Aggregatore di feed

L’impatto di una patologia reumatologica nella vita di coppia

Superando -

La diagnosi di una patologia reumatologica ha un impatto diretto e negativo sulla sfera sentimentale, portando in più di un terzo dei casi a un cambiamento nel progetto di vita e di relazione con il partner e, addirittura, in quasi un caso su 5 ad un allontanamento o a una separazione. È quanto emerge dall’indagine “Vivere con una patologia reumatologica”, promossa dall’APMARR (Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare), in collaborazione con WeResearch Antonella Celano, presidente dell’APMARR

La diagnosi di una patologia reumatologica sconvolge la vita, sia della persona che ne è affetta sia dei suoi familiari e dei caregiver, e può mettere in crisi una relazione affettiva e sentimentale. Sono infatti quasi 6 su 10 (56,6%) le persone affette da una patologia reumatologica che dichiarano di avere avuto problemi con il partner e più di uno su 10 (11,7%) coloro che, in seguito alla diagnosi, non hanno più avuto una relazione. Quasi l’80% delle persone (79,4%), inoltre, ha avuto problemi anche nella sfera sessuale con il partner.
È quanto emerge dai dati dell’indagine Vivere con una patologia reumatologica, promossa dall’APMARR (Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare), in collaborazione con l’istituto di ricerca WeResearch e svolta su un campione nazionale di 1.627 persone tra persone affette da patologie reumatologiche (274), caregiver di persone con malattie reumatologiche (100) e popolazione generale non colpita da queste patologie (1.253).

In Italia sono più di 5 milioni e mezzo, quasi il 10% della popolazione nazionale, le persone affette da una delle oltre 150 patologie reumatologiche che rappresentano la seconda principale causa di invalidità in Europa dopo le malattie cardiovascolari.
«La persona affetta da una patologia reumatologica dev’essere conscia dei propri problemi, individuando da dove essi derivino e cosa si possa fare per riuscire a superarli. Ma anche familiari, genitori, partner, caregiver e figli devono sapere e conoscere questa condizione di vita. Solo in questo modo si potranno allargare le conoscenze e far sì che tutta la società comprenda e rispetti appieno le patologie reumatologiche, anche relativamente alle istanze della sessualità, potendo così vedere queste persone solo come uomini e donne con i loro desideri e le necessità tipici di ogni essere umano», dichiara Antonella Celano, presidente dell’APMARR.

Comunicazione aperta e onesta su sentimenti e desideri tra i partner, educazione e formazione sessuale, affidarsi a specialisti con percorsi di cura ad hoc, partecipazione ad iniziative che consentano di acquisire consapevolezza della patologia diagnosticata (per evitare sia di sottovalutarla che di sovrastimare le difficoltà possibili), chiedere al partner di partecipare ogni tanto agli incontri con i medici sono, in conclusione, i cinque consigli stilati dagli esperti dell’APMARR, per aiutare donne e uomini alle prese con una patologia reumatologica a vivere al meglio la sfera affettiva e sessuale. (C.C.)

Per maggiori informazioni: Espresso Communication (Lorenzo Brambilla), l.brambilla@espressocommunication.it.

L'articolo L’impatto di una patologia reumatologica nella vita di coppia proviene da Superando.

Il progetto “Match Point”, per costruire il proprio futuro

Superando -

Prenderà il via il 17 marzo, con il corso di empowerment online e gratuito, dedicato a persone con malattie neuromuscolari, con disabilità in generale e caregiver, una nuova tappa fondamentale di “Match Point: strumenti vincenti per il domani delle persone con malattie neuromuscolari”, progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e promosso dalle Associazioni UILDM e Parent Project

Ci siamo già occupati in più occasioni, sulle nostre pagine, di Match Point: strumenti vincenti per il domani delle persone con malattie neuromuscolari, progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e promosso dalla Direzione Nazionale UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), dall’Associazione Parent Project e dalle Sezioni UILDM di Bologna, Milano e Pisa, con l’obiettivo di fornire strumenti pratici per affrontare le sfide quotidiane in modo autonomo e informato.
Una nuova tappa fondamentale dell’iniziativa prenderà ora il via il 17 marzo prossimo, con il corso di empowerment dedicato a persone con malattie neuromuscolari, con disabilità in generale e caregiver. Un nuovo percorso formativo, online e gratuito, che segue il lancio del primo ciclo, dedicato a operatori e operatrici del mondo socio-assistenziale e avviato in febbraio, come avevamo riferito a suo tempo.

