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Il Pellegrinaggio dei Cuori Forti

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«Aspettiamo tutti e tutte a San Giovanni Rotondo, per testimoniare concretamente che fede e inclusione camminano insieme»: lo dicono dall’Associazione Gli Amici di San Pio di San Giovanni Rotondo (Foggia), presentando “Il Pellegrinaggio dei Cuori Forti”, evento promosso dal 9 all’11 giugno, in collaborazione con la Federazione FISH, dedicato alle persone con disabilità e ai loro familiari, tra momenti di riflessione, celebrazioni liturgiche e visite guidate, con la partecipazione di rappresentanti del mondo istituzionale e associativo

In occasione del presente Anno Giubilare della Speranza, l’Associazione di Promozione Sociale Gli Amici di San Pio di San Giovanni Rotondo (Foggia), in collaborazione con la FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie), renderà omaggio dal 9 all’11 giugno al Santo Padre Pio attraverso Il Pellegrinaggio dei Cuori Forti, evento dedicato alle persone con disabilità e ai loro familiari.
«Aspettiamo tutti e tutte a San Giovanni Rotondo – dicono dall’Associazione promotrice -, per vivere insieme giornate di spiritualità, accoglienza e condivisione nei luoghi cari a Padre Pio da Pietrelcina. L’obiettivo è testimoniare concretamente che fede e inclusione camminano insieme ed è quanto cercheremo di fare tramite momenti di riflessione, celebrazioni liturgiche e visite guidate, con la partecipazione di rappresentanti del mondo istituzionale e associativo».

Rimandando Lettori e Lettrici al programma completo delle tre giornate di San Giovanni Rotondo (disponibile a questo link), segnaliamo qui coloro che interverranno all’incontro in programma nella mattinata del 10 giugno, che sarà aperto da Graziano Serafino Leuzzi, presidente dell’Associazione Gli Amici di San Pio e da Michele Giuliani, direttore amministrativo della Casa Sollievo della Sofferenza, opera voluta da San Pio. Parteciperanno quindi Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH, che si soffermerà sul tema La disabilità come risorsa per la comunità; Pietro Gerardi Violi, componente scientifico del processo di canonizzazione di San Pio (La disabilità in Padre Pio da Pietrelcina); fra Rinaldo Totaro, superiore del Convento dei Cappuccini di San Giovanni Rotondo (Esperienze di fede e resilienza).

Da ricordare infine che le persone partecipanti saranno accompagnate e assistite durante tutti gli eventi dalle persone dei Papillon Verdi del Centro Sociale Polivalente Emma Francavilla. (S.B.)

Per ogni informazione e approfondimento: Enrico Salvatori (referente Confcommercio di San Giovanni Rotondo), e.salvatori@confcommerciofoggia.it; info@gliamicidisanpio.org.

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Chiara Bruzzese, talento paralimpico tra medaglie e palcoscenico

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Sarà Chiara Bruzzese la protagonista della danza paralimpica all’evento “Lo sport di tutti 2025”, in programma dal 6 all’8 giugno a San Donato di Lecce. La campionessa di “danza in carrozzina” – che dal 2023 è entrata anche a far parte del cast dello spettacolo “RUMORE – Dance Tribute a Raffaella Carrà” – rappresenterà in Puglia la scuola Semplicemente Danza di Savona Chiara Bruzzese

Chiara Bruzzese, 32 anni, originaria di Quiliano (Savona), sarà la protagonista della danza paralimpica all’evento Lo Sport di tutti 2025, in programma da domani, 6 giugno, fino a domenica 8, presso il Parco dello Sport, della Musica e della Cultura di San Donato di Lecce. La campionessa di wheelchair dance (“danza in carrozzina”) rappresenterà in Puglia la scuola Semplicemente Danza di Savona.

La danza della determinazione
Diplomata al Liceo della Rovere di Savona in Scienze Sociali, Chiara ha sempre avuto grande determinazione e caparbietà, qualità con cui ha superato numerosi ostacoli. Sin da piccola si è avvicinata allo sport, praticando nuoto ed equitazione. Tra il 2014 e il 2015 è iniziata la sua avventura nella danza paralimpica, trovando in questa disciplina la sua vera forma di espressione.
In questi dieci anni dedicati alla danza in carrozzina, ha costruito un percorso ricco di soddisfazioni, sia in Italia che all’estero. Tra i momenti più significativi, spiccano la vittoria al Polish Open di Varsavia, il trionfo nella Cup of Nations a Bratislava nel 2018 e la medaglia d’oro COMBI all’Inclusive Dance Festival di Mosca nel 2019.
Negli anni più recenti, ha dimostrato ancora una volta il suo valore con il primo posto all’Italian Star Ballet della Spezia nel 2022 e due secondi posti ai Campionati Assoluti Italiani, nel 2021 e nel 2024.

