Aggregatore di feed

Torna “Open Estate” a Torino

Superando -

Anche questa estate lo spazio di diversità “Opendella Fondazione Time2 di Torino sarà un luogo dove imparare, giocare, divertirti e stare in compagnia, fino all’8 agosto, per giovani tra i 15 e i 29 anni con e senza disabilità. E per presentare il programma, tornerà per la seconda edizione la “Festa prima dell’estate, due giornate, il 5 e 6 giugno, tra teatro, podcast e fotografia, ma anche con ping-pong e calcetto Lo spazio “Open” della Fondazione Time2 di Torino

Anche questa estate lo spazio di diversità Open della Fondazione Time2 di Torino (Corso Stati Uniti, 62/b) sarà un luogo dove imparare, giocare, divertirti e stare in compagnia, fino all’8 agosto.
Divenuto infatti ormai un vero proprio punto di riferimento per i giovani torinesi tra i 15 e i 29 anni con e senza disabilità, Open Estate prevede attività sempre diverse, aperitivi e un’aula studio e tante possibilità di svago e incontro anche nei mesi più caldi dell’anno.

E per presentare il programma, tornerà per la seconda edizione la Festa prima dell’estate, due giornate, il 5 e 6 giugno, tra teatro, podcast e fotografia, ma anche con ping-pong e calcetto, «per festeggiare insieme – come viene sottolineato – la conclusione delle attività svolte durante l’anno e arrivare in forma per l’estate di Open. (S.B.)

A questo link un ampio approfondimento sull’iniziativa. Per ogni altra informazione: Ufficio Stampa Fondazione Time2 (Silvia Bellucci), silviabellucci@live.it.

L'articolo Torna “Open Estate” a Torino proviene da Superando.

Risposte alle domande più frequenti sulla verifica del PEI e sulle ore di sostegno e assistenza

Superando -

La Federazione Osservatorio 182 rende disponibili, a beneficio delle famiglie di alunni e alunne con disabilità, una serie di risposte alle domande più frequenti in merito alla verifica finale del PEI (Piano Educativo Individualizzato) e alle modalità con cui si formula la proposta delle ore di sostegno didattico e di assistenza specialistica

«Con questo lavoro intendiamo ribadire l’importanza del coinvolgimento pieno delle famiglie nei processi decisionali che riguardano l’inclusione scolastica, promuovendo una cultura della corresponsabilità e della tutela dei diritti»: lo dicono dalla Federazione Osservatorio 182, rendendo disponibili (a questo link), a beneficio delle famiglie di alunni e alunne con disabilità, una serie di risposte alle domande più frequenti in merito alla verifica finale del PEI (Piano Educativo Individualizzato) e alle modalità con cui si formula la proposta delle ore di sostegno didattico e di assistenza specialistica.
«Si tratta – sottolineano dalla Federazione – del frutto di un lavoro collettivo e aggiornato in base alla normativa vigente». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: osservatorio182.federazione@gmail.com.

L'articolo Risposte alle domande più frequenti sulla verifica del PEI e sulle ore di sostegno e assistenza proviene da Superando.

La doppia violenza contro le donne con disabilità: un corso di formazione a Grosseto

Superando -

Si intitolerà “La violenza di genere contro le donne con disabilità. Una doppia violenza” il corso di formazione promosso dall’Associazione Olympia de Gouges di Grosseto che prevede tre appuntamenti il 6, il 13 giugno e il 27 giugno, rivolti alle Operatrici d’Ascolto dei Centri Antiviolenza dell’Associazione stessa, ma anche a psicologhe, avvocate e altre persone attive nelle Associazioni partner del progetto “Contrasto alla violenza di genere verso le donne con disabilità”, finanziato dal Comune di Grosseto Un ritratto giovanile di Olympe de Gouges alla quale si deve la “Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina” del 1791 e dalla quale prende il nome l’Associazione Olympia de Gouges di Grosseto

La violenza di genere contro le donne con disabilità. Una doppia violenza: si intitola così il corso di formazione promosso dall’Associazione Olympia de Gouges di Grosseto che prevede tre appuntamenti nel corrente mese di giugno, iniziativa rivolta alle Operatrici d’Ascolto dei Centri Antiviolenza dell’Associazione stessa, ma anche a psicologhe, avvocate e altre persone attive nelle Associazioni partner del progetto Contrasto alla violenza di genere verso le donne con disabilità finanziato dal Comune di Grosseto.
«La violenza contro le donne con disabilità è un fenomeno poco raccontato e talvolta sommerso, fatto di discriminazioni multiple, di violenze subdole – si legge nella locandina predisposta dall’Associazione per promuovere l’iniziativa –. Scopo del corso è portare alla luce questa realtà, fornendo alle Operatrici dei Centri Antiviolenza Olympia de Gouges, e alle persone appartenenti alle Associazioni partner del progetto, gli strumenti per intervenire nei rispettivi ambiti di competenza».