«Con questo nuovo percorso formativo – sottolineano i promotori – Match Point si rivolge direttamente alle persone con malattie neuromuscolari, con disabilità in generale e caregiver, accompagnandoli nell’acquisizione di competenze fondamentali e strumenti per la gestione di percorsi di autonomia e la costruzione di progetti di vita indipendente. Nello specifico, le persone con malattie neuromuscolari affrontano ogni giorno sfide complesse, che vanno ben oltre le difficoltà motorie. Il progressivo indebolimento muscolare, infatti, non solo limita l’autonomia individuale, ma impatta anche sulla gestione della vita quotidiana, delle relazioni sociali e dell’accesso ai servizi essenziali. Secondo il Bilancio Sociale UILDM 2023, queste patologie colpiscono circa 40.000 persone in Italia, con oltre 80 forme diverse di distrofie muscolari, che riguardano almeno 20.000 individui».
«A queste difficoltà – dichiarano congiuntamente Marco Rasconi ed Ezio Magnano, presidenti rispettivamente della UILDM e di Parent Project – si aggiunge il carico assistenziale che ricade su famiglie e su caregiver, spesso bisognosi di formazione e informazioni per affrontare la progressiva perdita di autonomia della persona assistita. Caregiver e persone con malattie neuromuscolari condividono dunque esperienze quotidiane estremamente impegnative, che vanno dalla gestione della mobilità alla necessità di un’assistenza continua, passando per la difficoltà nell’accesso a servizi e opportunità di inclusione sociale. In questo contesto, un’adeguata preparazione può fare la differenza». E del resto Match Point è nato proprio come una risposta concreta a queste esigenze.

Il nuovo corso si svilupperà dal 17 marzo fino a giugno, con la possibilità di scegliere tra diverse date e fasce orarie, articolandosi complessivamente su 20 ore di formazione teorica, suddivise in moduli tematici che approfondiranno argomenti fondamentali per costruire un progetto di vita individuale.
Nel dettaglio, i partecipanti e le partecipanti potranno acquisire conoscenze su come gestire il rapporto con l’assistente personale, affrontando sia gli aspetti burocratici e amministrativi che quelli relazionali e psicologici. Verranno inoltre fornite informazioni per accedere in modo efficace ai servizi territoriali e per pianificare autonomamente il proprio futuro, con un focus sulle risorse disponibili a livello nazionale e locale. E ancora, il percorso affronterà anche il tema della sostenibilità del progetto di vita nel lungo periodo e l’adeguamento di esso in caso di mutate esigenze, permettendo di acquisire strumenti utili per una gestione consapevole del proprio progetto di vita.
Chi parteciperà all’intero percorso riceverà alla fine un attestato e potrà accedere in via preferenziale alla piattaforma di Match Point, innovativo strumento digitale che faciliterà l’incontro tra domanda e offerta di assistenza personale e che sarà lanciato nel mese di ottobre prossimo. «Grazie a questa piattaforma – spiegano da UILDM e Parent Projcet -, le persone con disabilità potranno individuare assistenti personali qualificati, tra cui anche quelli formatisi attraverso il corso parallelo dedicato a operatori e operatrici socio-sanitari (OSS, ASA e altri professionisti del settore assistenziale), attivando così un sistema di supporto su misura ed efficace e promuovendo l’autonomia personale».

Per conoscere il programma completo del corso e per iscriversi, accedere a questo link. Per ogni ulteriore informazione: uildmcomunicazione@uildm.it.

L'articolo Il progetto “Match Point”, per costruire il proprio futuro proviene da Superando.

San Marino, al “Festival della Magia” c’è Magica Gilly, illusionista con sindrome di Down

Superando -

Sarà un “magic show” in favore dell’inclusione e contro i pregiudizi: c’è un grande fermento per il ritorno del “Festival Internazionale della Magia” di San Marino, che si svolgerà dal 14 al 16 marzo. Madrina di questa edizione “Magica Gilly”, vero nome Giliana Flore, illusionista con sindrome di Down Giliana Flore, in arte “Magica Gilly”

Sarà un “magic show” in favore dell’inclusione e contro i pregiudizi: c’è un grande fermento per il Festival Internazionale della Magia di San Marino, giunto alla sua ventiseiesima edizione, che si svolgerà dal 14 al 16 marzo, presso il Palazzo dei Congressi Kursaal.
Oltre ai più grandi campioni del panorama internazionale salirà sul palcoscenico la giovanissima Magica Gilly, vero nome Giliana Flore, illusionista con sindrome di Down che, dopo avere incantato il pubblico spagnolo al festival Extremagia, e nota alle platee di tutto il mondo ma anche sui social, torna nella sua città per una performance speciale con lo scopo di abbattere ogni barriera e far comprendere che non esistono differenze nella magia come nella vita. Anzi, quest’arte da lei amatissima può rivelarsi uno strumento chiave per contrastare il bullismo e favorire l’inclusione.
Ereditata la passione per le arti magiche dal papà Mago Gabriel, direttore artistico della kermesse, la ventisettenne sarà la madrina di questa edizione, patrocinata dalla Segreteria di Stato per il Turismo e da quella dell’Istruzione e della Cultura della Repubblica di San Marino.

Sul palco del prestigioso spazio culturale di oltre 800 posti, il 15 marzo, alle 21, saliranno alcuni tra i più grandi artisti di fama mondiale per trasportare il pubblico in un viaggio fatto di mistero e suspense. (C.C.)

Per maggiori informazioni www.festivalinternazionaledellamagia.com.