Chiara Bruzzese con Carlo Froi, in scena ai Parchi di Nervi (Genova) nel 2023, con “RUMORE – Dance Tribute a Raffaella Carrà”

Tra danza e palcoscenico
Dal 2023, al percorso sportivo si affianca anche un’importante esperienza artistica. Chiara è entrata infatti a far parte del cast di RUMORE – Dance Tribute a Raffaella Carrà, uno spettacolo ideato e prodotto da Antonella Riboldi Brunamonti, presidente dell’Associazione Culturale Si Può Fare, con la direzione artistica affidata al maestro Sergio Japino, che rende omaggio a una delle icone più amate della cultura pop italiana.
Chiara ha già calcato con emozione il palco dei Parchi di Nervi a Genova, quello del Teatro Sociale di Camogli e anche, nell’aprile scorso, quello del Teatro Ariston di Sanremo l’11 aprile 2025. Ogni esibizione, per lei, è più di una semplice performance, è una narrazione in movimento, un modo autentico di comunicare se stessa e trasmettere il significato più profondo dell’inclusione.

Lo sport di tutti: la festa dell’inclusione
Nel cuore verde di San Donato di Lecce, dunque, il Parco dello Sport, della Musica e della Cultura si prepara ad accogliere una nuova edizione dello Sport di tutti, evento che è molto più di una manifestazione sportiva: è un incontro di storie, talenti e possibilità. Dal 6 all’8 giugno, come detto, atleti e atlete di diverse discipline si alterneranno per celebrare l’inclusione nello sport. In questo contesto autentico e vibrante, la campionessa porterà la sua arte e la sua energia, con una performance che promette di toccare il cuore del pubblico e restituire il senso più vero dell’inclusione: non come parola astratta, ma come esperienza vissuta.
Animata da una volontà incrollabile, Chiara rinnova con costanza il proprio impegno quotidiano nell’allenamento, guidata dal desiderio di superare se stessa e di crescere continuamente nel suo percorso di danzatrice.

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“Pensiero Imprudente”: giocare di squadra

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«A proposito di gioco di squadra – scrive Claudio Imprudente nella sua rubrica “Pensiero Imprudente” – si tratta di un concetto importante non solo nello sport, ma anche per chi lavora nel campo dell’educazione, dove lo scopo è quello di far passare certi concetti, cioè vincere sul pregiudizio. Un educatore ha la missione di condurre sulla strada dell’autonomia la persona che gli è affidata e questo dovrebbe creare uno spirito di squadra, il che non è sempre scontato»

Sapete cosa mi ha intrigato in questo periodo? Specialmente in questo periodo nel quale il campionato di calcio è finito e i giocatori sono in vacanza, mi sono chiesto “ma cosa ci vuole per fare squadra?”.
Sono andato su Google e mi sono imbattuto in un video di Julio Velasco. Vi chiederete: ma chi è? Velasco è un allenatore di pallavolo e dirigente sportivo argentino naturalizzato italiano, commissario tecnico della Nazionale Femminile Italiana.
Detto questo, ho approfondito il suo “pensiero filosofico” e sono rimasto molto affascinato dalle sue considerazioni, anche perché l’ho subito collegato al mondo dell’educazione e dell’inclusione dove è necessario fare squadra. Bene, da dove iniziamo? Quali sono gli elementi che caratterizzano una squadra?

Il primo punto è la differenza tra “gruppo” e “squadra”, perché nell’immaginario comune queste due parole esprimono la stessa idea. Invece sono due cose diverse, perché nel gruppo ci sono dei legami personali molto forti, ma questi non sono sempre sufficienti a far vincere una squadra, perché è proprio questo lo scopo di una squadra sportiva: vincere!
Anche per chi lavora nel campo dell’educazione lo scopo è far passare certi concetti, cioè vincere sul pregiudizio. Un educatore ha la missione di condurre sulla strada dell’autonomia la persona che gli è affidata e questo dovrebbe creare uno spirito di squadra, il che non è sempre scontato.

Claudio Imprudente, che cura per Superando la rubrica “Pensiero Imprudente”

In genere si pensa che sia il cosiddetto “spirito di squadra” che rende vincenti, invece questa è una conclusione, qualcosa che si crea più facilmente quando si vince. Velasco afferma che «se il gruppo è unito, ma gioca male non vince. […] Bisogna giocare meglio dell’altra squadra: lo spirito di squadra si crea vincendo, cioè funzionando».
I presupposti per creare lo spirito di squadra sono dunque: un obiettivo, una strategia di gioco e ruoli differenti.

L’ultimo punto è che i giocatori hanno abilità diverse che si integrano, si può essere più bravi/e di altri/e in un ruolo specifico, ma è basilare riconoscere e accettare sia il proprio ruolo che il ruolo altrui.
La responsabilità di ogni azione è condivisa, per cui se un giocatore sbaglia e non segna, la responsabilità non è del singolo, non è “colpa sua”: l’importante è focalizzarsi sulla soluzione complessiva del problema non sulla responsabilità individuale.
Velasco ci fa riflettere su due questioni che sono il fondamento dell’educazione: la necessità di mettere insieme i punti forti di tutti i giocatori, considerandone i punti di debolezza e il concetto di aiuto. I giocatori infatti si aiutano, si supportano perché altrimenti tutto il gioco non funziona, questo non è quindi un surplus, ma è parte integrante del gioco di squadra.
E questo è il punto focale, l’espressione «per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio» è un proverbio africano che sottolinea come la crescita e l’educazione di un bambino siano un impegno collettivo, non solo responsabilità dei genitori: è un gioco di squadra.

E voi sapete giocare di squadra?
Scrivete a claudio@accaparlante.it oppure sulle mie pagine Facebook e Instagram.

