Un significativo incremento dei cosiddetti “comportamenti problema”, varie strategie di adattamento alla situazione, all’insegna della resilienza, ma anche la necessità di un maggiore sostegno, nel dopo pandemia, con un’azione combinata tra il settore pubblico e il terzo settore: sono le risultanze di un’ampia indagine specificamente condotta dalla Nostra Famiglia sulle famiglie di bambini con disturbi del linguaggio, dell’apprendimento, deficit motori, disturbi dello spettro autistico o disabilità intellettiva, che fanno riferimento ai vari Centri della stessa Nostra Famiglia
Il Club Italiano del Braille, frutto della sinergia tra l’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) e tutte le Istituzioni ad essa collegate, ha fatto il punto sul proprio lavoro degli ultimi cinque anni, concludendo che questo sistema di letto-scrittura gode di ottima salute e continua ad essere un fondamentale strumento per la libertà e per l’autonomia delle persone non vedenti. «Vivrà il Braille? - scrive Antonio Quatraro - Sì, se i nostri giovani, ciechi o ipovedenti gravi, lo impareranno, lo mostreranno senza pudori e lo ameranno»
«Insieme alle Associazioni e alle Famiglie da noi rappresentate, siamo contrari alla modifica dell’Ordinanza 90/01 del Ministero dell’Istruzione, ove prevede in qualunque momento del percorso della scuola secondaria di grado, su Delibera del Consiglio di Classe o su richiesta della famiglia, la possibilità del passaggio per lo studente con disabilità da un “PEI differenziato” a uno “semplificato”»: lo dichiarano dal CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down), esprimendo anche la volontà di lanciare un’ampia consultazione sulla questione
«Come e quanto ha pesato la prima fase dell’emergenza Covid-19 sui lavoratori con disabilità, con esiti di oncologia, con immunodepressione o altri quadri patologici a rischio?»: punta ad ottenere risposte a tali quesiti il sondaggio basato su un agile questionario promosso da “JobLab - Laboratori, percorsi e comunità di pratica per l’occupabilità e l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità”, il progetto della Federazione FISH di cui già da tempo raccontiamo sulle nostre pagine le varie azioni di formazione, animazione, ricerca e indagine avviate
Sarà questo il tema del terzo seminario in rete proposto nell’àmbito di un miniciclo gratuito di incontri che partiranno domani, 12 maggio, a cura dell’Ufficio Scolastico Regionale della Toscana, insieme al Coordinamento Regionale Toscano dell’AID (Associazione Italiana Dislessia), iniziativa voluta con il principale obiettivo di supportare genitori e docenti in questo particolare momento, accompagnandoli nel difficile ruolo di educatori di figli e studenti, ma soprattutto di futuri adulti
Dopo che RFI (Rete Ferroviaria Italiana) ha accolto la proposta dell’Associazione Blindsight Project di rendere decisamente più agevole l’accesso e il viaggio in treno alle persone con disabilità visiva accompagnate da un cane guida, auspicando che ciò venga recepito da tutte le Sale Blu delle stazioni, la stessa Blindsight Project chiede che anche tutte le altre persone con disabilità visiva senza cane guida possano viaggiare in sicurezza e con dignità e che a questo si provveda rapidamente
Uno specifico Protocollo Operativo è stato approvato dalla Regione Toscana, per la gestione in sicurezza dell’intero percorso di riapertura dei centri diurni rivolti alle persone con disabilità, che riapriranno a partire dal 18 maggio e in ogni caso entro il 1° giugno. Nel dettaglio, il citato Protocollo definisce la frequenza dei centri da parte degli utenti, le modalità di trasporto, l’ingresso degli ospiti e la permanenza di operatori e utenti nelle strutture, gli screening sierologici, la formazione del personale, la comunicazione e l’assistenza per il coinvolgimento delle famiglie
«Io credo - scrive Daniele Regolo, soffermandosi sul passaggio dal modello sociale a quello bio-psico-sociale della disabilità - che in questi anni stiamo entrando nell’“era adulta” della disabilità: stiamo cioè iniziando a lasciarci alle spalle alcune caratteristiche “adolescenziali” di tutto il movimento per dirigerci verso un futuro dove la voce di una persona svantaggiata sarà sempre più ascoltata perché completamente riconosciuta (e quindi accolta) dalla società»
È stata approvata la Delibera che disciplina il Piano territoriale della Regione Lazio per la riattivazione delle attività socio assistenziali all’interno o da parte dei centri diurni e delle strutture semiresidenziali. «Pur con la consapevolezza che si dovrà agire con gradualità e prudenza - commenta Daniele Stavolo, presidente della Federazione FISH Lazio - la ripresa delle attività rappresenta una decisione fondamentale verso un possibile ritorno alla quotidianità per molte persone con disabilità, abituate alla frequentazione fino a due mesi fa»
«Si favorisca, per quanto possibile, l’accesso delle persone diversamente abili, prevedendo luoghi appositi per la loro partecipazione alle celebrazioni»: lo si legge nel Protocollo fra Conferenza Episcopale Italiana e Governo italiano del 7 maggio sulla riapertura delle chiese per la celebrazione delle Messe. «Porre le Persone con disabilità in luoghi separati - scrive Salvatore Nocera - è una discriminazione ingiustificata, scientificamente non fondata e giuridicamente illegittima sotto il profilo costituzionale e internazionale. Quel Protocollo va dunque urgentemente modificato»