L'articolo San Marino, al “Festival della Magia” c’è Magica Gilly, illusionista con sindrome di Down proviene da Superando.

A scuola di sport paralimpico con “I’mPOSSIBLE”

Superando -

Dopo avere raggiunto oltre 400.000 giovani in 41 Paesi nel mondo, arriva anche nelle scuole italiane il toolkit (“kit di strumenti”) educativo globale sviluppato dal Comitato Paralimpico Internazionale (IPC) che offre agli insegnanti strumenti divulgativi e pratici per far conoscere il mondo paralimpico e rendere l’educazione motoria più accessibile e inclusiva

L’articolo 4 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità sottolinea l’importanza di «[promuovere] la piena realizzazione di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali per tutte le persone con disabilità, senza discriminazioni di alcun tipo», mirando così a garantire un accesso equo al gioco, al tempo libero e alle attività scolastiche. Nonostante ciò, la disabilità continua ancora oggi, anche in Italia, a rappresentare un ostacolo all’accesso a un’istruzione di qualità, con sfide particolarmente significative nell’educazione motoria. Per questo, il Comitato Paralimpico Internazionale (IPC) ha ideato I’mPOSSIBLE, un toolkit educativo (“kit di strumenti”), che offre agli insegnanti delle scuole primarie e secondarie strumenti per coinvolgere studentesse e studenti, dai 6 ai 18 anni, con lezioni pratiche per introdurli ai valori e allo sport paralimpico.

Lanciato nel 2017, il programma I’mPOSSIBLE è stato finora adottato da oltre 41 Paesi al mondo, coinvolgendo 7.500 insegnanti e oltre 400.000 studenti/studentesse e ora, grazie al sostegno del gruppo Procter & Gamble, arriva anche in Italia. Procter & Gamble, infatti, partner globale del CONI e ddel CIP (Comitato Italiano Paralimpico), attraverso la collaborazione con la Fondazione Milano-Cortina 2026 e il programma GEN26, si è occupato della traduzione e armonizzazione del toolkit affinché possa essere distribuito nelle scuole italiane.

Il toolkit comprende unità didattiche pensate per la fascia d’età 6-12 anni (risorse per la scuola primaria) e altre per quella 13-18 anni (risorse per la scuola secondaria), a cui si somma una serie di unità aggiuntive (ad esempio, sugli sport o sui Comitati Organizzatori Locali). Ogni unità è accompagnata da tutte le risorse di supporto necessarie per insegnanti, studentesse e studenti, e può essere insegnata indipendentemente dalle altre, in base alle esigenze.
Le unità sono suddivise in due temi principali, valori paralimpici e sport paralimpici, e aiutano a riconoscere il coraggio e la determinazione di atlete e atleti paralimpici che ridefiniscono ciò che si pensava fosse “impossibile”. Inoltre, fornisce agli insegnanti raccomandazioni pratiche su come rendere l’educazione fisica più accessibile, promuovendo opportunità inclusive per il gioco e l’educazione fisica, favorendo una maggiore partecipazione e integrazione. (C.C.)

Per maggiori informazioni: safecommunications.press@gmail.com.

L'articolo A scuola di sport paralimpico con “I’mPOSSIBLE” proviene da Superando.

Il mare a misura di tutti con I Timonieri Sbandati

Superando -

Avvicinare le persone con disabilità al mondo della vela perché tutti e tutte possono salire a bordo: è da sempre il messaggio dell’Associazione I Timonieri Sbandati che quest’anno porterà il proprio progetto “Marina4All (M4A)” anche alla fiera “SeaTec” di Marina di Carrara, evento dedicato alla tecnologia, alla componentistica e al design nel settore nautico, in programma il 13 e il 14 marzo prossimi Il velista Marco Rossato su una piattaforma accessibile

Avvicinare le persone con disabilità al mondo della vela, perché tutti e tutte possono salire a bordo: è da sempre il messaggio dell’Associazione I Timonieri Sbandati che quest’anno, per la prima volta, porterà il proprio progetto Marina4All (M4A) anche a SeaTec di Marina di Carrara, fiera dedicata alla nautica da diporto, in programma il 13 e 14 marzo prossimi.

Marina4all è in sostanza una piattaforma galleggiante attrezzata per facilitare l’imbarco e lo sbarco di tutti i fruitori, persone con disabilità comprese. Progetto nato nel 2023 con una collaborazione fra l’associazione I Timonieri Sbandati e le società INGEMAR e MADEIT4A, Marina4all sta definendo i nuovi parametri di comfort e accessibilità delle aree portuali e dei marina.
Le piattaforme fisse o galleggianti senza barriere sono pensate per garantire sicurezza, accesso e facile transito sia alle persone con disabilità sia agli anziani sia a persone con limitazioni temporanee. I primi prototipi delle piattaforme Marina4all sono stati varati nel 2023 ai Saloni Nautici di Venezia e Genova e utilizzati dal navigatore Marco Rossato come base di partenza e d’arrivo del Giro d’Italia a Vela “Navigare oltre i limiti”.