*Il presente contributo è già apparso nel sito del CDH-Cooperativa Accaparlante di Bologna, con il titolo “Giocare di squadra, ma cosa ci vuole per fare squadra?” e viene qui proposto, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

Pensiero Imprudente
Dalla fine del 2022 Claudio Imprudente è divenuto una “firma” costante del nostro giornale, con questa suo spazio fisso che abbiamo concordato assieme di chiamare Pensiero Imprudente, grazie alla quale sta impreziosendo le nostre pagine, condividendo con Lettori e Lettrici il proprio sguardo sull’attualità.
Persona già assai nota a chi si occupa di disabilità e di tutto quanto ruota attorno a tale tema, Claudio Imprudente è giornalista, scrittore ed educatore, presidente onorario del CDH di Bologna (Centro Documentazione Handicap) e tra i fondatori della Comunità di Famiglie per l’Accoglienza Maranà-tha. All’interno del CDH ha ideato, insieme a un’équipe di educatori e formatori specializzati, il Progetto Calamaio, che da tantissimi anni propone percorsi formativi sulla diversità e l’handicap al mondo della scuola e del lavoro. Attraverso di esso ha realizzato, dal 1986 a oggi, più di diecimila incontri con gli studenti e le studentesse delle scuole italiane. In qualità di formatore, poi, è stato invitato a numerosi convegni e ha partecipato a trasmissioni televisive e radiofoniche.
Già direttore di una testata “storica” come «Hp-Accaparlante», ha pubblicato libri per adulti e ragazzi, dalle fiabe ai saggi, tra cui Una vita imprudente. Percorsi di un diversabile in un contesto di fiduciaDa geranio a educatore. Frammenti di un percorso possibile, entrambi editi da Erickson e il recente Scritti imprudenti. Idee e riflessioni intorno alla disabilità (La Meridiana).
Ha collaborato e collabora con varie riviste e testate, come il «Messaggero di Sant’Antonio», per cui cura da anni la rubrica “DiversaMente”. Il 18 Maggio 2011 è stato insignito della laurea ad honorem dall’Università di Bologna, in Formazione e Cooperazione.

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In Italia, nel 2026, il congresso della Federazione Europea delle Associazioni di Persone con Lesione al Midollo Spinale

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A Zagabria, durante il Congresso Annuale dell’ESCIF, la Federazione Europea delle Associazioni di Persone con Lesione al Midollo Spinale, è stato annunciato che ad ospitare il congresso del 2026 sarà l’Italia. Accadrà nell’ultima settimana di maggio al Camping Village Florenz di Comacchio (Ferrara) e il tema centrale sarà “Invecchiare con una lesione midollare” Foto di gruppo per numerosi partecipanti al Congresso di Zagabria della Federazione Europea ESCIF

Si è tenuto quest’anno a Zagabria, capitale della Croazia, il Congresso Annuale dell’ESCIF, la Federazione Europea delle Associazioni di Persone con Lesione al Midollo Spinale, evento di grande rilevanza che ha riunito delegati da oltre venti Paesi del Vecchio Continente. Impeccabile l’organizzazione, curata dall’Associazione croata HUPT, ciò che ha permesso un confronto ricco e costruttivo su esperienze, progetti e buone pratiche nel campo delle lesioni midollari.
Per il nostro Paese, su espressa delega di Vincenzo Falabella, presidente della FAIP (Federazione delle Associazioni Italiane di Persone con Lesione al Midollo Spinale), ha partecipato Slobodan Miletić, rappresentante dell’AUS Montecatone (Associazione Unità Spinale Montecatone) e membro della FAIP stessa, cui è così toccato l’onore di annunciare che nel 2026 sarà proprio l’Italia a ospitare il prossimo congresso dell’ESCIF, nell’ultima settimana di maggio, presso il Camping Village Florenz di Comacchio (Ferrara), struttura situata sulla costa adriatica tra Bologna e Venezia completamente accessibile e immersa in un ambiente naturale, ciò che consentirà di favorire sia i momenti di dibattito che quelli di socializzazione.

Invecchiare con una lesione midollare: sarà questo il tema scelto per l’edizione 2026 del congresso a Comacchio, questione sempre più rilevante in Europa, se è vero che grazie ai progressi medici e riabilitativi, le persone con lesione midollare vivono più a lungo, traguardo che tuttavia comporta una serie di nuove sfide, sintetizzate così dalla FAIP: «Sono sfide legate innanzitutto a cambiamenti fisici e psicologici: l’invecchiamento, infatti, può aggravare alcune complicanze legate alla lesione, quali problemi muscoloscheletrici, disturbi metabolici o difficoltà nella gestione quotidiana. A livello poi dell’autonomia e della qualità della vita, con l’avanzare dell’età diventa più complesso mantenere l’indipendenza, rendendo necessari nuovi modelli di assistenza e supporto. E infine, per quanto riguarda i sistemi sanitari e di welfare, molti Paesi non sono ancora preparati ad affrontare le esigenze specifiche delle persone anziane con disabilità, ciò che richiede politiche più inclusive e sostenibili. Il congresso del 2026 sarà pertanto un’occasione fondamentale per confrontarsi su soluzioni concrete, coinvolgendo esperti, associazioni e persone con lesione midollare, in un’ottica di collaborazione europea».