I tre incontri, di tre ore ciascuno, si svolgeranno di venerdì, secondo il seguente calendario: il 6 giugno, chi scrive, Simona Lancioni, sociologa e documentalista, svilupperà il tema Libere dalla violenza – tutte e ciascuna. Inquadramento generale della violenza sulle donne con disabilità; il 13 giugno  la psicoterapeuta Paola Ulissi esporrà un intervento centrato sugli Aspetti psicologici e relazionali che caratterizzano la violenza sulle donne con disabilità per individuare gli strumenti di intervento; infine, il 27 giugno, l’avvocata Martine Menna si soffermerà sugli Aspetti legali, normativi e di tutela.
Gli incontri si svolgeranno presso la sede di Grosseto dell’Associazione Olympia de Gouges (Via Ansedonia, 6). Tale Associazione si è costituita nel 1998 e attualmente gestisce due Centri Antiviolenza (a Grosseto e a Orbetello), quattro Punti di Ascolto (a Follonica, Amiata, Capalbio e Manciano), una Casa Rifugio ad indirizzo segreto e una Casa di seconda accoglienza. Essa fa parte dell’Associazione Nazionale D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza) e di TOSCA, il Coordinamento Toscano dei Centri Antiviolenza.

Olympe de Gouges (1748-1793), la figura a cui si ispira l’Associazione grossetana, è stata una drammaturga e attivista francese che visse durante la Rivoluzione Francese. A lei si deve la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina (del 1791), che affermava l’uguaglianza politica e sociale tra uomini e donne. Per le sue idee venne condannata a morte sulla ghigliottina, condanna che venne eseguita a Parigi, il 3 novembre 1793. (Simona Lancioni)

Per ulteriori informazioni: segreteria@olympiadegouges.net.
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa), e viene qui ripreso, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

L'articolo La doppia violenza contro le donne con disabilità: un corso di formazione a Grosseto proviene da Superando.

Uno stage di sport motoristici per persone con disabilità all’Autodromo di Imola

Superando -

Quattordici persone che hanno completato il trattamento protesico-riabilitativo e il percorso di conseguimento di una patente speciale di guida partecipano allo stage di sport motoristici organizzato per oggi, 4 giugno e per domani, 5 giugno, dal Centro Protesi INAIL e dal CIP Emilia Romagna (Comitato Italiano Paralimpico), presso l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, con la collaborazione della FISAPS (Federazione Italiana Sportiva Automobilismo Patenti Speciali)

Quattordici persone che hanno completato il trattamento protesico-riabilitativo e il percorso di conseguimento di una patente speciale di guida: sono i partecipanti allo stage di sport motoristici organizzato per oggi, 4 giugno e per domani, 5 giugno, dal Centro Protesi INAIL e dal CIP Emilia Romagna (Comitato Italiano Paralimpico), presso l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, con la collaborazione della FISAPS (Federazione Italiana Sportiva Automobilismo Patenti Speciali).

«Il percorso di reinserimento nella vita di relazione dopo un grave infortunio – spiegano dal Centro Protesi INAIL – può essere agevolato da attività come la pratica di una disciplina sportiva o il conseguimento di una patente speciale. Sia lo sport sia la mobilità rappresentano infatti per le persone con disabilità momenti fondamentali di partecipazione sociale e di recupero dell’autonomia individuale. Presso il nostro Centro a Vigorso di Budrio (Bologna), sono attivi da alcuni anni un servizio che affronta globalmente l’aspetto della mobilità con veicoli e un servizio di informazione e orientamento allo sport riconducibile al Progetto Sport, ideato in collaborazione con il CIP Emilia Romagna, nell’àmbito del Piano quadriennale per la promozione dell’attività sportiva INAIL-CIP. Tra le iniziative previste dal Progetto Sport, dunque, gli stage tematici sono particolarmente efficaci poiché, articolandosi su più giornate, consentono un concreto avvicinamento ad una o più discipline in termini sia qualitativi, sia quantitativi. Ne è un chiaro esempio lo stage di sport invernali che da oltre dieci anni viene organizzato nel mese di dicembre. È proprio sulla base di questa esperienza che è stato organizzato anche lo stage di Imola dedicato agli sport motoristici, che si articola su una prima giornata – oggi, 4 giugno – riservata al corso di guida sportiva teorico-pratico, cui seguirà domani, 5 giugno, l’evento Sport motoristici e disabilità, dedicato ai kart, alle moto e ai veicoli adattati, il tutto con presentazioni tecniche, prove in pista e dimostrazioni di veicoli e moto adattate per persone con disabilità».