Le piattaforme Marina4All, che saranno presentate quest’anno, oltre a particolari accorgimenti tecnici, i dislivelli minimi e l’attenzione agli spazi di manovra, sono predisposte per i sistemi di protezione e di sostegno ausiliari (sollevatori per persone e altri presìdi), aiuto alla presa delle cime di ormeggio e comprenderanno anche aree di sperimentazione dedicate ai soggetti ipovedenti e non vedenti, percorsi tattili, cromaticità contrastanti e segnaletiche in Braille. Meta finale del progetto Marina4all è «creare un nuovo sviluppo condiviso del diporto nautico moderno, sempre più attento alle individualità e all’ambiente».

Il “timoniere sbandato” Marco Rossato sarà presente, il 13 e 14 marzo, nell’area dedicata a Marina4All, che ospiterà una serie di incontri dedicati al tema dell’accessibilità (comfort), sostenibilità, ambiente e sicurezza in ambienti come porti e marina. (Carmela Cioffi)

Per ulteriori informazioni: info@itimonierisbandati.it.

L'articolo Il mare a misura di tutti con I Timonieri Sbandati proviene da Superando.

“Fa’ la cosa giusta!”: alcuni appuntamenti dedicati all’inclusione e all’accessibilità

Superando -

Nuove narrazioni della disabilità, turismo accessibile e metodo Braille saranno al centro di alcuni incontri da noi segnalati, specificamente dedicati all’inclusione e all’accessibilità, nell’àmbito della ventunesima edizione di “Fa’ la cosa giusta!”, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili in programma dal 14 al 16 marzo a Fiera Milano Rho

Nuova location e ingresso gratuito (con registrazione sul sito della manifestazione), graditi ritorni e nuovi protagonisti, il tutto all’insegna del filo rosso Il gusto della fiducia: sarà questo la ventunesima edizione di Fa’ la cosa giusta!, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili in programma dal 14 al 16 marzo a Fiera Milano Rho, organizzata da Terre di Mezzo Editore. Ne segnaliamo qui di seguito alcuni appuntamenti specificamente dedicati all’inclusione e all’accessibilità.

Dell’incontro in programma nel pomeriggio del 15 marzo, denominato Dalla macchina per scrivere a TikTok: come è cambiata l’informazione sociale, abbiamo già ampiamente riferito in altra parte del giornale.
In precedenza, nello stesso pomeriggio del 15 marzo (ore 13-14), il tema sarà Turismo accessibile: alla scoperta di nuove opportunità, con un confronto tra tante diverse esperienze, da quella di Free Wheels, Associazione che “costruisce” cammini per tutti, tracciando e mappando itinerari con particolare attenzione alla loro accessibilità, a NoisyVision, organizzazione impegnata sul fronte delle disabilità sensoriali, tra cui l’ipovisione e l’ipoacusia; da A-mare il mare, progetto del Friuli Venezia Giulia per rendere più accessibili le proprie spiagge, a Trasimeno per tutti, con l’Umbria che racconterà il sistema turistico accessibile sul territorio del Lago Trasimeno); e ancora, Diversamente Spiaggia, per spiegare come investire sull’accessibilità possa essere una scelta imprenditoriale vincente. Il tutto con la moderazione di Pietro Scidurlo, presidente di Free Wheels e autore di Terre di Mezzo.
Da segnalare anche, sul medesimo argoimento, che tra i tanti espositori di Fa’ la cosa giusta!, vi sarà anche la Società REMOOVE con biciclette speciali, e-bike e cargo bike che potranno essere provate dai visitatori.

Subito dopo, ancora nel pomeriggio del 15 marzo (ore 15-16), è prevista la presentazione dell’esperienza della citata REMOOVE e di Fra’ Bike (Fondazione Sacra Famiglia), nel corso dell’incontro Oltre il viaggio: la mobilità inclusiva tra benessere, turismo e impatto sociale.

E infine, nella mattinata del 16 marzo (ore 10-11), preso lo stand dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), il workshop didattico A spasso con le dita, per scoprire il metodo Braille consentendo ai visitatori di esercitarsi con esso a leggere in ambiente sia letterario che matematico. (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Silvia Panzarin (silvia.panzarin@leacrobate.it).

L'articolo “Fa’ la cosa giusta!”: alcuni appuntamenti dedicati all’inclusione e all’accessibilità proviene da Superando.