«La designazione dell’Italia quale Paese ospitante del Congresso ESCIF 2026 – sottolinea il presidente della FAIP Falabella, che è anche consigliere del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) – è un riconoscimento importante per il movimento associativo italiano, rappresentato dalla nostra Federazione. Infatti, l’opportunità di riportare il dibattito europeo in Italia dimostrerà ancora una volta la capacità del nostro Paese di confrontarsi con le realtà internazionali su temi cruciali quali l’inclusione e i diritti delle persone con disabilità».
Nei prossimi mesi, dunque, verranno via via comunicati ulteriori dettagli sul programma e sulle modalità di partecipazione, ma per l’intanto la FAIP ringrazia l’ESCIF, l’HUPT e tutti i partecipanti per l’ottima riuscita dell’incontro di Zagabria, dando appuntamento al mese di maggio per il prossimo anno, «per un congresso – viene sottolineato dalla Federazione – che promette di essere un punto di svolta nella discussione sull’invecchiamento con lesione midollare». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: segreteria@faiponline.it.

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Per un progetto di vita che garantisca le libertà e i diritti delle persone con disabilità

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Si intitolerà “Su base di uguaglianza: per un progetto di vita che garantisca le libertà e i diritti delle persone con disabilità” il convegno internazionale promosso per il 10 e l’11 giugno a Torino dall’Università di Torino e dalla Fondazione Time2, e che verrà presentato il 9 giugno nel corso di una conferenza stampa, importante appuntamento che vedrà riunirsi persone esperte e rappresentanti istituzionali di rilievo nazionale e internazionale

Su base di uguaglianza: per un progetto di vita che garantisca le libertà e i diritti delle persone con disabilità: è questo il titolo del convegno internazionale promosso per il 10 e l’11 giugno a Torino (presso La Centrale di Nuvola Lavazza, Via Ancona, 11/A) dall’Università di Torino e dalla Fondazione Time2, in collaborazione con l’Istituto dei Sordi del capoluogo piemontese, avvalendosi del patrocinio della Regione Piemonte, della Città di Torino e della Città Metropolitana di Torino (media partner la testata «La Stampa»).

L’importante appuntamento – che vedrà riunirsi persone esperte e rappresentanti istituzionali di rilievo nazionale e internazionale, per approfondire il tema del progetto di vita delle persone con disabilità nella prospettiva dei diritti, quale strumento di attuazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, secondo le indicazioni della riforma innescata dalla Legge Delega 227/21 in materia di disabilità – verrà presentato il 9 giugno, nel corso di una conferenza stampa presso il Palazzo del Rettorato dell’Università di Torino (Via Po, 17 o Via Verdi, 8, ore 11.30), cui interverranno Barbara Bruschi, Vicerettrice per la Didattica dell’Università di Torino; Manuela Lavazza, presidente della Fondazione Time2; Cecilia Marchisio, professoressa associata di Pedagogia Speciale e dell’Inclusione all’Università di Torino; Samuele Pigoni, segretario generale della Fondazione Time2. (S.B.)

Per ogni informazione e approfondimento: silviabellucci@bellspress.com.

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Disability Pride Milano: quattro giornate di iniziative, incontri e mobilitazione cittadina

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Presentato presso il Comune di Milano (Ente patrocinante) il programma del Disability Pride Milano, la cui quarta edizione si articolerà su quattro giornate di iniziative, incontri e mobilitazione cittadina, con l’appuntamento centrale previsto per il 14 giugno, che vedrà un corteo cittadino arrivare al “Disability Pride Village” Un’immagine dell’incontro di presentazione del Disability Pride Milano 2025

Come segnalato nei giorni scorsi anche sulle nostre pagine, è stato presentato il 3 giugno, presso il Comune di Milano (Ente patrocinante), il programma del Disability Pride Milano 2025 (a questo link è disponibile un approfondimento sui contenuti dell’incontro di presentazione).

La quarta edizione dell’evento, dunque, si articolerà su quattro giornate di iniziative, incontri e mobilitazione cittadina, con l’appuntamento centrale previsto per il 14 giugno, che vedrà un corteo cittadino partire da Via Verdi alle 18 e arrivare al Disability Pride Village in Piazza del Cannone.
In precedenza, il 7 giugno, vi sarà una plenaria generale e una serie di tavoli tematici presso la Biblioteca Chiesa Rossa (Via San Domenico Savio, 3, ore 11-17), e il 12 giugno un laboratorio di cartellonistica presso lo Spazio Mutuo Soccorso di Piazza Stuparich, 18 (ore 16). Infine, il 16 giugno, la cena sociale di chiusura alla cascina Torchiera. (S.B.)

Per ogni informazione e approfondimento: disabilitypridemilanoofficial@gmail.com.