La giornata di domani, 5 giugno, sarà pertanto aperta dai saluti istituzionali di Angelo Andretta, direttore del Centro Protesi INAIL, di Melissa Milani, presidente del CIP Cip Emilia Romagna, di Elena Penazzi, assessora del Comune di Imola all’Autodromo e di Mario Tubertini, commissario straordinario-direttore generale dell’Istituto Riabilitativo Montecatone, struttura che sarà presente anche con alcuni propri degenti, per assistere all’iniziativa. (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Simona Amadesi (s.amadesi@inail.it).

L'articolo Uno stage di sport motoristici per persone con disabilità all’Autodromo di Imola proviene da Superando.

Oggi il disability manager è una necessità strutturale per dare attuazione concreta ai diritti delle persone con disabilità

Superando -

«Il nostro convegno di Roma ha dimostrato che il disability manager non è più una figura sperimentale, ma una necessità strutturale per dare attuazione concreta ai diritti delle persone con disabilità»: lo afferma Rodolfo Dalla Mora, presidente di SIDIMA (Società Italiana Disability Manager) e AIDIMA (Associazione Italiana Disability Manager), ricordando anche la proroga al 10 giugno dei termini di iscrizione ai nuovi percorsi formativi, promossi in collaborazione con Make4Work La consegna a Valentina Tomirotti (a destra) del “Premio Internazionale SIDIMA 2025”

«Questo convegno è stato molto più di un evento formativo: è stato un momento di confronto autentico e partecipato tra istituzioni, professionisti, enti e cittadini, uniti dalla volontà di valorizzare il ruolo strategico del disability manager nei diversi àmbiti della vita sociale. A una sola settimana di distanza dall’evento, infatti, abbiamo registrato un segnale forte di interesse verso la figura del disability manager, la nostra rete associativa e i percorsi formativi da noi promossi. Questo ci spinge a condividere alcune riflessioni, esprimere i nostri ringraziamenti e guardare alle prospettive che si sono delineate per il futuro»: lo dicono da SIDIMA (Società Italiana Disability Manager) e AIDIMA (Associazione Italiana Disability Manager), commentando con toni decisamente positivi il convegno Il Disability Manager: competenze, alleanze e strumenti per un futuro inclusivo, promosso il 22 maggio a Roma, presso la Regione Lazio, avvalendosi del patrocinio di quest’ultima e di RAI per la Sostenibilità (se ne legga anche la nostra presentazione).

Un commento che è anche l’occasione per rilanciare ulteriormente i prossimi percorsi formativi percorsi formativi progettati e promossi dalla SIDIMA, in collaborazione con il partner Make4Work, presentati durante il convegno da Giorgio Di Dato, fondatore di Make4Work e da Francesco Di Coste, presidente dell’AIHC (Associazione Italiana Health Coaching), le cui iscrizioni sono state prorogate fino al 10 giugno (a questo link il modulo per iscriversi). Si tratta, lo ricordiamo, di corsi che propongono una formazione qualificata per acquisire le competenze necessarie alla figura del disability manager, tenuti da docenti esperti.

A livello istituzionale, tra i messaggi più incisivi del convegno di Roma vi è stato quello della ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli, che ha espresso pieno sostegno alla figura del disability manager, definendola «centrale nell’attuazione dei diritti sanciti dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità». A rafforzare la medesima visione, chiedendo di integrare il disability manager nelle politiche sociali, sanitarie e territoriali, sono quindi intervenuti Massimiliano Maselli, assessore all’Inclusione Sociale e ai Servizi alla Persona della Regione Lazio; Maria Chiara Iannarelli, consigliera regionale del Lazio, vicepresidente della IX Commissione Regionale (Lavoro, Formazione, Politiche Giovanili, Pari Opportunità, Istruzione, Diritto allo Studio; Mario Conte, sindaco di Treviso e presidente dell’ANCI Veneto (Associazione Nazopnale Comuni Italiani); Massimo Pulin, presidente nazionale di Confimi Industria Sanità; Giancarlo Ruscitti, direttore direttore dei Servizi Sociosanitari – Azienda Regionale Coordinamento Sanitario della Regione Friuli Venezia Giulia.

