessuno indietro” è centrale nell’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e tuttavia, secondo CBM Italia, «l’esperienza del Covid-19 in Italia ha messo drammaticamente in luce come in tempi di crisi i diritti delle persone con disabilità siano stati gli ultimi a ricevere attenzione. Quale impegno sta dunque mettendo in campo la cooperazione internazionale italiana, per evitare che si disperdano i progressi degli ultimi anni per l’inclusione delle persone con disabilità?». Se ne parlerà il 15 luglio, durante un seminario in rete promosso dalla stessa CBM Italia
«Nessuna compressione dei processi decisionali è legittima. E tuttavia, condizionamenti esterni ostacolano a volte l’espressione delle potenzialità della persona con disabilità, in termini di personale contributo allo sviluppo della società civile e in termini di autonomia: interessi, gusti, aspirazioni, inclinazioni e affetti profondi vengono appiattiti su un’unica linea retta tracciata dal mancato riconoscimento della sua capacità di scelta»: è scritto nella “Relazione al Parlamento 2020”, presentata dal Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale
È attivo da qualche giorno a Roma, presso la Filiale Capitolina del Centro Protesi INAIL, uno Sportello Informativo CIP (Comitato Italiano Paralimpico), finalizzato all’avvio alla pratica sportiva delle persone con disabilità, che vi potranno ricevere informazioni di orientamento sulla scelta dell’attività sportiva più idonea e un supporto tecnico per cominciare, o ricominciare, a praticare sport
“Legami di prossimità” e “Sostieni il tuo vicino”, sono due progetti attuati dall’AIASS (Associazione Italiana Amministrazioni di Sostegno Solidali), voluti per rafforzare l’azione comune in favore delle persone fragili che necessitano di un sostegno nelle pratiche di vita quotidiana, tramite l’istituto dell’amministrazione di sostegno. I risultati ottenuti da tali iniziative, che ben presto hanno coinvolto un’ampia partnership fatta di soggetti pubblici e di Enti del Terzo Settore, verranno presentati il 16 luglio nel corso di una conferenza stampa a Pordenone
«È certamente giusta - scrive Vito Berti - quella Sentenza della Corte Costituzionale secondo cui l’attuale importo delle pensioni di invalidità civile totale è “inadeguato per vivere” e tuttavia essa ha confermato un ingiusto limite di reddito, facendo sì che le persone con disabilità grave e gravissima, con un reddito personale pari o superiore a 8.469,63 euro all’anno, non avranno diritto all’aumento della pensione di invalidità civile, non potendo quindi aggiungere 364,70 euro al mese agli attuali 286,81 euro»
Può la partecipazione di tutte le persone alla vita sociale, in un contesto di accessibilità, avere anche un valore economico? La risposta è affermativa, secondo il recente saggio nato nell’àmbito dell’Università di Brescia e firmato da Alex Almici, Alberto Arenghi e Renato Camodeca, intitolato “Il valore dell’accessibilità. Una prospettiva economico-aziendale”, monografia che punta dunque a superare la collocazione “di nicchia” del tema riguardante l’accessibilità agli spazi, ai beni e ai servizi, spesso ancora vissuta soltanto come un costo
Si concentrano prevalentemente sull’inclusione delle persone con disabilità nel settore lavorativo, gli obiettivi della FEDMAN, la Federazione Disability Management che in questi mesi di lockdown ha spostato le proprie attività online. Andiamo dunque a conoscere meglio questa Associazione, nata recentemente e composta da un gruppo variegato di professionisti partiti da una formazione diversa, oltreché da differenti esperienze professionali, i quali hanno deciso di metterle a fattor comune, unendo le competenze, per risolvere problematiche diverse nel mondo istituzionale, sociale e aziendale
«La maratona è il simbolo perfetto che descrive la mia vita: i momenti difficili, le prove da superare, i traguardi che sembrano impossibili, le volte in cui pensi di mollare tutto»: lo aveva detto Emiliano Malagoli, fondatore dell’Associazione di motociclisti con disabilità DD-Diversamente Disabili, al momento di misurarsi lo scorso anno con la maratona di New York, primo italiano a farlo con una normale protesi. E quella “folle sfida”, pienamente vinta, è diventata ora un libro (“Continua a correre”) e un docufilm (“50000 passi”), che verranno presentati il 10 luglio a Trevignano Romano
È ancora aperta la possibilità di partecipare allo studio internazionale sull’impatto che il contagio del coronavirus ha avuto, e sta ancora avendo, sulle persone con sindrome di Down, iniziativa promossa per il nostro Paese da alcuni medici e ricercatori che fanno parte dell’organizzazione internazionale T21RS (Trisomy 21 Research Society). Lo possono fare sia le famiglie di persone con sindrome di Down ove queste ultime abbiano avuto il Covid-19 accertato o sospetto, sia quelle in cui le persone non siano state contagiate
Così viene definito il nuovo Centro Clinico NEMO di Napoli dalla comunità neuromuscolare italiana che lo ha voluto (innanzitutto le Associazioni AISLA, Famiglie SMA e UILDM) e che ne ha accolto con soddisfazione l’incontro inaugurale dei giorni scorsi. Quinto Centro NEMO a sorgere, dopo quelli di Milano, Messina, Roma e Arenzano, quello di Napoli sarà pienamente operativo dai prossimi mesi, con un reparto multidisciplinare che prenderà in carico pazienti e famiglie in un percorso di cura completo, basato sulle elevate competenze, senza però mai dimenticare l’aspetto umano
Francesco Musto ha 25 anni, vive con la famiglia in provincia di Avellino, è appassionato di cinema e recitazione e “incidentalmente” è una persona con distrofia muscolare. Con il suo cortometraggio “Essere diversi” - storia di un ragazzo con disabilità che subisce atti di bullismo da parte di alcuni compagni di scuola - ha già vinto diversi premi, ultimo dei quali, in ordine di tempo, al Concorso “Tulipani di seta nera” di RAI Cinema Channel
Costante attività di ricerca per l’individuazione di soluzioni tecnologiche applicabili e approccio multidisciplinare alla riabilitazione e al reintegro sociale per le persone con mielolesione, cerebrolesione acquisita o amputazioni: è questa la base dell’accordo tra l’Istituto Riabilitativo Montecatone di Imola (Bologna), con le strutture che fanno capo alla Direzione Centrale Assistenza Protesica e Riabilitazione dell’INAIL, tra cui il Centro Protesi di Vigorso di Budrio (Bologna). Il tutto da tradurre in azioni concrete, che migliorino la qualità di vita delle persone con disabilità
«Qualche tempo fa - racconta Zoe Rondini - tutto d’un tratto le cose sono cambiate, nella piscina che frequentavo tranquillamente da anni: “Non paghi il lettino, ma non puoi stare qui da sola”, mi è stato detto. “Preferisco pagare come tutti ed essere trattata come gli altri anni”, ho risposto. “Non si può! Devi essere accompagnata da qualcuno”. Evviva l’integrazione e i pari diritti per tutti! Se scrivo questo, però, non è solo per “denunciare”, quanto per cercare di contribuire al diffondersi di una cultura che tenga conto delle specifiche diversità degli individui»
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