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Cura e assistenza alle persone con disabilità: aggiornare le competenze di chi opera in tale settore

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Un percorso di formazione online, rapido e gratuito, sui temi della cura centrata sulla persona con disabilità, nonché sulle competenze digitali: è la proposta dell’Associazione AIAS di Bologna, nell’àmbito del progetto europeo Care4Skills, rivolta a tutto il territorio nazionale

Un percorso di formazione online, rapido e gratuito, sui temi della cura centrata sulla persona con disabilità, nonché sulle competenze digitali: è la proposta dell’AIAS di Bologna, nell’àmbito del progetto europeo Care4Skills, rivolta a tutto il territorio nazionale.
Quattro moduli e un test finale compongono tale percorso, con i primi due moduli che affrontano tematiche relativi alla centralità della persona nel lavoro di cura e assistenza, mentre altri due moduli approfondiscono il tema delle tecnologie assistive e digitali nei servizi alla persona (si accede al percorso tramite questo link che indirizza alla piattaforma di autoformazione dell’Associazione Europea EASPD).

«Riteniamo questa proposta molto rilevante per tutti gli operatori del settore socio-assistenziale – sottolineano dall’AIAS di Bologna -, fra cui operatori sociosanitari, terapisti della riabilitazione, personale infermieristico, operatori dell’assistenza domiciliare e nelle strutture, assistenti sociali, educatori e animatori, volontari formati e i loro coordinatori e manager».
«Nonostante poi il percorso di formazione possa essere fatto in completa autonomia in circa 8 ore – aggiungono dall’Associazione -, per la nostra esperienza momenti di condivisione possono aumentare il valore degli apprendimenti. Per questo abbiamo organizzato 6 corsi estivi di informazione e supporto alla formazione e al test finale, aperti a tutti quelli che si vogliano impegnare ad approfondire le tematiche descritte, con 3 incontri online nell’arco di 2 settimane. Ci sembra questa un’ottima opportunità per poter accedere al materiale formativo, potendo contare sulla motivazione di un gruppo e sul supporto da noi offerto nella comprensione e nell’accesso alla piattaforma digitale».
Il calendario di queste sessioni si raggiunge accedendo a questo link di iscrizione.
Da ricordare infine che è anche possibile organizzare corsi aggiuntivi con orari da definire congiuntamente, per organizzazioni che intendano aderire con più di 10 operatori. (S.B.)

Per ogni ulteriore informazione: progetti@aiasbo.it.

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Verso i referendum dell’8 e 9 giugno: le simulazioni di voto dell’AIPD

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In vista dei referendum dell’8 e 9 giugno, l’AIPD (Associazione Italiana Persone con Sindrome di Down), oltre a produrre la tradizionale Guida al voto denominata “Il mio voto conta”, ha anche visto già da tempo i propri operatori organizzare incontri formativi nei diversi territori in cui ha sede, fornendo ai partecipanti, anche tramite vere e proprie simulazioni di voto, tutte le necessarie istruzioni pratiche e logistiche Simulazione di voto a cura dell’AIPD (©AIPD)

«Le persone con disabilità intellettiva hanno il diritto e il dovere di votare, ma non tutti lo sanno. Questa nostra Guida nasce per ribadire e rendere esigibile questo diritto: essa rappresenta un “fiore all’occhiello” della nostra associazione, che riconosce autonomia, partecipazione e quindi cittadinanza attiva come valori fondamentali e imprescindibili. Si tratta di un’iniziativa che riscuote sempre un grande successo all’interno non solo della nostra Associazione, ma anche di altre organizzazioni, che la utilizzano per promuovere conoscenza e consapevolezza per l’esercizio di un diritto fondamentale, che deve essere di tutti e di tutte»: così Gianfranco Salbini, presidente nazionale dell’AIPD (Associazione Italiana Persone con Sindrome di Down), presenta la Guida al voto per il Referendum dell’8 e 9 giugno, prodotta dalla stessa AIPD, che segnaliamo oggi, dopo avere dato spazio anche a quanto realizzato in tale àmbito dall’ANFFAS (Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo), mentre quanto prima, in  altra parte del giornale, daremo conto delle operazioni di voto riguardanti tutte le altre forme di disabilità.

Tradizionale realizzazione dell’AIPD, denominata Il tuo voto conta, la guida cerca di spiegare in modo semplice, attraverso immagini e parole, i temi e i passaggi perché tutti e tutte possano esercitare consapevolmente il proprio diritto di voto. L’Associazione, in realtà, ha già visto per tutto il mese di maggio i propri operatori organizzare incontri formativi nei diversi territori in cui ha sede: con l’aiuto della Guida, infatti, i partecipanti hanno ricevuto innanzitutto istruzioni pratiche e logistiche sul voto (dove andare, cosa portare, come apporre il voto ecc.), venendo poi aiutati a comprendere il significato dei diversi quesiti, per poter fare la propria scelta consapevolmente.
«Le nostre Sezioni – spiega Francesco Cadelano, autore della guida insieme a Carlotta Leonori, educatore AIPD e referente dei percorsi di educazione all’autonomia dell’Associazione – hanno realizzato e stanno ancora realizzando attività formative, ma anche vere e proprie simulazioni, in vista dei referendum dell’8 e 9 giugno. Votare non è facile per nessuno, specialmente per una persona con disabilità intellettiva. Pensiamo a quanti passaggi siano necessari per esercitare il voto: ricordarsi di portare la carta di identità e la tessera elettorale; trovare il seggio e la sezione; entrare in cabina stando attenti a non sovrapporre le schede elettorali nel momento del voto; segnare con una croce la propria scelta; infine ripiegare con cura le schede elettorali, perché se si esce dalla cabina con la scheda aperta il voto è nullo. Per aiutare dunque le persone che frequentano la nostra Associazione ad essere pronte, pochi giorni prima delle elezioni, facciamo delle simulazioni di voto nelle nostre sedi, allestendo un vero e proprio seggio elettorale, con cabine, finti scrutatori, finti presidenti di seggio e i facsimile delle schede elettorali che scarichiamo dai siti istituzionali». (S.B.)