Particolarmente significativa, quindi, è stata la consegna del Premio Internazionale SIDIMA 2025, assegnato a tre giornalisti distintisi «per un racconto autentico e rispettoso della disabilità», vale a dire Alberto Puoti, premiato «per il rigore giornalistico e la sensibilità con cui affronta le fragilità umane», Andrea Parrella, «per avere dato voce, con empatia, alle persone con disabilità» e Valentina Tomirotti, «per avere rotto stereotipi con forza ironica e linguaggio diretto, attraverso il blog e i social».

Al cuore del convegno vi sono state poi le testimonianze operative dirette delle e dei disability manager della rete di AIDIMA, che hanno condiviso esperienze concrete nei diversi àmbiti dell’inclusione. Silvia Assennato e Maurizio Ottaviani hanno inquadrato gli aspetti normativi della figura. Stefano Sacchetti ha illustrato il ruolo del disability manager nei percorsi di inclusione lavorativa. Francesca Di Meo e Luca Des Dorides hanno condiviso linee guida per ambienti accessibili a persone sia sorde che udenti. Francesca Mazzi ha presentato un progetto dedicato a giovani con neurodivergenza. Valentina Papa ha offerto una testimonianza personale come leva di cambiamento culturale. Marco Bozzetti ha riflettuto su tecnologia, intelligenza artificiale e nuove barriere. Fabio Lotti ha affrontato la sfida della Digital Inclusion, in relazione alla Direttiva Europea sull’Accessibilità (European Accessibility Act), che entrerà in vigore proprio alla fine di questo mese di giugno. Marzia Macchiarella ha presentato il modello dell’Access Coordinator nei media italiani. Federica Cattani ha raccontato il progetto Cinema per tutti; Valentina Giansanti, infine, si è soffermata sull’approccio di prossimità e di orientamento nel territorio.

«Il nostro convegno del 22 maggio – afferma Rodolfo Dalla Mora, presidente di SIDIMA e AIDIMA – ha dimostrato che il disability manager non è più una figura sperimentale, ma una necessità strutturale per dare attuazione concreta ai diritti delle persone con disabilità. La qualità degli interventi e l’ampia partecipazione hanno confermato infatti la possibilità di passare da una cultura dell’accessibilità a una cultura della responsabilità inclusiva. Sono stati in particolare tre i messaggi chiave, ossia l’urgenza di integrare stabilmente il disability manager nei contesti pubblici e privati, la necessità di rafforzare alleanze tra territori, istituzioni e società civile e l’importanza di investire in formazione qualificata e reti professionali competenti».

In conclusione Dalla Mora intende esprimere un sentito ringraziamento a tutte e tutti i partecipanti, sottolineando anche come «il convegno di Roma abbia dato voce a una comunità professionale viva, competente e determinata. Rivolgo in particolare un ringraziamento speciale a Nicola Marzano, vicepresidente della SIDIMA, a Palma Marino Aimone, vicepresidente dell’AIDIMA, ad Amerigo Mizzon, disability manager della rete AIDIMA, a Fabio Amanti, presidente della Consulta Malattie Neuromuscolari ETS e a Bianca Montico, esperta nel campo dell’inclusione». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: segreteria.aidima@gmail.com.

L'articolo Oggi il disability manager è una necessità strutturale per dare attuazione concreta ai diritti delle persone con disabilità proviene da Superando.