Viaggi di istruzione: un caso di discriminazione a lieto fine, ma quella risposta lascia allibiti

Superando -

L’intervento dell’ANFFAS di Torino ha consentito di sventare l’ennesimo caso di discriminazione sulla partecipazione di un ragazzo con disabilità a un viaggio d’istruzione. Lascia tuttavia allibiti quanto detto alla famiglia dall’Ufficio di Sostegno alla Persona e alla Progettualità di Torino, articolazione periferica del Ministero, secondo il quale il giovane avrebbe potuto partecipare al viaggio d’istruzione solo se i genitori avessero pagato un accompagnatore esterno

 

Un grave episodio di discriminazione ha coinvolto un ragazzo minorenne con disabilità iscritto ad una scuola superiore della cintura torinese. L’istituto scolastico si rifiutava di consentirgli di partecipare a un viaggio di istruzione, sostenendo che non vi fossero docenti disponibili ad accompagnarlo. La scuola aveva inoltre proposto come uniche alternative che la famiglia trovasse un educatore esterno a proprie spese o che i genitori stessi si facessero carico personalmente dell’accompagnamento.
La famiglia del ragazzo – impossibilitata a seguire quest’ultima soluzione sia per motivi lavorativi sia per il percorso di autonomia che il figlio stava affrontando, che avrebbe perso la propria efficacia con l’accompagnamento al viaggio di istruzione da parte di un genitore – aveva provato a reperire un educatore attraverso una cooperativa. Tuttavia, il preventivo ricevuto risultava economicamente insostenibile.
Nonostante dunque la scuola fosse stata informata delle difficoltà della famiglia del ragazzo nel sostenere le spese per la partecipazione alla gita, la scuola stessa ha ribadito la propria posizione, perseverando nella discriminazione nei confronti del ragazzo con disabilità che veniva di fatto escluso dal viaggio di istruzione.

Di fronte a questa ingiustizia, la famiglia si è rivolta al nostro sportello Antenne Antidiscriminazione Attive [dell’ANFFAS di Torino], per denunciare l’accaduto e ottenere supporto. Gli operatori dello sportello hanno immediatamente riconosciuto la natura discriminatoria della condotta della scuola e coinvolto l’avvocata Silvia Greco, consulente legale della nostra Associazione, che ha preso in carico la difesa dei diritti del ragazzo.
Nel suo intervento ufficiale alla scuola, l’avvocata Greco ha citato, tra le altre fonti normative, la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (articolo 24, Educazione, comma 2, lettere b ed e), la Nota Ministeriale 645/02, nonché la Circolare Ministeriale 291/92, norme che sanciscono il principio dell’integrazione scolastica e l’obbligo di garantire pari opportunità agli studenti con disabilità. A seguito di questo intervento, la scuola è stata costretta a rivedere la propria posizione e a rimuovere la condotta discriminatoria ai danni del ragazzo, applicando quanto previsto dalla citata Circolare Ministeriale 291/92, la quale stabilisce, nello specifico, che nel caso di partecipazione di uno o più alunni con disabilità a visite guidate o a viaggi di istruzione, spetta ai competenti organi collegiali provvedere in via prioritaria alla designazione di un qualificato accompagnatore, nonché predisporre ogni altra misura di sostegno commisurata alla gravità della menomazione.
Pertanto, la scuola ha finalmente permesso al giovane di partecipare al viaggio d’istruzione con l’accompagnamento di un docente, designato all’interno del personale scolastico dell’istituto, senza costi aggiuntivi per la famiglia e in condizioni di piena parità con gli altri studenti.

Prima di contattare la nostra Associazione, la famiglia aveva provato a prendere contatto anche con l’Ufficio di Sostegno alla Persona e alla Progettualità di Torino, articolazione periferica del Ministero dell’Istruzione e del Merito, per chiedere informazioni in merito alla liceità del comportamento tenuto dalla scuola nei loro confronti. Ciò che lascia sbigottiti è la risposta fornita da tale Ufficio il quale ha affermato che la scuola stava tenendo «un comportamento conforme alla legge», affermando che il diritto dello studente con disabilità di partecipare al viaggio di istruzione fosse «subordinato all’accollo da parte dei propri genitori delle spese relative all’accompagnatore esterno».
Una risposta del genere evidenzia ancora una volta l’importanza di vigilare sul rispetto dei diritti delle persone con disabilità e il ruolo cruciale che possono avere Associazioni come la nostra nel contrastare le discriminazioni.

*L’ANFFAS è l’Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo. A questo link vi è il sito dell’ANFFAS di Torino.

Sui viaggi di istruzione e le gite scolastiche, suggeriamo sempre anche la consultazione dell’approfondimento sul tema pubblicato dal Centro Studi Giuridici HandyLex, dispoibile a questo link.

L'articolo Viaggi di istruzione: un caso di discriminazione a lieto fine, ma quella risposta lascia allibiti proviene da Superando.