Ricordiamo ancora il link cui accedere per la Guida al voto dell’AIPD. Per ulteriori informazioni: ufficiostampaaipd@gmail.com.

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Storia di uno “smeraldo nella pietra” del Medioevo, ovvero sull’importanza dell’ambiente

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Ambientato nella Germania dei primi anni dell’XI secolo, il libro di Maria Giulia Cotini “Hermannus Contractus. Lo smeraldo di pietra fa riflettere sull’importanza dell’ambiente in cui la persona con disabilità è inserita, in questo caso nel Medioevo, ma naturalmente anche per le persone con disabilità di oggi per le quali è fondamentale essere inserite in contesti ricchi di possibilità, di relazioni umane che siano di supporto nello sviluppo delle potenzialità di ognuno

Hermannus Contractus. Lo smeraldo di pietra (Dalia edizioni, 2019) è un libro scritto da Maria Giulia Cotini che racconta una storia di accoglienza, coraggio e condivisione.
Ambientato nella Germania dei primi anni dell’XI secolo, il racconto, la cui lettura è molto scorrevole e piacevole, narra la vicenda di Hermannus, figlio del conte Wolferad di Altshausen: nato con una grave disabilità, viene rifiutato dalla famiglia, solo la madre gli dà un po’ d’amore. È considerato una persona poco intelligente e passa i primi anni della sua vita isolato da tutti e da tutto.
Ancora bambino, viene rinchiuso nel monastero di Reichenau, dove passerà il resto della sua vita; sarebbe potuta essere davvero la fine per Hermanus, se i monaci, in primis l’abate che lo accolse, non fossero andati al di là delle parole del Conte – che lo aveva presentato come del tutto incapace di comprendere la realtà che lo circondava e di interagire con gli altri – e non avessero scoperto le capacità, l’intelligenza di questo bambino, così limitato nel fisico.
Hermannus inizia così un percorso tutt’altro che facile: studierà, lotterà col suo corpo che oltre a gravi impedimenti, spesso gli causa forti dolori, ma riuscirà a fare cose impensabili, come cantare nel coro o, divenuto monaco, sostituire il suo maestro nell’insegnamento. Diventerà musico e astronomo, stupirà papi e imperatori, sarà l’orgoglio del monastero di Reichenau.

Al di là dell’ambientazione medioevale, l’autrice, anche lei persona con disabilità, affronta un tema quanto mai attuale e cioè l’importanza che venga data a ciascuno, al di là delle condizioni di partenza, la possibilità di sperimentarsi, anche di cadere e di fare fatica, di scontrarsi con i propri limiti che a volte sono davvero insuperabili, altre volte, invece, aggirando l’ostacolo si possono superare, scoprendo così potenzialità insperate.
È un libro che fa riflettere sull’importanza dell’ambiente in cui la persona con disabilità è inserita: come la vita di Hermannus avrebbe potuto essere del tutto diversa se fosse rimasto a casa sua, in un ambiente privo di stimoli, che non gli offriva alcuna opportunità, così anche per le persone con disabilità di oggi è fondamentale essere inserite in contesti ricchi di possibilità, di relazioni umane che siano di supporto nello sviluppo delle potenzialità di ognuno.

Maria Giulia Cotini ha fatto emergere anche i vari sentimenti che Hermannus prova nel suo percorso: la paura di aprirsi agli altri, al confronto che evidenzia – a volte impietosamente – i propri limiti, la gioia di nuove relazioni, il dolore per la perdita di un giovane amico. C’è anche il tema dell’assistenza, l’imbarazzo iniziale che sia Hermannus, sia chi lo aiuta prova in certi momenti in cui la cura riguarda la sfera più intima e personale; imbarazzo che poi col tempo lascia il posto alla confidenza e all’amicizia.
Non viene taciuta nemmeno la difficoltà, lo scoramento spesso provato a doversi confrontare con un corpo che non è come vorremmo che fosse, che non ci permette di fare tutto quello che desidereremmo, con cui dobbiamo giungere a dei compromessi.

*Il presente contributo è già apparso nel sito della Federazione LEDHA e viene qui ripreso, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

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“#Musicapertutti”: l’arte e la cultura che includono e accolgono

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Il 2 giugno il Museo Archeologico Nazionale di Calatia a Maddaloni (Caserta) ha aperto le proprie porte a “#Musicapertutti , evento che ha trasformato la tradizionale celebrazione della Festa della Repubblica in un inno alla condivisione, alla partecipazione e, soprattutto, all’inclusione senza se e senza ma. A raccontare com’è andata è la Federazione FISH Campania che ha curato l’iniziativa Un’immagine dell’evento “#Musicapertutti”