Non dimentichiamo mai di essere un popolo accogliente

Superando -

«Il dibattito sui quattro referendum riguardanti il lavoro – scrive Salvatore Nocera – rischia di oscurare il quinto referendum sulla cittadinanza che non è meno importante degli altri. In questa epoca di odio e di guerre fratricide, infatti, una risposta positiva con un “Sì” a tale referendum sarebbe solo una piccola cosa, ma significativa, che un popolo accogliente, come è sempre stato il nostro, dovrebbe dare»

Il dibattito sui quattro referendum riguardanti il lavoro rischia di oscurare il quinto referendum sulla cittadinanza che non è meno importante degli altri. Dico questo perché mi occupo da molto tempo di inclusione scolastica e sempre più frequentemente i colleghi docenti mi riferiscono di avere in classe alunni/alunne stranieri con e senza disabilità che parlano benissimo l’italiano e hanno acquisito una buona educazione civica, ma non hanno la cittadinanza italiana a causa di una legge che prevede un percorso farraginoso e molto lungo per pervenire all’acquisizione di essa.
Il referendum si limita solo a ridurre a 5 anni il periodo temporale pari all’attuale previsione normativa di 10 anni, non per ottenere la cittadinanza, si badi bene, ma solo per inoltrare l’istanza si avvio del procedimento che prevede l’accertamento di numerose difficili condizioni prima di potersi concludere con il riconoscimento dell’agognata cittadinanza stessa. Già, perché attualmente i dieci anni non decorrono dall’arrivo in Italia, ma dal conseguimento di un permesso di soggiorno regolare, per ottenere il quale occorre verificare l’acquisizione di altri requisiti; occorre inoltre dimostrare di avere un reddito minimo sufficiente per non gravare sulle finanze di assistenza dello Stato e degli Enti Locali. Ebbene, il Referendum dell’8 e 9 giugno non tocca minimamente tutti questi complessi percorsi accertativi; ripeto, si limita a ridurre a 5 gli anni dal regolare soggiorno, per poter presentare l’istanza di ottenimento della cittadinanza.

Personalmente sono favorevole a questo referendum per i motivi fin qui esposti; anzi, da sempre, in quanto ex docente, sono convinto che la condizione più corretta sarebbe quella del cosiddetto Jus Scholae, cioè avere frequentato almeno cinque anni della scuola italiana, compresa l’educazione civica, condizione che veramente è il presupposto per l’ingresso di una persona straniera nella  nostra comunità nazionale, con i requisiti accertati per il rispetto della Costituzione e dei doveri, oltre che dei diritti, da essa derivanti per ogni cittadino e cittadina.
Meritoriamente il Ministro dell’Istruzione e del Merito ha introdotto nel Decreto Legge 71/24 (convertito con modificazioni nella Legge 106/24) un articolo che prevede lo svolgimento di corsi di lingua italiana per gli studenti stranieri. L’acquisizione della nostra lingua, infatti, è un’altra condizione assai importante per una piena cittadinanza e ben lo sa la Caritas Italiana che già da tempo organizza corsi del genere.
Per gli stranieri adulti, è possibile la frequenza dei Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti, solitamente frequentati da persone adulte lavoratrici che possono seguirli solitamente di sera; non sarebbe – come non è – difficile la frequenza di tali corsi da parte di adulti stranieri, anche con lo svolgimento dei corsi di lingua italiana.

Invero, tempo addietro, anche il partito Forza Italia aveva avanzato questa proposta; ma poi non se n’è più parlato. E tuttavia la prospettiva dell’introduzione in Italia dello Jus Scholae appare per il momento politicamente assai improponibile; pertanto, per alleviare i problemi esistenziali delle persone migranti che ottengono il permesso di regolare soggiorno, il referendum è un piccolo, ma significativo sollievo.
Proprio per questo ritengo che l’invito a non votare sia una scelta ovviamente strategica per non fare raggiungere il quorum e quindi non fare approvare la richiesta referendaria dei 5 anni. Ma il risultato positivo di questo referendum, come detto, sarebbe una così piccola cosa, che appare incredibile possa essere rifiutata da un popolo in continuo, pericoloso calo demografico, che sta già procurando (e si prevede che ne produrrà ancora di più nei prossimi anni) vuoti in tutti i posti di lavoro, a partire da quelli della scuola.
Il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, nella sua relazione del 30 maggio scorso, stimava che nel 2050 il numero di lavoratori mancanti, a causa del calo delle nascite, sarà di 5 milioni.
Personalmente ho molto apprezzato l’enciclica di Papa Francesco Fratelli Tutti, per la sua apertura alla fratellanza universale e all’accoglienza da contrapporre alla violenza fisica e verbale che sta dominando il mondo.
Negli ultimi anni di interventi per evitare le migrazioni in Italia con le cosiddette “carrette della morte” ve ne sono stati. La Comunità di Sant’Egidio, ad esempio, ha realizzato alcuni “corridoi umanitari”, insieme alla Chiesa Valdese, che programmano l’ingresso regolare e un’accoglienza “civile” di persone migranti nel nostro Paese. E anche Superando, pochi giorni fa, ha pubblicato la notizia dell’accoglienza organizzata da parte delle Misericordie dell’Area Fiorentina per 19 profughi da Gaza; ora si sta realizzando l’accoglienza dell’unico dei dieci figli di una pediatra di Gaza, ferito a seguito della morte del padre e degli altri nove fratellini, a causa di un bombardamento del Governo israeliano, ulteriore risposta “eccessiva e crudele” all’inumano massacro operato da Hamas il 7 ottobre 2023. E che anche il massacro da parte del Governo israeliano sia inaccettabile lo hanno detto il nostro Ministro degli Esteri Tajani, il Forum del Terzo Settore, come riferito anche su queste pagine, e, non certo ultimo, il presidente della Repubblica Mattarella, che il 1° giugno ha espresso parole giustamente durissime sulla violazione dei diritti umani a Gaza.
A Roma, i Gesuiti di Via degli Astalli da tempo svolgono una meritoria attività di accoglienza di “rifugiati”, non solo politici, in base al diritto internazionale, ma anche di rifugiati per motivi economici, in base alla legge universale della fratellanza umana.