Il “Carnevale di Sorrisopoli”: non una semplice sfilata, ma un’esperienza profonda che lascia il segno

Superando -

Con il tema “Tutti i popoli del mondo a Sorrisopoli”, declinazione scelta quest’anno per il tradizionale “Carnevale di Sorrisopoli”, promosso dall’organizzazione di volontariato TS IdeE, il quartiere romano di Tor Sapienza si è trasformato in un vero e proprio mosaico vivente di tradizioni, storie e creatività, dando vita a un evento che non si limita alla classica sfilata, ma che si sviluppa nei mesi precedenti attraverso laboratori creativi che coinvolgono bambini, ragazzi, adulti e anziani, persone con disabilità comprese Uno dei laboratori in cui si è preparato il “Carnevale di Sorrisopoli 2025”, con il coinvolgimento di persone con disabilità

Con il tema Tutti i popoli del mondo a Sorrisopoli, declinazione scelta quest’anno per la venticinquesima edizione del tradizionale Carnevale di Sorrisopoli, promosso dall’organizzazione di volontariato TS IdeE, il quartiere romano di Tor Sapienza si è trasformato in un vero e proprio mosaico vivente di tradizioni, storie e creatività, grazie all’impegno delle scuole, delle cooperative sociali e delle associazioni del territorio. Un evento in cui ognuno diventa protagonista della propria maschera e che non si limita alla classica sfilata, ma che si sviluppa nei mesi precedenti attraverso laboratori creativi che coinvolgono bambini, ragazzi, adulti e anziani, persone con disabilità comprese. Nel progettare e realizzare il proprio personaggio, infatti, ogni partecipante, con il supporto di educatori, volontari e artigiani locali, contribuisce attivamente alla creazione del proprio costume, ispirandosi al tema dell’anno. Le scuole hanno dato spazio alla fantasia degli alunni e delle alunne, che hanno approfondito le culture dei vari popoli del mondo, trasformando il Carnevale in un’opportunità educativa. Le cooperative sociali, dal canto loro, hanno coinvolto i loro assistiti in laboratori manuali e creativi, mentre le associazioni hanno promosso momenti di incontro e condivisione tra generazioni diverse.

«Per i nostri bambini – racconta Alessia Galati, responsabile dell’Asilo Nido La Caramella – il Carnevale è un’esperienza unica. Nei nostri laboratori, i più piccoli hanno scoperto i colori, le forme e i materiali, imparando a creare il proprio costume in modo divertente e stimolante. Ma c’è di più: grazie alla partecipazione delle famiglie, si è creato un bellissimo momento di condivisione tra genitori e figli, rafforzando il senso di comunità».
Daniela Gullà, responsabile, della Bottega delle Idee, Centro Diurno dell’ASL Roma 2, gestito dalla Cooperativa Sociale Nuove Risposte, sottolinea l’importanza dell’iniziativa per i propri utenti: «Partecipare al Carnevale significa sentirsi parte di qualcosa di grande. Nei nostri laboratori gli utenti, persone con disabilità, hanno potuto esprimere la loro creatività, scoprendo il piacere di realizzare qualcosa con le proprie mani. Il tema di quest’anno, Tutti i popoli del mondo a Sorrisopoli, ci ha permesso inoltre di riflettere sull’importanza dell’inclusione e dell’accoglienza».
È quindi Cristina Di Sisto, docente dell’Istituto Comprensivo Piazza e Cupis, a spiegare il valore educativo dell’iniziativa: «Abbiamo scelto di partecipare al Carnevale perché crediamo nel potere educativo della creatività. I nostri alunni e alunne hanno studiato le diverse culture del mondo, approfondendo usanze, costumi e tradizioni. Questo percorso ha favorito non solo l’apprendimento, ma anche la consapevolezza dell’importanza della diversità come ricchezza. Vedere i ragazzi emozionati nel realizzare i loro costumi e nel prepararsi alla sfilata è la conferma che il Carnevale di Sorrisopoli non è solo una festa, ma un vero e proprio progetto di cittadinanza attiva».
E ancora, un dirigente psicologo dell’ASL Roma 2, con cui TSidee coinvolge le comunità psichiatriche nella manifestazione, afferma: «Prendersi cura dei rapporti sociali attraverso l’organizzazione di eventi culturali condivisi è un intervento che fa bene alla cittadinanza. Sfilare insieme per festeggiare il Carnevale significa investire nella creatività, nella condivisione e nella curiosità per le differenze. È occuparsi di ciò che di più umano abbiamo a disposizione: camminare insieme verso il futuro».
«Partecipare al Carnevale di Tor Sapienza – conclude Antonella Sciamanna, capo gruppo scout Agesci Roma108 nato proprio da un progetto del nostro gruppo scout nel lontano 1993, è un’esperienza formativa per tutti i nostri ragazzi, dai più piccoli ai più grandi. Per noi scout, il Carnevale rappresenta l’opportunità di imparare a lavorare insieme e di esprimere la nostra creatività in modo concreto. È un momento in cui i valori di fratellanza, accoglienza e condivisione si traducono in azioni tangibili, rafforzando il legame con il territorio e con le persone che lo abitano».

Uno dei momenti più significativi del Carnevale di Sorrisopoli è certamente la consegna della Chiave simbolica della città a “chi porta il sorriso laddove non c’è”. Quest’anno, l’onore è stato conferito all’Associazione Trenta Ore per la Vita, per un progetto che mira alla costruzione della Casa dei Bambini, residenza gratuita che accolga tutti i bambini gravemente malati e le loro famiglie, situata all’interno del complesso ospedaliero del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma.
«La scelta di questa realtà – spiegano da TS IdeE – testimonia il nostro impegno nel diffondere un messaggio di solidarietà e attenzione verso chi si trova in difficoltà. Il Carnevale di Sorrisopoli, oltre a essere un’occasione di festa, si è confermato così come uno strumento di sensibilizzazione e di supporto concreto per chi ha più bisogno».