Il 2 giugno il Museo Archeologico Nazionale di Calatia a Maddaloni (Caserta) ha aperto le proprie porte a un’esperienza unica e vibrante, #Musicapertutti [se ne legga la presentazione sulle nostre pagine, N.d.R.], evento che ha trasformato la tradizionale celebrazione della Festa della Repubblica in un inno alla condivisione, alla partecipazione e, soprattutto, all’inclusione senza se e senza ma.
Promosso nell’àmbito delle iniziative del Ministero della Cultura, che hanno garantito l’accesso gratuito a tutti i luoghi di cultura statali nell’importante giornata del 2 giugno, #Musicapertutti ha superato ogni aspettativa. L’idea è stata quella di rendere la musica non solo un’arte, ma un vero e proprio linguaggio universale, capace di abbattere ogni barriera e di unire le persone, valorizzando ogni voce, ogni storia e ogni talento, a prescindere dalle condizioni personali.
«L’obiettivo di #Musicapertutti – ha commentato un rappresentante dell’organizzazione – è stato proprio quello di disegnare un percorso musicale itinerante negli spazi del museo, un viaggio che ha saputo valorizzare e sublimare il patrimonio culturale e la storia dell’antica Calatia, mettendola in dialogo con il valore inestimabile delle persone».

Lungo il percorso, dunque, i giovani musicisti hanno incantato il pubblico con le loro performance strumentali, intervallate da brevi ma significative descrizioni del museo e del suo ricco patrimonio archeologico. Un approccio, questo, in piena sintonia con i princìpi del progetto di vita e dell’empowerment delle persone, che discendono direttamente dall’articolo 3 della nostra stupenda e tuttora modernissima Costituzione il quale ci ricorda che «la Repubblica ha il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese». Un concetto, questo, che non sempre trova piena risonanza nella pratica quotidiana, dove talvolta si assiste alla creazione di percorsi “ad hoc” per le persone con disabilità, che pur nella loro intenzione positiva, rischiano di non tenere in debita considerazione la volontà e le vocazioni individuali, scambiando l’assistenza per la partecipazione e l’autodeterminazione. In queste occasioni, infatti, è come se si disegnasse un abito magnifico, ma senza prendere le misure di chi dovrà indossarlo: un gesto fatto con cura, ma che, non ascoltando la persona, non le permette di esprimere appieno il proprio stile e la propria unicità.
L’evento di Maddaloni, invece, ha dimostrato con forza come un museo possa e debba essere ben più di un semplice “custode della storia”. Il Museo di Calatia è diventato, per un giorno, uno spazio vivo, accessibile e accogliente, un luogo dove l’inclusione è palpabile e l’ascolto di ogni forma di espressione, valorizzando le differenze, è la priorità assoluta.

L’iniziativa, frutto della sinergia tra diverse realtà, è stata organizzata nel quadro delle attività della rete Campania tra le mani e dello stesso Museo Archeologico Nazionale di Calatia, con il patrocinio morale del Comune di Maddaloni e la partecipazione del Convitto Nazionale Statale Giordano Bruno di Maddaloni, il tutto a cura della nostra Federazione FISH Campania (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie), in collaborazione con HekAuxilium ETS, Musa APS e l’Associazione Culturale The Jack Studio – Accademia Musicale Lizard di Giugliano (Napoli).
L’ingresso al Museo e la partecipazione all’evento sono stati totalmente gratuiti, a sottolineare l’impegno per una cultura davvero accessibile a tutti.
Un ringraziamento speciale, dunque, a chi rende possibile l’inclusione e quindi un ringraziamento sentito a tutti coloro che hanno reso possibile questa giornata memorabile, dimostrando una sensibilità straordinaria verso l’inclusione e la fruizione dell’arte da parte di chiunque: la dottoressa Ilaria Menale, direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Calatia, per la grande sensibilità e l’apertura dimostrata; la dottoressa Carmela Pacelli di Campania Tra le Mani, responsabile del SAAD (Servizio di Ateneo per le Attività degli studenti con Disabilità e DSA) dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, per il prezioso supporto; l’intero personale del Museo Archeologico Nazionale di Calatia, per la professionalità e la dedizione; l’assessora alla Cultura del Comune di Maddaloni Caterina Ventrone, per il patrocinio e il sostegno istituzionale; il dirigente scolastico Rocco Gervasio del Convitto Giordano Bruno di Maddaloni; Valentina Ritieni della Lega del Filo d’Oro, per il costante impegno; Gennaro Pezzurro della nostra Federazione FISH Campania, ideatore di questo innovativo percorso che ci auguriamo possa proseguire nel tempo; Salvatore Cecere di The Jack, direttore artistico della rassegna, per la sua visione e il suo contributo artistico.

Questi, in conclusione, i protagonisti musicali di #Musicapertutti, tutti talentuosi musicisti che hanno riempito il Museo di note e armonia: Alice Merola (pianoforte e voce); Luigi Pianese e Anna Napolano (pianoforte e voce); la Banda dei Colori (gruppo giovanissimo di ogni forma e colore); Chen Li (pianoforte); Danilo Mendozza (pianoforte); Davide Fatticci (chitarra e voce); Elisa Orsini (violino); Noah Napolitano e Domenico Pezzurro (pianoforte e voce); Rita Feppo (pianoforte e voce); Vincenzo D’Ursi (pianoforte); Eloisa Suppa (flauto traverso).