Per concludere, in questa epoca di odio e di guerre fratricide, una risposta positiva con un “Sì” al referendum sulla cittadinanza mi sembra il minimo che un popolo accogliente, come è sempre stato il nostro, dovrebbe dare, anche perché dovrebbe essere memore di avere avuto in passato centinaia di migliaia dei propri membri costretti ad emigrare. Ed a questa memoria rinvia anche la Bibbia nel testo del Levitico (capo 19, versetto 34).

*Già presidente nazionale del MAC (Movimento Apostolico Ciechi).

L'articolo Non dimentichiamo mai di essere un popolo accogliente proviene da Superando.

Comunicare la disabilità con rispetto e consapevolezza

Superando -

Rivolto in particolare a giornalisti, ma anche ad operatori sociali, educatori, studenti, comunicatori e a tutti coloro che vogliano contribuire a una narrazione della disabilità più rispettosa, accurata e umana, si terrà il 5 giugno ad Ancona l’incontro formativo a partecipazione gratuita, denominato “Le parole contano. Comunicare la disabilità con rispetto e consapevolezza”, promosso dal Centro Papa Giovanni XXIII, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti delle Marche

Spunti di riflessione, esempi concreti, buone pratiche e strumenti operativi per chi si occupa di comunicazione, a qualunque livello, fornendo un’occasione per comprendere quanto le parole che si scelgono possano influenzare il modo in cui la società percepisce la disabilità, e per contribuire a un cambiamento culturale attraverso il linguaggio: sarà questo l’incontro formativo a partecipazione gratuita, denominato Le parole contano. Comunicare la disabilità con rispetto e consapevolezza, promosso presso la propria sede dal Centro Papa Giovanni XXIII di Ancona, per la mattinata del 5 giugno (Via Madre Teresa di Calcutta, 1, Ancona, ore 10-12.30), in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti delle Marche.

Rivolto in particolare a giornalisti, ma anche ad operatori sociali, educatori, studenti, comunicatori e a tutti coloro che vogliano contribuire a una narrazione della disabilità più rispettosa, accurata e umana, l’incontro potrà contare, quali relatori, sulla presenza di Claudio Arrigoni, giornalista della «Gazzetta dello Sport» e del «Corriere della Sera», da anni impegnato nel raccontare lo sport paralimpico e i diritti delle persone con disabilità. firma anche di Superando e di Sara De Carli, giornalista di «VITA non profit magazine», specializzata in temi sociali, disabilità, welfare e Terzo Settore. (S.B.)

La partecipazione all’incontro, come detto, è gratuita, ma è richiesta l’iscrizione. Per informazioni e iscrizioni: Marco Trillini (m.trillini@centropapagiovanni.it).

L'articolo Comunicare la disabilità con rispetto e consapevolezza proviene da Superando.