«Questa iniziativa – aggiungono dall’organizzazione – rappresenta molto più di un semplice evento ludico: è un momento in cui la città si ritrova unita, abbattendo differenze sociali, culturali e generazionali. È la dimostrazione che la cultura e la creatività possono essere strumenti potenti di inclusione e crescita collettiva. Si tratta altresì di una vera e propria celebrazione della diversità e dell’inclusione, in cui ogni partecipante porta con sé un pezzo della propria storia e della propria creatività. Un’iniziativa che dimostra come il vero valore del Carnevale non sia solo nella festa finale, ma nel percorso che lo precede: nei laboratori, nelle mani che lavorano insieme, nelle idee che prendono forma e nei sorrisi che si incontrano. Partecipare, infatti, significa credere nella forza della comunità, nell’importanza dell’arte come strumento di espressione e nell’educazione come mezzo per costruire un futuro più aperto e accogliente. Ecco perché il Carnevale di Sorrisopoli non è solo un evento annuale, ma un’esperienza che lascia un segno profondo in tutti coloro che vi prendono parte». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@tsidee.it (Giovanni Fornaciari).

L'articolo Il “Carnevale di Sorrisopoli”: non una semplice sfilata, ma un’esperienza profonda che lascia il segno proviene da Superando.

“Esplorare e rilassarsi utilizzando i sensi”: un progetto innovativo rivolto a persone con disabilità intellettive

Superando -

Neologismo di origine olandese, “Snoezelen” in italiano significa “esplorare e rilassarsi utilizzando i sensi”, descrivendo una particolare forma di approccio terapeutico per persone con disabilità intellettive. Nei giorni scorsi è stata inaugurata in una scuola primaria in provincia di Padova, “Wood Snoezelen”, stanza multisensoriale completamente in legno non trattato, frutto di un progetto condotto all’Università IUAV di Venezia “Wood Snoezelen”, la stanza multisensoriale tutta composta di legno non trattato, inaugurata alla Scuola Primaria Marconi di Lozzo Atestino (Padova)

Snoezelen è un neologismo di origine olandese che unisce i due termini Snuffelen e Doezelen e che in italiano significa “esplorare e rilassarsi utilizzando i sensi”, descrivendo una particolare forma di approccio terapeutico per persone con disabilità intellettive, basato in sostanza sull’idea di creare ambienti multisensoriali, capaci, sotto la guida di un operatore esperto, di stimolare i sensi in maniera controllata e contemporaneamente rilassare. Vari studi, infatti, hanno attestato l’efficacia della stimolazione multisensoriale generata all’interno di un ambiente Snoezelen, sia su persone anziane che su persone in età evolutiva, con disturbi dello spettro autistico, ADHD (disturbo da deficit di attenzione/iperattività) o altre disabilità intellettive.
In occasione della recente Giornata Mondiale delle Malattie Rare del 28 febbraio (Rare Disease Day), è stata inaugurata nella Scuola Primaria Marconi di Lozzo Atestino, in provincia di Padova, Wood Snoezelen, una stanza multisensoriale per persone con disabilità, con componentistica completamente in legno non trattato.

«Tutto è partito – spiegano dall’Università IUAV di Venezia – dal progetto di ricerca condotto presso il nostro Ateneo, denominato Wood Snoezelen. Ambienti multisensoriali in legno per l’assistenza e la riabilitazione di persone con disabilità cognitive gravi e gravissime, con Massimo Rossetti quale responsabile scientifico e Agata Tonetti quale assegnista di ricerca. Oltreché dalla nostra Università, l’iniziativa è stata cofinanziata dalla Società Bozza e dal Consorzio Legno Veneto, con la partnership dell’Associazione La Nostra Famiglia e dell’ISRAA (Istituto per Servizi di Ricovero e Assistenza agli Anziani). La ricerca, però, non si è fermata alla teoria: alla fine del progetto, infatti, il gruppo di lavoro ha cercato una scuola che mettesse a disposizione uno spazio per realizzare l’ambiente, individuato appunto nell’Istituto Scolastico di Lozzo Atestino, grazie all’interesse al progetto del dirigente Alfonso D’Ambrosio. Nello specifico, è stato scelto un edificio scolastico in considerazione della crescente percentuale di persone in età scolare con disabilità, soprattutto intellettive, prevedendo comunque un suo più ampio utilizzo da parte della comunità territoriale».