L’augurio, pertanto, è che #Musicapertutti possa essere un esempio per altre realtà culturali e un invito a riflettere su come l’arte e la cultura possano diventare strumenti potenti per una società più inclusiva e accogliente. (FISH Campania)

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Verso i referendum dell’8 e 9 giugno: la guida “facile da leggere” e quella in CAA dell’ANFFAS

Superando -

Per cercare di tutelare al massimo il diritto di voto dei cittadini e delle cittadine con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, l’ANFFAS ha realizzato due guide al voto dei referendum dell’8 e 9 giugno, una in linguaggio “Easy to Read” (“facile da leggere e da comprendere”), l’altra in CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa), auspicando però che presto le istituzioni e gli organismi competenti garantiscano l’esigibilità del diritto di voto anche dal punto di vista dell’assistenza in cabina Parte di una pagina della guida al voto in CAA, prodotta dall’ANFFAS

«Gli Stati Parti garantiscono alle persone con disabilità il godimento dei diritti politici e la possibilità di esercitarli su base di uguaglianza con gli altri, e si impegnano a: (a) garantire che le persone con disabilità possano effettivamente e pienamente partecipare alla vita politica e pubblica su base di uguaglianza con gli altri, direttamente o attraverso rappresentanti liberamente scelti, compreso il diritto e la possibilità per le persone con disabilità di votare ed essere elette, tra l’altro: (i) assicurando che le procedure, le strutture ed i materiali elettorali siano appropriati, accessibili e di facile comprensione e utilizzo; (ii) proteggendo il diritto delle persone con disabilità a votare tramite scrutinio segreto, senza intimidazioni, in elezioni ed in referendum popolari, e a candidarsi alle elezioni, ad esercitare effettivamente i mandati elettivi e svolgere tutte le funzioni pubbliche a tutti i livelli di governo, agevolando, ove appropriato, il ricorso a tecnologie nuove e di supporto; (iii) garantendo la libera espressione della volontà delle persone con disabilità come elettori e a questo scopo, ove necessario, su loro richiesta, autorizzandole a farsi assistere da una persona di loro scelta per votare […]»: è questo, come ricorda l’ANFFAS (Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo), quanto mette in evidenza la prima parte dell’articolo 29 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, relativo a Partecipazione alla vita politica e pubblica, ribadendo quindi come la partecipazione politica e il voto siano un diritto di tutti i cittadini e le cittadine con disabilità, anche con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, e come sia fondamentale garantire i materiali informativi accessibili, al fine di rispettare la libera espressione della loro volontà politica, così come la possibilità di avere assistenza per entrare e votare in cabina elettorale.
«Eppure – dichiara Roberto Speziale, presidente nazionale dell’ANFFAS – siamo ancora lontani dalla piena accessibilità del voto in entrambi in sensi. Il diritto di voto, tuttavia, è un pilastro della democrazia e in tale ottica non possono esistere “cittadini di serie A” e “cittadini di serie B”, così come purtroppo si sentono e vengono considerate le persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo a cui lo Stato non fornisce supporti e strumenti per poter esprimere un voto consapevole e partecipare attivamente alla vita pubblica e politica del Paese».

«Non ci sono infatti materiali informativi accessibili – aggiunge Speziale -, redatti ad esempio in linguaggio Easy to Read (“facile da leggere e da comprendere”) e in CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa), che consentano di capire per cosa si sta votando e quali effetti abbia il proprio voto, né vi è la possibilità per i cittadini e le cittadine con disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo di poter essere accompagnati/accompagnate in cabina, poiché il voto assistito per legge è consentito solo alle persone che hanno una disabilità fisica: non è quindi previsto l’accompagnamento nemmeno da parte di un familiare».

«Chi ha una disabilità intellettiva o del neurosviluppo – dichiara ancora il Presidente dell’ANFFAS – non è minimamente considerato come un potenziale elettore e questo è provato anche dal fatto che gli stessi spot istituzionali che passano sui canali RAI hanno giustamente la versione in LIS (Lingua dei Segni Italiana), ma nessun altro tipo di informazione accessibile e ad aggravare la situazione c’è anche il linguaggio discriminatorio, stigmatizzante e stereotipato che viene utilizzato in alcuni spot per riferirsi alle persone con disabilità, cosa che abbiamo già segnalato alla RAI, alla ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli e al presidente dell’Autorità Garante Nazionale dei diritti delle persone con disabilità Maurizio Borgo».

Per cercare dunque di tutelare al massimo il diritto di voto dei cittadini e delle cittadine con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, l’ANFFAS ha realizzato due guide al voto dei referendum dell’8 e 9 giugno prossimi, una delle quali scritta in linguaggio Easy to Read (disponibile a questo link) e validata dai “lettori di prova” dell’Associazione, l’altra in CAA (disponibile a questo link).
«Quello che però auspichiamo – conclude Roberto Speziale – è che questo gap si colmi presto e che le istituzioni e gli organismi competenti garantiscano l’esigibilità del diritto di voto anche dal punto di vista dell’assistenza in cabina». (S.B.)

Ricordiamo ancora i link (qui e qui) ai quali sono disponibili le guide realizzate dall’ANFFAS in linguaggio Easy to Read e in CAA. Per ulteriori informazioni: comunicazione@anffas.net.

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