Giovani, pace, cittadinanza: il Terzo Settore e il piano triennale del Servizio Civile

Superando -

Il ruolo del Servizio Civile nella costruzione della pace; la partecipazione giovanile e l’impegno civico; la valorizzazione delle competenze acquisite: saranno questi i tre focus tematici dell’incontro denominato “Giovani, pace, cittadinanza. Il contributo del Terzo Settore al piano triennale del Servizio Civile”, promosso per il 5 giugno a Roma dal Forum Nazionale del Terzo Settore e dalla CNESC (Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile) Un giovane in Servizio Civile insieme a una giovane con disabilità

È in programma per la mattinata del 5 giugno a Roma (presso l’Auditorium di “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”), l’evento denominato Giovani, pace, cittadinanza. Il contributo del Terzo Settore al piano triennale del Servizio Civile, promosso dal Forum Nazionale del Terzo Settore e dalla CNESC (Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile), incontro che sarà aperto da Enrico Maria Borrelli, presidente della CNESC e da Laura Massoli, direttrice dell’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile, mentre è attesa anche la conferma della partecipazione della viceministra al Lavoro e alle Politiche Sociali  Maria Teresa Bellucci.

A partire dalla presentazione del XXIII Rapporto Annuale CNESC sui progetti conclusi nel 2024 e dalla ricerca del Forum del Terzo Settore sulla partecipazione delle organizzazioni socie al Servizio Civile, l’incontro si articolerà su tre focus tematici: il ruolo del Servizio Civile nella costruzione della pace; la partecipazione giovanile e l’impegno civico; la valorizzazione delle competenze acquisite.
«Sono tutti temi strategici tanto per il Forum del Terzo Settore quanto per la CNESC – dichiarano a una voce Vanessa Pallucchi, portavoce del primo e Laura Milani, presidente della seconda – che rappresentano le sfide più urgenti del nostro tempo, segnato da conflitti su vari livelli, da crisi della partecipazione e da condizioni di incertezza e precarietà che colpiscono in particolare le giovani generazioni. Ma a tal proposito, quali risposte può offrire il Servizio Civile? E quale contributo specifico potrà fornire, in prospettiva, il Terzo Settore al nuovo piano triennale? Sarà questo il filo conduttore dell’incontro del 5 giugno». (S.B.)

A questo link è disponibile il programma completo dell’incontro (per motivi organizzativi è richiesta l’iscrizione tramite questo link, ma è anche prevista la diretta streaming sul canale YouTube del Forum del Terzo Settore. Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa CNESC (Paola Scarsi), paolascarsi@gmail.com; Ufficio Stampa Forum del Terzo Settore (Giovanna Carnevale), stampa@forumterzosettore.it.
A questo link vi è l’elenco completo di tutti i soci e degli aderenti al Forum Nazionale del Terzo Settore, tra cui anche la FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie).

L'articolo Giovani, pace, cittadinanza: il Terzo Settore e il piano triennale del Servizio Civile proviene da Superando.

Mobilità personale ATA a.s. 2025/2026

Ultime da A. T. P. Cosenza -

Ministero dell’Istruzione Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria – Direzione Generale Ufficio V – Ambito Territoriale di Cosenza Via Romualdo Montagna, 13 – 87100 Cosenza e-mail: usp.cs@istruzione.it – Posta ...

Le difficoltà di chi deve muoversi a Roma in carrozzina

Superando -

«Le persone con disabilità che a Roma debbono necessariamente spostarsi su una sedia a rotelle – scrive Vincenzo Gallo – sono spesso costrette a restare a casa per l’estrema carenza di mezzi pubblici e taxi accessibili. Credo dunque sia necessario trovare con urgenza una soluzione per studenti e lavoratori con disabilità, persone anziane non deambulanti, pazienti che devono raggiungere strutture sanitarie o svolgere semplici commissioni quotidiane»

Le persone con disabilità che a Roma debbono necessariamente spostarsi su una sedia a rotelle sono spesso costrette a restare a casa per l’estrema carenza di mezzi pubblici e taxi accessibili. Credo dunque sia necessario trovare con urgenza una soluzione per studenti e lavoratori con disabilità, persone anziane non deambulanti, pazienti che devono raggiungere strutture sanitarie o svolgere semplici commissioni quotidiane ecc.
Tutti e tutte, infatti, hanno il diritto di partecipare alla vita sociale, ma molti restano di fatto confinati in casa, spesso senza alternative. E questo disagio riguarda non solo i residenti, ma anche i visitatori e i turisti con disabilità, per i quali Roma appare una città scarsamente accessibile.