Essere mamma di un bambino o di un adulto con sindrome di Down, ai tempi del coronavirus: cosa significa? Quali cambiamenti, quali fatiche, quali speranze? Lo raccontano in due video Maria con Giupy, il suo bimbo di 8 anni, e Maria Teresa con Gianni, il figlio che di anni ne ha 45 e che dopo avere lavorato a lungo in un supermercato, da due anni è disoccupato. «Il più bel regalo per la Festa della Mamma del 10 maggio - dice Maria Teresa - sarebbe avere una società inclusiva a cui un domani lasciare mio figlio»
Saranno infatti proprio lo scultore cieco di fama internazionale e la nota ballerina, pittrice e scrittrice priva delle braccia, i protagonisti della diretta Facebook proposta per il pomeriggio di domani, 9 maggio, dall'Associazione NoisyVision, impegnata per l'inclusione delle persone con disabilità visiva. E le storie che racconteranno saranno anche accessibili a tutti, grazie alla sottotitolazione automatica e alla traduzione in LIS
Quelli del titolo sono due versi di una “poesia” molto particolare, elaborata in questo periodo pure particolare, a due giorni dalla Festa della Mamma. Più che una poesia, in realtà, è un collage di pensieri rivolti alle proprie mamme da ragazze e ragazzi che vivono varie condizioni di vita (tetraparesi, pluriminorazioni psicosensoriali, ritardo mentale, sindrome di Down, autismo, Asperger e e altre sindromi invalidanti). Il testo è dedicato alle Community “Sorelle di Cuore”, “Covid oltre noi”, “Noi la disabilità ai tempi del coronavirus” e a tutte le donne e mamme per il 10 maggio 2020
Presentiamo il documento prodotto dalla Federazione FAIP, le cui proposte «rispondono alla richiesta di “cittadinanza piena e integrale” delle persone con lesione al midollo spinale, delle loro famiglie e dei loro assistenti personali, offrendo suggerimenti e indicazioni per ripensare, in questa delicatissima fase del nostro Paese, a una società complessivamente più giusta, coesa e rispettosa delle tante diversità. Si parla infatti di migliaia di persone per le quali i livelli di protezione e di inclusione sociale non erano affatto adeguati nemmeno prima dell'odierna emergenza»
«L’immediato futuro che attende le persone cieche e ipovedenti - scrive Flavia Tozzi - è irto di ostacoli che appaiono spesso insormontabili e che rischiano di minarne l’autonomia e la dignità sociale. Infatti, le giuste restrizioni imposte dal Decreto che regolamenta la “fase 2” per la ripresa delle attività commerciali e lavorative ha inserito norme che rischiano di rendere quasi impossibile il ritorno ad un’esistenza quotidiana pressoché normale per chi ha problemi visivi»
Ha ruotato principalmente su questi due passaggi la giornata centrale del Festival dei Diritti Umani, in corso di svolgimento online fino a oggi, 7 maggio. Mentre infatti il noto cantante-attore delle Storie Tese ha confessato tutte le sue preoccupazioni per il futuro del figlio con autismo, un successivo incontro riguardante la violenza sulle donne ha fatto emergere come questa sia anch’essa una vera e propria “pandemia”, colpendo la maggior parte della popolazione mondiale femminile, non certo ultime le donne con disabilità, vittime anzi di una discriminazione multipla
«Una “fase 2” efficace e rispettosa dei diritti e della salute di tutti i soggetti, che si potrà ottenere solo attraverso una diversa strutturazione degli interventi, che possano offrire supporti flessibili e personalizzati»: a questo lavorerà il Gruppo di Lavoro che prenderà il via nei prossimi giorni in Lombardia, con la partecipazione congiunta di tutti gli attori coinvolti, compresa la Federazione LEDHA, per elaborare il Piano territoriale che dovrà far ripartire in tale Regione i servizi necessari a garantire risposte adeguate alle persone con disabilità e alle loro famiglie
«È necessaria una riflessione seria - scrive Paola Di Michele - sul futuro dell’inclusione scolastica, specie al netto di cosa ha provocato, nel profondo della scuola italiana, lo tsunami del Covid-19, che ne ha messo a nudo ogni più piccolo difetto, ivi inclusi i diritti dei bambini con disabilità e il ruolo assolutamente marginale, ai fini del coinvolgimento e della programmazione degli interventi, degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione. Che pure, nella vita scolastica “ordinaria”, “normale” hanno un ruolo importantissimo, senza che a questo corrisponda un reale riconoscimento»
«Meglio incontri con spettatori in numero ridotto - scrive Antonio Viganò, direttore artistico della Compagnia Teatro La Ribalta di Bolzano, costituita da uomini e donne con e senza disabilità -, che lasciare il vuoto della mancanza dei corpi, meglio la “qualità” di un incontro reale a salvaguardia del teatro, che non la “quantità” dei link , del “like” e dei “mi piace”. Per questo abbiamo deciso di inventarci uno spazio teatrale che, proteggendo noi e gli spettatori, ci permetta di continuare a fare il nostro mestiere di attori e danzatori»
«Già dal 2013 - scrive Katy Guidi - come Associazione De@Esi promuoviamo la ricerca di strategie e buone prassi per il superamento degli handicap cognitivi, consapevoli dell’importanza della famiglia per potenziare nei nostri figli la possibilità di vivere occasioni utili e dare forza a un pensiero che li possa portare a diventare adulti e cittadini del mondo. Dopo un primo disorientamento, dunque, ci siamo accorti che grazie al nostro consolidato protocollo, avevamo già molti strumenti per dare risposte adeguate alle nostre famiglie anche durante questa emergenza»
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