Molto più diffuse all’estero, le stanze Snoezelen in Italia sono circa 200, ma la peculiarità del progetto condotto presso l’Università IUAV è stato, come detto, l’utilizzo del legno non trattato per tutta la componentistica (pavimenti, rivestimenti, pareti divisorie, arredi): grazie infatti alle sue proprietà, non ultime le sostanze volatili che il legno non trattato sprigiona, il legno sembra avere particolari effetti benèfici in termini di salubrità e comfort e diventare esso stesso strumento sensoriale.
«Con il progetto Wood Snoezelen – commenta Massimo Rossetti – abbiamo voluto indagare un òmbito ancora in parte inesplorato, quello cioè del rapporto tra ambienti interni di uno spazio e le soluzioni tecnico/architettoniche che si possono adottare per migliorare le condizioni di vita delle persone con disabilità intellettive. Averlo realizzato in una scuola, inoltre, rappresenta un grande risultato, non solo per gli alunni, ma per tutta la comunità di riferimento». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: iuavstampa@iuav.it.

L'articolo “Esplorare e rilassarsi utilizzando i sensi”: un progetto innovativo rivolto a persone con disabilità intellettive proviene da Superando.

Circolare scuole paritarie 2025

Ultime da A.T.P. Catanzaro -

Circolare scuole paritarie 2025_Firmato.m_pi.AOODRCAL.REGISTRO UFFICIALE(U).0004985.14-02-2025 Allegati SCUOLE MIM_-Informativa_privacy-USR_Calabria Allegati Circolare scuole paritarie 2025_Firmato.m_pi.AOODRCAL.REGISTRO UFFICIALE(U).0004985.14-02-2025 (276 kB)Allegati SCUOLE (2 MB)MIM_-Informativa_privacy-USR_Calabria (145 kB)

Un accordo tra l’ACI e Montecatone per la piena realizzazione del diritto alla mobilità

Superando -

L’ACI e l’Istituto Riabilitativo Montecatone, la nota struttura di Imola specializzata nella cura e nella riabilitazione delle lesioni midollari e delle gravi cerebrolesioni, hanno siglato un accordo triennale, per rinnovare e rafforzare la loro collaborazione strategica nel campo della sicurezza stradale e dell’inclusione sociale. «Un passo significativo – commentano da Montecatone – verso la piena realizzazione del diritto alla mobilità per le persone con disabilità»

L’ACI (Automobile Club d’Italia) e l’Istituto Riabilitativo Montecatone, la nota struttura di Imola (Bologna), specializzata nella cura e nella riabilitazione delle lesioni midollari e delle gravi cerebrolesioni, hanno recentemente siglato un accordo triennale, per rinnovare e rafforzare la loro collaborazione strategica nel campo della sicurezza stradale e dell’inclusione sociale.
«Si tratta di un’intesa – spiegano da Montecatone – che mira a potenziare il reinserimento delle persone con disabilità nel tessuto sociale e professionale attraverso il recupero dell’autonomia nella guida. Questo protocollo, che mutua i contenuti di quello sottoscritto nel 2023 [se ne legga anche sulle nostre pagine, N.d.R.], si articola in quattro aree di intervento fondamentali, ciascuna pensata per costruire un percorso integrato verso una mobilità più inclusiva e sicura».

Nel campo della formazione, dunque, è prevista l’elaborazione di programmi didattici innovativi destinati alle autoscuole, con particolare attenzione ai percorsi per il conseguimento della patente speciale. A tal proposito, le autoscuole della rete ACI Ready2Go beneficeranno di metodologie formative all’avanguardia, elevando ulteriormente gli standard qualitativi del proprio insegnamento.
Un pilastro fondamentale dell’intesa tra ACI e Montecatone riguarda poi l’assistenza personalizzata alle persone con lesione midollare nel loro percorso di ritorno alla guida, comprendendo un servizio di consulenza completo, dall’orientamento sulle normative vigenti alle agevolazioni fiscali disponibili, dalla selezione del veicolo più idoneo alla valutazione approfondita delle capacità funzionali residue.
E ancora, sul fronte della ricerca, le due istituzioni si sono impegnate a promuovere studi avanzati in materia di sicurezza stradale, mobilità sostenibile e tutela ambientale, contribuendo all’evoluzione delle conoscenze in questi àmbiti.
E da ultimo, ma non ultimo, l’accordo prevede una strategia di comunicazione integrata, per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di una guida consapevole e rispettosa, promuovendo una cultura della sicurezza stradale condivisa.

«Questa sinergia istituzionale – commentano in conclusione dalla struttura di Imola – rappresenta un passo significativo verso la piena realizzazione del diritto alla mobilità per le persone con disabilità, attraverso un approccio che coniuga servizi specializzati, strumenti personalizzati e formazione mirata. L’obiettivo ultimo è quello di costruire una società più inclusiva, dove la sicurezza stradale diventi patrimonio comune di tutti gli utenti della strada». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa Istituto Riabilitativo Montecatone (Massimo Boni), massimo.boni@montecatone.com.

L'articolo Un accordo tra l’ACI e Montecatone per la piena realizzazione del diritto alla mobilità proviene da Superando.

Pagine

Abbonamento a Centri Territoriali di Supporto B.E.S. - Calabria aggregatore