Nonostante l’annuncio dell’assegnazione di 1.000 nuove licenze taxi da parte del Comune, di cui 200 riservate a veicoli accessibili, pochissimi mezzi attrezzati sono attualmente in circolazione. Se non sbaglio, infatti, i tempi previsti dal bando portano all’attivazione delle nuove licenze entro ottobre 2025. Chi però ha bisogno di muoversi oggi non può attendere mesi, per cui è necessaria una risposta immediata.
Mi auguro pertanto che l’Amministrazione Comunale possa attivare misure transitorie urgenti; monitorare costantemente l’effettivo avanzamento del percorso previsto per i nuovi mezzi; riassegnare senza ritardi eventuali licenze rifiutate; garantire informazione pubblica e trasparente ai cittadini e alle associazioni.
Spero in sostanza che Roma possa diventare in tempi brevi una città più inclusiva e accessibile a tutti.

L'articolo Le difficoltà di chi deve muoversi a Roma in carrozzina proviene da Superando.

Per accendere i riflettori sulla spasticità post-ictus

Superando -

Accendere i riflettori sulla spasticità post-ictus, complicanza neurologica che ostacola i movimenti, limita l’autonomia e impatta pesantemente sulla qualità della vita»: è l’obiettivo della tavola rotonda digitale Corpi che parlano. Affrontare la spasticità, restituire autonomia”, incontro a partecipazione libera, promosso da Radio 24, in collaborazione con Ipsen, per il pomeriggio del 4 giugno

Accendere i riflettori sulla spasticità post-ictus, complicanza neurologica che ostacola i movimenti, limita l’autonomia e impatta pesantemente sulla qualità della vita: è l’obiettivo della tavola rotonda digitale Corpi che parlano. Affrontare la spasticità, restituire autonomia, incontro a partecipazione libera (previa registrazione online sul sito di Radio 24 nella sezione Eventi), promosso da Radio 24 per il pomeriggio del 4 giugno (ore 15-17), moderata da Nicoletta Carbone, conduttrice dei programmi di salute e benessere della stessa Radio 24.

«Affrontare e intervenire prontamente con le giuste terapie – viene sottolineato dai promotori dell’evento, ideato in collaborazione con Ipsen – può fare la differenza tra una vita limitata e una vissuta con piena dignità. Ogni anno in Italia circa 120.000 persone vengono colpite da ictus, ma per molti, la fase acuta è solo l’inizio: oltre 45.000 pazienti sviluppano infatti forme di spasticità. Eppure, nonostante l’incidenza elevata e le ripercussioni quotidiane, la spasticità post-ictus è ancora poco conosciuta, poco diagnosticata e spesso sottovalutata. Molti pazienti e familiari non sanno cosa sia, non ricevono informazioni chiare e non arrivano in tempo a una presa in carico adeguata. La buona notizia è che oggi esistono terapie efficaci – farmacologiche e riabilitative – in grado di ridurre i sintomi, migliorare la mobilità e restituire dignità ai piccoli gesti quotidiani».
«Tutto però parte da una parola chiave – si aggiunge -, ossia informazione: informare e sensibilizzare vuol dire dare strumenti a chi convive con la spasticità e a chi la affronta ogni giorno come medico, fisioterapista, caregiver. Vuol dire intervenire presto, personalizzare i trattamenti, costruire percorsi di cura integrati e continuativi».

Nel corso della diretta streaming del 4 giugno, dunque, moderata come detto da Nicoletta Carbone e fruibile sul sito di Radio 24, oltreché sul canale digitale DAB+1, interverranno Maria Concetta Altavista che dirige l’Unità Operativa Complessa di Neurologia nell’ASL Roma 1 (Presidio Ospedaliero San Filippo Neri); Patrizia Olivari, presidente e amministratrice delegata di Ipsen; Andrea Santamato, direttore della Struttura Complessa di Neuroriabilitazione, Unità Spinale, Recupero e Rieducazione funzionale del Policlinico di Foggia; Paolo Sciattella, professore di Economia Sanitaria all’Università di Roma Tor Vergata; Andrea Vianello, presidente della Federazione A.L.I.Ce. Italia ODV (Associazione per la lotta all’ictus cerebrale). (S.B.)

L'articolo Per accendere i riflettori sulla spasticità post-ictus proviene da Superando.

Pagine

Abbonamento a Centri Territoriali di Supporto B.E.S. - Calabria aggregatore